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Gustave Serrurier-Bovy / Arte concreta e cinetica
Apre il 14 aprile a Capolago un nuovo sorprendente spazio espositivo, voluto e promosso da Milo Miler, antiquario già attivo a Lugano, e Julia Kessler, antiquaria e restauratrice tedesca, spazio che si inserisce in un edificio da cui è passata la storia ticinese e italiana
Comunicato stampa
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Apre il 14 aprile a Capolago un nuovo sorprendente spazio espositivo, voluto e promosso da Milo Miler, antiquario già attivo a Lugano, e Julia Kessler, antiquaria e restauratrice tedesca, spazio che si inserisce in un edificio da cui è passata la storia ticinese e italiana.
Miler alla Tipografia Elvetica, infatti, occupa, dopo un intelligente intervento di restauro rispettoso dell’antico ma realizzato in un’ottica decisamente contemporanea, quella che fu la sede della Tipo-grafia e Libreria Elvetica, operativa dal 1830 al 1853, e famosa per essere stata la tipografia clan-destina dei patrioti del Risorgimento italiano. A pochi chilometri dal confine, la tipografia fondata nel 1830, dopo un inizio decisamente conservatore marca una svolta nel 1842 grazie alla presenza di Alessandro Repetti, esule genovese, che diede un orientamento squisitamente risorgimentale di ca-rattere federalista. Provvide alla stampa di libri, giornali, proclami, manifesti per una diffusione clan-destina in tutto il Lombardo-Veneto. Fra gli autori pubblicati si possono ricordare Cattaneo, Gioberti, Guerrazzi, La Farina, Tommaseo, Sismondi, Colletta, Balbo e D’Azeglio. L’arresto nel 1851 e la suc-cessiva impiccagione di Luigi Dottesio, patriota di idee mazziniane che aveva collaborato a lungo con la Tipografia, assieme alle pressioni degli austriaci sulle autorità svizzere, ne causarono la chiusura nel 1853.
Ora l’edificio, dopo una serie di altri utilizzi, ultimo dei quali come sede degli “asilanti”, torna ad essere luogo di cultura, indirizzato ora verso le arti visive e il design di particolare qualità. Ecco allora, innan-zitutto, l’esposizione di arredi di un architetto precursore di tanta modernità, raro da incontrare alle nostre latitudini, il belga GUSTAVE SERRURIER-BOVY (1858-1910), che fonde un rigore geometrico maturato in ambito secessionista con una realizzazione improntata alla precisione e all’alta qualità di esecuzione. Di questo raffinato architetto, che per alcuni versi è rapportabile all’inglese Charles Rennie Mackintosh con cui ebbe numerosi contatti, viene presentata una bella serie di mobili, in un allestimento di arredo in cui figura una selezione di sculture e dipinti di matrice concreta e cinetica, frutto della passione di Miler e Kessler e delle loro ricerche volte a ridare luce ad autori dimenticati la cui originalità è ancora attuale e, proprio per questo, tutta da scoprire.
Tre sono quindi le motivazioni che richiameranno il pubblico a Capolago, la storia, il design e l’arte, il tutto ambientato e vissuto fuori dagli schemi della galleria o dello studio di antiquariato, dove i padroni di casa si propongono infatti come accompagnatori appassionati e stimolanti dei visitatori nell’approccio ai materiali proposti, sala dopo sala nei suoi due piani, dove ammirare la singola opera o l’intero contesto e sedersi a colloquiare su una poltrona o su un divano, come a casa propria.
Senza dimenticare di osservare all’esterno la storica lapide commemorativa posta a ricordare che da questa casa “parlò alto e potente il pensiero della redenzione ed unità d’Italia” e di ammirare il recente intervento artistico fra reale e virtuale di Andrea Gysin e Sidi Vanetti.
Miler alla Tipografia Elvetica resterà aperta al pubblico, ad ingresso libero, dal 14 aprile al 21 maggio nei giorni di giovedì, venerdì e sabato dalle ore 14 alle 19; negli altri orari su appuntamento al numero di telefono +41 (0) 91.9917192.
Gustave SERRURIER-BOVY, architetto e designer belga, è ritenuto tra i primi rappresentanti dell’Art Nouveau nel continente europeo. Figlio di un imprenditore edile, fece i suoi studi secondari a Liegi. Nel 1884, quando sposa Maria Bovy, prende forma la ditta Serrurier-Bovy. La sua attività iniziale consiste nell’importazione di mobili e di oggetti decorativi dalla Gran Bretagna e dal Giappone. Nel 1894 comincia a produrre mobili su proprio disegno, opere prive di rimandi a vecchi stili. La critica europea ne apprezza l’originalità e così Serrurier comincia ad esporre all’estero, arrivando ad aprire una succursale della sua azienda anche a Parigi, oltre che a Bruxelles. All’Esposizione Universale del Parigi del 1900, in collaborazione con l’architetto Dulong, realizza un ristorante, il Padiglione Blu, il cui decoro esuberante decisamente Art Nouveau contrasta con la sobrietà dei mobili laccati bianco.
In occasione dell’Esposizione di Liegi del 1905, crea un arredo per le abitazioni popolari costruite nell’occasione, che entusiasma i leaders del Partito operaio belga. Si tratta i mobili in betulla e acero, con bulloni a vista, assemblabili e smontabili. Un arredo completo, di costi contenuti, igienicamente sicuro, di facile manutenzione per il quale prevede anche le tende, i tessuti, i decori a stampo. Fra le ultime realizzazioni significative è senza dubbio la realizzazione nel 1907 dell’intero arredamento di una grandiosa villa da poco costruita nella località balneare di Mar del Plata da Luis Ortiz Basualdo, imprenditore argentino, che aveva visto i suoi mobili nel negozio di Parigi. Grande è l’attenzione rivolta un po’ in tutta Europa a questo speciale designer, a lungo - e superficialmente - considerato di secondo piano, che Milo Miler e Julia Kessler da tempo coltivano nella loro collezione. Mobili e componenti d’arredo abitano in modo naturale la casa, non come oggetti preziosi (pur nella loro sorprendente qualità) ma come oggetti da vivere.
ARTE CONCRETA E CINETICA - In un accostamento raffinato, le pareti e le stanze accolgono dipinti e sculture di arte concreta e cinetica, che raccontano il piacere di una geometria che si sposa con il colore in un gioco di rapporti con gli arredi apprezzabile e inaspettato. Questi gli artisti rappresentati: i francesi Jean Gorin (1899-1981) e Emile Gilioli (1911-1977), i belgi Emiel Bergen (1923-1988), Gilbert Decock (1928-2007), Walter Leblanc (1932-1986) e Yves De Smet (1946), gli italiani Angelo Brescianini (1948) e Paolo Minoli (1942-2002), gli svizzeri Hans Aeschbacher (1911-1999), Jean Baier (1932-1999), Max Bill (1908-1994), Jakob Bill (1942), Carlo Cotti (1903-1990), Robert Gessner (1908-1982), Ödön Koch (1906-1977), Rudolf Hurni (1914-2003), Herbert Distel (1942), Rolf Forster (1938) e Gottfried Honegger (1917), i tedeschi Werner Bauer (1934), Victor Bonato (1934) e Utz Kampmann (1935), il ceco Hugo Demartini (1931-2010) e, d’oltreoceano, gli argentini Antonio Asis (1932) e Mariano Carrera (1934) e il brasiliano Servulo Esmeraldo (1929).
Miler alla Tipografia Elvetica, infatti, occupa, dopo un intelligente intervento di restauro rispettoso dell’antico ma realizzato in un’ottica decisamente contemporanea, quella che fu la sede della Tipo-grafia e Libreria Elvetica, operativa dal 1830 al 1853, e famosa per essere stata la tipografia clan-destina dei patrioti del Risorgimento italiano. A pochi chilometri dal confine, la tipografia fondata nel 1830, dopo un inizio decisamente conservatore marca una svolta nel 1842 grazie alla presenza di Alessandro Repetti, esule genovese, che diede un orientamento squisitamente risorgimentale di ca-rattere federalista. Provvide alla stampa di libri, giornali, proclami, manifesti per una diffusione clan-destina in tutto il Lombardo-Veneto. Fra gli autori pubblicati si possono ricordare Cattaneo, Gioberti, Guerrazzi, La Farina, Tommaseo, Sismondi, Colletta, Balbo e D’Azeglio. L’arresto nel 1851 e la suc-cessiva impiccagione di Luigi Dottesio, patriota di idee mazziniane che aveva collaborato a lungo con la Tipografia, assieme alle pressioni degli austriaci sulle autorità svizzere, ne causarono la chiusura nel 1853.
Ora l’edificio, dopo una serie di altri utilizzi, ultimo dei quali come sede degli “asilanti”, torna ad essere luogo di cultura, indirizzato ora verso le arti visive e il design di particolare qualità. Ecco allora, innan-zitutto, l’esposizione di arredi di un architetto precursore di tanta modernità, raro da incontrare alle nostre latitudini, il belga GUSTAVE SERRURIER-BOVY (1858-1910), che fonde un rigore geometrico maturato in ambito secessionista con una realizzazione improntata alla precisione e all’alta qualità di esecuzione. Di questo raffinato architetto, che per alcuni versi è rapportabile all’inglese Charles Rennie Mackintosh con cui ebbe numerosi contatti, viene presentata una bella serie di mobili, in un allestimento di arredo in cui figura una selezione di sculture e dipinti di matrice concreta e cinetica, frutto della passione di Miler e Kessler e delle loro ricerche volte a ridare luce ad autori dimenticati la cui originalità è ancora attuale e, proprio per questo, tutta da scoprire.
Tre sono quindi le motivazioni che richiameranno il pubblico a Capolago, la storia, il design e l’arte, il tutto ambientato e vissuto fuori dagli schemi della galleria o dello studio di antiquariato, dove i padroni di casa si propongono infatti come accompagnatori appassionati e stimolanti dei visitatori nell’approccio ai materiali proposti, sala dopo sala nei suoi due piani, dove ammirare la singola opera o l’intero contesto e sedersi a colloquiare su una poltrona o su un divano, come a casa propria.
Senza dimenticare di osservare all’esterno la storica lapide commemorativa posta a ricordare che da questa casa “parlò alto e potente il pensiero della redenzione ed unità d’Italia” e di ammirare il recente intervento artistico fra reale e virtuale di Andrea Gysin e Sidi Vanetti.
Miler alla Tipografia Elvetica resterà aperta al pubblico, ad ingresso libero, dal 14 aprile al 21 maggio nei giorni di giovedì, venerdì e sabato dalle ore 14 alle 19; negli altri orari su appuntamento al numero di telefono +41 (0) 91.9917192.
Gustave SERRURIER-BOVY, architetto e designer belga, è ritenuto tra i primi rappresentanti dell’Art Nouveau nel continente europeo. Figlio di un imprenditore edile, fece i suoi studi secondari a Liegi. Nel 1884, quando sposa Maria Bovy, prende forma la ditta Serrurier-Bovy. La sua attività iniziale consiste nell’importazione di mobili e di oggetti decorativi dalla Gran Bretagna e dal Giappone. Nel 1894 comincia a produrre mobili su proprio disegno, opere prive di rimandi a vecchi stili. La critica europea ne apprezza l’originalità e così Serrurier comincia ad esporre all’estero, arrivando ad aprire una succursale della sua azienda anche a Parigi, oltre che a Bruxelles. All’Esposizione Universale del Parigi del 1900, in collaborazione con l’architetto Dulong, realizza un ristorante, il Padiglione Blu, il cui decoro esuberante decisamente Art Nouveau contrasta con la sobrietà dei mobili laccati bianco.
In occasione dell’Esposizione di Liegi del 1905, crea un arredo per le abitazioni popolari costruite nell’occasione, che entusiasma i leaders del Partito operaio belga. Si tratta i mobili in betulla e acero, con bulloni a vista, assemblabili e smontabili. Un arredo completo, di costi contenuti, igienicamente sicuro, di facile manutenzione per il quale prevede anche le tende, i tessuti, i decori a stampo. Fra le ultime realizzazioni significative è senza dubbio la realizzazione nel 1907 dell’intero arredamento di una grandiosa villa da poco costruita nella località balneare di Mar del Plata da Luis Ortiz Basualdo, imprenditore argentino, che aveva visto i suoi mobili nel negozio di Parigi. Grande è l’attenzione rivolta un po’ in tutta Europa a questo speciale designer, a lungo - e superficialmente - considerato di secondo piano, che Milo Miler e Julia Kessler da tempo coltivano nella loro collezione. Mobili e componenti d’arredo abitano in modo naturale la casa, non come oggetti preziosi (pur nella loro sorprendente qualità) ma come oggetti da vivere.
ARTE CONCRETA E CINETICA - In un accostamento raffinato, le pareti e le stanze accolgono dipinti e sculture di arte concreta e cinetica, che raccontano il piacere di una geometria che si sposa con il colore in un gioco di rapporti con gli arredi apprezzabile e inaspettato. Questi gli artisti rappresentati: i francesi Jean Gorin (1899-1981) e Emile Gilioli (1911-1977), i belgi Emiel Bergen (1923-1988), Gilbert Decock (1928-2007), Walter Leblanc (1932-1986) e Yves De Smet (1946), gli italiani Angelo Brescianini (1948) e Paolo Minoli (1942-2002), gli svizzeri Hans Aeschbacher (1911-1999), Jean Baier (1932-1999), Max Bill (1908-1994), Jakob Bill (1942), Carlo Cotti (1903-1990), Robert Gessner (1908-1982), Ödön Koch (1906-1977), Rudolf Hurni (1914-2003), Herbert Distel (1942), Rolf Forster (1938) e Gottfried Honegger (1917), i tedeschi Werner Bauer (1934), Victor Bonato (1934) e Utz Kampmann (1935), il ceco Hugo Demartini (1931-2010) e, d’oltreoceano, gli argentini Antonio Asis (1932) e Mariano Carrera (1934) e il brasiliano Servulo Esmeraldo (1929).
14
aprile 2011
Gustave Serrurier-Bovy / Arte concreta e cinetica
Dal 14 aprile al 21 maggio 2011
arte contemporanea
Location
MILER ALLA TIPOGRAFIA ELVETICA
Mendrisio, Piazza Duttweiler, (Mendrisio)
Mendrisio, Piazza Duttweiler, (Mendrisio)
Orario di apertura
nei giorni di giovedì, venerdì e sabato dalle ore 14 alle 19; negli altri orari su appuntamento
Ufficio stampa
UESSEARTE
Autore