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Gustavo Aceves – Odysee (work in progress)
Una quindicina di sculture fuse in bronzo, rigorosamente inedite, realizzate dall’artista apposta per Odysee, esibizione fiorentina, “work in progress” di “Lapidarium”, il monumentale progetto internazionale dell’artista. L’insieme trae forza dalla mirabile, possente e iconica immagine del cavallo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
GUSTAVO ACEVES. Odysee (work in progress)
A seguito della stagione di eventi culturali che hanno visto Brancacci Art Gallery animarsi – grazie all’Associazione Arte Brancacci – con spazi esperienziali, musicoterapia ed una lectio magistralis tra arte, storytelling e teatro, la galleria d’arte contemporanea di piazza del Carmine a Firenze conferma la propria vocazione per la promozione dell’arte e della cultura attraverso una linea di continua ricerca e sperimentazione tra tradizione e attualità, proponendo all’attenzione del pubblico
GUSTAVO ACEVES. Odysee (work in progress), una mostra inedita e di ampio respiro, non solo una mostra personale di scultura: infatti si tratta di una tappa fiorentina di Lapidarium, il monumentale progetto internazionale in divenire del raffinato e colto artista messicano Aceves, riconosciuto come uno dei massimi interpreti dell’arte contemporanea a livello mondiale.
Lo spazio multiforme e stratificato di Brancacci Art Gallery diviene teatro di un allestimento comprendente una quindicina di sculture fuse in bronzo, rigorosamente inedite, realizzate dall’artista apposta per Odysee, esibizione fiorentina, “work in progress” di Lapidarium, il monumentale progetto internazionale dell’artista. L’insieme trae forza dalla mirabile, emblematica, possente e iconica immagine del cavallo, che rappresenta concettualmente una sorta di nave, alla guisa delle innumerevoli imbarcazioni sulle quali, dalla notte dei tempi, si riversano le speranze di una moltitudine di anime erranti, e fonde in sé etica ed estetica: tanto è vero che i cavalli di Aceves sono frammentari, quasi scheletrici, ma al contempo mantengono intatta la statuaria monumentalità, propria del mondo classico, dove nelle sembianze del cavallo è racchiuso uno dei simboli più alti della storia del pensiero umano. Questi cavalli-navi trascendono lo spazio e il tempo per condurci in un viaggio (una sorta di odissea, da cui Odysee), che gli antichi greci chiamavano nostos, ovvero un “viaggio di ritorno” per ritrovare l’essenza, poiché l’itinerario di Odisseo consiste non solo nel raggiungimento di un porto finale, la natia Itaca, bensì nel superamento, a caro prezzo, di innumerevoli prove ed ostacoli, per ri-congiungersi con il proprio mondo. Nell’arte di Aceves risuonano ad un livello più alto, unite, suggestioni interiorizzate ed armonizzate dall’artista, non solo dal mondo classico: dal Messico, sua terra d’origine, dove, giovanissimo, viene folgorato dalla visione dai cavalli della Quadriga di san Marco restaurati ed in trasferta oltreoceano, dal mondo bizantino, dall’Africa con le sue contraddizioni mozzafiato, e dal mondo antico in toto. Come uno dei protagonisti dell’Ulisse di James Joyce, l’ebreo errante, che scorge sulla spiaggia tanti infimi, e in apparenza insignificanti, segni del passaggio del mare e delle stagioni – frammenti di conchiglie, sassi sparpagliati un po’ ovunque, oggetti lasciati da qualche distratto passante – analogamente Aceves, come un Ulisse contemporaneo, indugia nel raccogliere lacerti di memorie sparse, per ricomporre forme, nel nobile materiale qual è il bronzo, impregnate di senso profondo e di amorevole impatto sulla coscienza di ciascuno di noi, in quanto essere umano. La mostra, corredata da un testo critico di Ilaria Magni, si protrarrà fino al 7 gennaio 2024.
Lapidarium, il progetto internazionale
«Lapidarium »– spiega Gustavo Aceves – nasce come progetto nelle acque nel Niger: una piroga piena di uomini, donne e bambini, metà Barca di Caronte metà Cavallo di Troia. Lapidarium è un testimone muto Silenzioso come il silenzio dei migranti che si trovano a metà del tragitto».
Il progetto monumentale ha preso avvio nel 2014 a Pietrasanta, la “piccola Atene” dell’arte contemporanea, nella chiesa di sant’Agostino e nell’area del campanile. È proseguito nel 2015 a Berlino, con una installazione di bronzi di fronte alla Porta di Brandeburgo ed è giunto nel 2017 a Roma, presso l’Arco di Costantino, i Fori Imperiali, Il Colosseo e i Mercati di Traiano. Ogni installazione, nel corso del tour mondiale delle esposizioni, arricchisce la collezione fino a completarla. Le sculture sono uniche, ogni scultura evoca un frammento della storia dell’uomo, creando e offrendo a tutti noi uno spazio di condivisione e di riflessione immerso nel silenzio.
Scrive nel 2017 l’archeologo e storico dell’arte Francesco Buranelli – già Direttore del Museo Gregoriano Etrusco, dei Musei Vaticani e Segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, nonché curatore del progetto romano di Gustavo Aceves «Uno degli obiettivi di Lapidarium è portare l’attenzione sul tema della sofferenza dei milioni di persone che provano gli indescrivibili patimenti della diaspora, in perpetuo movimento per la sopravvivenza. Con la sua opera, Aceves ci invita inoltre a osservare l’instabilità insita nella civiltà occidentale e nella sua storia, e riconosce che in parte la nostra ricchezza e i nostri traguardi culturali sono il prodotto dello sfruttamento di altri. Lapidarium è il monumento ai ‘vinti’ di questa narrativa, uno spazio per riflettere su ciò che abbiamo già sottratto a chi oggi ci chiede aiuto, un richiamo a non ripetere gli orrori commessi nel passato».
Gustavo Aceves, biografia
Gustavo Aceves è uno scultore dall’anima classica, nato a Città del Messico nel 1957. Riconosciuto come uno dei massimi interpreti dell’arte contemporanea a livello mondiale, attualmente vive e lavora a Pietrasanta. Nella prima fase della sua carriera è noto per i dipinti di figure umane che attingono alle tradizioni pittoriche classiche, associate alle dimensioni monumentali e all’uso di colori forti tipici dei murales messicani, successivamente approda alla scultura in bronzo. A partire dagli anni ’70, le sue opere vengono esposte in tutto il mondo, compresi il Museo del Palazzo delle Belle Arti di Città del Messico, la Biennale di Venezia e la Biennale di Pechino. Aceves figura nelle più importanti collezioni private e permanenti internazionali, fra cui il Museo Memoria y Tolerancia di Città del Messico e i Musei Vaticani di Roma. È uno degli artisti più giovani esposti per la vendita presso le aste di Christie’s e Sotheby’s sulle opere nuove latinoamericane a New York dei primi anni ’90.
Gustavo Aceves, artista raffinato ed impegnato, è autore del monumentale progetto itinerante Lapidarium, attraverso il quale intende ricreare idealmente le peregrinazioni del gruppo scultoreo bronzeo della Quadriga di San Marco di Lisippo, opera che l’artista messicano, appena ventenne ebbe modo di ammirare, restandone folgorato. Erano gli anni ’70 e prima di essere musealizzati, quegli antichissimi cavalli bronzei provenienti da Costantinopoli, percorrevano un ultimo giro attorno al mondo, che avrebbe messo fine alla serie di migrazioni delle quali, sin dal XIII secolo, erano stati protagonisti. Da lì, per Aceves, l’idea di dare vita ad un’opera che potesse ripercorrere lo stesso itinerario fatto dalla celebre quadriga: il suo Lapidarium propone statue dedicate al cavallo, simbolo che evoca il movimento. Come nei classici lapidari museali, dove sono conservati frammenti di opere antiche con cui ricostruire la storia, anche l’opera di Aceves è caratterizzata dal “frammento”, elemento attraverso il quale ciascuno può recuperare le radici della propria storia. Il viaggio dei cavalli di Aceves allude al viaggio dei popoli migranti, una tema di grande attualità, ma che in assoluto caratterizza ciclicamente l’intera storia dell’umanità. I suoi cavalli itineranti sono mutilati, scheletrici, sopravvissuti: una sorta di monumento equestre inverso, dedicato non ai vincitori ma ai vinti, agli antieroi di ieri, di oggi, di sempre.
Il progetto Lapidarium viene inaugurato nel 2014 a Pietrasanta, nel 2015 approda a Berlino in Germania, in occasione del settantesimo Anniversario della Liberazione dalla dittatura nazista e nel 2016/2017 giunge a Roma, presso l’Arco di Costantino, il Colosseo, i Fori Imperiali e i Mercati di Traiano.
Brancacci Art Gallery, identità e storia
Brancacci Art Gallery è una galleria d’arte contemporanea focalizzata in primis sulla scultura in bronzo, sulla pittura figurativa e sui linguaggi sperimentali e innovativi. Promuove artisti internazionali, affermati ed emergenti. L’identità della galleria si fonda su radici storiche, data la prossimità con la chiesa di Santa Maria Del Carmine, all’interno della quale sorge la Cappella Brancacci, fiorita in quella Firenze nella quale Masaccio, Masolino e Filippino lavorano allo straordinario ciclo di affreschi, nonché esempio elevatissimo dell’arte rinascimentale. Ecco che Brancacci Art Gallery, ispirandosi liberamente al periodo d’oro al quale si sente, idealmente, legata da un fil rouge, intende valorizzare i caratteri di tradizione ed internazionalità, scegliendo una linea artistica che riconosca e definisca se stessa nell’universalità di Firenze come “centro del mondo”, una realtà che accoglie, tramanda, unisce, innova e guarda avanti. Mission perseguita alla maniera d’oggi, con un richiamo alla celebre espressione utilizzata da Giorgio Vasari nelle Vite, la prima raccolta moderna di biografie artistiche del 1550 nella quale il primo grande storiografo elenca le novità introdotte nel linguaggio artistico dai pittori della Firenze rinascimentale. Su tali basi, Brancacci Art Gallery propone arte contemporanea per un collezionismo multiforme e variegato, il cui carattere distintivo è da ravvisare in un’offerta di qualità, con una evidente attenzione alla tradizione ed uno sguardo al futuro. I fondatori di Brancacci Art Gallery sono tre imprenditori fiorentini: Jacopo Ciglia della Ciglia&Carrai Fonderia Artistica e Patrizio Lari e Claudio Lari della storica azienda Badari.
Jacopo Ciglia si occupa da sempre dell’azienda di famiglia, la Ciglia&Carrai, fondata nel 1971 ed evolutasi nel corso degli anni attraverso la tecnica della fusione in bronzo a cera persa, per giungere a grandi fusioni di opere monumentali in un unico pezzo. Basti pensare che proprio nella fonderia Ciglia&Carrai è stata realizzata la fusione in bronzo della replica della Porta Nord del Battistero di San Giovanni a Firenze.
Badari è un’azienda nata a Firenze nel 1956, il cui amministratore delegato è Patrizio Lari, affiancato da Claudio Lari, cresciuta nel tempo, affermatasi come leader nella produzione di illuminazione in stile classico, con lampadari, lanterne e arredamento inconfondibili, eleganti e preziosi nelle forme e nei materiali. Oggi è una realtà indiscussa nel mercato internazionale del lusso.
Partner della galleria sono l’azienda leader nel design audio Architettura Sonora e l’azienda vinicola Capannelle.
BRANCACCI ART GALLERY, piazza del Carmine 8/R - Firenze
OPENING “GUSTAVO ACEVES. ODYSEE (WORK IN PROGRESS)”: giovedì 28 settembre 2013 ore 18:00
CHIUSURA 7 gennaio 2024
TESTO CRITICO di Ilaria Magni, disponibile in galleria
www.brancacciartgallery.com info@brancacciartgallery.com
A seguito della stagione di eventi culturali che hanno visto Brancacci Art Gallery animarsi – grazie all’Associazione Arte Brancacci – con spazi esperienziali, musicoterapia ed una lectio magistralis tra arte, storytelling e teatro, la galleria d’arte contemporanea di piazza del Carmine a Firenze conferma la propria vocazione per la promozione dell’arte e della cultura attraverso una linea di continua ricerca e sperimentazione tra tradizione e attualità, proponendo all’attenzione del pubblico
GUSTAVO ACEVES. Odysee (work in progress), una mostra inedita e di ampio respiro, non solo una mostra personale di scultura: infatti si tratta di una tappa fiorentina di Lapidarium, il monumentale progetto internazionale in divenire del raffinato e colto artista messicano Aceves, riconosciuto come uno dei massimi interpreti dell’arte contemporanea a livello mondiale.
Lo spazio multiforme e stratificato di Brancacci Art Gallery diviene teatro di un allestimento comprendente una quindicina di sculture fuse in bronzo, rigorosamente inedite, realizzate dall’artista apposta per Odysee, esibizione fiorentina, “work in progress” di Lapidarium, il monumentale progetto internazionale dell’artista. L’insieme trae forza dalla mirabile, emblematica, possente e iconica immagine del cavallo, che rappresenta concettualmente una sorta di nave, alla guisa delle innumerevoli imbarcazioni sulle quali, dalla notte dei tempi, si riversano le speranze di una moltitudine di anime erranti, e fonde in sé etica ed estetica: tanto è vero che i cavalli di Aceves sono frammentari, quasi scheletrici, ma al contempo mantengono intatta la statuaria monumentalità, propria del mondo classico, dove nelle sembianze del cavallo è racchiuso uno dei simboli più alti della storia del pensiero umano. Questi cavalli-navi trascendono lo spazio e il tempo per condurci in un viaggio (una sorta di odissea, da cui Odysee), che gli antichi greci chiamavano nostos, ovvero un “viaggio di ritorno” per ritrovare l’essenza, poiché l’itinerario di Odisseo consiste non solo nel raggiungimento di un porto finale, la natia Itaca, bensì nel superamento, a caro prezzo, di innumerevoli prove ed ostacoli, per ri-congiungersi con il proprio mondo. Nell’arte di Aceves risuonano ad un livello più alto, unite, suggestioni interiorizzate ed armonizzate dall’artista, non solo dal mondo classico: dal Messico, sua terra d’origine, dove, giovanissimo, viene folgorato dalla visione dai cavalli della Quadriga di san Marco restaurati ed in trasferta oltreoceano, dal mondo bizantino, dall’Africa con le sue contraddizioni mozzafiato, e dal mondo antico in toto. Come uno dei protagonisti dell’Ulisse di James Joyce, l’ebreo errante, che scorge sulla spiaggia tanti infimi, e in apparenza insignificanti, segni del passaggio del mare e delle stagioni – frammenti di conchiglie, sassi sparpagliati un po’ ovunque, oggetti lasciati da qualche distratto passante – analogamente Aceves, come un Ulisse contemporaneo, indugia nel raccogliere lacerti di memorie sparse, per ricomporre forme, nel nobile materiale qual è il bronzo, impregnate di senso profondo e di amorevole impatto sulla coscienza di ciascuno di noi, in quanto essere umano. La mostra, corredata da un testo critico di Ilaria Magni, si protrarrà fino al 7 gennaio 2024.
Lapidarium, il progetto internazionale
«Lapidarium »– spiega Gustavo Aceves – nasce come progetto nelle acque nel Niger: una piroga piena di uomini, donne e bambini, metà Barca di Caronte metà Cavallo di Troia. Lapidarium è un testimone muto Silenzioso come il silenzio dei migranti che si trovano a metà del tragitto».
Il progetto monumentale ha preso avvio nel 2014 a Pietrasanta, la “piccola Atene” dell’arte contemporanea, nella chiesa di sant’Agostino e nell’area del campanile. È proseguito nel 2015 a Berlino, con una installazione di bronzi di fronte alla Porta di Brandeburgo ed è giunto nel 2017 a Roma, presso l’Arco di Costantino, i Fori Imperiali, Il Colosseo e i Mercati di Traiano. Ogni installazione, nel corso del tour mondiale delle esposizioni, arricchisce la collezione fino a completarla. Le sculture sono uniche, ogni scultura evoca un frammento della storia dell’uomo, creando e offrendo a tutti noi uno spazio di condivisione e di riflessione immerso nel silenzio.
Scrive nel 2017 l’archeologo e storico dell’arte Francesco Buranelli – già Direttore del Museo Gregoriano Etrusco, dei Musei Vaticani e Segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, nonché curatore del progetto romano di Gustavo Aceves «Uno degli obiettivi di Lapidarium è portare l’attenzione sul tema della sofferenza dei milioni di persone che provano gli indescrivibili patimenti della diaspora, in perpetuo movimento per la sopravvivenza. Con la sua opera, Aceves ci invita inoltre a osservare l’instabilità insita nella civiltà occidentale e nella sua storia, e riconosce che in parte la nostra ricchezza e i nostri traguardi culturali sono il prodotto dello sfruttamento di altri. Lapidarium è il monumento ai ‘vinti’ di questa narrativa, uno spazio per riflettere su ciò che abbiamo già sottratto a chi oggi ci chiede aiuto, un richiamo a non ripetere gli orrori commessi nel passato».
Gustavo Aceves, biografia
Gustavo Aceves è uno scultore dall’anima classica, nato a Città del Messico nel 1957. Riconosciuto come uno dei massimi interpreti dell’arte contemporanea a livello mondiale, attualmente vive e lavora a Pietrasanta. Nella prima fase della sua carriera è noto per i dipinti di figure umane che attingono alle tradizioni pittoriche classiche, associate alle dimensioni monumentali e all’uso di colori forti tipici dei murales messicani, successivamente approda alla scultura in bronzo. A partire dagli anni ’70, le sue opere vengono esposte in tutto il mondo, compresi il Museo del Palazzo delle Belle Arti di Città del Messico, la Biennale di Venezia e la Biennale di Pechino. Aceves figura nelle più importanti collezioni private e permanenti internazionali, fra cui il Museo Memoria y Tolerancia di Città del Messico e i Musei Vaticani di Roma. È uno degli artisti più giovani esposti per la vendita presso le aste di Christie’s e Sotheby’s sulle opere nuove latinoamericane a New York dei primi anni ’90.
Gustavo Aceves, artista raffinato ed impegnato, è autore del monumentale progetto itinerante Lapidarium, attraverso il quale intende ricreare idealmente le peregrinazioni del gruppo scultoreo bronzeo della Quadriga di San Marco di Lisippo, opera che l’artista messicano, appena ventenne ebbe modo di ammirare, restandone folgorato. Erano gli anni ’70 e prima di essere musealizzati, quegli antichissimi cavalli bronzei provenienti da Costantinopoli, percorrevano un ultimo giro attorno al mondo, che avrebbe messo fine alla serie di migrazioni delle quali, sin dal XIII secolo, erano stati protagonisti. Da lì, per Aceves, l’idea di dare vita ad un’opera che potesse ripercorrere lo stesso itinerario fatto dalla celebre quadriga: il suo Lapidarium propone statue dedicate al cavallo, simbolo che evoca il movimento. Come nei classici lapidari museali, dove sono conservati frammenti di opere antiche con cui ricostruire la storia, anche l’opera di Aceves è caratterizzata dal “frammento”, elemento attraverso il quale ciascuno può recuperare le radici della propria storia. Il viaggio dei cavalli di Aceves allude al viaggio dei popoli migranti, una tema di grande attualità, ma che in assoluto caratterizza ciclicamente l’intera storia dell’umanità. I suoi cavalli itineranti sono mutilati, scheletrici, sopravvissuti: una sorta di monumento equestre inverso, dedicato non ai vincitori ma ai vinti, agli antieroi di ieri, di oggi, di sempre.
Il progetto Lapidarium viene inaugurato nel 2014 a Pietrasanta, nel 2015 approda a Berlino in Germania, in occasione del settantesimo Anniversario della Liberazione dalla dittatura nazista e nel 2016/2017 giunge a Roma, presso l’Arco di Costantino, il Colosseo, i Fori Imperiali e i Mercati di Traiano.
Brancacci Art Gallery, identità e storia
Brancacci Art Gallery è una galleria d’arte contemporanea focalizzata in primis sulla scultura in bronzo, sulla pittura figurativa e sui linguaggi sperimentali e innovativi. Promuove artisti internazionali, affermati ed emergenti. L’identità della galleria si fonda su radici storiche, data la prossimità con la chiesa di Santa Maria Del Carmine, all’interno della quale sorge la Cappella Brancacci, fiorita in quella Firenze nella quale Masaccio, Masolino e Filippino lavorano allo straordinario ciclo di affreschi, nonché esempio elevatissimo dell’arte rinascimentale. Ecco che Brancacci Art Gallery, ispirandosi liberamente al periodo d’oro al quale si sente, idealmente, legata da un fil rouge, intende valorizzare i caratteri di tradizione ed internazionalità, scegliendo una linea artistica che riconosca e definisca se stessa nell’universalità di Firenze come “centro del mondo”, una realtà che accoglie, tramanda, unisce, innova e guarda avanti. Mission perseguita alla maniera d’oggi, con un richiamo alla celebre espressione utilizzata da Giorgio Vasari nelle Vite, la prima raccolta moderna di biografie artistiche del 1550 nella quale il primo grande storiografo elenca le novità introdotte nel linguaggio artistico dai pittori della Firenze rinascimentale. Su tali basi, Brancacci Art Gallery propone arte contemporanea per un collezionismo multiforme e variegato, il cui carattere distintivo è da ravvisare in un’offerta di qualità, con una evidente attenzione alla tradizione ed uno sguardo al futuro. I fondatori di Brancacci Art Gallery sono tre imprenditori fiorentini: Jacopo Ciglia della Ciglia&Carrai Fonderia Artistica e Patrizio Lari e Claudio Lari della storica azienda Badari.
Jacopo Ciglia si occupa da sempre dell’azienda di famiglia, la Ciglia&Carrai, fondata nel 1971 ed evolutasi nel corso degli anni attraverso la tecnica della fusione in bronzo a cera persa, per giungere a grandi fusioni di opere monumentali in un unico pezzo. Basti pensare che proprio nella fonderia Ciglia&Carrai è stata realizzata la fusione in bronzo della replica della Porta Nord del Battistero di San Giovanni a Firenze.
Badari è un’azienda nata a Firenze nel 1956, il cui amministratore delegato è Patrizio Lari, affiancato da Claudio Lari, cresciuta nel tempo, affermatasi come leader nella produzione di illuminazione in stile classico, con lampadari, lanterne e arredamento inconfondibili, eleganti e preziosi nelle forme e nei materiali. Oggi è una realtà indiscussa nel mercato internazionale del lusso.
Partner della galleria sono l’azienda leader nel design audio Architettura Sonora e l’azienda vinicola Capannelle.
BRANCACCI ART GALLERY, piazza del Carmine 8/R - Firenze
OPENING “GUSTAVO ACEVES. ODYSEE (WORK IN PROGRESS)”: giovedì 28 settembre 2013 ore 18:00
CHIUSURA 7 gennaio 2024
TESTO CRITICO di Ilaria Magni, disponibile in galleria
www.brancacciartgallery.com info@brancacciartgallery.com
28
settembre 2023
Gustavo Aceves – Odysee (work in progress)
Dal 28 settembre 2023 al 07 gennaio 2024
arte contemporanea
Location
Brancacci Art Gallery
Firenze, Piazza del Carmine, 7, (FI)
Firenze, Piazza del Carmine, 7, (FI)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10:30-13 e 15-19 o su appuntamento (gli orari possono variare)
Vernissage
28 Settembre 2023, 18, su invito
Autore
Curatore
Autore testo critico