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Gustavo Maestre – Sciamanesimo e pittura nomade
La mostra “Gustavo Maestre. Sciamanesimo e pittura nomade” traccia un percorso evolutivo e poetico dell’artista attraverso opere che documentano la ricerca degli ultimi anni fino al periodo più recente.
Comunicato stampa
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CONFARTE e la Consulta Cultura & Società di Confartigianato Imprese Prato presentano una mostra di opere di Gustavo Maestre nella Sede di Maliseti (Via Dino Saccenti, 19/21 – Prato) dal 18 ottobre 2008 al 25 marzo 2009. La mostra “Gustavo Maestre. Sciamanesimo e pittura nomade” traccia un percorso evolutivo e poetico dell’artista attraverso opere che documentano la ricerca degli ultimi anni fino al periodo più recente.
L’ARTISTA:
GUSTAVO MAESTRE nasce a Barcelona in Venezuela. Pittore, scultore e grafico, ha conseguito nel 1975 il diploma all’Escuela Artes Platicas A. Reveron della sua città; si è diplomato nel 1979 in incisione e serigrafia all’Istituto Tres Rayas di Madrid e nel 1985 in tecniche della ceramica all’Istituto Statale d’Arte di Sesto Fiorentino, Firenze. Vive e lavora a Prato.
Ha tenuto personali, sia a livello nazionale che internazionale: Avana (Cuba), Madrid, Modena, Milano, Parigi, Toulouse, Puerto la Cruz (Venezuela), ha esposto più volte a Firenze, Prato e territorio. Le sue opere sono presenti in varie collezioni italiane e straniere.
“L’artista è come uno sciamano - afferma il critico d’arte GIUSEPPE CARRUBBA - che si stacca dall’ordine profano dell’esistenza e lo mette in contatto con la sfera del simbolico e del sacro, entra in rapporto con altre realtà e fa assumere all’arte un potere taumaturgico, magico e liberatorio. Egli dà luogo, in tal modo, all’esercizio e alla tecnica dell’estasi e rivolge la propria opera a favore degli individui che ne hanno bisogno. Questa vocazione - prosegue Carrubba - che presuppone facoltà particolari e caratteri muliebri, propri della condizione dell’artista, capace “di raggiungere gli dèi”, nasce dall’intuizione espressiva, attinge al profondo e porta all’arte immediatezza estetica con una pittura concreta e pervasa da misticismo sensuale”. Carrubba identifica nei concetti di “sciamanesimo” e di “pittura murale” una chiave di lettura per l’opera di Gustavo Maestre come propone nel catalogo della mostra che verrà inaugurata in Confartigianato.
Hanno scritto di lui:
“La matrice culturale di Maestre ha conservato vari tratti dell’iniziale formazione latino-americana, pur essendosi aperto l’artista – nell’evoluzione delle conoscenze e dell’operatività – alle istanze delle altre culture con cui è venuto a contatto. Ciò si palesa maggiormente nella sua personalissima arte pittorica, caratterizzata dall’erompere squillante di masse cromatiche e segmenti assemblati con linguaggio originale, simbolico, frammentato, in caleidoscopiche scenografie che ricordano talora il modus espressivo dei murales. Motivi naturalistici, intuizioni surreali, libere astrazioni si innervano in un costrutto tematico, che ha riferimenti a drammi sociali, storici e soprattutto alla psicologia dell’individuo di fronte alla complessa realtà contemporanea. Con la vivacità trasfigurante della sua realtà, Maestre ne interpreta validamente ogni risvolto, comunicandoci messaggi intensi e significativi.”
SALVATORE PERDICARO
“Gustavo Maestre è un moderno cantore dell’America Latina. I suoi versi sono tracciati dalla pastosa mescolanza di cromie che riportano ad indirizzi storici, situazioni sociali forti nella loro radice di dramma e rivoluzione. Viene dai murales, da scenografie create in ogni parte del mondo atte a condurre popolo verso popolo, per una fusione completa di cultura e sentimento. E’ poeta dell’impulso della passione e della nostalgia. Il suo mondo contemporaneo necessita di continui rimandi umanistici, disturbati dall’intervento quotidiano del vissuto numerico (date, appuntamenti, conti), punto indispensabile se pur dispersivo a volte, per mantenere salda la propria origine nella completezza del suo essere. Maestre è senz’altro e comunque, un messaggero. Il suo viaggiare da paese a paese, il suo girovagare quasi evangelico, ci porta alla conoscenza di mondi sconosciuti su cui alzare l’altare della resurrezione dell’Uomo, esemplare ormai in estinzione. La poetica è una sola: testimoniare una dignità da salvare.”
GABRIELLA ARDISSONE
“Pittura serrata, carica di cromie nelle quali la gestualità mostra la propria funzionalità espressiva, l’impaginazione è giocata sull’andamento dinamico e struttivo, esplode e s’incarna: numeri e lettere, scritte, frecce, sovrapposizioni, velature consacrano un repertorio di interventi che fissano la flagranza del fare, travolgono nel senso di un flusso vitalistico dove il processo esecutivo coincide con l’immaginazione secondo regole e vicende che esigono risposte dal pubblico. Il ductus emerge nella propria riconoscibilità misurata, cellula costitutiva, in qualche caso si evidenziano campiture dominanti, andamenti o tracce prevalenti, l’impaginazione, l’equilibrio ed il suo superamento, sono sapientemente originati dal recupero di una capacità di averli già dominati nel momento realizzativo. Tensioni e soluzioni non casuali, ma così profondamente meditate da trasformare “l’urlo” espressionista nella sequenza costruttiva, testimonianza, monumento di un poderoso – organico quasi, nella fisicità immediata, ottica, dei risultati – coinvolgimento emotivo.”
UGO BARLOZZETTI
“Gustavo Maestre alias poeta, narratore, cantastorie. Un comunicatore per eccellenza di racconti, di esistenze contaminate dall’alchimia dei colori, dalla sinfonia delle forme, dalla calda e sensuale voce del vento. Un Garcia Lorca del pennello, un Neruda del colore. Tale l’accostamento immediato che pervade la fruizione dell’osservatore estraneo alla cultura latina. Un sorseggiare della tequila o del mescal durante il malinconico oblio di un sole al tramonto. Un riconoscere collegamenti simbolici in contesti cromatici forti, accesi e possenti; atti a comunicare non soltanto un presupposto ideologico, lirico e spirituale, ma principalmente deputati dalla sensibilità dell’artista a rappresentare l’essenza di un mondo culla di eccelsi aspetti culturali contemporanei.”
SANDRO SERRADIFALCO
“… L’opera di Gustavo Maestre è un cibreo, anzi un cocktail, un brulicame di pulsioni eccitanti, di effervescenze o di stregonerie sprigionate dalla brace della rovente passione, nell’esubero di una spavalderia ai limiti del delirio, in un’aggregazione di “ritmi violenti (dirà uno studioso dalla lucida sapienza intellettuale come Ugo Barlozzetti, suo ermeneuta davvero incisivo, captante), che sfrangiano la pennellata, i contorni d’improvviso irrigidiscono la selvaggia frenesia libera, nella congerie di colori, tracce, segmenti, smozzicate frasi, ricordi, sapori, suoni, memoria, grida, fragori, albe e tramonti, strade travolte dal caos”..... “E la follia ha pure una sua liturgia dalle mille frontiere: nel caso del nostro Gustavo, lo splendore della creatività, d’una visione policroma atta a implicarci, a stregarci fatalmente in una collisione che non consente respiro, né possibilità di fughe trasversali, vero è che la devi accettare, o subire fino in fondo, tra parti meravigliose, fantastiche, e urla di barocca, opulenta deflagrazione…”
RINALDO FRANK-BURATTIN
“I segni e il colore. I colori che diventano segni in un improbabile, sconcertante, energica assemblea arruffata di gesti di guizzi silenziosi, di colature e rimbalzi di pigmenti e trasparenze, di intricati gomitoli d’impasti cromatici che si srotolano e si ravviluppano tra loro in una sorta di permanente e parossistico conflitto con il bianco della tela. La sua personalità, le sue radici, il ribollire d’antiche culture latino-americane e di moderne inquietudini, si riflettono tutte perfettamente, problematicamente, dubbiosamente, nella “crisi” e nella precarietà perfetta delle sue immagini incalzanti e alluvionali.”
GIORGIO SEVESO
L’ARTISTA:
GUSTAVO MAESTRE nasce a Barcelona in Venezuela. Pittore, scultore e grafico, ha conseguito nel 1975 il diploma all’Escuela Artes Platicas A. Reveron della sua città; si è diplomato nel 1979 in incisione e serigrafia all’Istituto Tres Rayas di Madrid e nel 1985 in tecniche della ceramica all’Istituto Statale d’Arte di Sesto Fiorentino, Firenze. Vive e lavora a Prato.
Ha tenuto personali, sia a livello nazionale che internazionale: Avana (Cuba), Madrid, Modena, Milano, Parigi, Toulouse, Puerto la Cruz (Venezuela), ha esposto più volte a Firenze, Prato e territorio. Le sue opere sono presenti in varie collezioni italiane e straniere.
“L’artista è come uno sciamano - afferma il critico d’arte GIUSEPPE CARRUBBA - che si stacca dall’ordine profano dell’esistenza e lo mette in contatto con la sfera del simbolico e del sacro, entra in rapporto con altre realtà e fa assumere all’arte un potere taumaturgico, magico e liberatorio. Egli dà luogo, in tal modo, all’esercizio e alla tecnica dell’estasi e rivolge la propria opera a favore degli individui che ne hanno bisogno. Questa vocazione - prosegue Carrubba - che presuppone facoltà particolari e caratteri muliebri, propri della condizione dell’artista, capace “di raggiungere gli dèi”, nasce dall’intuizione espressiva, attinge al profondo e porta all’arte immediatezza estetica con una pittura concreta e pervasa da misticismo sensuale”. Carrubba identifica nei concetti di “sciamanesimo” e di “pittura murale” una chiave di lettura per l’opera di Gustavo Maestre come propone nel catalogo della mostra che verrà inaugurata in Confartigianato.
Hanno scritto di lui:
“La matrice culturale di Maestre ha conservato vari tratti dell’iniziale formazione latino-americana, pur essendosi aperto l’artista – nell’evoluzione delle conoscenze e dell’operatività – alle istanze delle altre culture con cui è venuto a contatto. Ciò si palesa maggiormente nella sua personalissima arte pittorica, caratterizzata dall’erompere squillante di masse cromatiche e segmenti assemblati con linguaggio originale, simbolico, frammentato, in caleidoscopiche scenografie che ricordano talora il modus espressivo dei murales. Motivi naturalistici, intuizioni surreali, libere astrazioni si innervano in un costrutto tematico, che ha riferimenti a drammi sociali, storici e soprattutto alla psicologia dell’individuo di fronte alla complessa realtà contemporanea. Con la vivacità trasfigurante della sua realtà, Maestre ne interpreta validamente ogni risvolto, comunicandoci messaggi intensi e significativi.”
SALVATORE PERDICARO
“Gustavo Maestre è un moderno cantore dell’America Latina. I suoi versi sono tracciati dalla pastosa mescolanza di cromie che riportano ad indirizzi storici, situazioni sociali forti nella loro radice di dramma e rivoluzione. Viene dai murales, da scenografie create in ogni parte del mondo atte a condurre popolo verso popolo, per una fusione completa di cultura e sentimento. E’ poeta dell’impulso della passione e della nostalgia. Il suo mondo contemporaneo necessita di continui rimandi umanistici, disturbati dall’intervento quotidiano del vissuto numerico (date, appuntamenti, conti), punto indispensabile se pur dispersivo a volte, per mantenere salda la propria origine nella completezza del suo essere. Maestre è senz’altro e comunque, un messaggero. Il suo viaggiare da paese a paese, il suo girovagare quasi evangelico, ci porta alla conoscenza di mondi sconosciuti su cui alzare l’altare della resurrezione dell’Uomo, esemplare ormai in estinzione. La poetica è una sola: testimoniare una dignità da salvare.”
GABRIELLA ARDISSONE
“Pittura serrata, carica di cromie nelle quali la gestualità mostra la propria funzionalità espressiva, l’impaginazione è giocata sull’andamento dinamico e struttivo, esplode e s’incarna: numeri e lettere, scritte, frecce, sovrapposizioni, velature consacrano un repertorio di interventi che fissano la flagranza del fare, travolgono nel senso di un flusso vitalistico dove il processo esecutivo coincide con l’immaginazione secondo regole e vicende che esigono risposte dal pubblico. Il ductus emerge nella propria riconoscibilità misurata, cellula costitutiva, in qualche caso si evidenziano campiture dominanti, andamenti o tracce prevalenti, l’impaginazione, l’equilibrio ed il suo superamento, sono sapientemente originati dal recupero di una capacità di averli già dominati nel momento realizzativo. Tensioni e soluzioni non casuali, ma così profondamente meditate da trasformare “l’urlo” espressionista nella sequenza costruttiva, testimonianza, monumento di un poderoso – organico quasi, nella fisicità immediata, ottica, dei risultati – coinvolgimento emotivo.”
UGO BARLOZZETTI
“Gustavo Maestre alias poeta, narratore, cantastorie. Un comunicatore per eccellenza di racconti, di esistenze contaminate dall’alchimia dei colori, dalla sinfonia delle forme, dalla calda e sensuale voce del vento. Un Garcia Lorca del pennello, un Neruda del colore. Tale l’accostamento immediato che pervade la fruizione dell’osservatore estraneo alla cultura latina. Un sorseggiare della tequila o del mescal durante il malinconico oblio di un sole al tramonto. Un riconoscere collegamenti simbolici in contesti cromatici forti, accesi e possenti; atti a comunicare non soltanto un presupposto ideologico, lirico e spirituale, ma principalmente deputati dalla sensibilità dell’artista a rappresentare l’essenza di un mondo culla di eccelsi aspetti culturali contemporanei.”
SANDRO SERRADIFALCO
“… L’opera di Gustavo Maestre è un cibreo, anzi un cocktail, un brulicame di pulsioni eccitanti, di effervescenze o di stregonerie sprigionate dalla brace della rovente passione, nell’esubero di una spavalderia ai limiti del delirio, in un’aggregazione di “ritmi violenti (dirà uno studioso dalla lucida sapienza intellettuale come Ugo Barlozzetti, suo ermeneuta davvero incisivo, captante), che sfrangiano la pennellata, i contorni d’improvviso irrigidiscono la selvaggia frenesia libera, nella congerie di colori, tracce, segmenti, smozzicate frasi, ricordi, sapori, suoni, memoria, grida, fragori, albe e tramonti, strade travolte dal caos”..... “E la follia ha pure una sua liturgia dalle mille frontiere: nel caso del nostro Gustavo, lo splendore della creatività, d’una visione policroma atta a implicarci, a stregarci fatalmente in una collisione che non consente respiro, né possibilità di fughe trasversali, vero è che la devi accettare, o subire fino in fondo, tra parti meravigliose, fantastiche, e urla di barocca, opulenta deflagrazione…”
RINALDO FRANK-BURATTIN
“I segni e il colore. I colori che diventano segni in un improbabile, sconcertante, energica assemblea arruffata di gesti di guizzi silenziosi, di colature e rimbalzi di pigmenti e trasparenze, di intricati gomitoli d’impasti cromatici che si srotolano e si ravviluppano tra loro in una sorta di permanente e parossistico conflitto con il bianco della tela. La sua personalità, le sue radici, il ribollire d’antiche culture latino-americane e di moderne inquietudini, si riflettono tutte perfettamente, problematicamente, dubbiosamente, nella “crisi” e nella precarietà perfetta delle sue immagini incalzanti e alluvionali.”
GIORGIO SEVESO
18
ottobre 2008
Gustavo Maestre – Sciamanesimo e pittura nomade
Dal 18 ottobre 2008 al 29 maggio 2009
arte contemporanea
Location
CONFARTIGIANATO – MALISETI
Prato, Via Dino Saccenti, 19, (Prato)
Prato, Via Dino Saccenti, 19, (Prato)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 8.30-13.00; 14.30-18.00 (il venerdì pomeriggio su appuntamento)
Vernissage
18 Ottobre 2008, ore 17.30
Autore
Curatore