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Gutai e Au in Italia
alcuni giovani artisti giapponesi appartenenti al gruppo AU (Unidetified Art) che operano in continuità con l’insegnamento del maestro Gutai
Comunicato stampa
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Con questa mostra, “Spazio Fisico” rende omaggio ad una “parentela” che esiste tra l’Emilia ed il Giappone. Infatti, è dall’amicizia tra l’archivio di Rosanna Chiessi di Reggio-Emilia e l’artista giapponese Shozo Shimamoto che scaturisce l’occasione di presentare alcuni giovani artisti giapponesi appartenenti al gruppo AU (Unidetified Art) che operano in continuità con l’insegnamento del maestro Gutai.
Giancarlo Guidotti
IL MAESTRO E I SUOI ALLIEVI
- - GUTAI
Gutai, termine che significa concretezza, parte dalla volontà di “concretizzare la spiritualità della materia” e testimonia quanto la poetica degli artisti di questo gruppo fosse profondamente legata alla tradizione culturale e religiosa del Giappone.
E’ dal’incontro fra un gruppo di giovani artisti giapponesi con il più anziano pioniere dell’arte astratta giapponese Jiro Yoshihara che nasce, nei primi anni ’50 del Novecento, il movimento Gutai. Esso si pone come una variante significativa dell’informale segnico e gestuale in parallelo con l’action painting americana e diverrà, in seguito, il più importante precursore dell’happening.
- - SHOZO SHIMAMOTO
E’ il più importante esponente Gutai, di cui è membro cofondatore; discepolo di Jiro Yoshihara, da questo spinto, alla ricerca del nuovo. La sua attività artistica è prevalentemente rivolta alla ricerca della espressività intrinseca della materia colorante ”……un colore senza materia non esiste, liberando il colore dal pennello le sostanze coloranti prenderanno vita propria…… ”
Da questo principio scaturisce il suo modo di operare mediante lanci di colore su tela o direttamente o con armi da fuoco o da elicottero ecc.
A questa idea di casualità fa seguito la selezione “al negativo” cioè, riproponendo le sue parole “ delle forme e dei colori peggiori perché è da questi che nasce la fusione di nuove forme e colori che daranno vita ad una nuova arte”.
Attualmente Shimamoto, professore in due università giapponesi, riceve gli artisti interessati al suo giudizio e, contrariamente all’insegnamento respingente di Yoshihara, consiglia ed incoraggia “in positivo” l’allievo verso il nuovo.
- - GLI ALLIEVI
la mostra riunisce le opere di alcuni degli allievi giapponesi del maestro che si riconoscono nel gruppo denominato AU (unidentified art). Queste opere, fra loro molto diversificate, sono state selezionate da Shimamoto. E’ proprio il fascino carismatico di quest’ultimo l’elemento che fa da collante fra i componenti di AU unificati dalla massima libertà di espressione e nell’ uso dei materiali.
- - GLI AUTORI
- - Ayako Isogai
Presenta una composizione di grande sensibilità poetica derivante da un uso delicato del colore che diviene , nei 28 quadri che formano l’intera opera, materia vibrante di luce.
- - Yumi Kojo
E’ presente con un’unica opera su carta costituita da una materia addensata.
Il supporto e il metodo di realizzazione, si accostano all’informale materico volto alla ricostruzione della la natura quasi in senso biologico.
- - Kawori Watanabe
Nei suoi piccoli quadri continua la tradizione giapponese nell’impaginato e nell’immagine, elevando in senso aulico immagini di quotidianità domestica.
- - Koyubi no Yakusoko (Gruppo formato da tre donne: Kozue, Yuri, Bin)
La parola Koyubi è coniata fondendo le due lettere iniziali di ciascun nome, letteralmente significa: “La promessa del dito mignolo”;
Il loro è un lavoro a tre mani che si collega alla tradizione mitologica e favolistica giapponese, c’è nella loro opera e nell’immaginario costituito da draghi e agitazione di acque un’impregnazione di femminilità che si palesa nella scelta di operare mediante oggetti tratti da un loro particolare beauty-case della memoria.
- - Motoo Nomura
Si lega alla tradizione della antica pittura giapponese e ci propone la rappresentazione di un mondo di animali fantastici che abitano in uno speciale giardino dell’Eden; il suo è segno volutamente infantile ed usa colori puri e dai toni accesi.
- - Sumi e Shimamoto
Accompagnano la mostra 2 opere di Shimamoto e del suo compagno di percorso Sumi; esponente emerito del Movimento Gutai, Sumi ha da sempre applicato l’azione spontanea agendo dinamicamente sul colore servendosi di oggetti capaci di tracciare tratti paralleli, estendendo il colore sull’intera superficie in senso centrifugo concretizzando, in tal modo, l’energia dell’azione e della materia colorata.
Chiara Messori
Giancarlo Guidotti
IL MAESTRO E I SUOI ALLIEVI
- - GUTAI
Gutai, termine che significa concretezza, parte dalla volontà di “concretizzare la spiritualità della materia” e testimonia quanto la poetica degli artisti di questo gruppo fosse profondamente legata alla tradizione culturale e religiosa del Giappone.
E’ dal’incontro fra un gruppo di giovani artisti giapponesi con il più anziano pioniere dell’arte astratta giapponese Jiro Yoshihara che nasce, nei primi anni ’50 del Novecento, il movimento Gutai. Esso si pone come una variante significativa dell’informale segnico e gestuale in parallelo con l’action painting americana e diverrà, in seguito, il più importante precursore dell’happening.
- - SHOZO SHIMAMOTO
E’ il più importante esponente Gutai, di cui è membro cofondatore; discepolo di Jiro Yoshihara, da questo spinto, alla ricerca del nuovo. La sua attività artistica è prevalentemente rivolta alla ricerca della espressività intrinseca della materia colorante ”……un colore senza materia non esiste, liberando il colore dal pennello le sostanze coloranti prenderanno vita propria…… ”
Da questo principio scaturisce il suo modo di operare mediante lanci di colore su tela o direttamente o con armi da fuoco o da elicottero ecc.
A questa idea di casualità fa seguito la selezione “al negativo” cioè, riproponendo le sue parole “ delle forme e dei colori peggiori perché è da questi che nasce la fusione di nuove forme e colori che daranno vita ad una nuova arte”.
Attualmente Shimamoto, professore in due università giapponesi, riceve gli artisti interessati al suo giudizio e, contrariamente all’insegnamento respingente di Yoshihara, consiglia ed incoraggia “in positivo” l’allievo verso il nuovo.
- - GLI ALLIEVI
la mostra riunisce le opere di alcuni degli allievi giapponesi del maestro che si riconoscono nel gruppo denominato AU (unidentified art). Queste opere, fra loro molto diversificate, sono state selezionate da Shimamoto. E’ proprio il fascino carismatico di quest’ultimo l’elemento che fa da collante fra i componenti di AU unificati dalla massima libertà di espressione e nell’ uso dei materiali.
- - GLI AUTORI
- - Ayako Isogai
Presenta una composizione di grande sensibilità poetica derivante da un uso delicato del colore che diviene , nei 28 quadri che formano l’intera opera, materia vibrante di luce.
- - Yumi Kojo
E’ presente con un’unica opera su carta costituita da una materia addensata.
Il supporto e il metodo di realizzazione, si accostano all’informale materico volto alla ricostruzione della la natura quasi in senso biologico.
- - Kawori Watanabe
Nei suoi piccoli quadri continua la tradizione giapponese nell’impaginato e nell’immagine, elevando in senso aulico immagini di quotidianità domestica.
- - Koyubi no Yakusoko (Gruppo formato da tre donne: Kozue, Yuri, Bin)
La parola Koyubi è coniata fondendo le due lettere iniziali di ciascun nome, letteralmente significa: “La promessa del dito mignolo”;
Il loro è un lavoro a tre mani che si collega alla tradizione mitologica e favolistica giapponese, c’è nella loro opera e nell’immaginario costituito da draghi e agitazione di acque un’impregnazione di femminilità che si palesa nella scelta di operare mediante oggetti tratti da un loro particolare beauty-case della memoria.
- - Motoo Nomura
Si lega alla tradizione della antica pittura giapponese e ci propone la rappresentazione di un mondo di animali fantastici che abitano in uno speciale giardino dell’Eden; il suo è segno volutamente infantile ed usa colori puri e dai toni accesi.
- - Sumi e Shimamoto
Accompagnano la mostra 2 opere di Shimamoto e del suo compagno di percorso Sumi; esponente emerito del Movimento Gutai, Sumi ha da sempre applicato l’azione spontanea agendo dinamicamente sul colore servendosi di oggetti capaci di tracciare tratti paralleli, estendendo il colore sull’intera superficie in senso centrifugo concretizzando, in tal modo, l’energia dell’azione e della materia colorata.
Chiara Messori
03
dicembre 2005
Gutai e Au in Italia
Dal 03 dicembre 2005 al 16 gennaio 2006
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
SPAZIO FISICO
Modena, Via San Salvatore, 11, (Modena)
Modena, Via San Salvatore, 11, (Modena)
Orario di apertura
tutti i sabati e le domeniche per appuntamento
Vernissage
3 Dicembre 2005, ore 17,30
Autore