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Ha visto i colori divini del Lago di Costanza?
Esposizione collettiva di artisti nazionali ed internazionali che trae ispirazione dalla poetica dello scrittore svizzero Robert Walser, tra i maggiori di tutto il XX secolo. Il progetto è nato da unʼidea di Franco Pavanello, curato da Caterina Benvegnù con la collaborazione di Enoch Battagin.
Comunicato stampa
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“Ha visto i colori divini del Lago di Costanza?” è unʼesposizione che prende forma e ispirazione dalla poetica
dello scrittore svizzero Robert Walser, uno dei maggiori autori del XX secolo.
Un progetto nato da unʼidea di Franco Pavanello e curato da Caterina Benvegnù, con la collaborazione di
Enoch Battagin.
Nato nel 1878 e morto il giorno di Natale del 1956, Walser è figura unica allʼinterno del panorama letterario
europeo. I personaggi che vanno a delinearsi nei suoi testi sono perlopiù dei perdigiorno (il protagonista
tratteggiato da Eichendorff in Vita di un perdigiorno vede in Walser lʼerede più autentico, rispetto a questa
visione filosofica e romantica della vita). Lʼopera di Walser si fonda su di una narrazione disgiuntiva,
sconnessa, destrutturata. Essa diviene poetica del frammento, di unʼosservazione itinerante accompagnata
da lunghe passeggiate, dellʼesperienza di luoghi ed eventi come ricerca di un significato ulteriore, vicino alle
contingenze della vita quotidiana, e pur ad esse più lontano che mai. Nei suoi testi sono frequenti
digressioni, rimandi, pause: come afferma Catherine Sauvat, “demolisce i punti di appoggio che sembra
stabilire, ritorna su acquisizioni apparentemente definitive per poi contraddirsi di nuovo”.
La contemporaneità propria di tale scrittura diviene lo stimolo per comporre una mostra nella quale diversi
lavori di artisti nazionali ed internazionali le facciano da rimando. Lʼintento del progetto è di dar vita ad un
percorso che – delicatamente – sveli, accenni e indaghi una poetica fatta di ironia, solitudine, lentezza,
scomparsa.
Linguaggi espressivi somiglianti – quello narrativo walseriano e quello dei lavori video, audio ed installativi
della mostra – si mescoleranno rimandando lʼuno agli altri, con il tentativo di contribuire allʼindagine di un
autore che ha dato avvio alla letteratura del minore, del minuscolo, del frammentario, colui che,
passeggiando, preferiva “respirare nelle regioni inferiori”. Colui che, negli ultimi anni della sua vita, sostiene
di “sentire le voci” e persegue nella ricerca della scomparsa dal mondo.
Indagare su (e con) Robert Walser vuol dire andare alla ricerca in punta di piedi di tracce poco evidenti, di
camminare con la sua scrittura di sparizioni, di percorrere lentamente direzioni poco marcate. Le opere in
mostra tenteranno, con linguaggio narrativo affine, di infilarsi tra le pieghe di questo percorso, di inciampare
con lui tra immagini, visioni, sonorità.
Le opere degli artisti coinvolti si suddividono in lavori audio, video, film, installazioni, foto e piccole sculture,
tutti in un certo qual modo tangenti il percorso letterario walseriano.
Inoltre, per avvicinare il pubblico allʼopera dellʼautore, durante il pomeriggio è prevista una piccola tavola
rotonda, che propone un confronto di opinioni tra chi, in ambiti diversi - che spaziano dalla letteratura all'arte,
agli ambienti accademici - si è avvicinato all'opera di Walser.
dello scrittore svizzero Robert Walser, uno dei maggiori autori del XX secolo.
Un progetto nato da unʼidea di Franco Pavanello e curato da Caterina Benvegnù, con la collaborazione di
Enoch Battagin.
Nato nel 1878 e morto il giorno di Natale del 1956, Walser è figura unica allʼinterno del panorama letterario
europeo. I personaggi che vanno a delinearsi nei suoi testi sono perlopiù dei perdigiorno (il protagonista
tratteggiato da Eichendorff in Vita di un perdigiorno vede in Walser lʼerede più autentico, rispetto a questa
visione filosofica e romantica della vita). Lʼopera di Walser si fonda su di una narrazione disgiuntiva,
sconnessa, destrutturata. Essa diviene poetica del frammento, di unʼosservazione itinerante accompagnata
da lunghe passeggiate, dellʼesperienza di luoghi ed eventi come ricerca di un significato ulteriore, vicino alle
contingenze della vita quotidiana, e pur ad esse più lontano che mai. Nei suoi testi sono frequenti
digressioni, rimandi, pause: come afferma Catherine Sauvat, “demolisce i punti di appoggio che sembra
stabilire, ritorna su acquisizioni apparentemente definitive per poi contraddirsi di nuovo”.
La contemporaneità propria di tale scrittura diviene lo stimolo per comporre una mostra nella quale diversi
lavori di artisti nazionali ed internazionali le facciano da rimando. Lʼintento del progetto è di dar vita ad un
percorso che – delicatamente – sveli, accenni e indaghi una poetica fatta di ironia, solitudine, lentezza,
scomparsa.
Linguaggi espressivi somiglianti – quello narrativo walseriano e quello dei lavori video, audio ed installativi
della mostra – si mescoleranno rimandando lʼuno agli altri, con il tentativo di contribuire allʼindagine di un
autore che ha dato avvio alla letteratura del minore, del minuscolo, del frammentario, colui che,
passeggiando, preferiva “respirare nelle regioni inferiori”. Colui che, negli ultimi anni della sua vita, sostiene
di “sentire le voci” e persegue nella ricerca della scomparsa dal mondo.
Indagare su (e con) Robert Walser vuol dire andare alla ricerca in punta di piedi di tracce poco evidenti, di
camminare con la sua scrittura di sparizioni, di percorrere lentamente direzioni poco marcate. Le opere in
mostra tenteranno, con linguaggio narrativo affine, di infilarsi tra le pieghe di questo percorso, di inciampare
con lui tra immagini, visioni, sonorità.
Le opere degli artisti coinvolti si suddividono in lavori audio, video, film, installazioni, foto e piccole sculture,
tutti in un certo qual modo tangenti il percorso letterario walseriano.
Inoltre, per avvicinare il pubblico allʼopera dellʼautore, durante il pomeriggio è prevista una piccola tavola
rotonda, che propone un confronto di opinioni tra chi, in ambiti diversi - che spaziano dalla letteratura all'arte,
agli ambienti accademici - si è avvicinato all'opera di Walser.
26
settembre 2014
Ha visto i colori divini del Lago di Costanza?
Dal 26 settembre al 24 ottobre 2014
arte contemporanea
Location
ARSENALE NOVISSIMO – SPAZIO THETIS
Venezia, Castello, 2737f, (Venezia)
Venezia, Castello, 2737f, (Venezia)
Orario di apertura
lun-ven 10-18
Vernissage
26 Settembre 2014, h 18. Tavola rotonda inaugurale ore 15
Autore
Curatore