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Haiku
La mostra è tutta giocata sul numero tre. Un numero magico, fatale, irrimediabile. Tre sono gli spazi che la Kunsthalle mette a disposizione, tre le artiste invitate, tre gli approcci al fare dell’arte, tre gli stili, le tecniche e le visioni, tre i caratteri, le sensibilità e le storie personali
Comunicato stampa
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Sabato 13 Maggio alle ore 18.30 si inaugura, presso l'Associazione Culturale Arti Visive Kunsthalle di Putignano (BA), HAIKU mostra di Guillermina De Gennaro - Stefania Pellegrini e Rosemarie Sansonetti.
Haiku
A volte proviamo il bisogno di ridurre ogni cosa all'essenziale. Ci pare che ciò assomigli ad una strana nostalgia, quella di non possedere altro se non il nostro semplice nome, un buon paio di scarpe, e la volta del cielo immenso sopra il capo. Ogni suono, ogni segno e gli intervalli, le pause, i vuoti stessi, magicamente, acquistano un senso che la nostra distrazione prima non gli attribuiva. I vuoti si trasformano in abissi e gli intervalli e le pause in segni e colori: tutto diventa più importante, indispensabile, decisivo. Abbiamo la strana sensazione di vedere, finalmente, le cose che guardiamo per la prima volta nella loro semplice scandalosa nudità. Finalmente il bianco del muro si mostra per quello che è, possiamo quasi accarezzare la luce e assaporare il minimo suono, e intuiamo, più distintamente, le relazioni, i rapporti, altrimenti segreti, fra le cose. Fra noi e le cose. E poi c'è il tempo che pare rallentare, quasi sospeso. Come il nostro pensiero e ciò che di continuo ci sollecita ad emettere giudizi. Ogni cosa occupa il suo posto, con precisione, senza fatica né affanno. Simile al respiro calmo di un bambino che riposa. Abbiamo così pensato alla forma sobria e semplice, pur nella sua estrema complessità, dell'Haiku, il celebre componimento poetico giapponese che, in soli tre versi , sembra racchiudere e disvelare il mistero profondo che pone in relazione il Microcosmo, l'io lirico del poeta-pittore, con il Macrocosmo della Creazione incessante e permanente. In soli tre versi può accadere di avvertire nel petto, con il nostro, il respiro stesso di Dio. Il Dio di Spinoza, naturalmente. E di Kazimir Malevitch.
La mostra è tutta giocata sul numero tre. Un numero magico, fatale, irrimediabile. Tre sono gli spazi che la Kunsthalle mette a disposizione, tre le artiste invitate, tre gli approcci al fare dell'arte, tre gli stili, le tecniche e le visioni, tre i caratteri, le sensibilità e le storie personali.
Guillermina De Gennaro presenta cinque lavori che raffigurano dei volti ( tecnica mista su tavola, dipinti su tela e su carta) posti in relazione con piccole tele con gli haiku la cui corretta ri-composizione richiederà l'intervento del pubblico. Eccone uno : mi casa blanca / se / hizo aire sobre el vidrio / del bus que me llevò lejos ( un punto bianco / diventò la mia casa / dietro i vetri del bus).
Stefania Pellegrini propone "Extension", una nuova serie di opere intesa come una estensione dei lavori realizzati in lana, una traduzione del filo in bidimensionale; soggetto della serie saranno i capelli, le capigliature (il titolo si riferisce anche ai capelli posticci che i parrucchieri aggiungono ai veri per allungarli senza aspettare la crescita naturale e lenta). In questo caso le capigliature di persone che sono idealmente l'estensione dell'artista, dei suoi pensieri, desideri, ideali, ecc. per iniziare ha pensato a Frida Kahlo.
Rosemarie Sansonetti espone una installazione, come lei stessa afferma, domestica e precaria. Si tratta di sette fotografie, serigrafate su plexi, montate su piccole mensole retroilluminate con il neon. Una riflessione sulla trasparenza e sul vuoto. L'ambiente che ne deriva incontra in modo impeccabile e decisamente convincente gli spazi intriganti della Kunsthalle tanto da stimolarci, in modo prepotente, ad una lettura laicamente spirituale dell'opera della Sansonetti che non avremmo prima sospettato.
Vito Intini
Haiku
A volte proviamo il bisogno di ridurre ogni cosa all'essenziale. Ci pare che ciò assomigli ad una strana nostalgia, quella di non possedere altro se non il nostro semplice nome, un buon paio di scarpe, e la volta del cielo immenso sopra il capo. Ogni suono, ogni segno e gli intervalli, le pause, i vuoti stessi, magicamente, acquistano un senso che la nostra distrazione prima non gli attribuiva. I vuoti si trasformano in abissi e gli intervalli e le pause in segni e colori: tutto diventa più importante, indispensabile, decisivo. Abbiamo la strana sensazione di vedere, finalmente, le cose che guardiamo per la prima volta nella loro semplice scandalosa nudità. Finalmente il bianco del muro si mostra per quello che è, possiamo quasi accarezzare la luce e assaporare il minimo suono, e intuiamo, più distintamente, le relazioni, i rapporti, altrimenti segreti, fra le cose. Fra noi e le cose. E poi c'è il tempo che pare rallentare, quasi sospeso. Come il nostro pensiero e ciò che di continuo ci sollecita ad emettere giudizi. Ogni cosa occupa il suo posto, con precisione, senza fatica né affanno. Simile al respiro calmo di un bambino che riposa. Abbiamo così pensato alla forma sobria e semplice, pur nella sua estrema complessità, dell'Haiku, il celebre componimento poetico giapponese che, in soli tre versi , sembra racchiudere e disvelare il mistero profondo che pone in relazione il Microcosmo, l'io lirico del poeta-pittore, con il Macrocosmo della Creazione incessante e permanente. In soli tre versi può accadere di avvertire nel petto, con il nostro, il respiro stesso di Dio. Il Dio di Spinoza, naturalmente. E di Kazimir Malevitch.
La mostra è tutta giocata sul numero tre. Un numero magico, fatale, irrimediabile. Tre sono gli spazi che la Kunsthalle mette a disposizione, tre le artiste invitate, tre gli approcci al fare dell'arte, tre gli stili, le tecniche e le visioni, tre i caratteri, le sensibilità e le storie personali.
Guillermina De Gennaro presenta cinque lavori che raffigurano dei volti ( tecnica mista su tavola, dipinti su tela e su carta) posti in relazione con piccole tele con gli haiku la cui corretta ri-composizione richiederà l'intervento del pubblico. Eccone uno : mi casa blanca / se / hizo aire sobre el vidrio / del bus que me llevò lejos ( un punto bianco / diventò la mia casa / dietro i vetri del bus).
Stefania Pellegrini propone "Extension", una nuova serie di opere intesa come una estensione dei lavori realizzati in lana, una traduzione del filo in bidimensionale; soggetto della serie saranno i capelli, le capigliature (il titolo si riferisce anche ai capelli posticci che i parrucchieri aggiungono ai veri per allungarli senza aspettare la crescita naturale e lenta). In questo caso le capigliature di persone che sono idealmente l'estensione dell'artista, dei suoi pensieri, desideri, ideali, ecc. per iniziare ha pensato a Frida Kahlo.
Rosemarie Sansonetti espone una installazione, come lei stessa afferma, domestica e precaria. Si tratta di sette fotografie, serigrafate su plexi, montate su piccole mensole retroilluminate con il neon. Una riflessione sulla trasparenza e sul vuoto. L'ambiente che ne deriva incontra in modo impeccabile e decisamente convincente gli spazi intriganti della Kunsthalle tanto da stimolarci, in modo prepotente, ad una lettura laicamente spirituale dell'opera della Sansonetti che non avremmo prima sospettato.
Vito Intini
13
maggio 2006
Haiku
Dal 13 maggio al 18 giugno 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA KUNSTHALLE
Putignano, Via Santa Maria, 79, (Bari)
Putignano, Via Santa Maria, 79, (Bari)
Orario di apertura
feriali lun.-sab. 17.30 - 19.30 (oppure su appuntamento)
Vernissage
13 Maggio 2006, ore 18,30
Autore
Curatore