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Haim Steinbach – Every single day
A oltre vent’anni dalla sua ultima esposizione in un museo in Italia, Museion presenta una personale di Haim Steinbach (Rehovot, Israele, 1944), uno degli artisti più influenti del nostro tempo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra Haim Steinbach: every single day
Museion, 18/05-15/09/2019
Inaugurazione: 17/05/2019, ore 19.00. L’artista è presente
Le citazioni nelle mie opere sono come rapinatori in agguato sulla strada che attaccano con le armi il
passante e lo alleggeriscono delle sue convinzioni. 1
A oltre vent’anni dalla sua ultima esposizione in un museo in Italia, Museion presenta una personale di
Haim Steinbach (Rehovot, Israele, 1944), uno degli artisti più influenti del nostro tempo. Every single
day raccoglie una selezione di opere degli ultimi trent’anni e comprende scaffali, box, lavori testuali,
wall painting e installazioni di grandi dimensioni.
Dalla metà degli anni ’70 la pratica artistica di Haim Steinbach si è concentrata sulla condizione
transitoria dell’oggetto e il suo significato nell’arte e nella vita quotidiana. Il suo lavoro è diventato
famoso nella metà degli anni ’80 proprio grazie alla presentazione di oggetti, selezionati e allestiti
dall’artista su scaffali. I diversi oggetti - acquistati o trovati - sono collocati in base a tipologia, numero e
funzione, attivando schemi di differenza, ripetizione e singolarità. Gli oggetti sono svincolati dal loro
contesto abituale e accostati ad altri: nel nuovo contesto e nella nuova funzione essi assumono identità
imprevedibili. Tra i diversi oggetti sugli scaffali avvengono così incontri inaspettati. Le scarpe da
ginnastica, le teiere, i saponi e la maschera di Jason Vorhees nel film Venerdì 13 possono essere
paragonati ai rapinatori della citazione di Walter Benjamin, che alleggeriscono chi osserva delle sue
consuete aspettative e convinzioni.
Nella mostra a Museion, Haim Steinbach pone al centro il museo stesso come oggetto espositivo.
Utilizzando le strutture dell’allestimento e rovesciando la funzione a cui sono abitualmente destinate,
l’artista ripete lo stesso gesto volto allo spostamento, già compiuto con i suoi oggetti. Le pareti mobili
(sistema di pareti “Wolfsburg”) impiegate da Museion nelle sue mostre e normalmente nascoste, sono
messe a nudo, o parzialmente coperte da cartongesso con testo o colore. I cartongessi colorati fanno
riferimento alla storia della denominazione dei colori e alla loro codificazione.
La letteratura è un altro punto di riferimento importante per Haim Steinbach. Il wall painting al piano
terra di Museion, riadattato per la mostra a Bolzano, presenta, infatti, una citazione da una poesia di
Rainer Maria Rilke, scritta dal poeta nel 1897 durante il suo soggiorno vicino a Bolzano, presso Schloss
Englar (Appiano).
Intorno al 1977 Haim Steinbach ha cominciato a lavorare all’idea di display. Il “display” è la selezione e
disposizione di oggetti, il presentare nel senso di mostrare delle cose al museo oppure come facciamo
a casa, quando, per esempio, collochiamo delle foto di famiglia su uno scaffale. Un’opera giovanile del
1979, Display #7, è stata presentata all’Artist Space di New York. Steinbach aveva pregato amici e
familiari di prestargli degli oggetti, che ha poi disposto su dei ripiani. Questi erano montati su una parete
rivestita da ampie strisce di carta da parati con motivi ornamentali da diverse culture.
Intorno al 1984 Steinbach crea lo scaffale triangolare, costituito da tre angoli di 40, 50 e 90 gradi.
Questa struttura è rimasta costante in molti lavori seguenti - lo scaffale è sezionato in unità che
cambiano dimensione a seconda degli oggetti sopra esposti. In questo, senso gli scaffali sono diventati
una sorta di metro o scala. Inoltre, si è creato un sistema di proporzionamento, che mette in relazione
lo spazio e il volume di un singolo oggetto, così come l’oggetto nella ripetizione.
Per Haim Steinbach i colori sono oggetti. Noi attribuiamo nomi ai colori come rosso, blu o verde. Rosso
è rosso come una rosa, o il sangue, il fuoco e l’amore. Ma una rosa può anche essere blu, gialla o
bianca. La ditta di colori inglese Dulux ha definito una determinata tonalità marrone Starbucks Roast;
1 Cit. da Walter Benjamin, Strada a senso unico (1928), in: Giorgio Agamben, L’uomo senza contenuto, Quodlibet,
Macerata 1994.
Steinbach ha ripreso questo colore e l’ha trasformato in un dipinto a parete, un wall painting, che ha
intitolato con il nome del colore stesso. In questo senso egli considera titolo e colore alla stregua di un
“oggetto trovato”. Poiché il lavoro è diventato una specie di discorso, è intitolato starbucksroast.
Starbuck è una figura presente in Moby Dick di Herman Melville, ma anche una nota catena di caffè.
Detti popolari e titoli attraversano i significati linguistici delle parole. Una volta stampati essi assumono
la forma dei caratteri tipografici. È un linguaggio di desideri e relazioni. Una lettera, una parola e una
frase possono suonare leggere o pesanti, giocose o serie a seconda del contesto e della forma che gli
viene data. Haim Steinbach raccoglie testi con frasi stampate in caratteri tipografici, che poi trasferisce
su carta o su parete esattamente come li ha trovati. La poetica del testo nel campo della tipografia è la
sua architettura.
Catalogo
L’esposizione è accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo con un testo di David Joselit, una
conversazione con Isabelle Graw, contributi di curatori e curatrici, direttori e direttrici. Nella pubblicazione è
riportato anche il capitolo “L’angelo malinconico”, tratto dal libro L’uomo senza contenuto di Giorgio
Agamben.
La mostra di Haim Steinbach a Museion è una co-produzione con il Museo Kurhaus Kleve.
Biografia
Haim Steinbach (*1944 Rehovot, Israele) vive e lavora a New York
Mostre personali (selezione): Magasin III, Jaffa, Israel (2018); The Menil Collection, Houston, Texas
(2014); Kunsthalle di Zurigo e Serpentine Galleries, Londra (2014); CCS Hessel Museum of Art, Bard
College, Annandale-on-Hudson, New York (2013); Statens Museum fur Kunst, Copenhagen (2013-14);
Berkeley Art Museum, UC Berkeley (2005); Haus der Kunst, Monaco (2000); Museum Moderner Kunst,
Vienna (1997); Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Torino (1995); Guggenheim Museum, New
York, con Ettore Spalletti (1993); CAPC Musée d’art contemporain, Bordeaux (1988).
Collettive (selezione): Unexchangeable, WIELS, Brussels (2018); Brand New: Art and Commodity in the
1980s, Hirshhorn Museum, Washington D.C. (2018); L’emozione dei COLORI nell’arte, Castello di Rivoli
Museo d’Arte Contemporanea e Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino, (2017);
Accrochage, Punta della Dogana, Pinault Foundation, Venezia e Cher(e)s Ami(e)s Centre Pompidou, Paris
(2016); Walter Benjamin: Exilic Archive, Tel Aviv Museum, Tel Aviv (2015); Take It or Leave It: Institution,
Image, Ideology, Hammer Museum, Los Angeles (2014); Ileana Sonnabend: Ambassador for the New, The
Museum of Modern Art, New York (2013-2014); Surrealism and the Object, Centre Pompidou, Parigi (2013-
2014); This Will Have Been: Art, Love & Politics in the 1980s, Museum of Contemporary Art Chicago (2012);
Biennale di Venezia (1997) and documenta IX, Kassel Germany (1992).
Collezioni (selezione): Museum of Modern Art, New York, Metropolitan Museum of Art, New York; Tate
Modern, Londra; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Castello di Rivoli, Torino; Centre Georges
Pompidou, Parigi; Stedelijk Museum, Amsterdam; Israel Museum, Gerusalemme; Städel Museum,
Francoforte; Statens Museum for Kunst, Copenhagen; Museum moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna;
Museum of Contemporary Art, Chicago.
Museion, 18/05-15/09/2019
Inaugurazione: 17/05/2019, ore 19.00. L’artista è presente
Le citazioni nelle mie opere sono come rapinatori in agguato sulla strada che attaccano con le armi il
passante e lo alleggeriscono delle sue convinzioni. 1
A oltre vent’anni dalla sua ultima esposizione in un museo in Italia, Museion presenta una personale di
Haim Steinbach (Rehovot, Israele, 1944), uno degli artisti più influenti del nostro tempo. Every single
day raccoglie una selezione di opere degli ultimi trent’anni e comprende scaffali, box, lavori testuali,
wall painting e installazioni di grandi dimensioni.
Dalla metà degli anni ’70 la pratica artistica di Haim Steinbach si è concentrata sulla condizione
transitoria dell’oggetto e il suo significato nell’arte e nella vita quotidiana. Il suo lavoro è diventato
famoso nella metà degli anni ’80 proprio grazie alla presentazione di oggetti, selezionati e allestiti
dall’artista su scaffali. I diversi oggetti - acquistati o trovati - sono collocati in base a tipologia, numero e
funzione, attivando schemi di differenza, ripetizione e singolarità. Gli oggetti sono svincolati dal loro
contesto abituale e accostati ad altri: nel nuovo contesto e nella nuova funzione essi assumono identità
imprevedibili. Tra i diversi oggetti sugli scaffali avvengono così incontri inaspettati. Le scarpe da
ginnastica, le teiere, i saponi e la maschera di Jason Vorhees nel film Venerdì 13 possono essere
paragonati ai rapinatori della citazione di Walter Benjamin, che alleggeriscono chi osserva delle sue
consuete aspettative e convinzioni.
Nella mostra a Museion, Haim Steinbach pone al centro il museo stesso come oggetto espositivo.
Utilizzando le strutture dell’allestimento e rovesciando la funzione a cui sono abitualmente destinate,
l’artista ripete lo stesso gesto volto allo spostamento, già compiuto con i suoi oggetti. Le pareti mobili
(sistema di pareti “Wolfsburg”) impiegate da Museion nelle sue mostre e normalmente nascoste, sono
messe a nudo, o parzialmente coperte da cartongesso con testo o colore. I cartongessi colorati fanno
riferimento alla storia della denominazione dei colori e alla loro codificazione.
La letteratura è un altro punto di riferimento importante per Haim Steinbach. Il wall painting al piano
terra di Museion, riadattato per la mostra a Bolzano, presenta, infatti, una citazione da una poesia di
Rainer Maria Rilke, scritta dal poeta nel 1897 durante il suo soggiorno vicino a Bolzano, presso Schloss
Englar (Appiano).
Intorno al 1977 Haim Steinbach ha cominciato a lavorare all’idea di display. Il “display” è la selezione e
disposizione di oggetti, il presentare nel senso di mostrare delle cose al museo oppure come facciamo
a casa, quando, per esempio, collochiamo delle foto di famiglia su uno scaffale. Un’opera giovanile del
1979, Display #7, è stata presentata all’Artist Space di New York. Steinbach aveva pregato amici e
familiari di prestargli degli oggetti, che ha poi disposto su dei ripiani. Questi erano montati su una parete
rivestita da ampie strisce di carta da parati con motivi ornamentali da diverse culture.
Intorno al 1984 Steinbach crea lo scaffale triangolare, costituito da tre angoli di 40, 50 e 90 gradi.
Questa struttura è rimasta costante in molti lavori seguenti - lo scaffale è sezionato in unità che
cambiano dimensione a seconda degli oggetti sopra esposti. In questo, senso gli scaffali sono diventati
una sorta di metro o scala. Inoltre, si è creato un sistema di proporzionamento, che mette in relazione
lo spazio e il volume di un singolo oggetto, così come l’oggetto nella ripetizione.
Per Haim Steinbach i colori sono oggetti. Noi attribuiamo nomi ai colori come rosso, blu o verde. Rosso
è rosso come una rosa, o il sangue, il fuoco e l’amore. Ma una rosa può anche essere blu, gialla o
bianca. La ditta di colori inglese Dulux ha definito una determinata tonalità marrone Starbucks Roast;
1 Cit. da Walter Benjamin, Strada a senso unico (1928), in: Giorgio Agamben, L’uomo senza contenuto, Quodlibet,
Macerata 1994.
Steinbach ha ripreso questo colore e l’ha trasformato in un dipinto a parete, un wall painting, che ha
intitolato con il nome del colore stesso. In questo senso egli considera titolo e colore alla stregua di un
“oggetto trovato”. Poiché il lavoro è diventato una specie di discorso, è intitolato starbucksroast.
Starbuck è una figura presente in Moby Dick di Herman Melville, ma anche una nota catena di caffè.
Detti popolari e titoli attraversano i significati linguistici delle parole. Una volta stampati essi assumono
la forma dei caratteri tipografici. È un linguaggio di desideri e relazioni. Una lettera, una parola e una
frase possono suonare leggere o pesanti, giocose o serie a seconda del contesto e della forma che gli
viene data. Haim Steinbach raccoglie testi con frasi stampate in caratteri tipografici, che poi trasferisce
su carta o su parete esattamente come li ha trovati. La poetica del testo nel campo della tipografia è la
sua architettura.
Catalogo
L’esposizione è accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo con un testo di David Joselit, una
conversazione con Isabelle Graw, contributi di curatori e curatrici, direttori e direttrici. Nella pubblicazione è
riportato anche il capitolo “L’angelo malinconico”, tratto dal libro L’uomo senza contenuto di Giorgio
Agamben.
La mostra di Haim Steinbach a Museion è una co-produzione con il Museo Kurhaus Kleve.
Biografia
Haim Steinbach (*1944 Rehovot, Israele) vive e lavora a New York
Mostre personali (selezione): Magasin III, Jaffa, Israel (2018); The Menil Collection, Houston, Texas
(2014); Kunsthalle di Zurigo e Serpentine Galleries, Londra (2014); CCS Hessel Museum of Art, Bard
College, Annandale-on-Hudson, New York (2013); Statens Museum fur Kunst, Copenhagen (2013-14);
Berkeley Art Museum, UC Berkeley (2005); Haus der Kunst, Monaco (2000); Museum Moderner Kunst,
Vienna (1997); Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Torino (1995); Guggenheim Museum, New
York, con Ettore Spalletti (1993); CAPC Musée d’art contemporain, Bordeaux (1988).
Collettive (selezione): Unexchangeable, WIELS, Brussels (2018); Brand New: Art and Commodity in the
1980s, Hirshhorn Museum, Washington D.C. (2018); L’emozione dei COLORI nell’arte, Castello di Rivoli
Museo d’Arte Contemporanea e Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino, (2017);
Accrochage, Punta della Dogana, Pinault Foundation, Venezia e Cher(e)s Ami(e)s Centre Pompidou, Paris
(2016); Walter Benjamin: Exilic Archive, Tel Aviv Museum, Tel Aviv (2015); Take It or Leave It: Institution,
Image, Ideology, Hammer Museum, Los Angeles (2014); Ileana Sonnabend: Ambassador for the New, The
Museum of Modern Art, New York (2013-2014); Surrealism and the Object, Centre Pompidou, Parigi (2013-
2014); This Will Have Been: Art, Love & Politics in the 1980s, Museum of Contemporary Art Chicago (2012);
Biennale di Venezia (1997) and documenta IX, Kassel Germany (1992).
Collezioni (selezione): Museum of Modern Art, New York, Metropolitan Museum of Art, New York; Tate
Modern, Londra; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Castello di Rivoli, Torino; Centre Georges
Pompidou, Parigi; Stedelijk Museum, Amsterdam; Israel Museum, Gerusalemme; Städel Museum,
Francoforte; Statens Museum for Kunst, Copenhagen; Museum moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna;
Museum of Contemporary Art, Chicago.
17
maggio 2019
Haim Steinbach – Every single day
Dal 17 maggio al 15 settembre 2019
arte contemporanea
Location
MUSEION
Bolzano, Via Dante, 6, (Bolzano)
Bolzano, Via Dante, 6, (Bolzano)
Biglietti
7 Euro, ridotto 3,50 Euro
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10 – 18.
Giovedì 10 – 22, con ingresso gratuito dalle 18.00 e visita guidata gratuita alle ore 19.
Lunedì chiuso
Vernissage
17 Maggio 2019, ore 19
Autore
Curatore