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Hannah Lees – The Oldest Thing You Can Hold In Your Hand
Il lavoro di Hannah Lees si avvale del ritmo delle stagioni, dei suoi cicli con partenze, conclusioni, ripetendo così come è la trasformazione infinita delle cose. Concentrandosi su questa variazione, si è attratti dai processi naturali di decadimento e di mutazione, l’artista sperimenta in modo ontologico e con temporalità, in modo tale da sovvertire la potenza intrinseca del tempo e poter plasmare il nostro mondo
Comunicato stampa
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Il lavoro di Hannah Lees si avvale del ritmo delle stagioni, dei suoi cicli con partenze, conclusioni, ripetendo così come è la trasformazione infinita delle cose. Concentrandosi su questa variazione, si è attratti dai processi naturali di decadimento e di mutazione, l’artista sperimenta in modo ontologico e con temporalità, in modo tale da sovvertire la potenza intrinseca del tempo e poter plasmare il nostro mondo.
Il film sud coreano diretto da Kim Ki-duk “Spring, Summer, Autumn, Winter... and Spring “ esplora il decorso di un monastero buddista che galleggia su un lago in una foresta incontaminata. Dal tempio e non solo vediamo e conosciamo la vita dei suoi occupanti, un vecchio monaco e un giovane apprendista. Diviso in cinque segmenti, il film intriso di simbolismo, utilizza il paradigma delle stagioni naturali per esplorare la vita, la sua ricerca, l’evoluzione nel tempo e le sue diverse condizioni.
Nel segmento finale, un nuovo bambino è stato lasciato al monastero per poi far iniziare la storia da capo. Quanto dura la proprietà intrinseca della materia? Quanto l'ambiente circostante influisce sulle caratteristiche fisiche ed emotive? La circolarità della primavera, dell’estate, dell’autunno e dell’inverno ... e ancora la primavera, la sensibilità è connessa ad un paesaggio poetico e lento l’ attenzione ai dettagli è simile all’approccio artistico di Lees, caratterizzato da una metodologia attenta ai ritmi naturali e trasformazioni inaspettate. Spesso l’artista ha raccolto i materiali durante le lunghe passeggiate nella sua città natale di Canterbury o sul Tamigi Bankside, Hannah Lees approfondisce analizzando il mutare della materia nel corso del tempo accostandolo ad altri processi simili.
Per la sua prima mostra personale di Milano: “The Oldest Thing You Can Hold In Your Hand” da The Workbench International, Lees utilizza come riferimento due delle più importanti opere storiche presenti nella città di Milano, l’artista analizza le feste, i rituali ed i temi centrali raffigurati nel Canestra di frutta (c.1599) di Caravaggio che sitrova nella Biblioteca Ambrosiana e L'Ultima Cena, il celebre capolavoro del tardo XV secolo di Leonardo Da Vinci che decora il refettorio di Santa Maria delle Grazie, ricollegando poi il cibo e la convivialità alla funzione inquadrata come pratica generativa di cultura e trasformazione.
Prendendo come riferimento queste due opere, Lees mette in scena nella serata di apertura della mostra, un momento di incontro legato ad uno scambio di cibo. Utilizzando il banco da lavoro (che dà il nome allo spazio stesso ) per l’appunto The Workbench, Lees sperimenta con quello che lei chiama il rituale “eventi di pane e vino”.
Una tovaglia tinta con le verdure scartate trasforma il tavolo in una tavola imbandita sulla quale troviamo farro, pane di grano, vino rosso e bicchieri invitando gli spettatori a impegnarsi con questi elementi e creare un opera d'arte. Tutto ciò che è lasciato sul tavolo diventa un aggancio-immagine legato ad un momento di scambio che caratterizzerà in modo sottile tutta la durata della mostra. Nel resto dello spazio si potrà ammirare tutta una selezione di nuove opere che fanno parte della ricerca di Lees, si cerca quindici avvicinare lo spettatore a gesti artistici che tendono a sovvertire le leggi naturali e a preservare momenti specifici.
Gli oggetti trovati dall’artista stessa sono stati poi fissati in gesso; compressi e semi-congelati attraverso il processo di fusione dell’argento. Guaine di bambù sono state infilate su di un filo metallico ed incise grazie al supporto di panche di legno, l’artista ha poi, utilizzando la grafite, trasferito su carta di giornale i segni delle incisioni. L’artista avendo scelto materiali “vivi” e commestibili per i suoi interventi, tenta in un certo qual modo di ripristinare l’annientamento e la morte per poter comprendere la morfologia delle cose.
I lavori e le azioni si ripetono nel tempo, rimonta e adattata a dei nuovi contesti, creando le frasi di un discorso che tende all’infinito.
Text by Attilia Fattori Franchini
Il film sud coreano diretto da Kim Ki-duk “Spring, Summer, Autumn, Winter... and Spring “ esplora il decorso di un monastero buddista che galleggia su un lago in una foresta incontaminata. Dal tempio e non solo vediamo e conosciamo la vita dei suoi occupanti, un vecchio monaco e un giovane apprendista. Diviso in cinque segmenti, il film intriso di simbolismo, utilizza il paradigma delle stagioni naturali per esplorare la vita, la sua ricerca, l’evoluzione nel tempo e le sue diverse condizioni.
Nel segmento finale, un nuovo bambino è stato lasciato al monastero per poi far iniziare la storia da capo. Quanto dura la proprietà intrinseca della materia? Quanto l'ambiente circostante influisce sulle caratteristiche fisiche ed emotive? La circolarità della primavera, dell’estate, dell’autunno e dell’inverno ... e ancora la primavera, la sensibilità è connessa ad un paesaggio poetico e lento l’ attenzione ai dettagli è simile all’approccio artistico di Lees, caratterizzato da una metodologia attenta ai ritmi naturali e trasformazioni inaspettate. Spesso l’artista ha raccolto i materiali durante le lunghe passeggiate nella sua città natale di Canterbury o sul Tamigi Bankside, Hannah Lees approfondisce analizzando il mutare della materia nel corso del tempo accostandolo ad altri processi simili.
Per la sua prima mostra personale di Milano: “The Oldest Thing You Can Hold In Your Hand” da The Workbench International, Lees utilizza come riferimento due delle più importanti opere storiche presenti nella città di Milano, l’artista analizza le feste, i rituali ed i temi centrali raffigurati nel Canestra di frutta (c.1599) di Caravaggio che sitrova nella Biblioteca Ambrosiana e L'Ultima Cena, il celebre capolavoro del tardo XV secolo di Leonardo Da Vinci che decora il refettorio di Santa Maria delle Grazie, ricollegando poi il cibo e la convivialità alla funzione inquadrata come pratica generativa di cultura e trasformazione.
Prendendo come riferimento queste due opere, Lees mette in scena nella serata di apertura della mostra, un momento di incontro legato ad uno scambio di cibo. Utilizzando il banco da lavoro (che dà il nome allo spazio stesso ) per l’appunto The Workbench, Lees sperimenta con quello che lei chiama il rituale “eventi di pane e vino”.
Una tovaglia tinta con le verdure scartate trasforma il tavolo in una tavola imbandita sulla quale troviamo farro, pane di grano, vino rosso e bicchieri invitando gli spettatori a impegnarsi con questi elementi e creare un opera d'arte. Tutto ciò che è lasciato sul tavolo diventa un aggancio-immagine legato ad un momento di scambio che caratterizzerà in modo sottile tutta la durata della mostra. Nel resto dello spazio si potrà ammirare tutta una selezione di nuove opere che fanno parte della ricerca di Lees, si cerca quindici avvicinare lo spettatore a gesti artistici che tendono a sovvertire le leggi naturali e a preservare momenti specifici.
Gli oggetti trovati dall’artista stessa sono stati poi fissati in gesso; compressi e semi-congelati attraverso il processo di fusione dell’argento. Guaine di bambù sono state infilate su di un filo metallico ed incise grazie al supporto di panche di legno, l’artista ha poi, utilizzando la grafite, trasferito su carta di giornale i segni delle incisioni. L’artista avendo scelto materiali “vivi” e commestibili per i suoi interventi, tenta in un certo qual modo di ripristinare l’annientamento e la morte per poter comprendere la morfologia delle cose.
I lavori e le azioni si ripetono nel tempo, rimonta e adattata a dei nuovi contesti, creando le frasi di un discorso che tende all’infinito.
Text by Attilia Fattori Franchini
23
settembre 2016
Hannah Lees – The Oldest Thing You Can Hold In Your Hand
Dal 23 settembre al 23 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
THE WORKBENCH
Milano, Via Vespri Siciliani, 16/4, (Milano)
Milano, Via Vespri Siciliani, 16/4, (Milano)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
23 Settembre 2016, ore 19
Autore
Curatore