Una collettiva. Cinque artisti e cinque critici d'arte improvvisati: un meccanico, un camionista, una bambina di nove anni, un commerciante e un fruttivendolo, e la possibilità da parte dei visitatori di scrivere la propria critica, che rimarrà a sua volta esposta.
"Hanno scritto di loro", un piccolo grido liberatorio, una provocazione dadaista, o un improvvisato colpo di mano per espropriare la
critica ai critici?
Forse, più semplicemente, solo la voglia di riportare l'arte - per una volta - tra le gente, senza mediazioni di sorta.
"Hanno scritto di loro", insomma, per poter dire "Mi piace" o "Non mi piace", senza dover spiegare "perché".