Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Hans Hartung
Nelle sale dello storico spazio di piazza Solferino a Torino, Mazzoleni presenta Hans Hartung, antologica dedicata all’artista chiave dell’Arte Informale europea, in occasione del 30° anniversario della sua scomparsa.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 25 ottobre, nelle sale dello storico spazio di piazza Solferino a Torino, Mazzoleni presenta Hans Hartung, antologica dedicata all’artista chiave dell’Arte Informale europea, in occasione del 30° anniversario della sua scomparsa.
L’esposizione ripercorre una vasta parte della carriera di Hartung, con tele e disegni che illustrano gli esiti delle sue ricerche dagli anni ’50 alla fine degli anni ’80 del secolo scorso. La mostra fa parte di un più ampio progetto, che include l’esposizione Hans Hartung and Art Informel, visitabile nella sede di Londra di Mazzoleni, dal 1 ottobre 2019 al 18 gennaio 2020. Nel solco dell’interesse della galleria per il lavoro dell’artista (basti citare la prima presentazione dei suoi lavori nel 2004 a Torino), si indagheranno le origini dell’opera di Hartung e le relazioni con gli artisti attivi a Parigi durante gli anni ’50 e ’60, tra cui Serge Poliakoff, Jean-Paul Riopelle e Georges Mathieu.
La retrospettiva torinese illustra l’evoluzione e allo stesso tempo la grande coerenza stilistica in tutta la carriera di Hans Hartung. Nel periodo della sua formazione, nelle Università e Accademie di Belle Arti di Lipsia, Dresda e Monaco di Baviera, approfondisce le opere dei grandi maestri, come i Fiamminghi, El Greco, Francisco Goya. Lo studio dal vero è per lui il punto di partenza, per procedere con la sua decodifica delle opere stesse in “macchie”, così come le definisce nell’autobiografia, dal titolo Autoritratto. La padronanza dell’uso del colore è la cifra stilistica di tutta la sua ricerca, dagli acquerelli degli inizi fino alla produzione su tela, che gli guadagnerà fama internazionale.
La Francia ricopre un ruolo chiave nella vita di Hartung: la sceglie come patria di elezione negli anni ’30, lì viene imprigionato perché cittadino tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale, per combattere poi nella Legione straniera. Al termine del conflitto, una volta diventato cittadino francese, riprende la sua carriera artistica in una Parigi in pieno fermento culturale. Nella capitale diventa subito perno del circolo di artisti legati al Tachisme e all’Arte Informale europea, come racconta la collettiva presso Mazzoleni Londra.
“Scarabocchiare, grattare, agire sulla tela, dipingere infine, mi sembrano delle attività umane così immediate, spontanee e semplici come lo possono essere il canto, la danza o il gioco di un animale che corre, scalpita o si scrolla”. Nelle sue stesse parole, Hans Hartung racchiude tutta la sua visione dell’arte, di cui il visitatore potrà avere un’esaustiva selezione nelle cinquanta opere in mostra a Torino.
Una pubblicazione in italiano e inglese, composta da un ricco apparato iconografico e un saggio di Alan Montgomery, accompagna entrambe le esposizioni di Torino e Londra.
L’esposizione ripercorre una vasta parte della carriera di Hartung, con tele e disegni che illustrano gli esiti delle sue ricerche dagli anni ’50 alla fine degli anni ’80 del secolo scorso. La mostra fa parte di un più ampio progetto, che include l’esposizione Hans Hartung and Art Informel, visitabile nella sede di Londra di Mazzoleni, dal 1 ottobre 2019 al 18 gennaio 2020. Nel solco dell’interesse della galleria per il lavoro dell’artista (basti citare la prima presentazione dei suoi lavori nel 2004 a Torino), si indagheranno le origini dell’opera di Hartung e le relazioni con gli artisti attivi a Parigi durante gli anni ’50 e ’60, tra cui Serge Poliakoff, Jean-Paul Riopelle e Georges Mathieu.
La retrospettiva torinese illustra l’evoluzione e allo stesso tempo la grande coerenza stilistica in tutta la carriera di Hans Hartung. Nel periodo della sua formazione, nelle Università e Accademie di Belle Arti di Lipsia, Dresda e Monaco di Baviera, approfondisce le opere dei grandi maestri, come i Fiamminghi, El Greco, Francisco Goya. Lo studio dal vero è per lui il punto di partenza, per procedere con la sua decodifica delle opere stesse in “macchie”, così come le definisce nell’autobiografia, dal titolo Autoritratto. La padronanza dell’uso del colore è la cifra stilistica di tutta la sua ricerca, dagli acquerelli degli inizi fino alla produzione su tela, che gli guadagnerà fama internazionale.
La Francia ricopre un ruolo chiave nella vita di Hartung: la sceglie come patria di elezione negli anni ’30, lì viene imprigionato perché cittadino tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale, per combattere poi nella Legione straniera. Al termine del conflitto, una volta diventato cittadino francese, riprende la sua carriera artistica in una Parigi in pieno fermento culturale. Nella capitale diventa subito perno del circolo di artisti legati al Tachisme e all’Arte Informale europea, come racconta la collettiva presso Mazzoleni Londra.
“Scarabocchiare, grattare, agire sulla tela, dipingere infine, mi sembrano delle attività umane così immediate, spontanee e semplici come lo possono essere il canto, la danza o il gioco di un animale che corre, scalpita o si scrolla”. Nelle sue stesse parole, Hans Hartung racchiude tutta la sua visione dell’arte, di cui il visitatore potrà avere un’esaustiva selezione nelle cinquanta opere in mostra a Torino.
Una pubblicazione in italiano e inglese, composta da un ricco apparato iconografico e un saggio di Alan Montgomery, accompagna entrambe le esposizioni di Torino e Londra.
24
ottobre 2019
Hans Hartung
Dal 24 ottobre 2019 al 18 gennaio 2020
arte contemporanea
Location
Galleria Mazzoleni, Torino
Torino, Piazza Solferino, 2, (Torino)
Torino, Piazza Solferino, 2, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10.30-13 e 16-19
Vernissage
24 Ottobre 2019, dalle 18 alle 20
Autore
Autore testo critico