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Happylogie Contemporanee (ricettario della felicità)
La ricerca della felicità, sancita come diritto dalla carta costituzionale degli Stati Uniti d’America, dovrebbe rappresentare uno dei desideri universali dell’umanità …
E’ davvero un peccato che non sia così, e che nonostante l’edonismo epicureo, il buddismo, e le svariate religioni che in epoche successive hanno spergiurato le loro verità assolute, la ricetta della felicità sia ancora ben lungi dall’essere nota ai cuochi del mondo intero.
Comunicato stampa
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Happylogie contemporanee
(Ricettario della felicità)
La ricerca della felicità, sancita come diritto dalla carta costituzionale degli Stati Uniti d’America, dovrebbe rappresentare uno dei desideri universali dell’umanità …
E’ davvero un peccato che non sia così, e che nonostante l’edonismo epicureo, il buddismo, e le svariate religioni che in epoche successive hanno spergiurato le loro verità assolute, la ricetta della felicità sia ancora ben lungi dall’essere nota ai cuochi del mondo intero. Anzi si può dire che oggi come in passato abbia più successo la ricerca di espiazione di un ipotetico peccato, che la capacità di perdonare e perdonarsi qualche piccola pecca …
… Ma non è questa la sede per cercare le misteriose ragioni di questa o quella perversione della natura umana, preferisco affaccendarmi nel mio piccolo universo, analizzando qualche strana, paradigmatica manifestazione artistica, come da prescritto regolamento...
Così non è possibile non notare quanta tristology si espia ancora oggi nelle gallerie del mondo intero. Arte impegnata ed autoreferenziale spesso definita “concettuale” perché il pensiero prevale sulla forma a tal punto che, quest’ultima perde di consistenza e diviene, il più delle volte, esclusivamente un progetto, incomprensibile ai più senza la prolissa e altrettanto arcana spiegazione del critico di turno.
In sostanza, per fare un paragone letterario, la tristology altro non è se non una serie senza fine di tracce di romanzi mai scritti, ma solo descritti e indebitamente commentati…
Tutto questo non fa per noi, che da generazioni siamo impegnati nella ricerca del bello nelle epoche passate e che, per cessare con noiosi giri di parole, oggi proponiamo la nostra personale ricetta della felicità, quanto meno in arte.
Non si tratta di facile edonismo, come potrebbe sembrare a un primo approccio, ma di una scelta a lungo meditata e al tempo stesso istintiva. Di quell’ istinto che ci fa capire e proclamare la cosa più semplice e al contempo più difficile del mondo :” questa cosa va bene per me”.
Queste cose vanno bene per noi: le colorate luminose di Lodola e i canterani del seicento, le superficiali principessine di Mancosu e i secretaire maggiolini, i carnali Michey Mouse di Monti e le poltrone veneziane laccate, le fanciulle di Cristina della Berta che “nemmeno con un fiore” e i quadri di fiori del seicento, l’Obama di Colin e la sua New America, quella della ricerca della felicità (we hope) e ancora Ceroli, con la sua “Green economy” ante litteram, il mago Merlino e l’alchimista Ceccobelli e naturalmente la pittura italiana dell’ottocento per non farci mancare proprio nulla.
Queste cose vanno bene per noi, e magari anche per voi.
Superficialmente piacevoli come la cioccolata, ma anche istintivamente profonde come quel desiderio inconfessabile di bellezza che troppo spesso è stato considerato peccato, ma che io credo, possa essere, per così dire, il vero contenuto dell’Arca dell’Alleanza di Dio con gli uomini: la ricetta della felicità.
(Ricettario della felicità)
La ricerca della felicità, sancita come diritto dalla carta costituzionale degli Stati Uniti d’America, dovrebbe rappresentare uno dei desideri universali dell’umanità …
E’ davvero un peccato che non sia così, e che nonostante l’edonismo epicureo, il buddismo, e le svariate religioni che in epoche successive hanno spergiurato le loro verità assolute, la ricetta della felicità sia ancora ben lungi dall’essere nota ai cuochi del mondo intero. Anzi si può dire che oggi come in passato abbia più successo la ricerca di espiazione di un ipotetico peccato, che la capacità di perdonare e perdonarsi qualche piccola pecca …
… Ma non è questa la sede per cercare le misteriose ragioni di questa o quella perversione della natura umana, preferisco affaccendarmi nel mio piccolo universo, analizzando qualche strana, paradigmatica manifestazione artistica, come da prescritto regolamento...
Così non è possibile non notare quanta tristology si espia ancora oggi nelle gallerie del mondo intero. Arte impegnata ed autoreferenziale spesso definita “concettuale” perché il pensiero prevale sulla forma a tal punto che, quest’ultima perde di consistenza e diviene, il più delle volte, esclusivamente un progetto, incomprensibile ai più senza la prolissa e altrettanto arcana spiegazione del critico di turno.
In sostanza, per fare un paragone letterario, la tristology altro non è se non una serie senza fine di tracce di romanzi mai scritti, ma solo descritti e indebitamente commentati…
Tutto questo non fa per noi, che da generazioni siamo impegnati nella ricerca del bello nelle epoche passate e che, per cessare con noiosi giri di parole, oggi proponiamo la nostra personale ricetta della felicità, quanto meno in arte.
Non si tratta di facile edonismo, come potrebbe sembrare a un primo approccio, ma di una scelta a lungo meditata e al tempo stesso istintiva. Di quell’ istinto che ci fa capire e proclamare la cosa più semplice e al contempo più difficile del mondo :” questa cosa va bene per me”.
Queste cose vanno bene per noi: le colorate luminose di Lodola e i canterani del seicento, le superficiali principessine di Mancosu e i secretaire maggiolini, i carnali Michey Mouse di Monti e le poltrone veneziane laccate, le fanciulle di Cristina della Berta che “nemmeno con un fiore” e i quadri di fiori del seicento, l’Obama di Colin e la sua New America, quella della ricerca della felicità (we hope) e ancora Ceroli, con la sua “Green economy” ante litteram, il mago Merlino e l’alchimista Ceccobelli e naturalmente la pittura italiana dell’ottocento per non farci mancare proprio nulla.
Queste cose vanno bene per noi, e magari anche per voi.
Superficialmente piacevoli come la cioccolata, ma anche istintivamente profonde come quel desiderio inconfessabile di bellezza che troppo spesso è stato considerato peccato, ma che io credo, possa essere, per così dire, il vero contenuto dell’Arca dell’Alleanza di Dio con gli uomini: la ricetta della felicità.
12
maggio 2009
Happylogie Contemporanee (ricettario della felicità)
Dal 12 al 31 maggio 2009
arte contemporanea
Location
SILBERNAGL
Milano, Via Borgospesso, 4, (Milano)
Milano, Via Borgospesso, 4, (Milano)
Orario di apertura
Lunedì 15-19
Martedì - Venerdì 10.30-19
Sabato 10.30-12.30, 15-19
Vernissage
12 Maggio 2009, ore 17
Autore
Curatore