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Harald Szeemann – Fare mostre
Tema centrale del dibattito è il processo creativo alla base della realizzazione di una mostra e il ruolo che il curatore riveste in questo processo
Comunicato stampa
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Il prossimo 29 gennaio alle ore 21.00 presso la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo Harald Szeemann terrà una conferenza dal titolo “Fare mostre”.
Szemmann, eclettico curatore svizzero, già direttore della Kunsthalle di Berna e di Documenta 5 di Kassel, curatore indipendente alla Kunsthaus di Zurigo, fino ad essere dal 1998 al 2002 direttore della sezione Arti Visive della Biennale di Venezia, è considerato uno dei fondatori della figura del curatore così come noi oggi la conosciamo.
Tema centrale del dibattito è il processo creativo alla base della realizzazione di una mostra e il ruolo che il curatore riveste in questo processo.
Quella del curatore è una figura professionale apparsa nel panorama artistico in un tempo relativamente recente. Nel 1969, infatti, Harald Szeemann stesso ha iniziato ad organizzare mostre come freelance dando a questo ruolo una dignità intellettuale fortemente caratterizzante. Con Szeemann il curatore è a tutti gli effetti autore di una mostra in quanto contribuisce con le proprie scelte a creare un percorso di visita che rispecchia le sue concezioni etiche ed estetiche. Oggi, a circa trent’anni dalla sua affermazione, la professione di curatore giunge ad una fase matura e di autoriflessione sul proprio ruolo e il rapporto con l’arte.
E’ il valore di questa professionalità il filo conduttore tra la conferenza e le numerose iniziative della GAMeC rivolte ai giovani, in particolare l’istituzione di un premio internazionale rivolto a curatori under trenta. Sostenuta dalla famiglia Bonaldi, la GAMeC ha dato vita nel 2003 al Premio Lorenzo Bonaldi per l’arte – EnterPrize, prima edizione vinta da una giovane curatrice inglese residente ad Istanbul, November Paynter.
Il premio assegnato è stato la realizzazione del progetto vincitore – Another Zero -, mostra che verrà inaugurata il prossimo 5 febbraio.
Questa iniziativa, che fornisce la possibilità al vincitore di realizzare concretamente il proprio progetto, non solo sottolinea l’impegno che la GAMeC ha assunto con i giovani e con il futuro dell’arte, ma apre un momento di riflessione proprio con le nuove generazioni di curatori ed il loro approccio all’arte.
La GAMeC ha voluto proprio Szeeman per iniziare questa riflessione; la conferenza diventa, così, momento di confronto tra generazioni diverse di curatori: il pioniere Harald Szeemann e un’esponente under 30, November Paynter.
Due esperienze professionali a confronto per far emergere punti di contatto e differenze ed evidenziare come un’attività recente sia cresciuta e sia trasformata in un lasso di tempo in realtà così breve.
HARALD SZEEMANN – BIOGRAFIA
1933
Nasce a Berna (Svizzera). Dopo la laurea consegue il Dottorato di Ricerca in Storia dell’Arte, Archeologia e Giornalismo (1960). Lavora come attore, scenografo teatrale e pittore.
1957
"Painters Poets / Poets Painters", St Gallen, Svizzera, prima mostra come curatore
1961
Diventa Direttore della Kunsthalle di Berna fino al 1969.
1969
"When Attitudes Become Form: Live In Your Head", presenta per la prima in Europa artisti come Joseph Beuys, Richard Serra e Lawrence Weiner.
Con questa mostra il processo di creazione di mostre è d’ora in poi considerato esso stesso opera d’arte.
Harald Szeemann è riconosciuto il primo organizzatore freelance di mostre.
1970
Organizza "Happening and Fluxus" a Colonia, una grande manifestazione che unisce azioni, ambienti e concerti, con protagonisti quali Wolf Vostell, Allan Kaprow, George Maciunas, Viennese "Actionists", Robert Filliou e George Brecht.
1972
Direttore di Documenta 5 a Kassel. Invita gli artisti (Joseph Beuys, Paul Thek, Bruce Nauman, Vito Acconci, Joan Jonas, Rebecca Horn...) a presentare non solo pitture e sculture ma anche performance e happening.
1973
Crea il "Museum of Obsessions”, un museo immaginario frutto di uno sforzo di ricerca concettuale verso i più grandi temi universali. Fonda l’Agency for Spiritual Guestwork.
1974
"Grand Father" (Berna), continua la sperimentazione sul concetto di mostra. Presenta nel suo appartamento una serie di oggetti da parrucchiere appartenuti al nonno ricostruendo “una camera di tortura al servizio della bellezza”.
1975
"Bachelor Machines", mostra temporanea itinerante presentata prima al Museum of Obsessions, poi nelle principali capitali europee.
1978
Organizza una serie di mostre al Monte Verità, (Canton Ticino).
La mostra "Monte Verità-Mountain of Truth" (Ascona) utilizza progetti individuali per presentare le utopie di questa società ideale.
1980
Co-organizzatore della Biennale di Venezia, occasione nella quale ha concepito Aperto, la sezione espositiva dedicata agli artisti più giovani.
1981
Da questa data occupa la posizione di curatore autonomo alla Kunsthaus di Zurigo.
1983
Cura "In Search Of Total Art Work".
1986
Organizza mostre in luoghi inusuali spesso di enormi dimensioni: le scuderie di Vienna, l’ospedale Salpêtrière di Parigi, il palazzo nel Parco Retiro a Madrid. Gli artisti sono stati invitati a creare un dialogo tra i loro lavori e i luoghi scelti per l’esposizione.
1988
"Zeitlos" a Berlino.
1991
"Visionary Switzerland", mostra tematica dove invenzioni, documenti storici e oggetti d’arte si mescolano.
1992
Cura il padiglione svizzero all’Esposizione Universale di Siviglia con la scelta di opere quali "Switzerland does not exist" e "I think therefore I Swiss".
1993
Presenta una retrospettiva dedicata a Joseph Beuys al Centre Georges Pompidou di Parigi.
1996
"Austria in a lacework of roses" è l’occasione per affrontare una riflessione sulla spiritualità austriaca.
1999-2000
Cura mostre dedicate a Walter De Maria (Zurigo, Berlino), Yves Klain (Basilea) e Bruce Nauman, sein eigner Nachbar (Zurigo).
Dal 1998 al 2002 è Direttore della sezione Arti Visive della Biennale di Venezia (dAPERTutto, 1999).
2003
Blood and Honey, Future’s in the Balkans, Collezione Essl, Vienna
Oggi vive e lavora a Tegna (Canton Ticino) dove ha sede la sua agenzia, "The Factory".
Szemmann, eclettico curatore svizzero, già direttore della Kunsthalle di Berna e di Documenta 5 di Kassel, curatore indipendente alla Kunsthaus di Zurigo, fino ad essere dal 1998 al 2002 direttore della sezione Arti Visive della Biennale di Venezia, è considerato uno dei fondatori della figura del curatore così come noi oggi la conosciamo.
Tema centrale del dibattito è il processo creativo alla base della realizzazione di una mostra e il ruolo che il curatore riveste in questo processo.
Quella del curatore è una figura professionale apparsa nel panorama artistico in un tempo relativamente recente. Nel 1969, infatti, Harald Szeemann stesso ha iniziato ad organizzare mostre come freelance dando a questo ruolo una dignità intellettuale fortemente caratterizzante. Con Szeemann il curatore è a tutti gli effetti autore di una mostra in quanto contribuisce con le proprie scelte a creare un percorso di visita che rispecchia le sue concezioni etiche ed estetiche. Oggi, a circa trent’anni dalla sua affermazione, la professione di curatore giunge ad una fase matura e di autoriflessione sul proprio ruolo e il rapporto con l’arte.
E’ il valore di questa professionalità il filo conduttore tra la conferenza e le numerose iniziative della GAMeC rivolte ai giovani, in particolare l’istituzione di un premio internazionale rivolto a curatori under trenta. Sostenuta dalla famiglia Bonaldi, la GAMeC ha dato vita nel 2003 al Premio Lorenzo Bonaldi per l’arte – EnterPrize, prima edizione vinta da una giovane curatrice inglese residente ad Istanbul, November Paynter.
Il premio assegnato è stato la realizzazione del progetto vincitore – Another Zero -, mostra che verrà inaugurata il prossimo 5 febbraio.
Questa iniziativa, che fornisce la possibilità al vincitore di realizzare concretamente il proprio progetto, non solo sottolinea l’impegno che la GAMeC ha assunto con i giovani e con il futuro dell’arte, ma apre un momento di riflessione proprio con le nuove generazioni di curatori ed il loro approccio all’arte.
La GAMeC ha voluto proprio Szeeman per iniziare questa riflessione; la conferenza diventa, così, momento di confronto tra generazioni diverse di curatori: il pioniere Harald Szeemann e un’esponente under 30, November Paynter.
Due esperienze professionali a confronto per far emergere punti di contatto e differenze ed evidenziare come un’attività recente sia cresciuta e sia trasformata in un lasso di tempo in realtà così breve.
HARALD SZEEMANN – BIOGRAFIA
1933
Nasce a Berna (Svizzera). Dopo la laurea consegue il Dottorato di Ricerca in Storia dell’Arte, Archeologia e Giornalismo (1960). Lavora come attore, scenografo teatrale e pittore.
1957
"Painters Poets / Poets Painters", St Gallen, Svizzera, prima mostra come curatore
1961
Diventa Direttore della Kunsthalle di Berna fino al 1969.
1969
"When Attitudes Become Form: Live In Your Head", presenta per la prima in Europa artisti come Joseph Beuys, Richard Serra e Lawrence Weiner.
Con questa mostra il processo di creazione di mostre è d’ora in poi considerato esso stesso opera d’arte.
Harald Szeemann è riconosciuto il primo organizzatore freelance di mostre.
1970
Organizza "Happening and Fluxus" a Colonia, una grande manifestazione che unisce azioni, ambienti e concerti, con protagonisti quali Wolf Vostell, Allan Kaprow, George Maciunas, Viennese "Actionists", Robert Filliou e George Brecht.
1972
Direttore di Documenta 5 a Kassel. Invita gli artisti (Joseph Beuys, Paul Thek, Bruce Nauman, Vito Acconci, Joan Jonas, Rebecca Horn...) a presentare non solo pitture e sculture ma anche performance e happening.
1973
Crea il "Museum of Obsessions”, un museo immaginario frutto di uno sforzo di ricerca concettuale verso i più grandi temi universali. Fonda l’Agency for Spiritual Guestwork.
1974
"Grand Father" (Berna), continua la sperimentazione sul concetto di mostra. Presenta nel suo appartamento una serie di oggetti da parrucchiere appartenuti al nonno ricostruendo “una camera di tortura al servizio della bellezza”.
1975
"Bachelor Machines", mostra temporanea itinerante presentata prima al Museum of Obsessions, poi nelle principali capitali europee.
1978
Organizza una serie di mostre al Monte Verità, (Canton Ticino).
La mostra "Monte Verità-Mountain of Truth" (Ascona) utilizza progetti individuali per presentare le utopie di questa società ideale.
1980
Co-organizzatore della Biennale di Venezia, occasione nella quale ha concepito Aperto, la sezione espositiva dedicata agli artisti più giovani.
1981
Da questa data occupa la posizione di curatore autonomo alla Kunsthaus di Zurigo.
1983
Cura "In Search Of Total Art Work".
1986
Organizza mostre in luoghi inusuali spesso di enormi dimensioni: le scuderie di Vienna, l’ospedale Salpêtrière di Parigi, il palazzo nel Parco Retiro a Madrid. Gli artisti sono stati invitati a creare un dialogo tra i loro lavori e i luoghi scelti per l’esposizione.
1988
"Zeitlos" a Berlino.
1991
"Visionary Switzerland", mostra tematica dove invenzioni, documenti storici e oggetti d’arte si mescolano.
1992
Cura il padiglione svizzero all’Esposizione Universale di Siviglia con la scelta di opere quali "Switzerland does not exist" e "I think therefore I Swiss".
1993
Presenta una retrospettiva dedicata a Joseph Beuys al Centre Georges Pompidou di Parigi.
1996
"Austria in a lacework of roses" è l’occasione per affrontare una riflessione sulla spiritualità austriaca.
1999-2000
Cura mostre dedicate a Walter De Maria (Zurigo, Berlino), Yves Klain (Basilea) e Bruce Nauman, sein eigner Nachbar (Zurigo).
Dal 1998 al 2002 è Direttore della sezione Arti Visive della Biennale di Venezia (dAPERTutto, 1999).
2003
Blood and Honey, Future’s in the Balkans, Collezione Essl, Vienna
Oggi vive e lavora a Tegna (Canton Ticino) dove ha sede la sua agenzia, "The Factory".
29
gennaio 2004
Harald Szeemann – Fare mostre
29 gennaio 2004
incontro - conferenza
Location
GAMEC – GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Bergamo, Via San Tomaso, 53, (Bergamo)
Bergamo, Via San Tomaso, 53, (Bergamo)
Vernissage
29 Gennaio 2004, ore 21