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Harm van den Dorpel – Prints. etc.
La prima personale in Italia dell’artista olandese Harm van den Dorpel. Il lavoro di Harm van den Dorpel è interessato al fluido dialogo tra ciò che accade sullo schermo di un computer e nel mondo reale, e alla sempre più incerta relazione tra i due.
Comunicato stampa
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Fabio Paris Art Gallery è lieta di presentare “Prints, etc.”, la prima personale in Italia dell'artista olandese Harm van den Dorpel. Il titolo della mostra suggerisce che la stampa è solo uno dei possibili destini di una stessa immagine digitale: che può esistere come un'immagine statica su una pagina Web, o può diventare un'animazione, un video su Youtube, una videoproiezione, persino una scultura – come spesso accade nel lavoro dell'artista, che nasce sullo schermo ma che è, nondimeno, soprattutto fisico.
Il lavoro di Harm van den Dorpel è interessato al fluido dialogo tra ciò che accade sullo schermo di un computer e nel mondo reale, e alla sempre più incerta relazione tra i due. L'artista attiva situazioni ambigue in cui le aspettative del visitatore sono manipolate e sovvertite; e lo fa servendosi di un semplice strumento o processo di postproduzione in una forma tecnicamente ingenua ma concettualmente sofisticata.
Ad esempio, Animals (2008) è una serie di immagini trovate e manipolate digitalmente, in cui il soggetto centrale, un animale nel suo ambiente naturale, è di volta in volta evocato, deformato, duplicato o trasformato in qualcosa di totalmente diverso usando alcuni semplici filtri e strumenti di Photoshop: una piccola civetta si dissolve in un artificiale cielo blu; un cane diventa un ammasso informe di peli neri, e uno struzzo è trasformato in un intrico di gambe e penne nello sforzo di aiutarlo a nascondere la sua testa nella sabbia.
Ciò che sorprende qui è che anche se queste immagini non fanno nulla per nascondere i trucchi con cui sono state create, restano comunque in grado di inquietare lo spettatore. Lo stesso accade in Resurrections (2009), una serie di tre immagini animate in cui una persona addormentata, catturata anch'essa da un'immagine trovata in rete, inizia improvvisamente a muoversi, fino a lasciare l'immagine stessa. Infine, in Metaphysics (2009) van den Dorpel si serve del morphing per controllare le transizioni tra diverse immagini apparentemente prive di relazione tra loro: da Che Guevara al logo della IBM, da un dipinto cubista all'icona di Firefox.
Harm van den Dorpel (http://www.harmvandendorpel.com/) appartiene a una generazione di giovani artisti interessati a intrattenere uno scambio continuo con la cultura partecipativa della rete. Ha esposto il suo lavoro in molte sedi, tra cui: Nederlands Instituut voor Mediakunst, Amsterdam; Spencer Brownstone Gallery, New York; Atelierhof Kreuzberg, Berlino; RABK, Amsterdam; Artnews Projects, Berlino; Venice Biennale, Venezia.
Il lavoro di Harm van den Dorpel è interessato al fluido dialogo tra ciò che accade sullo schermo di un computer e nel mondo reale, e alla sempre più incerta relazione tra i due. L'artista attiva situazioni ambigue in cui le aspettative del visitatore sono manipolate e sovvertite; e lo fa servendosi di un semplice strumento o processo di postproduzione in una forma tecnicamente ingenua ma concettualmente sofisticata.
Ad esempio, Animals (2008) è una serie di immagini trovate e manipolate digitalmente, in cui il soggetto centrale, un animale nel suo ambiente naturale, è di volta in volta evocato, deformato, duplicato o trasformato in qualcosa di totalmente diverso usando alcuni semplici filtri e strumenti di Photoshop: una piccola civetta si dissolve in un artificiale cielo blu; un cane diventa un ammasso informe di peli neri, e uno struzzo è trasformato in un intrico di gambe e penne nello sforzo di aiutarlo a nascondere la sua testa nella sabbia.
Ciò che sorprende qui è che anche se queste immagini non fanno nulla per nascondere i trucchi con cui sono state create, restano comunque in grado di inquietare lo spettatore. Lo stesso accade in Resurrections (2009), una serie di tre immagini animate in cui una persona addormentata, catturata anch'essa da un'immagine trovata in rete, inizia improvvisamente a muoversi, fino a lasciare l'immagine stessa. Infine, in Metaphysics (2009) van den Dorpel si serve del morphing per controllare le transizioni tra diverse immagini apparentemente prive di relazione tra loro: da Che Guevara al logo della IBM, da un dipinto cubista all'icona di Firefox.
Harm van den Dorpel (http://www.harmvandendorpel.com/) appartiene a una generazione di giovani artisti interessati a intrattenere uno scambio continuo con la cultura partecipativa della rete. Ha esposto il suo lavoro in molte sedi, tra cui: Nederlands Instituut voor Mediakunst, Amsterdam; Spencer Brownstone Gallery, New York; Atelierhof Kreuzberg, Berlino; RABK, Amsterdam; Artnews Projects, Berlino; Venice Biennale, Venezia.
13
marzo 2010
Harm van den Dorpel – Prints. etc.
Dal 13 marzo al 03 aprile 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
FABIO PARIS ART GALLERY
Brescia, Via Alessandro Monti, 13, (Brescia)
Brescia, Via Alessandro Monti, 13, (Brescia)
Orario di apertura
ore 15.00-19.00 tutti i giorni escluso festivi
Vernissage
13 Marzo 2010, ore 18.00
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