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Heike Arndt – Where is home?
Le narrazioni che nei dipinti e nelle sculture sono magari appena accennate sono in grado di sollecitare il pensiero del fruitore. Spesso più che proporre una risposta, pongono una domanda cui ciascuno è chiamato a rispondere.
Comunicato stampa
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“Where is home?” è il titolo della mostra che il Museo d’arte contemporanea di Lissone dedica all’opera di Heike Arndt, interessante artista nata nel 1963 nella Germania dell’Est, presso Berlino, ma da oltre vent’anni cittadina danese.
Come sottolinea l’Assessore alla Cultura della Città di Lissone, Daniela Ronchi, “il progetto di mostra si pone come obiettivi primari da una parte la valorizzazione dell’arte contemporanea e dei suoi molteplici linguaggi a livello internazionale, dall’altra la diffusione, attraverso l’arte, di importanti valori di carattere educativo e sociale quali in prmis il rispetto per l’altro e la tolleranza, con la consapevolezza che lo scambio e il confronto tra culture differenti possano generare sviluppo e ricchezza.”
La ricerca di Heike Arndt si sviluppa a tutto campo, spaziando dalla pittura, certo lo strumento espressivo più frequentato, alla grafica e alla scultura (ora realizzata con la ceramica, ora in bronzo). La sua storia e la sua cultura – che si situano tra est e ovest – così come i suoi numerosi viaggi in varie parti del mondo, fanno di lei un personaggio cosmopolita e la portano ad affermare di aver compreso che “il rispetto, la tolleranza e l’accettazione dell’altro sono la condizione per superare la differenze culturali oltre ad essere una necessità per sopravvivere in un mondo globalizzato come il nostro”. Proprio per questo l’opera di Arndt fonda i suoi presupposti nelle relazioni umane. Fondamentale è per lei l’incontro con gli altri, senza alcuna distinzione. Da questi incontri trae sensazioni e suggestioni che si trasformano in segni e colori (o in materia), nella ricerca e nella rappresentazione anche espressiva di approcci, di confronti, di contatti.
La lettura delle situazioni che l’artista fa nelle sue opere è quanto mai attenta e, se anche qualche volta sa essere pesante e aspra, sempre si pone come sollecitazione ad una reazione positiva, nella convinzione che proprio nell’incontro di situazioni (e di persone) differenti si pongono le basi per una nuova produttiva convivenza.
La visione di Arndt nasce da un senso etico e morale profondo e genera in lei una determinazione che ne innerva sia la vita che l’arte e la mette tutti i giorni in contrasto con sé e con il mondo, sospesa e disorientata tra la felicità auspicata per tutti e i problemi che innescano conflitti e incomprensioni a tutti i livelli.
La domanda del titolo sottintende l’auspicio dell’artista che la risposta possa essere “la casa comune a tutti noi è il mondo” e non il piccolo territorio che spesso circoscriviamo, con il raggio più ridotto possibile, attorno a noi.
Le narrazioni che nei dipinti e nelle sculture sono magari appena accennate sono in grado di sollecitare il pensiero del fruitore. Spesso più che proporre una risposta, pongono una domanda cui ciascuno è chiamato a rispondere.
Dal punto di vista della pittura, è doveroso richiamare riferimenti storici importanti che si percepiscono come eco dentro il suo lavoro: gli espressionisti tedeschi o gli artisti di Cobra, che, anche storicamente, congiungono le esperienze vitali di Arndt. Rispetto ai tedeschi ma anche ai danesi, agli olandesi e ai belgi, qui si ritrova una luce nuova, diversa, che è quella della fiducia, in sé e negli altri.
La mostra proporrà una panoramica del lavoro degli ultimi anni: una serie di dipinti, alcuni dei quali di grandi dimensioni, un gruppo di opere grafiche estremamente efficaci e una sequenza di sculture che riassumono bene il messaggio che l’artista vuole dare. E, infine, le ceramiche, che, nella loro valenza plastica e pittorica, riprendono a valorizzano le stesse tematiche.
Heike Arndt ha cominciato ad esporre nella seconda metà degli anni ’80 e ha tenuto esposizioni in varie parti del mondo. Mostre personali dal 1990 in Danimarca, Germania, Olanda, Stati Uniti, Italia, Svizzera, Belgio, Cina.
Biografia
Sono nata, figlia unica, il 4 giugno 1963 a Strausberg, un paesino fuori Berlino, in quella che si chiamava RDT. Il primo anno vivemmo a Herzfelde, vicino alla casa dei miei nonni, ai quali fui sempre molto affezionata anche negli anni a venire. Già ad un età molto precoce mio nonno mi incoraggiò a dedicarmi all’arte. Prima del mio primo giorno di scuola ci trasferimmo nel centro di Berlin Mitte, vicino al Muro nella Zionskirchstrasse, un quartiere di proletari con sulle scale il profumo delle torte appena sfornate dal panettiere.
Il venditore di carbone era appena dietro l’angolo con il suo oro nero. Poi c’era il droghiere che vendeva bastoncini di liquirizia per un centesimo: il mio compenso per avere lavorato con impegno a scuola. Già dopo i primi due anni a scuola venni spostata in un’altra. Una scuola di lingue dove a “bambini particolarmente intelligenti” si insegnava il russo ad un livello avanzato, per prepararli ad essere dei futuri leader. Io preferivo lo sport, la musica e il disegno, e in generale prediligevo tutte le attività creative, e il mio sogno era il balletto classico. Dopo aver perso la mia battaglia per la scuola di danza, cominciai a dedicare sempre più tempo alla pittura e alla musica. Durante le numerose visite ai miei nonni mi esercitavo per ore al pianoforte. Ma il mio futuro non era neppure nella musica, il nostro appartamento era troppo piccolo per un piano e il rumore era troppo forte. Invece dipingevo – per ore – perfino di notte qualche volta, in segreto, quando le giornate erano troppo brevi. Nel 1972, dopo aver vinto il primo premio in una competizione per bambini a livello nazionale, cominciai a dipingere seriamente. Fui ammessa alla Otto-Nagel-Haus che a quel tempo dava lezioni di disegno ai bambini. Mi ricordo ancora i miei primi lavori di quel periodo, realizzati in cera su carta. Il mio impegno al corso scolastico giornaliero era molto discontinuo. Non avevo interesse per le lingue e questo significava dover faticare per avanzare negli studi. I fine settimana dai nonni li trascorrevo più o meno dipingendo, guidata con grande pazienza da mio nonno. Disegni di fiori, paesaggi e ritratti come quello della signora Knospe, di anni 94, che posava senza scomporsi mentre ci raccontava dei suoi viaggi, dalle Cascate del Niagara a luoghi desertici.
Nel 1978 dovetti scegliere la mia vita futura. Dopo lunghe discussioni con i miei genitori sulle mie prospettive fu deciso che all’età di sedici anni potevo andare a vivere in una stanza in affitto a 160 km da casa. Dopo un anno trascorso come operaia, potevo realizzare il mio nuovo sogno di diventare una ceramista. Il luogo era la Lausitzer Keramik di Kamenz. Ero una ragazzina di città in un paesino con la mia libertà appena conquistata, ma la vita non poteva trascorrere totalmente senza problemi. Le mie domande, talvolta espresse in modo imbarazzante, mi costringevano a confrontarmi ovunque andassi. L’istruzione che avevo ricevuto a scuola si rivelò preziosa grazie alle abilità analitiche che mi aveva insegnato a sviluppare. Nel 1981 passai l’esame finale di ceramista con dei buoni voti e un apprezzamento per le mie doti, in particolare in design e sviluppo di prodotto. Già a quel tempo avevo incontrato il mio fidanzato danese. E poi mi resi conto che non avrei potuto lavorare in una fabbrica, ma che desideravo ardentemente un lavoro più individuale.
Trascorsi il 1981 e il 1982 viaggiando attraverso la RDT. Per un certo tempo lavorai a Crinitz, dove conobbi Christel Kiesel. Lei mi aprì un mondo totalmente nuovo - artisti come Stötzer e molti altri lavoravano in quel periodo nel suo laboratorio di ceramica. La sua apertura mentale mi fornì l’occasione di conoscere gli estremi di persone molto diverse. Diventammo grandi amiche. Nel 1983 i miei viaggi mi portarono a nord di Vipperow, dove ebbi un lavoro presso il parroco locale, che era progressista e la cui moglie era una ceramista. Già allora era difficile per me trovare lavoro a causa del mio fidanzato danese. Essendo atea nella canonica venni per la prima volta a contatto con la religione. Le nostre discussioni di sera a tavola sulla politica, sulla musica, sull’arte, sulla religione e l’ambiente divennero essenziali. Di nuovo incontrai molte nuove persone. Musicisti di Ton-Stein e di Scherben, giovani ambientalisti entusiasti, che in seguito divennero importanti personalità politiche – ma anche artisti di tutte le discipline. Non dimenticherò mai le lacrime di mio padre quando mi portò là – in un luogo così diverso da quello in cui ero cresciuta. Nel 1984 lavorai per un breve periodo presso il ceramista Manfred Müller e mi trasferii di nuovo a Berlino. Un dirigente molto indulgente mi assunse sfidando le raccomandazioni a non darmi l’impiego che provenivano dal dipartimento del personale, che era già informato dei miei legami con la Danimarca. Soltanto qualche mese dopo fuggii illegalmente nella Germania dell’Ovest. Nei giorni precedenti lavorai con grande foga alla produzione del mio modello, come forma di compensazione e per alleggerire il peso sulla coscienza che sentivo nell’abbandonare il mio datore di lavoro.
Nel 1985 arrivai in Danimarca, sognando di aprire uno studio mio. A Errindlev in Lolland aprii il mio primo studio, grazie alla fiducia in me della banca locale. Prima di quello per un breve periodo avevo lavorato alla Eslau Ceramiche a Sengeløse. Durante quel primo anno imparai il danese, che era necessario alla mia sopravvivenza. La mia nuova libertà mi apriva numerose possibilità di imparare tecniche nuove e di esplorare l’arte in un modo totalmente differente. Già prima che fosse trascorso il mio primo anno in Danimarca avevo viaggiato molto. Visitai l’Italia, i paesi del Benelux, la Germania, la Svezia, la Finlandia e la Spagna. Spesso si trattava di brevi soggiorni con gli amici, per un piccolo budget di spesa. Già allora l’Italia ardeva nella mia memoria.
Nel 1986 cominciai di nuovo a dipingere seriamente, mentre mi dedicavo comunque ai miei lavori di ceramica. Le prime mostre per organizzazioni artistiche e la Galleria “Det lange Skovhus” vennero presto seguite dal desiderio di viaggiare e di imparare di più. Questa volta volevo concentrarmi di più sulla pittura. La mia conoscenza del danese era migliorata al punto da permettermi di insegnare ceramica e poi pittura.
Nel 1987 partecipai al NCECA (Consiglio Nazionale per la Didattica delle Arti Ceramiche) negli Stati Uniti, una grande conferenza mondiale sulla ceramica. La varietà dei modi espressivi con cui venni a contatto a New York, dove rimasi per un mese, mi influenzò profondamente. Di nuovo assorbii tutta la conoscenza che potevo dai molti artisti americani che operavano attraverso l’intera gamma delle discipline artistiche. Anche la cultura in cui si muovevano fece una grande impressione su di me. Il 1988 fu l’anno in cui i quadri divennero sempre più centrali nel mio lavoro. Vari lavori di illustrazione e la mia partecipazione ad alcune mostre come “Den Frie” a Copenhagen, mi indussero a concentrarmi di più sul mio lavoro con la pittura. La ceramica non mi soddisfaceva più, e mi sentivo troppo limitata nei modi in cui esprimevo me stessa.
Nel 1988-1989 avvenne la rottura definitive con la ceramica. Dopo un periodo di scambio a Torino e a Monza, vicino a Milano, dove imparai le tecniche del vetro piombato e del mosaico italiano, era ormai chiaro per me. Dovevo fare il salto per diventare un artista a tempo pieno con tutte le conseguenze che questo comportava. Il mio nuovo ragazzo e l’acquisto di una casa per farci uno studio aprirono prospettive totalmente nuove. Le risorse economiche erano limitate, e per riuscire a finanziare il mio studio dovetti sobbarcarmi tre lavori simultaneamente, oltre a lavorare per sviluppare la mia arte. Alla fine dell’anno andai a Porto in Portogallo per imparare e sperimentare la litografia. Presso Avur – un laboratorio artistico nel centro della città – ebbi come maestri Jose Salgado e Carlo C. Le mie visite in Italia furono seguite dalla mostra itinerante “che parla” in collaborazione con Vibeke Lindhardt, Kika Møller, Johanna Ludvigsen e Birthe Jensen – che hanno tutte lavorato con me in Italia. Nel 1990 mi è stata commissionata un’ampia decorazione a mosaico per Danisco, poi Dow Denmark. Il lavoro di un anno su un mosaico per il nuovo palazzo amministrativo a Nakskov in collaborazione con l’architetto Gorm Larsen. Seguirono delle esposizioni in varie gallerie in Danimarca: alla Galleria Gåsepigen, alla Galleria Syd, Svendborg e in molti edifici di istituzioni artistiche. Le mie prime mostre in Germania furono da Sawitsky ad Amburgo. 1991-1993: ancora mostre e viaggi, “Galleria Ægidius”, a Randers, “Galleria Groll” in Olanda e competizioni artistiche come la “Competizione Artistica Estiva” a Thisted in Danimarca. La “Mostra di Pasqua” ad Århus, seguita dall’Esposizione Biennale di Grafica di “Lilievalchs Kunsthall”, Stoccolma, Svezia, “Sculpture Kvadriennial” a Riga, Arte Lambå in Giappone e la Fletcher Challenge ad Auckland, Nuova Zelanda, e molte altre. Quelli furono anche gli anni in cui incontrai Ansgar Elde attraverso la mia galleria solita, la Galleria Syd. Accettai il suo invito ad andare a Savona in Italia, dove avrei lavorato con la ceramica e il vetro e anche mi sarei concentrata sulla grafica.
Avevo cominciato a rivolgermi alla scultura come ad una nuova dimensione. Il mio incontro con la scultrice Inka Uzoma infine mi incoraggiò a iniziare a scolpire, cosa che desideravo da lungo tempo, e che non era così distante dalla mia preparazione di ceramista. Seguì la mia seconda mostra e commissioni di decorazioni ancora più ampie, sempre più frequentemente in collaborazione con architetti.
Il mio carico di lavoro ormai rasentava i limiti di ciò che è umanamente sopportabile. Non potevo staccarmi dal lavoro, era l’unica cosa veramente importante per me. Di conseguenza ci fu la rottura con il mio fidanzato, che fu per me un momento molto doloroso.
1993-1997: visitai ripetutamente Ansgar a Savona e lavorai intensamente alla grafica presso la Stamperia del Bostrico. A Parigi visitai Gina Pellon, essendo una delle sue ammiratrici. In questo periodo incontrai il mio nuovo ragazzo, un musicista rock americano. Seguì un lungo soggiorno negli USA, questa volta soprattutto sulla West Coast: Los Angeles, San Francisco, e Seattle, ma anche Arizona e Texas. A Beaumont, in Texas, incontrai dei vecchi amici artisti che avevo conosciuto nel mio primo soggiorno americano. L’artista del vetro Marvin Liporsky di San Francisco era anche uno dei miei amici. Visitammo molti colleghi e laboratori. La relazione con il mio ragazzo implicava anche la frequentazione dei suoi amici musicisti, fornendomi l’opportunità di dare un’occhiata al backstage del mondo della musica. Dopo il mio ritorno in Europa per lavorare per alcune decorazioni e mostre, avevo bisogno di pace per lavorare, così viaggiai per l’Italia e la Spagna. I molti viaggi precedenti avevano evidentemente lasciato la loro traccia sui miei quadri, e stavano venendo a galla domande sempre più essenziali. Confrontavo e utilizzavo i viaggi nelle mie opere, e cresceva sempre più l’interesse per le culture originali di quei paesi. Dopo aver lavorato intensamente, e in modo più attento, sui temi delle persone – mostrandone i risultati al Museo d’Arte Storstrøms Amts nel 1993, alla Büchergilde Gutenberg di Francoforte, al Centro Culturale di Arlon, Belgio, e in altri luoghi – il mio sguardo si rivolse per la prima volta al Nord.
Gli anni tra il 1994 e il 1997 furono anche quelli in cui feci numerosi viaggi in Groenlandia e preparai le successive mostre a Seattle, USA, in Germania, Olanda e Belgio.
1997-98: Dopo molte difficoltà, con l’aiuto di molto lavoro infine riuscii a realizzare una mostra personale con 170 delle mie opere (olio, art on paper, sculture, grafica e mezzi misti) insieme a due esposizioni fotografiche sulla Greonlandia a Seattle, USA, al Nordic Heritage Museum. Venne pubblicato il libro Heike Arndt con oltre 160 immagini a colori delle mie opere. La mostra poi si spostò in Germania, in Olanda (Galleria Groll) e in Belgio (Arlon, Centro Culturale) e ovviamente in Danimarca. La linea rossa che collegava questa mostra era il mio tour di un anno e mezzo per tutta la Groenlandia.
Mai prima d’allora ero stata così tanto colpita da un luogo come lo fui dalla Groenlandia.
1997-2001: Ritornata in Danimarca seguì un periodo di lavoro intenso. Realizzai molte mostre personali in Danimarca: (Æglagret, Holbæk), in Germania: Villa Basse (Leer), Büchergilde Gutenberg, (Francoforte, Berlino), Galleria Knobelsdorf (Amburgo), Galleria Hukal (Eversdorf); In Italia: al Circolo degli Artisti (Albisola); In Svizzera: a Zurigo (Galleria Lambaa). Partecipai anche a molte esposizioni collettive come: Masnesøfort(DK),Kunstmesse Viborg e in Giappone con la Galleria Lambå, Artfair Viborg con la Galleria Ægidius a Randers, Print Fair a Breme, al Museo Nacional di Lima (Peru) con delle stampe. Mi concentravo sempre di più sulle opere stampate e pubblicai l’edizione a stampa Pictures of a Family, che era anche inclusa parzialmente nel libro "Heike Arndt". Fui anche scelta come artista dell’anno 2000 dal Ballerup Kommune e pubblicai un’edizione litografata. Ma realizzai anche un lavoro di illustrazione per Sunmar a Seattle, USA, per Vinstokken DK e altri. Completai parecchie realizzazioni artistiche aziendali per compagnie come IBM, Maxygen, Genmab, Huber, Tipstjenesten, MAN Holeby, Den Danske Bank e altre. Questo lavoro mi procurò molta esperienza con le grandi installazioni e richiedeva grande individualità, qualità e abilità professionali. Diventai molto esperta a sviluppare, pianificare e consegnare ampi progetti entro una scadenza precisa garantendone la qualità. Viaggiai nel nord della Spagna, in USA, in Canada, in Messico e in Brasile per trovare ulteriore ispirazione, lavorando e preparando nuove esposizioni. Come al solito ritornai regolarmente a Savona e ad Albisola in Italia e lavorai con Tulio Mazotti, Sandro Lorenzini, Ansgar Elde, Alfredo Meconi (Il Bostrico), Carlos Carle, e altri. Cominciai anche a rinnovare il mio studio a Kettinge.
2001-2003: Il mio lavoro di stampa cominciò a diventare più importante e lavorai nel mio nuovo studio, con una piccola postazione di stampa puntasecca, ecc., e uno spazio espositivo, a Copenhagen all’indirizzo Blågårdsgade 30. Anche nel mio studio di Kettinge, Danimarca, c’erano grandi cambiamenti. Un nuovo studio di litografia ancora attendeva di essere utilizzato per bene da me e da altri artisti. Lavorai su parecchie edizioni grafiche per le edizioni Büchergilde Gutenberg (Germania), Eurocard (DK) e PBS. Questi anni furono profondamente influenzati dalla enorme pressione del processo di ricostruzione di entrambi gli studi e allo stesso tempo dal grande numero di diversi progetti in ceramica, grafica e altri mezzi. Feci anche un viaggio in Etiopia con il fotografo Lars Thorslund Pedersen, il che significava anche una nuova partenza con nuovi compagni di lavoro come l’organizzazione di aiuti Folkekirkens Nødhjælp. Qui avevo l’intenzione di lavorare con lo sviluppo e anche con l’arte, ma dovetti ammettere che questo progetto poteva essere portato a termine senza prosciugare tutte le mie altre risorse di energia. Leggete anche la relazione di viaggio sul mio website! Il periodo di lavoro in Italia fu principalmente concentrato sulla ceramica e fu ispirato dal mio mentore e amico Ansgar Elde e da Sabatelli, entrambi morti recentemente. È stata una delle più grande perdite della mia vita. In Italia inoltre lavorai intensamente con la ceramica allo studio di Mazzotti e Lorenzini (si veda la voce ceramica su www.heike-arndt.com). Allo stesso tempo lavoravo a parecchi progetti e mostre (Gallerie: Il Bostrico, Italia, Galleria Odenslunda, Sverge, Herlev Kunst og Kulturcenter, DK, ecc.). Cominciai a lavorare con una galleria di profilo molto alto in Germania, la Galleria INCONTRO. Le edizioni Büchergilde Gutenberg mi scelsero come loro artista alla fiera dell’arte di Colonia nel 2003, dove ho esposto opere di ceramica e grafica. Parecchie emittenti televisive danesi (TV2, DK e NDR, BRD) realizzarono un ritratto artistico sulla mia opera e sulla mia persona. Poi alla fine del 2003 raggiunsi un’altra pietra miliare con la realizzazione del mio nuovo studio in Italia a Finalborgo. Una operazione per un tumore fermò la mia vita per un breve periodo, ponendola in una nuova cornice e lasciando aperte alcune questioni … sulle quali sto ancora lavorando.
2004 Tornai in Groenlandia con una nuova mostra invernale, questa volta a Ivigtut.
2005: Feci un’altra mostra a Nuuk, in Groenlandia. In gennaio e febbraio viaggiai per quasi 7000 km in Argentina, per la maggior parte a sud di Buenos Aires. Stavo organizzando e preparando la principale mostra itinerante nel Sud America del 2007. Ebbi parecchi incontri con i più importanti musei e istituzioni culturali del paese. Ritornata in Danimarca cominciai di nuovo a lavorare nello studio grafico con Morgens Sandberg, che vanta 60 anni di esperienza nel campo della grafica e gli sono molto grata che voglia insegnarmi. Lo studio era ora pronto per lavorare insieme ad altri artisti. Inoltre mi stavo preparando per partecipare a parecchie esposizioni collettive a Masnesø e a Light over Lolland. Stavo ora lavorando alla ispirazione che mi veniva dall’Argentina, era stata infatti una fantastica esperienza visitare quel paese. Dopo essere ritornata in Danimarca mi misi a lavorare con grande impegno ad un nuovo progetto interculturale con un gruppo di studenti. A causa del caso Mohammed incontrammo molto risentimento, visto che tutti sembravano aver paura di commettere errori e di prendere decisioni. Perciò dopo sei mesi decidemmo di sospendere il progetto temporaneamente e attendere.
Prossima fermata Cina. Trascorsi novembre e dicembre visitando la Cina per la prima e certamente non per l’ultima volta.
2006 A gennaio in Danimarca mi preparavo per un soggiorno in Italia per i mesi seguenti. Ma Pechino aveva prodotto una tale impressione su di me che dopo soli tre mesi in Italia tornai quasi immediatamente indietro. Dopo un mese a Pechino non avevo più dubbi – la mia prossima destinazione sarebbe stata la Cina per un lungo soggiorno. Mi sentivo spaventata ed affascinata allo stesso tempo. Cercavo forse la più grande sfida della mia vita tornando in oriente. Nei due mesi successivi in Danimarca mi preparavo per il viaggio a Pechino, lavorando sui quadri nel mio studio danese. Alla fine dell’estate non vedevo l’ora di iniziare la grande avventura di incontrare la Cina. Impiantai il mio studio a Pechino e lavorai soprattutto sulla pittura. Rimasi in Cina da settembre a dicembre (catalogo:INKPAINTINGS, Chinese Journey Part 1). Fui anche invitata al master workshop e all’esposizione a Jingdezhen.
2007: Dopo una breve visita in Danimarca tornai nel mio studio a Pechino per un lungo periodo, da febbraio a dicembre. Questa volta mi concentrai sulla pittura ad olio, lavori di grafica, pitture ad inchiostro e, come speravo, anche sulle sculture. Dopo aver vinto la sfida di allestire il mio studio di Pechino, lavorai per la realizzazione di una mostra individuale alla One Moon Gallery di Pechino in autunno. Partecipai con una piccola esposizione individuale alla Fiera Internazionale dell’Arte, CIGE, a Pechino, Cina, all’inizio di maggio con la One Moon Gallery, suscitando grande interesse nelle altre gallerie e nei collezionisti. Feci un breve viaggio in Danimarca quell’estate per inaugurare la mia esposizione estiva. In autunno lavorai a Pechino, soprattutto sulla grafica, sulle stampe e sui quadri e alla preparazione del mio nuovo libro d’arte Response, che fu pubblicato nella primavera 2008. Partecipai alla mostra internazionale collettiva alla Galleria Artchanel a Pechino insieme ad Alessandro Rolandi, Ruggero Rossi, Wang Shugang e pochi altri. In dicembre mi recai a Berlino e poi in Italia per trascorrere il capodanno.
2008: L’anno cominciò con una grave perdita: la mia più cara amica Toni, vedova di Ansgar, morì all’età di soli 58 anni. Dopo aver trascorso il mese di gennaio in Italia, mi tenni molto occupata tutto febbraio con la preparazione di varie mostre in Europa. Da marzo tornai a Pechino per preparare la successiva mostra individuale alla One Moon Gallery di Pechino e l’uscita del libro.
2009: Terminai il mio lavoro in Cina e chiusi il mio studio e la stamperia di Feja Sun, Pechino (centro artistico BIAC). Nell’autunno del 2008 avevo inaugurato la Galleria Heike Arndt DK a Berlin-Friedrichshain in Germania. Per la prima mostra scegliemmo Hans Ticha, uno dei più noti illustratori di libri e pittori in Germania. La mostra venne realizzata in stretta collaborazione con la famosa casa editrice Büchergilde Gutenberg (info Hans Ticha). La mostra ottenne un tale successo che pensai di esportarla anche in Danimarca per il ventesimo anniversario della caduta del muro di Berlino a Kettinge. Presentai la mia opera alla esposizione a Masnesøfortudstilling (DK)e a Lys over Lolland (DK). Cominciai anche la preparazione delle mie future mostre in Italia nel 2010. Nell’estate del 2009 trovai un nuovo luogo dove creare uno spazio per uno studio di ceramica/scultura e per un atelier di pittura con delle stanze in cui ospitare altri artisti. Spero che questo possa essere realizzato entro la fine del prossimo anno. Ricevetti anche un invito dalle edizioni Tabor di Berlino a partecipare al loro Artcallenderproject del 2009 – proprio un onore.
Come sottolinea l’Assessore alla Cultura della Città di Lissone, Daniela Ronchi, “il progetto di mostra si pone come obiettivi primari da una parte la valorizzazione dell’arte contemporanea e dei suoi molteplici linguaggi a livello internazionale, dall’altra la diffusione, attraverso l’arte, di importanti valori di carattere educativo e sociale quali in prmis il rispetto per l’altro e la tolleranza, con la consapevolezza che lo scambio e il confronto tra culture differenti possano generare sviluppo e ricchezza.”
La ricerca di Heike Arndt si sviluppa a tutto campo, spaziando dalla pittura, certo lo strumento espressivo più frequentato, alla grafica e alla scultura (ora realizzata con la ceramica, ora in bronzo). La sua storia e la sua cultura – che si situano tra est e ovest – così come i suoi numerosi viaggi in varie parti del mondo, fanno di lei un personaggio cosmopolita e la portano ad affermare di aver compreso che “il rispetto, la tolleranza e l’accettazione dell’altro sono la condizione per superare la differenze culturali oltre ad essere una necessità per sopravvivere in un mondo globalizzato come il nostro”. Proprio per questo l’opera di Arndt fonda i suoi presupposti nelle relazioni umane. Fondamentale è per lei l’incontro con gli altri, senza alcuna distinzione. Da questi incontri trae sensazioni e suggestioni che si trasformano in segni e colori (o in materia), nella ricerca e nella rappresentazione anche espressiva di approcci, di confronti, di contatti.
La lettura delle situazioni che l’artista fa nelle sue opere è quanto mai attenta e, se anche qualche volta sa essere pesante e aspra, sempre si pone come sollecitazione ad una reazione positiva, nella convinzione che proprio nell’incontro di situazioni (e di persone) differenti si pongono le basi per una nuova produttiva convivenza.
La visione di Arndt nasce da un senso etico e morale profondo e genera in lei una determinazione che ne innerva sia la vita che l’arte e la mette tutti i giorni in contrasto con sé e con il mondo, sospesa e disorientata tra la felicità auspicata per tutti e i problemi che innescano conflitti e incomprensioni a tutti i livelli.
La domanda del titolo sottintende l’auspicio dell’artista che la risposta possa essere “la casa comune a tutti noi è il mondo” e non il piccolo territorio che spesso circoscriviamo, con il raggio più ridotto possibile, attorno a noi.
Le narrazioni che nei dipinti e nelle sculture sono magari appena accennate sono in grado di sollecitare il pensiero del fruitore. Spesso più che proporre una risposta, pongono una domanda cui ciascuno è chiamato a rispondere.
Dal punto di vista della pittura, è doveroso richiamare riferimenti storici importanti che si percepiscono come eco dentro il suo lavoro: gli espressionisti tedeschi o gli artisti di Cobra, che, anche storicamente, congiungono le esperienze vitali di Arndt. Rispetto ai tedeschi ma anche ai danesi, agli olandesi e ai belgi, qui si ritrova una luce nuova, diversa, che è quella della fiducia, in sé e negli altri.
La mostra proporrà una panoramica del lavoro degli ultimi anni: una serie di dipinti, alcuni dei quali di grandi dimensioni, un gruppo di opere grafiche estremamente efficaci e una sequenza di sculture che riassumono bene il messaggio che l’artista vuole dare. E, infine, le ceramiche, che, nella loro valenza plastica e pittorica, riprendono a valorizzano le stesse tematiche.
Heike Arndt ha cominciato ad esporre nella seconda metà degli anni ’80 e ha tenuto esposizioni in varie parti del mondo. Mostre personali dal 1990 in Danimarca, Germania, Olanda, Stati Uniti, Italia, Svizzera, Belgio, Cina.
Biografia
Sono nata, figlia unica, il 4 giugno 1963 a Strausberg, un paesino fuori Berlino, in quella che si chiamava RDT. Il primo anno vivemmo a Herzfelde, vicino alla casa dei miei nonni, ai quali fui sempre molto affezionata anche negli anni a venire. Già ad un età molto precoce mio nonno mi incoraggiò a dedicarmi all’arte. Prima del mio primo giorno di scuola ci trasferimmo nel centro di Berlin Mitte, vicino al Muro nella Zionskirchstrasse, un quartiere di proletari con sulle scale il profumo delle torte appena sfornate dal panettiere.
Il venditore di carbone era appena dietro l’angolo con il suo oro nero. Poi c’era il droghiere che vendeva bastoncini di liquirizia per un centesimo: il mio compenso per avere lavorato con impegno a scuola. Già dopo i primi due anni a scuola venni spostata in un’altra. Una scuola di lingue dove a “bambini particolarmente intelligenti” si insegnava il russo ad un livello avanzato, per prepararli ad essere dei futuri leader. Io preferivo lo sport, la musica e il disegno, e in generale prediligevo tutte le attività creative, e il mio sogno era il balletto classico. Dopo aver perso la mia battaglia per la scuola di danza, cominciai a dedicare sempre più tempo alla pittura e alla musica. Durante le numerose visite ai miei nonni mi esercitavo per ore al pianoforte. Ma il mio futuro non era neppure nella musica, il nostro appartamento era troppo piccolo per un piano e il rumore era troppo forte. Invece dipingevo – per ore – perfino di notte qualche volta, in segreto, quando le giornate erano troppo brevi. Nel 1972, dopo aver vinto il primo premio in una competizione per bambini a livello nazionale, cominciai a dipingere seriamente. Fui ammessa alla Otto-Nagel-Haus che a quel tempo dava lezioni di disegno ai bambini. Mi ricordo ancora i miei primi lavori di quel periodo, realizzati in cera su carta. Il mio impegno al corso scolastico giornaliero era molto discontinuo. Non avevo interesse per le lingue e questo significava dover faticare per avanzare negli studi. I fine settimana dai nonni li trascorrevo più o meno dipingendo, guidata con grande pazienza da mio nonno. Disegni di fiori, paesaggi e ritratti come quello della signora Knospe, di anni 94, che posava senza scomporsi mentre ci raccontava dei suoi viaggi, dalle Cascate del Niagara a luoghi desertici.
Nel 1978 dovetti scegliere la mia vita futura. Dopo lunghe discussioni con i miei genitori sulle mie prospettive fu deciso che all’età di sedici anni potevo andare a vivere in una stanza in affitto a 160 km da casa. Dopo un anno trascorso come operaia, potevo realizzare il mio nuovo sogno di diventare una ceramista. Il luogo era la Lausitzer Keramik di Kamenz. Ero una ragazzina di città in un paesino con la mia libertà appena conquistata, ma la vita non poteva trascorrere totalmente senza problemi. Le mie domande, talvolta espresse in modo imbarazzante, mi costringevano a confrontarmi ovunque andassi. L’istruzione che avevo ricevuto a scuola si rivelò preziosa grazie alle abilità analitiche che mi aveva insegnato a sviluppare. Nel 1981 passai l’esame finale di ceramista con dei buoni voti e un apprezzamento per le mie doti, in particolare in design e sviluppo di prodotto. Già a quel tempo avevo incontrato il mio fidanzato danese. E poi mi resi conto che non avrei potuto lavorare in una fabbrica, ma che desideravo ardentemente un lavoro più individuale.
Trascorsi il 1981 e il 1982 viaggiando attraverso la RDT. Per un certo tempo lavorai a Crinitz, dove conobbi Christel Kiesel. Lei mi aprì un mondo totalmente nuovo - artisti come Stötzer e molti altri lavoravano in quel periodo nel suo laboratorio di ceramica. La sua apertura mentale mi fornì l’occasione di conoscere gli estremi di persone molto diverse. Diventammo grandi amiche. Nel 1983 i miei viaggi mi portarono a nord di Vipperow, dove ebbi un lavoro presso il parroco locale, che era progressista e la cui moglie era una ceramista. Già allora era difficile per me trovare lavoro a causa del mio fidanzato danese. Essendo atea nella canonica venni per la prima volta a contatto con la religione. Le nostre discussioni di sera a tavola sulla politica, sulla musica, sull’arte, sulla religione e l’ambiente divennero essenziali. Di nuovo incontrai molte nuove persone. Musicisti di Ton-Stein e di Scherben, giovani ambientalisti entusiasti, che in seguito divennero importanti personalità politiche – ma anche artisti di tutte le discipline. Non dimenticherò mai le lacrime di mio padre quando mi portò là – in un luogo così diverso da quello in cui ero cresciuta. Nel 1984 lavorai per un breve periodo presso il ceramista Manfred Müller e mi trasferii di nuovo a Berlino. Un dirigente molto indulgente mi assunse sfidando le raccomandazioni a non darmi l’impiego che provenivano dal dipartimento del personale, che era già informato dei miei legami con la Danimarca. Soltanto qualche mese dopo fuggii illegalmente nella Germania dell’Ovest. Nei giorni precedenti lavorai con grande foga alla produzione del mio modello, come forma di compensazione e per alleggerire il peso sulla coscienza che sentivo nell’abbandonare il mio datore di lavoro.
Nel 1985 arrivai in Danimarca, sognando di aprire uno studio mio. A Errindlev in Lolland aprii il mio primo studio, grazie alla fiducia in me della banca locale. Prima di quello per un breve periodo avevo lavorato alla Eslau Ceramiche a Sengeløse. Durante quel primo anno imparai il danese, che era necessario alla mia sopravvivenza. La mia nuova libertà mi apriva numerose possibilità di imparare tecniche nuove e di esplorare l’arte in un modo totalmente differente. Già prima che fosse trascorso il mio primo anno in Danimarca avevo viaggiato molto. Visitai l’Italia, i paesi del Benelux, la Germania, la Svezia, la Finlandia e la Spagna. Spesso si trattava di brevi soggiorni con gli amici, per un piccolo budget di spesa. Già allora l’Italia ardeva nella mia memoria.
Nel 1986 cominciai di nuovo a dipingere seriamente, mentre mi dedicavo comunque ai miei lavori di ceramica. Le prime mostre per organizzazioni artistiche e la Galleria “Det lange Skovhus” vennero presto seguite dal desiderio di viaggiare e di imparare di più. Questa volta volevo concentrarmi di più sulla pittura. La mia conoscenza del danese era migliorata al punto da permettermi di insegnare ceramica e poi pittura.
Nel 1987 partecipai al NCECA (Consiglio Nazionale per la Didattica delle Arti Ceramiche) negli Stati Uniti, una grande conferenza mondiale sulla ceramica. La varietà dei modi espressivi con cui venni a contatto a New York, dove rimasi per un mese, mi influenzò profondamente. Di nuovo assorbii tutta la conoscenza che potevo dai molti artisti americani che operavano attraverso l’intera gamma delle discipline artistiche. Anche la cultura in cui si muovevano fece una grande impressione su di me. Il 1988 fu l’anno in cui i quadri divennero sempre più centrali nel mio lavoro. Vari lavori di illustrazione e la mia partecipazione ad alcune mostre come “Den Frie” a Copenhagen, mi indussero a concentrarmi di più sul mio lavoro con la pittura. La ceramica non mi soddisfaceva più, e mi sentivo troppo limitata nei modi in cui esprimevo me stessa.
Nel 1988-1989 avvenne la rottura definitive con la ceramica. Dopo un periodo di scambio a Torino e a Monza, vicino a Milano, dove imparai le tecniche del vetro piombato e del mosaico italiano, era ormai chiaro per me. Dovevo fare il salto per diventare un artista a tempo pieno con tutte le conseguenze che questo comportava. Il mio nuovo ragazzo e l’acquisto di una casa per farci uno studio aprirono prospettive totalmente nuove. Le risorse economiche erano limitate, e per riuscire a finanziare il mio studio dovetti sobbarcarmi tre lavori simultaneamente, oltre a lavorare per sviluppare la mia arte. Alla fine dell’anno andai a Porto in Portogallo per imparare e sperimentare la litografia. Presso Avur – un laboratorio artistico nel centro della città – ebbi come maestri Jose Salgado e Carlo C. Le mie visite in Italia furono seguite dalla mostra itinerante “che parla” in collaborazione con Vibeke Lindhardt, Kika Møller, Johanna Ludvigsen e Birthe Jensen – che hanno tutte lavorato con me in Italia. Nel 1990 mi è stata commissionata un’ampia decorazione a mosaico per Danisco, poi Dow Denmark. Il lavoro di un anno su un mosaico per il nuovo palazzo amministrativo a Nakskov in collaborazione con l’architetto Gorm Larsen. Seguirono delle esposizioni in varie gallerie in Danimarca: alla Galleria Gåsepigen, alla Galleria Syd, Svendborg e in molti edifici di istituzioni artistiche. Le mie prime mostre in Germania furono da Sawitsky ad Amburgo. 1991-1993: ancora mostre e viaggi, “Galleria Ægidius”, a Randers, “Galleria Groll” in Olanda e competizioni artistiche come la “Competizione Artistica Estiva” a Thisted in Danimarca. La “Mostra di Pasqua” ad Århus, seguita dall’Esposizione Biennale di Grafica di “Lilievalchs Kunsthall”, Stoccolma, Svezia, “Sculpture Kvadriennial” a Riga, Arte Lambå in Giappone e la Fletcher Challenge ad Auckland, Nuova Zelanda, e molte altre. Quelli furono anche gli anni in cui incontrai Ansgar Elde attraverso la mia galleria solita, la Galleria Syd. Accettai il suo invito ad andare a Savona in Italia, dove avrei lavorato con la ceramica e il vetro e anche mi sarei concentrata sulla grafica.
Avevo cominciato a rivolgermi alla scultura come ad una nuova dimensione. Il mio incontro con la scultrice Inka Uzoma infine mi incoraggiò a iniziare a scolpire, cosa che desideravo da lungo tempo, e che non era così distante dalla mia preparazione di ceramista. Seguì la mia seconda mostra e commissioni di decorazioni ancora più ampie, sempre più frequentemente in collaborazione con architetti.
Il mio carico di lavoro ormai rasentava i limiti di ciò che è umanamente sopportabile. Non potevo staccarmi dal lavoro, era l’unica cosa veramente importante per me. Di conseguenza ci fu la rottura con il mio fidanzato, che fu per me un momento molto doloroso.
1993-1997: visitai ripetutamente Ansgar a Savona e lavorai intensamente alla grafica presso la Stamperia del Bostrico. A Parigi visitai Gina Pellon, essendo una delle sue ammiratrici. In questo periodo incontrai il mio nuovo ragazzo, un musicista rock americano. Seguì un lungo soggiorno negli USA, questa volta soprattutto sulla West Coast: Los Angeles, San Francisco, e Seattle, ma anche Arizona e Texas. A Beaumont, in Texas, incontrai dei vecchi amici artisti che avevo conosciuto nel mio primo soggiorno americano. L’artista del vetro Marvin Liporsky di San Francisco era anche uno dei miei amici. Visitammo molti colleghi e laboratori. La relazione con il mio ragazzo implicava anche la frequentazione dei suoi amici musicisti, fornendomi l’opportunità di dare un’occhiata al backstage del mondo della musica. Dopo il mio ritorno in Europa per lavorare per alcune decorazioni e mostre, avevo bisogno di pace per lavorare, così viaggiai per l’Italia e la Spagna. I molti viaggi precedenti avevano evidentemente lasciato la loro traccia sui miei quadri, e stavano venendo a galla domande sempre più essenziali. Confrontavo e utilizzavo i viaggi nelle mie opere, e cresceva sempre più l’interesse per le culture originali di quei paesi. Dopo aver lavorato intensamente, e in modo più attento, sui temi delle persone – mostrandone i risultati al Museo d’Arte Storstrøms Amts nel 1993, alla Büchergilde Gutenberg di Francoforte, al Centro Culturale di Arlon, Belgio, e in altri luoghi – il mio sguardo si rivolse per la prima volta al Nord.
Gli anni tra il 1994 e il 1997 furono anche quelli in cui feci numerosi viaggi in Groenlandia e preparai le successive mostre a Seattle, USA, in Germania, Olanda e Belgio.
1997-98: Dopo molte difficoltà, con l’aiuto di molto lavoro infine riuscii a realizzare una mostra personale con 170 delle mie opere (olio, art on paper, sculture, grafica e mezzi misti) insieme a due esposizioni fotografiche sulla Greonlandia a Seattle, USA, al Nordic Heritage Museum. Venne pubblicato il libro Heike Arndt con oltre 160 immagini a colori delle mie opere. La mostra poi si spostò in Germania, in Olanda (Galleria Groll) e in Belgio (Arlon, Centro Culturale) e ovviamente in Danimarca. La linea rossa che collegava questa mostra era il mio tour di un anno e mezzo per tutta la Groenlandia.
Mai prima d’allora ero stata così tanto colpita da un luogo come lo fui dalla Groenlandia.
1997-2001: Ritornata in Danimarca seguì un periodo di lavoro intenso. Realizzai molte mostre personali in Danimarca: (Æglagret, Holbæk), in Germania: Villa Basse (Leer), Büchergilde Gutenberg, (Francoforte, Berlino), Galleria Knobelsdorf (Amburgo), Galleria Hukal (Eversdorf); In Italia: al Circolo degli Artisti (Albisola); In Svizzera: a Zurigo (Galleria Lambaa). Partecipai anche a molte esposizioni collettive come: Masnesøfort(DK),Kunstmesse Viborg e in Giappone con la Galleria Lambå, Artfair Viborg con la Galleria Ægidius a Randers, Print Fair a Breme, al Museo Nacional di Lima (Peru) con delle stampe. Mi concentravo sempre di più sulle opere stampate e pubblicai l’edizione a stampa Pictures of a Family, che era anche inclusa parzialmente nel libro "Heike Arndt". Fui anche scelta come artista dell’anno 2000 dal Ballerup Kommune e pubblicai un’edizione litografata. Ma realizzai anche un lavoro di illustrazione per Sunmar a Seattle, USA, per Vinstokken DK e altri. Completai parecchie realizzazioni artistiche aziendali per compagnie come IBM, Maxygen, Genmab, Huber, Tipstjenesten, MAN Holeby, Den Danske Bank e altre. Questo lavoro mi procurò molta esperienza con le grandi installazioni e richiedeva grande individualità, qualità e abilità professionali. Diventai molto esperta a sviluppare, pianificare e consegnare ampi progetti entro una scadenza precisa garantendone la qualità. Viaggiai nel nord della Spagna, in USA, in Canada, in Messico e in Brasile per trovare ulteriore ispirazione, lavorando e preparando nuove esposizioni. Come al solito ritornai regolarmente a Savona e ad Albisola in Italia e lavorai con Tulio Mazotti, Sandro Lorenzini, Ansgar Elde, Alfredo Meconi (Il Bostrico), Carlos Carle, e altri. Cominciai anche a rinnovare il mio studio a Kettinge.
2001-2003: Il mio lavoro di stampa cominciò a diventare più importante e lavorai nel mio nuovo studio, con una piccola postazione di stampa puntasecca, ecc., e uno spazio espositivo, a Copenhagen all’indirizzo Blågårdsgade 30. Anche nel mio studio di Kettinge, Danimarca, c’erano grandi cambiamenti. Un nuovo studio di litografia ancora attendeva di essere utilizzato per bene da me e da altri artisti. Lavorai su parecchie edizioni grafiche per le edizioni Büchergilde Gutenberg (Germania), Eurocard (DK) e PBS. Questi anni furono profondamente influenzati dalla enorme pressione del processo di ricostruzione di entrambi gli studi e allo stesso tempo dal grande numero di diversi progetti in ceramica, grafica e altri mezzi. Feci anche un viaggio in Etiopia con il fotografo Lars Thorslund Pedersen, il che significava anche una nuova partenza con nuovi compagni di lavoro come l’organizzazione di aiuti Folkekirkens Nødhjælp. Qui avevo l’intenzione di lavorare con lo sviluppo e anche con l’arte, ma dovetti ammettere che questo progetto poteva essere portato a termine senza prosciugare tutte le mie altre risorse di energia. Leggete anche la relazione di viaggio sul mio website! Il periodo di lavoro in Italia fu principalmente concentrato sulla ceramica e fu ispirato dal mio mentore e amico Ansgar Elde e da Sabatelli, entrambi morti recentemente. È stata una delle più grande perdite della mia vita. In Italia inoltre lavorai intensamente con la ceramica allo studio di Mazzotti e Lorenzini (si veda la voce ceramica su www.heike-arndt.com). Allo stesso tempo lavoravo a parecchi progetti e mostre (Gallerie: Il Bostrico, Italia, Galleria Odenslunda, Sverge, Herlev Kunst og Kulturcenter, DK, ecc.). Cominciai a lavorare con una galleria di profilo molto alto in Germania, la Galleria INCONTRO. Le edizioni Büchergilde Gutenberg mi scelsero come loro artista alla fiera dell’arte di Colonia nel 2003, dove ho esposto opere di ceramica e grafica. Parecchie emittenti televisive danesi (TV2, DK e NDR, BRD) realizzarono un ritratto artistico sulla mia opera e sulla mia persona. Poi alla fine del 2003 raggiunsi un’altra pietra miliare con la realizzazione del mio nuovo studio in Italia a Finalborgo. Una operazione per un tumore fermò la mia vita per un breve periodo, ponendola in una nuova cornice e lasciando aperte alcune questioni … sulle quali sto ancora lavorando.
2004 Tornai in Groenlandia con una nuova mostra invernale, questa volta a Ivigtut.
2005: Feci un’altra mostra a Nuuk, in Groenlandia. In gennaio e febbraio viaggiai per quasi 7000 km in Argentina, per la maggior parte a sud di Buenos Aires. Stavo organizzando e preparando la principale mostra itinerante nel Sud America del 2007. Ebbi parecchi incontri con i più importanti musei e istituzioni culturali del paese. Ritornata in Danimarca cominciai di nuovo a lavorare nello studio grafico con Morgens Sandberg, che vanta 60 anni di esperienza nel campo della grafica e gli sono molto grata che voglia insegnarmi. Lo studio era ora pronto per lavorare insieme ad altri artisti. Inoltre mi stavo preparando per partecipare a parecchie esposizioni collettive a Masnesø e a Light over Lolland. Stavo ora lavorando alla ispirazione che mi veniva dall’Argentina, era stata infatti una fantastica esperienza visitare quel paese. Dopo essere ritornata in Danimarca mi misi a lavorare con grande impegno ad un nuovo progetto interculturale con un gruppo di studenti. A causa del caso Mohammed incontrammo molto risentimento, visto che tutti sembravano aver paura di commettere errori e di prendere decisioni. Perciò dopo sei mesi decidemmo di sospendere il progetto temporaneamente e attendere.
Prossima fermata Cina. Trascorsi novembre e dicembre visitando la Cina per la prima e certamente non per l’ultima volta.
2006 A gennaio in Danimarca mi preparavo per un soggiorno in Italia per i mesi seguenti. Ma Pechino aveva prodotto una tale impressione su di me che dopo soli tre mesi in Italia tornai quasi immediatamente indietro. Dopo un mese a Pechino non avevo più dubbi – la mia prossima destinazione sarebbe stata la Cina per un lungo soggiorno. Mi sentivo spaventata ed affascinata allo stesso tempo. Cercavo forse la più grande sfida della mia vita tornando in oriente. Nei due mesi successivi in Danimarca mi preparavo per il viaggio a Pechino, lavorando sui quadri nel mio studio danese. Alla fine dell’estate non vedevo l’ora di iniziare la grande avventura di incontrare la Cina. Impiantai il mio studio a Pechino e lavorai soprattutto sulla pittura. Rimasi in Cina da settembre a dicembre (catalogo:INKPAINTINGS, Chinese Journey Part 1). Fui anche invitata al master workshop e all’esposizione a Jingdezhen.
2007: Dopo una breve visita in Danimarca tornai nel mio studio a Pechino per un lungo periodo, da febbraio a dicembre. Questa volta mi concentrai sulla pittura ad olio, lavori di grafica, pitture ad inchiostro e, come speravo, anche sulle sculture. Dopo aver vinto la sfida di allestire il mio studio di Pechino, lavorai per la realizzazione di una mostra individuale alla One Moon Gallery di Pechino in autunno. Partecipai con una piccola esposizione individuale alla Fiera Internazionale dell’Arte, CIGE, a Pechino, Cina, all’inizio di maggio con la One Moon Gallery, suscitando grande interesse nelle altre gallerie e nei collezionisti. Feci un breve viaggio in Danimarca quell’estate per inaugurare la mia esposizione estiva. In autunno lavorai a Pechino, soprattutto sulla grafica, sulle stampe e sui quadri e alla preparazione del mio nuovo libro d’arte Response, che fu pubblicato nella primavera 2008. Partecipai alla mostra internazionale collettiva alla Galleria Artchanel a Pechino insieme ad Alessandro Rolandi, Ruggero Rossi, Wang Shugang e pochi altri. In dicembre mi recai a Berlino e poi in Italia per trascorrere il capodanno.
2008: L’anno cominciò con una grave perdita: la mia più cara amica Toni, vedova di Ansgar, morì all’età di soli 58 anni. Dopo aver trascorso il mese di gennaio in Italia, mi tenni molto occupata tutto febbraio con la preparazione di varie mostre in Europa. Da marzo tornai a Pechino per preparare la successiva mostra individuale alla One Moon Gallery di Pechino e l’uscita del libro.
2009: Terminai il mio lavoro in Cina e chiusi il mio studio e la stamperia di Feja Sun, Pechino (centro artistico BIAC). Nell’autunno del 2008 avevo inaugurato la Galleria Heike Arndt DK a Berlin-Friedrichshain in Germania. Per la prima mostra scegliemmo Hans Ticha, uno dei più noti illustratori di libri e pittori in Germania. La mostra venne realizzata in stretta collaborazione con la famosa casa editrice Büchergilde Gutenberg (info Hans Ticha). La mostra ottenne un tale successo che pensai di esportarla anche in Danimarca per il ventesimo anniversario della caduta del muro di Berlino a Kettinge. Presentai la mia opera alla esposizione a Masnesøfortudstilling (DK)e a Lys over Lolland (DK). Cominciai anche la preparazione delle mie future mostre in Italia nel 2010. Nell’estate del 2009 trovai un nuovo luogo dove creare uno spazio per uno studio di ceramica/scultura e per un atelier di pittura con delle stanze in cui ospitare altri artisti. Spero che questo possa essere realizzato entro la fine del prossimo anno. Ricevetti anche un invito dalle edizioni Tabor di Berlino a partecipare al loro Artcallenderproject del 2009 – proprio un onore.
12
giugno 2010
Heike Arndt – Where is home?
Dal 12 giugno al 10 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
MAC – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI LISSONE
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
martedì, mercoledì e venerdì 15-19
giovedì 15-23, sabato e domenica 10-12 / 15-19
lunedì chiuso chiuso al pubblico dal 31 luglio al 29 agosto 2010.
Vernissage
12 Giugno 2010, ore 18
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