In questa mostra Hemmes (Maurizio Stiaffini) si muove da fermo, i suoi strappi contrastano il tempo immergendolo in diluizioni di colore che simulano la degradazione.
Suggestivi e malinconici i paesaggi della memoria si strappano quasi a voler indicare le “possibilità” dello spazio/tela come mondo fluttuante – il velo inconsistente, effimero e dunque apparente, della realtà materiale.
La superficie finale ne risulta scomposta senza prospettiva/profondità, allontanata da un effetto/filtro volutamente onirico.
Frammenti dell’inconscio si accumulano per dar vita ad un complesso caleidoscopio di emozioni.