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Henk Olijve – L’uomo che non c’è
opere più recenti dell’artista
Comunicato stampa
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Sabato 25 novembre 2006 alle ore 17:00 presso lo spazio Entroterra, Via dei Biancospini, 2 – Milano, si inaugura la personale di Henk Olijve La mostra presenta il catalogo delle opere più recenti dell’artista con un titolo suggestivo dal titolo “L’uomo che non c’è”.
Dall’Olanda arriva la pittura silenziosa e minimalista di Henk Olive, dove emerge la figura maschile come parte indiscussa di una nuova figurazione. Henk Olijve utilizza infatti come medium di rappresentazione la sua fisicità, ossia la moltiplicazione di sé stesso, parabola di un essere uguale agli altri e partecipe di un microcosmo di sensibile vitalità. Un uomo, tanti uomini uguali e riflessi, silenti e muti, partecipi di un’azione assurda (cosa sta succedendo?cosa stanno facendo quegli uomini?) che suscita un senso di completo straniamento. L’uomo rappresentato è colto in un’atmosfera melanconica, in una sorta di vuoto esistenziale, in cui la solitudine fa da padrona facendo scaturire la sensazione di essere soli in un mondo troppo grande, un uomo assorto ed enigmatico che non vuole pensare alle cose da fare e al perché di esse : “tu sei solo contro la pazzia della società” dice l’artista.
L’uomo c’è dunque, ma è il paesaggio che manca, quasi inesistente se non con piccoli dettagli. L’uomo qui agisce come un fantasma, ma la sua è una presenza solida che ad alcuni ha persino ricordato l’uomo forte dell’iconografia del superuomo. Niente di più lontano: è un uomo pieno di dubbi, che prova ad imporre la sua presenza duplicandosi nello spazio, riempiendolo con i suoi gesti o con i suoi alter ego, con gli altri uomini.
L’artista si identifica con l’archetipo di uomo impacciato e si presta a rappresentare l’essere ed il divenire, recitando e sentendosi sempre lo sguardo di qualcuno che lo osserva. Mancano le parole e prevale il silenzio, il dubbio sulla prossima azione da compiere (o da non compiere).
L’uomo che non c’era, con la sua assenza fungeva da strumento per misurare il tempo e lo spazio: riempie un buco, sottolinea un vuoto, il silenzio allunga l’orizzonte di una stanza senza muri, come nella serie di opere in cui uomini attoniti e sospesi sono collocati in un cerchio, un buco indefinibile e senza proiezione. Si blocca in tensione sollevando un peso, si confonde con lo sfondo indefinito mentre solo gli oggetti secondari sottolineano il suo essere lì: le scarpe, i vestiti, le cornacchie, ma lui si dissolve come l’Uomo Invisibile.
Le maglie a righe sottolineano l’assurdo di un gioco di squadra impossibile, forse le righe sono solo elementi per dare una qualche stabilità alo spaio, che altrimenti ci lascerebbe un impressione di vacuità e precipizio; non c’è gioia in questi giocatori, non c’è l’uomo ma solo un replicante prigioniero di una situazione senza vie d’uscita. Non c’è possibilità di comunicazione nelle conversazioni del protagonista (ma lui qual è?); se si deve progettare una via di fuga si sa già che è impossibile.
Dall’Olanda arriva la pittura silenziosa e minimalista di Henk Olive, dove emerge la figura maschile come parte indiscussa di una nuova figurazione. Henk Olijve utilizza infatti come medium di rappresentazione la sua fisicità, ossia la moltiplicazione di sé stesso, parabola di un essere uguale agli altri e partecipe di un microcosmo di sensibile vitalità. Un uomo, tanti uomini uguali e riflessi, silenti e muti, partecipi di un’azione assurda (cosa sta succedendo?cosa stanno facendo quegli uomini?) che suscita un senso di completo straniamento. L’uomo rappresentato è colto in un’atmosfera melanconica, in una sorta di vuoto esistenziale, in cui la solitudine fa da padrona facendo scaturire la sensazione di essere soli in un mondo troppo grande, un uomo assorto ed enigmatico che non vuole pensare alle cose da fare e al perché di esse : “tu sei solo contro la pazzia della società” dice l’artista.
L’uomo c’è dunque, ma è il paesaggio che manca, quasi inesistente se non con piccoli dettagli. L’uomo qui agisce come un fantasma, ma la sua è una presenza solida che ad alcuni ha persino ricordato l’uomo forte dell’iconografia del superuomo. Niente di più lontano: è un uomo pieno di dubbi, che prova ad imporre la sua presenza duplicandosi nello spazio, riempiendolo con i suoi gesti o con i suoi alter ego, con gli altri uomini.
L’artista si identifica con l’archetipo di uomo impacciato e si presta a rappresentare l’essere ed il divenire, recitando e sentendosi sempre lo sguardo di qualcuno che lo osserva. Mancano le parole e prevale il silenzio, il dubbio sulla prossima azione da compiere (o da non compiere).
L’uomo che non c’era, con la sua assenza fungeva da strumento per misurare il tempo e lo spazio: riempie un buco, sottolinea un vuoto, il silenzio allunga l’orizzonte di una stanza senza muri, come nella serie di opere in cui uomini attoniti e sospesi sono collocati in un cerchio, un buco indefinibile e senza proiezione. Si blocca in tensione sollevando un peso, si confonde con lo sfondo indefinito mentre solo gli oggetti secondari sottolineano il suo essere lì: le scarpe, i vestiti, le cornacchie, ma lui si dissolve come l’Uomo Invisibile.
Le maglie a righe sottolineano l’assurdo di un gioco di squadra impossibile, forse le righe sono solo elementi per dare una qualche stabilità alo spaio, che altrimenti ci lascerebbe un impressione di vacuità e precipizio; non c’è gioia in questi giocatori, non c’è l’uomo ma solo un replicante prigioniero di una situazione senza vie d’uscita. Non c’è possibilità di comunicazione nelle conversazioni del protagonista (ma lui qual è?); se si deve progettare una via di fuga si sa già che è impossibile.
25
novembre 2006
Henk Olijve – L’uomo che non c’è
Dal 25 novembre 2006 al 10 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA ENTROTERRA
Brescia, Viale Della Bornata, 43 – ed. 13, (Brescia)
Brescia, Viale Della Bornata, 43 – ed. 13, (Brescia)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15-19
Vernissage
25 Novembre 2006, ore 17.30-21
Autore