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Henri Chopin – Graphpoemachines
Sculture magnetiche e dattilopoemi
Comunicato stampa
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Zero gravità e l¹Archivio F. Conz di Verona presentano le nuove opere di un altro grande artista multimediale, Henri Chopin. Impavido ed elegante precursore dei tempi, come poeta, pittore, tipografo, artista grafico, artista di performance, regista e sperimentatore di registrazioni, Henri Chopin è una figura chiave dell¹avanguardia francese negli anni '50, e ‘60: artista prolifico e autore instancabile anche nei ruoli di editore e promotore artistico indipendente, punto focale per molti artisti nell¹ambito della poesia sonora, testo-suono, audio-audio-poems e altri esperimenti del suono.
Chopin, per promuovere la poesia sonora contemporanea, pubblica il giornale Cinquième Saison dal ‘59 al ‘63 e la rivista Ou con annotazioni fonografiche dal ‘64 al ‘74, che raduna molti degli artisti dell¹avanguardia europea e americana, dal Dadaistmo come Hausmann, all¹Ultraletterismo come Dufrène, gli artisti svedesi del testo-suono come Hodell e Sten Hanson, Bob Cobbing, Brion Gyson e William Burroughs, tra gli altri, così come se stesso con il proprio lavoro.
Nel 1979 pubblica a Parigi Poesia Sonora Internazionale, un atlante letterario della poesia francese.
Chopin utilizza gli apparecchi nel suo studio, ma entro gli anni ‘70 trasmette da alcuni degli studi migliori d¹Europa, compresi l¹Atelier de Création, Francia radiofonica, lo studio di Fylkingen, Stoccolma e lo studio di Wdr, Colonia.
Ispirato dal primo Dadaismo, Chopin inizia i suoi esperimenti verso il 1950 e registra alcuni dei poeti più anziani, come Raoul Hausmann, (cofondatore di Berlino Dada, 1918). Ma la sua poesia del sonoro o del suono della poesia, per mezzo di voce e registratore a nastro magnetico, va molto lontano, oltre la parola: la “lingua del corpo” e le “microparticelle linguistiche” diventano gli ingredienti principali della sua costruzione poetica. Henri Chopin apre a nuovi sensi: andando oltre la separazione fra musica e linguaggio scopre una metrica fantastica, l¹infinito canto dei rumori corporali con l'ausilio delle nuove macchine elettroniche.
La poesia sonora Dada elabora ancora lettere, Chopin si concentra sull'essenza pura dei suoni, su ciò di cui la voce è capace. Il suo lavoro indica come la tecnologia può ridefinire la poesia sonora. L'introduzione del microfono nella cavità orale permette di ascoltare più suoni simultaneamente rivelando sonorità ancestrali. Il poema è un fluxus liquido della biologia microscopica, ma la sua poetica è esistenzialista. Questi rumori interiori, normalmente inascoltabili, restituiscono una creatura mai udita, le cui infinitesimali differenze divengono evidenti grazie alla smisurata amplificazione.
Insieme a queste ricerche sperimenta la poesia visiva con i suoi poemi a macchina da scrivere - dattilopoemi - che utilizzano le lettere dattilografate per generare immagini visive.
”Si possono creare presenze animate... quasi oggetti favolosi che pare riacquistino una vita nuova, fermo restando il diritto di nascere e darsi da fare nell'inutilità... o in qualche forma d¹utilità, per non aggiunger altro...” Henri Chopin
Chopin, per promuovere la poesia sonora contemporanea, pubblica il giornale Cinquième Saison dal ‘59 al ‘63 e la rivista Ou con annotazioni fonografiche dal ‘64 al ‘74, che raduna molti degli artisti dell¹avanguardia europea e americana, dal Dadaistmo come Hausmann, all¹Ultraletterismo come Dufrène, gli artisti svedesi del testo-suono come Hodell e Sten Hanson, Bob Cobbing, Brion Gyson e William Burroughs, tra gli altri, così come se stesso con il proprio lavoro.
Nel 1979 pubblica a Parigi Poesia Sonora Internazionale, un atlante letterario della poesia francese.
Chopin utilizza gli apparecchi nel suo studio, ma entro gli anni ‘70 trasmette da alcuni degli studi migliori d¹Europa, compresi l¹Atelier de Création, Francia radiofonica, lo studio di Fylkingen, Stoccolma e lo studio di Wdr, Colonia.
Ispirato dal primo Dadaismo, Chopin inizia i suoi esperimenti verso il 1950 e registra alcuni dei poeti più anziani, come Raoul Hausmann, (cofondatore di Berlino Dada, 1918). Ma la sua poesia del sonoro o del suono della poesia, per mezzo di voce e registratore a nastro magnetico, va molto lontano, oltre la parola: la “lingua del corpo” e le “microparticelle linguistiche” diventano gli ingredienti principali della sua costruzione poetica. Henri Chopin apre a nuovi sensi: andando oltre la separazione fra musica e linguaggio scopre una metrica fantastica, l¹infinito canto dei rumori corporali con l'ausilio delle nuove macchine elettroniche.
La poesia sonora Dada elabora ancora lettere, Chopin si concentra sull'essenza pura dei suoni, su ciò di cui la voce è capace. Il suo lavoro indica come la tecnologia può ridefinire la poesia sonora. L'introduzione del microfono nella cavità orale permette di ascoltare più suoni simultaneamente rivelando sonorità ancestrali. Il poema è un fluxus liquido della biologia microscopica, ma la sua poetica è esistenzialista. Questi rumori interiori, normalmente inascoltabili, restituiscono una creatura mai udita, le cui infinitesimali differenze divengono evidenti grazie alla smisurata amplificazione.
Insieme a queste ricerche sperimenta la poesia visiva con i suoi poemi a macchina da scrivere - dattilopoemi - che utilizzano le lettere dattilografate per generare immagini visive.
”Si possono creare presenze animate... quasi oggetti favolosi che pare riacquistino una vita nuova, fermo restando il diritto di nascere e darsi da fare nell'inutilità... o in qualche forma d¹utilità, per non aggiunger altro...” Henri Chopin
17
giugno 2006
Henri Chopin – Graphpoemachines
Dal 17 giugno al 23 luglio 2006
arte contemporanea
Location
VILLA CERNIGLIARO
Sordevolo, Via Clemente Vercellone, 4, (Biella)
Sordevolo, Via Clemente Vercellone, 4, (Biella)
Orario di apertura
venerdì, sabato, domenica 14-19
Vernissage
17 Giugno 2006, ore 18
Autore
Curatore