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Herbert Voss e il Gargano, presenza e memoria
E’ esposta una parte importante della produzione di Voss (1913-1971) formatosi in Germania e approdato negli anni ‘60, nel cuore del Gargano, le cui atmosfere e la cui gente segnarono indelebilmente la sua sensibilità e le sue opere.
Comunicato stampa
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La galleria espositiva della sede di Via Arpi 152, a Foggia, la mostra Herbert Voss e il Gargano, presenza e memoria, organizzata dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia.
E’ esposta una parte importante della produzione di Voss (1913-1971) formatosi in Germania e approdato negli anni ‘60, nel cuore del Gargano, le cui atmosfere e la cui gente segnarono indelebilmente la sua sensibilità e le sue opere.
«Con questa esposizione dedicata a Herbert Voss -ha scritto il prof. Saverio Russo, presidente della Fondazione Banca del Monte di Foggia, nel catalogo che accompagna la mostra- si completa il trittico degli artisti tedeschi cui la Fondazione ha riservato, negli ultimi anni, ricerche, cataloghi e una o più mostre. Da quella su Beuys, alle cinque (una sesta è programmata per gennaio 2016) su Alfredo Bortoluzzi, tedesco di nascita e di formazione, ma di origini italiane, all’ultima, dedicata al meno noto Voss, abbiamo inteso documentare, con un lungo lavoro di ricerca, il percorso umano ed artistico che portò uomini diversi per formazione e cifra stilistica in Capitanata e sul Gargano».
La mostra antologica di Voss, che ha richiesto anni di preparazione e ricerche, dopo il primo input venuto da Matteo Accarrino, pittore, acquerellista, incisore e scultore di Monte Sant’Angelo, che fu incoraggiato ad intraprendere l’attività artistica proprio da Voss e col tempo acquisì meriti notevoli, fino a diventare docente di incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, di cui è stato anche direttore.
La mostra foggiana presenta sessantasei opere di Voss, tra acquerelli, oli, tecniche miste, vernici e dietro vetro dell'artista tedesco, e se pure, prosegue Russo, «per le ragioni più varie, non ha potuto contare sulla disponibilità di molti collezionisti, è certamente la più completa organizzata in tutti questi anni trascorsi dalla sua morte, avvenuta nel 1971».
Tre i curatori della mostra e del relativo catalogo, Stefan Nienhaus, Guido Pensato e Gaetano Cristino. Il primo ha ricostruito le vicende private e professionali dell'artista (Schöningen, 1913 - Berlino, 1971) nonostante la scarsità di documenti. «Nel caso di Herbert Voss -scrive Nienhaus- i documenti inconfutabili sono pochissimi, e buona parte della ricerca sulla vita e sulle attività deve necessariamente far ricorso alle testimonianze di amici e ai ricordi delle persone che lo hanno conosciuto e ne hanno conservato un'immagine a tanta distanza dal vissuto». Certo è che la parte più documentata della vita dell'artista è quella relativa al suo periodo pugliese. E particolarmente agli anni in cui visse a Monte Sant'Angelo dove inizia una stagione di grande produttività e speranze.
Guido Pensato ha esplorato invece "la storia umana e creativa" dei tre artisti tedeschi che maggiormente hanno intrecciato la loro esistenza con la Capitanata e il Gargano: Joseph Beuys, Alfredo Bortoluzzi ed Herbert Voss. «Alla metà del secolo scorso -dice Pensato- come per secoli e ancora oggi, presso la società dei viaggiatori, dei visitatori e dei turisti colti, il Gargano rinvia ai simboli, ai valori, alle immagini che esso ha evocato nelle opere del passato: a quelli della storia religiosa e artistica, delle storie narrate da studiosi e artisti e di quelle costruite, custodite e trasmesse dalla cultura popolare. Di questo Beuys, Bortoluzzi e Voss saranno, qui e altrove, in modi e con esiti diversissimi, testimoni e protagonisti».
All'analisi critica dell'opera di Voss ha provveduto a sua volta Gaetano Cristino, per il quale le opere di Voss «sono espressive delle profonde inquietudini che agitavano la coscienza degli artisti, e soprattutto degli artisti tedeschi, negli anni del dopoguerra. Esse testimoniano infatti di un artista di grande sensibilità e talento, che padroneggiava molte tecniche, le cui creazioni esplorano a un tempo due mondi meravigliosi, il mondo reale e quello interiore, spesso collocandosi in maniera originale al loro crocevia».
Oltre ai saggi dei curatori, il catalogo contiene anche testimonianze e ricordi di Matteo Accarrino, Antonietta Notarangelo, Pasquale Armillotta, Giuseppe Azzarone, Giovanni Piemontese, ed un'antologica di scritti di e su Herbert Voss.
E’ esposta una parte importante della produzione di Voss (1913-1971) formatosi in Germania e approdato negli anni ‘60, nel cuore del Gargano, le cui atmosfere e la cui gente segnarono indelebilmente la sua sensibilità e le sue opere.
«Con questa esposizione dedicata a Herbert Voss -ha scritto il prof. Saverio Russo, presidente della Fondazione Banca del Monte di Foggia, nel catalogo che accompagna la mostra- si completa il trittico degli artisti tedeschi cui la Fondazione ha riservato, negli ultimi anni, ricerche, cataloghi e una o più mostre. Da quella su Beuys, alle cinque (una sesta è programmata per gennaio 2016) su Alfredo Bortoluzzi, tedesco di nascita e di formazione, ma di origini italiane, all’ultima, dedicata al meno noto Voss, abbiamo inteso documentare, con un lungo lavoro di ricerca, il percorso umano ed artistico che portò uomini diversi per formazione e cifra stilistica in Capitanata e sul Gargano».
La mostra antologica di Voss, che ha richiesto anni di preparazione e ricerche, dopo il primo input venuto da Matteo Accarrino, pittore, acquerellista, incisore e scultore di Monte Sant’Angelo, che fu incoraggiato ad intraprendere l’attività artistica proprio da Voss e col tempo acquisì meriti notevoli, fino a diventare docente di incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, di cui è stato anche direttore.
La mostra foggiana presenta sessantasei opere di Voss, tra acquerelli, oli, tecniche miste, vernici e dietro vetro dell'artista tedesco, e se pure, prosegue Russo, «per le ragioni più varie, non ha potuto contare sulla disponibilità di molti collezionisti, è certamente la più completa organizzata in tutti questi anni trascorsi dalla sua morte, avvenuta nel 1971».
Tre i curatori della mostra e del relativo catalogo, Stefan Nienhaus, Guido Pensato e Gaetano Cristino. Il primo ha ricostruito le vicende private e professionali dell'artista (Schöningen, 1913 - Berlino, 1971) nonostante la scarsità di documenti. «Nel caso di Herbert Voss -scrive Nienhaus- i documenti inconfutabili sono pochissimi, e buona parte della ricerca sulla vita e sulle attività deve necessariamente far ricorso alle testimonianze di amici e ai ricordi delle persone che lo hanno conosciuto e ne hanno conservato un'immagine a tanta distanza dal vissuto». Certo è che la parte più documentata della vita dell'artista è quella relativa al suo periodo pugliese. E particolarmente agli anni in cui visse a Monte Sant'Angelo dove inizia una stagione di grande produttività e speranze.
Guido Pensato ha esplorato invece "la storia umana e creativa" dei tre artisti tedeschi che maggiormente hanno intrecciato la loro esistenza con la Capitanata e il Gargano: Joseph Beuys, Alfredo Bortoluzzi ed Herbert Voss. «Alla metà del secolo scorso -dice Pensato- come per secoli e ancora oggi, presso la società dei viaggiatori, dei visitatori e dei turisti colti, il Gargano rinvia ai simboli, ai valori, alle immagini che esso ha evocato nelle opere del passato: a quelli della storia religiosa e artistica, delle storie narrate da studiosi e artisti e di quelle costruite, custodite e trasmesse dalla cultura popolare. Di questo Beuys, Bortoluzzi e Voss saranno, qui e altrove, in modi e con esiti diversissimi, testimoni e protagonisti».
All'analisi critica dell'opera di Voss ha provveduto a sua volta Gaetano Cristino, per il quale le opere di Voss «sono espressive delle profonde inquietudini che agitavano la coscienza degli artisti, e soprattutto degli artisti tedeschi, negli anni del dopoguerra. Esse testimoniano infatti di un artista di grande sensibilità e talento, che padroneggiava molte tecniche, le cui creazioni esplorano a un tempo due mondi meravigliosi, il mondo reale e quello interiore, spesso collocandosi in maniera originale al loro crocevia».
Oltre ai saggi dei curatori, il catalogo contiene anche testimonianze e ricordi di Matteo Accarrino, Antonietta Notarangelo, Pasquale Armillotta, Giuseppe Azzarone, Giovanni Piemontese, ed un'antologica di scritti di e su Herbert Voss.
31
ottobre 2015
Herbert Voss e il Gargano, presenza e memoria
Dal 31 ottobre al 05 dicembre 2015
arte moderna e contemporanea
Location
FONDAZIONE DEI MONTI UNITI DI FOGGIA
Foggia, Via Arpi, 152, (Foggia)
Foggia, Via Arpi, 152, (Foggia)
Orario di apertura
Dal lunedì al sabato: 9-12,30: 17-20
Vernissage
31 Ottobre 2015, h 18.00
Autore
Curatore