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Here After
Here After nasce dalla collaborazione tra Patrich Jolley, Rebecca Trost e Inger Lise Hansen nel marzo 2003 quando hanno avviato il grande lavoro di indagine e riprese da cui ha preso forma il film.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Patrick Jolley, artista irlandese, impegnato sulla scena internazionale europea e americana da diversi anni e presente nei più importanti festival del cinema con le sue opere cinematografiche.
Pantani Surace che lavorano in coppia dal 1995, muovendosi come una sorta di contemporanei alchimisti interessati alla mutevolezza delle cose e dei fenomeni natutrali.
Per la mostra gli artisti hanno realizzato due installazioni molto complesse che si strutturano in diverse parti.
Here After nasce dalla collaborazione tra Patrich Jolley, Rebecca Trost e Inger Lise Hansen nel marzo 2003 quando, su commissione e in collaborazione con la Breaking Ground e il Ballynum, hanno avviato il grande lavoro di indagine e riprese da cui ha preso forma il film.
Il progetto origina da un interesse comune per i luoghi abbandonati. Gli artisti hanno preso spunto da tale interesse per esplorare e fare esperimenti con la fisicità degli spazi in disuso dei Shangan block. Intenzionati ad usare gli spazi svuotati ed infine demoliti del vecchio Ballymun, essi si sono poi concentrati sugli appartamenti di Shangan. Girato in Super 8 e pellicola di 16 mm, senza l’ausilio di luce artificiale, il film mostra in un rigoroso bianco e nero gli spazi vuoti, distrutti e gli oggetti abbandonati, lasciati dagli ex inquilini: materassi, un sofà fuori moda, una poltrona, tende di pizzo, mensole, uno schermo da computer, piatti, tappeti, libri, documenti e scritti. Sono ancora visibili le tracce delle famiglie che lì vivevano: adesivi attaccati ai muri nella camera dei bambini, una giacca solitaria appesa in un armadietto a muro, un vaso sulla finestra della cucina. Questi oggetti si trovano in una specie di limbo, abbandonati ma non propriamente gettati via: e in questa condizione acquistano qui una vita propria, un corpo e talvolta una strana ironia, mescolata al senso di malinconia che comunemente investe i luoghi consegnati al passato. Nel film la casa, gli ambienti diventano popolati dal non vivo. Tutto risulta assurdo e comico allo stesso tempo, tanto che gli stessi oggetti, prima goffi, si caricano ora di un’eco antropomorfo. In sequenze analoghe un mucchio di materassi vibra e sussulta, piastrelle di linoleum si sollevano e si arricciano sul pavimento, i tappeti sospirano e si avverte il rigurgito dell’imbottitura di un divano. E’ la trasformazione in atto di un luogo morto e solo, in vivente, carico di energie seppur privo di presenze umane.
Pantani Surace che lavorano in coppia dal 1995, muovendosi come una sorta di contemporanei alchimisti interessati alla mutevolezza delle cose e dei fenomeni natutrali.
Per la mostra gli artisti hanno realizzato due installazioni molto complesse che si strutturano in diverse parti.
Here After nasce dalla collaborazione tra Patrich Jolley, Rebecca Trost e Inger Lise Hansen nel marzo 2003 quando, su commissione e in collaborazione con la Breaking Ground e il Ballynum, hanno avviato il grande lavoro di indagine e riprese da cui ha preso forma il film.
Il progetto origina da un interesse comune per i luoghi abbandonati. Gli artisti hanno preso spunto da tale interesse per esplorare e fare esperimenti con la fisicità degli spazi in disuso dei Shangan block. Intenzionati ad usare gli spazi svuotati ed infine demoliti del vecchio Ballymun, essi si sono poi concentrati sugli appartamenti di Shangan. Girato in Super 8 e pellicola di 16 mm, senza l’ausilio di luce artificiale, il film mostra in un rigoroso bianco e nero gli spazi vuoti, distrutti e gli oggetti abbandonati, lasciati dagli ex inquilini: materassi, un sofà fuori moda, una poltrona, tende di pizzo, mensole, uno schermo da computer, piatti, tappeti, libri, documenti e scritti. Sono ancora visibili le tracce delle famiglie che lì vivevano: adesivi attaccati ai muri nella camera dei bambini, una giacca solitaria appesa in un armadietto a muro, un vaso sulla finestra della cucina. Questi oggetti si trovano in una specie di limbo, abbandonati ma non propriamente gettati via: e in questa condizione acquistano qui una vita propria, un corpo e talvolta una strana ironia, mescolata al senso di malinconia che comunemente investe i luoghi consegnati al passato. Nel film la casa, gli ambienti diventano popolati dal non vivo. Tutto risulta assurdo e comico allo stesso tempo, tanto che gli stessi oggetti, prima goffi, si caricano ora di un’eco antropomorfo. In sequenze analoghe un mucchio di materassi vibra e sussulta, piastrelle di linoleum si sollevano e si arricciano sul pavimento, i tappeti sospirano e si avverte il rigurgito dell’imbottitura di un divano. E’ la trasformazione in atto di un luogo morto e solo, in vivente, carico di energie seppur privo di presenze umane.
26
marzo 2004
Here After
Dal 26 marzo al 22 maggio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA ENRICOFORNELLO
Prato, Via Giuseppe Paolini, 21, (Prato)
Prato, Via Giuseppe Paolini, 21, (Prato)
Orario di apertura
mart – sab 11-13 15-20
Vernissage
26 Marzo 2004, ore 18.00