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Heroes
Le sale e le terrazze del Castello di Gallipoli ospitano – in anteprima nazionale – un percorso di visioni e racconti, un pulsare di simboli e atti simbolici. Eroi tra arte e design a cura di Renzo Buttazzo e LRJLB[[]]Lara Bobbio con le opere di Ada Mazzei, Andrea Buttazzo, Andrea Epifani, Daniele dell’Angelo Custode, Giuseppe Maietta, Massimo Maci, Monica Righi, Oronzo de Stradis, Peppino Campanella, Paolo Guido, Tonio Pede.
L’inaugurazione vedrà la partecipazione della cantante lirica cinese Hongmei Nie
Comunicato stampa
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Dal 26 giugno le sale e le terrazze del Castello di Gallipoli, in provincia di Lecce, ospitano - in anteprima nazionale - Heroes, un percorso di visioni e racconti, un pulsare di simboli e atti simbolici. Eroi tra arte e design ad opera di Renzo Buttazzo e LRJLB[[]]Lara Bobbio. Segni, assemblamenti, fusioni, opere che si legano, si animano, in un dialogo in continuo mutamento. Testimonianza tangibile di un linguaggio contemporaneo immerso nel contemporaneo stesso e le sue criticità. Heroes coinvolgerà gli artisti Ada Mazzei, Andrea Buttazzo, Andrea Epifani, Daniele dell’Angelo Custode, Giuseppe Maietta, Massimo Maci, Monica Righi, Oronzo de Stradis, Peppino Campanella, Paolo Guido, Tonio Pede, Renzo Buttazzo e LRJLB[[]]Lara Bobbio. L'inaugurazione del 25 giugno (ore 19.30 - ingresso su invito) vedrà anche la partecipazione di Hongmei Nie considerata da molta critica la più grande cantante lirica cinese del mondo, grazie alle sue alte qualità vocali che le permettono di passare con naturalezza dal bel canto ad una personalissima interpretazione della musica moderna.
Tredici artisti in mostra, si compongono a formare il numero “quattro”, il più perfetto tra i numeri, radice di tutte le cose. Prima potenza matematica, virtù generatrice da cui derivano tutte le combinazioni. Emblema del moto e dell’infinito, del sensibile, del corporeo e dell’incorporeo. Esso è il numero della materia, manifestazione di ciò che è concreto e permanente. Il Castello ne è il suo simbolo, memoria, racconto immutabile e immutato di un tempo costruito da eroi, piattaforma di dialogo col presente, proiezione sul futuro. Quattro sono gli elementi della natura, Quattro i punti cardinali, Quattro il numero della concretezza, dell’ordine, della logica, della ragione, dell’orientamento. In un momento storico denso di linguaggi, una sottile linea rossa che conduce alle dimensioni del vivere e del “sopravvivere”. Eroi di un mondo confuso in lotta per la sopravvivenza. Omaggiando e fondendosi con “Il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto (ospitato al centro della Piazza d'Armi del Castello) Heroes racconterà il coraggio, la forza creatrice, il pulsare della vita, la materia. La mostra ospiterà un’installazione del CETMA di Brindisi, centro di ricerca applicata allo sviluppo sperimentale e trasferimento tecnologico di materiali avanzati e una performance di Stone-Balancing a cura di Simone Franco. L’evento si aprirà con atti performativi e happening curati da CPA#RT Creative Project Agency che, con un corollario di appuntamenti diurni e notturni, Art After Dark, interesseranno l’intero periodo espositivo.
Per tutta l'estate prosegue anche la mostra "La prima Aurora” di Simone Cerio. Il reporter ha realizzato per Emergency un progetto fotografico composto da venticinque storie di migranti sbarcati sulle coste siciliane. Un viaggio tra oggetti recuperati, portati da Paesi lontani, abbandonati per strada e reinterpretati che offrono al visitatore la possibilità di un’approfondita riflessione sulla condizione di migrante. «La mia famiglia è stata perseguitata per motivi politici e io sono stato costretto a lasciare tutto. Mi sono portato dietro solo ricordi, queste fotografie sul cellulare: i miei amici, la squadra di calcio in cui giocavo, mille selfie, i tramonti, la mia ragazza. E poi c'è questa foto. È venuta bene vero? L’ho fatta con lo zoom». Gli occhi di Ibrahim luccicano mentre mostra la fotografia dei gommoni finalmente tratti in salvo. È arrivato in Sicilia dall’Eritrea e, nel Centro di prima accoglienza Umberto I di Siracusa, aspetta di capire se potrà rimanere in Italia. Tutta la sua vita fino a quel momento è nel cellulare che mostra fiero al medico di Emergency che lo sta visitando. Il progetto “La prima Aurora” nasce dal desiderio di raccontare la storia di Ibrahim e dei migranti che arrivano sulle coste italiane. Sbarcano nei porti prostrati dal viaggio, senza forze, e si accalcano sulla banchina in attesa di capire che cosa succederà. Pochi sanno da dove vengono, che cosa cercano e chi sono. Simone Cerio ha visitato i luoghi di sbarco e di prima accoglienza dove Emergency lavora. Dall’incontro con i migranti è nato un ritratto corale da cui emergono racconti e oggetti legati al viaggio attraverso il deserto, alla traversata in mare e all’arrivo in Sicilia: lettere e fotografie, piccoli gioielli o ricordi di famiglia, un giocattolo trovato per strada, un paio di scarpe, un orologio da bambino. Oggetti trovati nella spazzatura o regalati dai passanti, ma capaci di colmare tempo e memoria, piccole ancore di salvezza per i momenti difficili. In attesa di mettere radici. «La Prima Aurora – sottolinea Cerio - è un corpo di fotografie “ritagliate” dal contesto in cui il soggetto è inserito che sposta l’attenzione dalla drammaticità dell’evento alla persona come essere unico ed esclusivo, scevro di qualsiasi caratterizzante, come lo spazio che ne identifica la condizione attuale. Gli oggetti, per lo più trovati nel luogo di transito, diventano simboli della dignità quotidiana che questi protagonisti tentano di recuperare, una volta chiusa la fase di separazione dalla propria terra».
Dal luglio 2014 è stato reso fruibile un percorso di visita del Castello di Gallipoli che mira a ricostruire la storia della città e dell’antico maniero, senza alterarne il carattere e senza avere la pretesa di essere un restauro integrale del monumento che richiederebbe ben altre risorse per ritornare agli antichi splendori. Il castello si erge all'ingresso del borgo antico di Gallipoli, città da sempre fortificata e, per la sua posizione strategica, contesa. È circondato quasi completamente dal mare. Ha pianta quadrata con torrioni angolari, di cui uno poligonale. Nei periodi successivi furono effettuati numerosi interventi di ristrutturazione e fortificazione. I lavori più importanti vennero progettati dagli Aragonesi. Quando il Duca Alfonso di Calabria venne nel Salento tra il 1491 e il 1492, condusse con sé il celebre architetto militare senese Francesco di Giorgio Martini e volle che questi rinnovasse le fortezze salentine secondo i progressi dell'arte della guerra, che tendeva ad abbandonare la conformazione quadrilatera ereditata dal sistema romano per passare al pentagono. Il senese, non potendo demolire e ricostruire ex novo, ideò il “Rivellino” mediante il quale rese di forma pentagonale l’intero maniero. Prima dell'Unità d'Italia, quando nel 1857 il castello venne radiato dal Novero delle fortezze del Regno Borbonico, perse la sua funzione difensiva, ma mantenne e anzi intensificò la sua funzione civile e soprattutto commerciale. Durante il 1800 divenne deposito di sali e tabacchi, oltre che sede della Dogana nel 1882 e, successivamente, sede della 17^ Legione della Guardia di Finanza.
Tredici artisti in mostra, si compongono a formare il numero “quattro”, il più perfetto tra i numeri, radice di tutte le cose. Prima potenza matematica, virtù generatrice da cui derivano tutte le combinazioni. Emblema del moto e dell’infinito, del sensibile, del corporeo e dell’incorporeo. Esso è il numero della materia, manifestazione di ciò che è concreto e permanente. Il Castello ne è il suo simbolo, memoria, racconto immutabile e immutato di un tempo costruito da eroi, piattaforma di dialogo col presente, proiezione sul futuro. Quattro sono gli elementi della natura, Quattro i punti cardinali, Quattro il numero della concretezza, dell’ordine, della logica, della ragione, dell’orientamento. In un momento storico denso di linguaggi, una sottile linea rossa che conduce alle dimensioni del vivere e del “sopravvivere”. Eroi di un mondo confuso in lotta per la sopravvivenza. Omaggiando e fondendosi con “Il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto (ospitato al centro della Piazza d'Armi del Castello) Heroes racconterà il coraggio, la forza creatrice, il pulsare della vita, la materia. La mostra ospiterà un’installazione del CETMA di Brindisi, centro di ricerca applicata allo sviluppo sperimentale e trasferimento tecnologico di materiali avanzati e una performance di Stone-Balancing a cura di Simone Franco. L’evento si aprirà con atti performativi e happening curati da CPA#RT Creative Project Agency che, con un corollario di appuntamenti diurni e notturni, Art After Dark, interesseranno l’intero periodo espositivo.
Per tutta l'estate prosegue anche la mostra "La prima Aurora” di Simone Cerio. Il reporter ha realizzato per Emergency un progetto fotografico composto da venticinque storie di migranti sbarcati sulle coste siciliane. Un viaggio tra oggetti recuperati, portati da Paesi lontani, abbandonati per strada e reinterpretati che offrono al visitatore la possibilità di un’approfondita riflessione sulla condizione di migrante. «La mia famiglia è stata perseguitata per motivi politici e io sono stato costretto a lasciare tutto. Mi sono portato dietro solo ricordi, queste fotografie sul cellulare: i miei amici, la squadra di calcio in cui giocavo, mille selfie, i tramonti, la mia ragazza. E poi c'è questa foto. È venuta bene vero? L’ho fatta con lo zoom». Gli occhi di Ibrahim luccicano mentre mostra la fotografia dei gommoni finalmente tratti in salvo. È arrivato in Sicilia dall’Eritrea e, nel Centro di prima accoglienza Umberto I di Siracusa, aspetta di capire se potrà rimanere in Italia. Tutta la sua vita fino a quel momento è nel cellulare che mostra fiero al medico di Emergency che lo sta visitando. Il progetto “La prima Aurora” nasce dal desiderio di raccontare la storia di Ibrahim e dei migranti che arrivano sulle coste italiane. Sbarcano nei porti prostrati dal viaggio, senza forze, e si accalcano sulla banchina in attesa di capire che cosa succederà. Pochi sanno da dove vengono, che cosa cercano e chi sono. Simone Cerio ha visitato i luoghi di sbarco e di prima accoglienza dove Emergency lavora. Dall’incontro con i migranti è nato un ritratto corale da cui emergono racconti e oggetti legati al viaggio attraverso il deserto, alla traversata in mare e all’arrivo in Sicilia: lettere e fotografie, piccoli gioielli o ricordi di famiglia, un giocattolo trovato per strada, un paio di scarpe, un orologio da bambino. Oggetti trovati nella spazzatura o regalati dai passanti, ma capaci di colmare tempo e memoria, piccole ancore di salvezza per i momenti difficili. In attesa di mettere radici. «La Prima Aurora – sottolinea Cerio - è un corpo di fotografie “ritagliate” dal contesto in cui il soggetto è inserito che sposta l’attenzione dalla drammaticità dell’evento alla persona come essere unico ed esclusivo, scevro di qualsiasi caratterizzante, come lo spazio che ne identifica la condizione attuale. Gli oggetti, per lo più trovati nel luogo di transito, diventano simboli della dignità quotidiana che questi protagonisti tentano di recuperare, una volta chiusa la fase di separazione dalla propria terra».
Dal luglio 2014 è stato reso fruibile un percorso di visita del Castello di Gallipoli che mira a ricostruire la storia della città e dell’antico maniero, senza alterarne il carattere e senza avere la pretesa di essere un restauro integrale del monumento che richiederebbe ben altre risorse per ritornare agli antichi splendori. Il castello si erge all'ingresso del borgo antico di Gallipoli, città da sempre fortificata e, per la sua posizione strategica, contesa. È circondato quasi completamente dal mare. Ha pianta quadrata con torrioni angolari, di cui uno poligonale. Nei periodi successivi furono effettuati numerosi interventi di ristrutturazione e fortificazione. I lavori più importanti vennero progettati dagli Aragonesi. Quando il Duca Alfonso di Calabria venne nel Salento tra il 1491 e il 1492, condusse con sé il celebre architetto militare senese Francesco di Giorgio Martini e volle che questi rinnovasse le fortezze salentine secondo i progressi dell'arte della guerra, che tendeva ad abbandonare la conformazione quadrilatera ereditata dal sistema romano per passare al pentagono. Il senese, non potendo demolire e ricostruire ex novo, ideò il “Rivellino” mediante il quale rese di forma pentagonale l’intero maniero. Prima dell'Unità d'Italia, quando nel 1857 il castello venne radiato dal Novero delle fortezze del Regno Borbonico, perse la sua funzione difensiva, ma mantenne e anzi intensificò la sua funzione civile e soprattutto commerciale. Durante il 1800 divenne deposito di sali e tabacchi, oltre che sede della Dogana nel 1882 e, successivamente, sede della 17^ Legione della Guardia di Finanza.
25
giugno 2016
Heroes
Dal 25 giugno al 02 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI GALLIPOLI
Gallipoli, Piazza Matteo Renato Imbriani, (Lecce)
Gallipoli, Piazza Matteo Renato Imbriani, (Lecce)
Biglietti
Intero 5 euro - Ridotto 3 euro
Orario di apertura
giugno e settembre dalle 10.00 alle 21.00; luglio e agosto dalle 10.00 alle 24.00. Aperto tutti i giorni
Vernissage
25 Giugno 2016, ore 19.30
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