Una mostra a due voci, opposte e contigue, unite nel segno di una continuità mai immobile e accomunate esclusivamente da un legame al classicismo in costante rielaborazione contemporanea tipico della cultura nipponica.

Una mostra che è anche un viaggio, mentale e sensoriale, attraverso spazio, luce e colore: il giovane Shinnya Sakurai, con i suoi suggestivi tessuti tinti con la tecnica dello Shybori (una sorta di “batik orientale”), che ritaglia nello spazio una quinta scenica tendente a ricreare l’infinito in un mondo artefatto; il maestro Horiki Katsutomi, con il senso di eterno e la poesia dei suoi quadri minimali e pressoché monocromi, nella sconfinata ricerca di un’Itaca mai raggiunta, quasi a testimoniare che entro i confini delle sue tele non vi è nulla di finito.



Horiki Katsutomi, nato a Tokio nel 1929, vive e lavora in Italia dal 1969. Espone in mostre personali e collettive in Italia e all’estero dal 1972.

Shinnya Sakurai è nato a Hiroshima nel 1981, laureato in Belle Arti all’università di Osaka, frequenta ora l’Accademia Albertina di Torino. Ha esposto i suoi lavori in Giappone ed è alla sua prima mostra a torino.



Con la collaborazione dell’associazione interculturale italo-giapponese SAKURA e dell’associazione culturale PHI di Borgo d’Ale (VC).