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Horror Vacui
Horror Vacui, locuzione latina che significa letteralmente “paura del vuoto”, è un evento artistico in cui la costante del bianco nelle tele e nelle installazioni conducono lo spettatore ad una visione del tutto differente del concetto di vuoto, non più alienante e atterrente bensì dimensione altra alla quale avvicinarsi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sede: Punto. Temporary Gallery, via Tommaso Lauri n. 5, 62100-Macerata
Titolo mostra: Horror Vacui
Vernissage: Sabato 1 febbraio 2014
Chiusura: 15 febbraio 2014
Horror Vacui, locuzione latina che significa letteralmente “paura del vuoto”, è un evento artistico in cui la costante del bianco nelle tele e nelle installazioni conducono lo spettatore ad una visione del tutto differente del concetto di vuoto, non più alienante e atterrente bensì dimensione altra alla quale avvicinarsi.
Nella percezione comune il vuoto è dato visivamente dal bianco ed a livello uditivo dal silenzio. Tuttavia, in arte e in fisica, il bianco contiene precisamente tutti i colori dello spettro elettromagnetico mentre il silenzio assoluto risulta un’utopia poiché l’atmosfera stessa o il corpo umano producono suoni inevitabili.
Horror vacui presenta opere di diversa matericità, espressione e contenuto, tuttavia ognuna di loro scardina l’accezione comune del bianco, concepito semioticamente come vuoto. Dunque una mostra paradosso, poiché l’ossessione di riempire un luogo o una tela con colori ed oggetti, appunto l’horror vacui, si placa “colmando” lo spazio espositivo con materia sonora e con opere di colore bianco, simbolo del nulla e del tutto.
Horror Vacui è l’evento di apertura di Punto. Temporary Gallery, uno spazio indipendente dedicato alla cultura e all’arte contemporanea, aperto ai giovani lavoratori dell’arte. Il nome ne racchiude l’essenza: punto di partenza, punto di incontro, punto di arrivo.
Orari: dal martedì alla domenica dalle 16.30 alle 20
Ingresso: libero
Orario vernissage: ore 18.00
Info: veronicavitali@libero.it
Patrocini: Comune di macerata, Accademia di Belle Arti di Macerata
Sponsor: La Casa del Parrucchiere di Guglielmo Compagnucci
Curatori: Veronica Vitali, Cecilia Ferraro
Artisti: Laura Della Valle, Giada D’Addazio, Edoardo Catalini, Cecilia Ferraro, Federico Borroni, Nicola Verità, Matteo Di Luzio.
Testo critico
horror vacui / veronica vitali
Mura con finestre e porte formano una casa.
Ma è il vuoto di essi che ne fa l’essenza.
Il nulla assoluto, la totale assenza, il silenzio, la solitudine.
Al giorno d’oggi si parla di vuoto in senso generalmente negativo, considerandolo come sinonimo di privazione, mancanza. Un concetto questo che, tuttavia, ha permeato l’essere umano sin dalle sue origini. I Greci parlavano di càos, per indicare l’abisso, la voragine vuota colma di nulla assoluto: un’immagine etimologica così potente da definire chiaramente il loro massimo terrore. In fisica ed in filosofia è stato Aristotele il primo a trattare la paura del vuoto, affermando che la natura rifugge il vuoto, riempiendolo costantemente di materia.
Questa teoria ha avuto un forte riscontro nell’età medievale, portando così alla formulazione del concetto, tutt’ora in uso, di “horror vacui”, secondo il quale la natura avrebbe orrore del vuoto ed ogni suo elemento tenderebbe continuamente a riempire e colmare tutto lo spazio. Ed ecco come in arte tale paura si trasforma nell’ossessione di riempire con figure o segni volontari la superficie dell’opera, non concependo dunque il vuoto come spazio possibile di relazione tra le immagini, tra un segno e l’altro, ma piuttosto come assenze da colmare.
L’uso della locuzione latina “horror vacui” nell'arte si deve al critico italiano Mario Praz, che lo ha introdotto per descrivere l’atmosfera soffocante dell’arredo nell’Età Vittoriana. Molte altre rappresentazioni di questo concetto provengono da diverse correnti artistiche del passato come l’arte tingatinga o l’Art Brut con Jean Dubuffet.
Millenni di speculazioni culturali-filosofiche sul concetto di vuoto si sono così radicate nella cultura occidentale che ancor oggi lo confondiamo con il nulla, con l’assenza, la mancanza di qualcosa. Secondo il pensiero orientale, invece, il vuoto non equivale alla negazione dell’esistenza ma rappresenta il principio di
tutto, ciò che conserva in sé tutta la potenzialità dell’essere, comprende il tutto nel momento presente, è la fonte di ispirazione e allo stesso tempo il punto di arrivo.
Ed è proprio attraverso la sensibilità degli artisti e dei musicisti del Novecento, influenzati dalla filosofia e dall’arte orientale, che si è verificato quello slittamento di senso che vede il vuoto non più come semplice negazione ma come origine di infinite possibilità. In questo senso, il ruolo del vuoto diventa fondamentale
nella pittura e nella scultura contemporanee.
Tale riflessione è divenuta la base ideativa dell’evento artistico Horror Vacui, in cui il trionfo e la costante del bianco nelle tele e nelle installazioni conducono lo spettatore ad una visione del tutto differente del concetto
di vuoto, non più alienante e atterrente bensì dimensione altra alla quale avvicinarsi.
Nella percezione comune il vuoto è dato visivamente dal bianco ed a livello uditivo dal silenzio. Tuttavia, in arte e in fisica, il bianco contiene precisamente tutti i colori dello spettro elettromagnetico mentre il silenzio assoluto risulta un’utopia poiché l’atmosfera stessa o il corpo umano producono suoni inevitabili.
Horror vacui presenta opere di diversa fattezza, matericità, espressione e contenuto, tuttavia ognuna di loro scardina l’accezione comune del bianco, concepito semioticamente come vuoto.
Dunque una mostra paradosso, poiché l’ossessione di riempire un luogo o una tela con colori ed oggetti, appunto l’horror vacui, si placa “colmando” lo spazio espositivo con opere di colore bianco, simbolo del vuoto e del tutto, e con materia sonora, in linea con l’idea di apparente silenzio che John Cage ha evidenziato nella sua opera 4’33” sottolineandone il forte parallelismo con il vuoto.
Così Federico Borroni, Laura Della Valle, Giada D’Addazio, Edoardo Catalini, Nicola Verità, Cecilia Ferraro, Yesenia Trobbiani ?, rendono con maestria e maturità artistica la pienezza del vuoto, realizzando, tramite l’evanescenza del bianco, opere dal grande spessore formale e significato intrinseco. Il comportamento di “rifuggire il vuoto, riempiendolo con quanto a disposizione” non deve trarre in inganno, connotandosi di un’accezione negativa. Tale meccanismo è spesso molto fecondo, poichè costringe le persone a pensare, ad esplorare nuove alternative, attivando quel processo di generazione di nuove soluzioni che sta alla base del cambiamento.
È questo il motivo per cui si è scelto l’evento Horror Vacui per inaugurare Punto. Temporary Gallery, uno spazio indipendente dedicato alla cultura e all’arte contemporanea, attento alle nuove espressioni artistiche ed aperto ai giovani lavoratori dell’arte. Il nome ne racchiude l’essenza: punto di partenza, punto di incontro,
punto di arrivo.
La necessità di scambi culturali, di visibilità e di rivalutazione dell’identità artistica del territorio nazionale è il fulcro da cui nasce l’idea di un open space volto a stimolare l’interesse di un vasto pubblico per l’arte
contemporanea, nonché ad incoraggiare la creatività e la socialità attraverso la partecipazione motivata ed interessata dei cittadini.
Punto. Temporary Gallery sottolinea, inoltre, la natura temporanea e precaria dei luoghi deputati all’arte, condizione ormai costante della contemporaneità, ma anche la necessità di produrre sapere indipendente, di costruire percorsi alternativi, di creare relazioni. Ecco perché la sua sede vacante è un ex locale commerciale, luogo assolutamente non deputato all’arte.
Dunque è auspicabile che, portando l’attenzione sullo spazio come fenomeno attivo ed elemento flessibile, capace di generare attivamente azioni e quindi comportamento sociale, si possa superare questa chiusura verso i giovani artisti e l’arte contemporanea in generale, condizione costante soprattutto nelle realtà medio piccole.
La curatela, come la creazione artistica, può essere un fondamentale catalizzatore per il cambiamento culturale e sociale.
E il vuoto non esiste più! La paura è scomparsa! Resta solo il bianco, uno spazio fertile in cui la mente va in esplorazione di nuovi territori, oltre i confini delle proprie convinzioni.
Titolo mostra: Horror Vacui
Vernissage: Sabato 1 febbraio 2014
Chiusura: 15 febbraio 2014
Horror Vacui, locuzione latina che significa letteralmente “paura del vuoto”, è un evento artistico in cui la costante del bianco nelle tele e nelle installazioni conducono lo spettatore ad una visione del tutto differente del concetto di vuoto, non più alienante e atterrente bensì dimensione altra alla quale avvicinarsi.
Nella percezione comune il vuoto è dato visivamente dal bianco ed a livello uditivo dal silenzio. Tuttavia, in arte e in fisica, il bianco contiene precisamente tutti i colori dello spettro elettromagnetico mentre il silenzio assoluto risulta un’utopia poiché l’atmosfera stessa o il corpo umano producono suoni inevitabili.
Horror vacui presenta opere di diversa matericità, espressione e contenuto, tuttavia ognuna di loro scardina l’accezione comune del bianco, concepito semioticamente come vuoto. Dunque una mostra paradosso, poiché l’ossessione di riempire un luogo o una tela con colori ed oggetti, appunto l’horror vacui, si placa “colmando” lo spazio espositivo con materia sonora e con opere di colore bianco, simbolo del nulla e del tutto.
Horror Vacui è l’evento di apertura di Punto. Temporary Gallery, uno spazio indipendente dedicato alla cultura e all’arte contemporanea, aperto ai giovani lavoratori dell’arte. Il nome ne racchiude l’essenza: punto di partenza, punto di incontro, punto di arrivo.
Orari: dal martedì alla domenica dalle 16.30 alle 20
Ingresso: libero
Orario vernissage: ore 18.00
Info: veronicavitali@libero.it
Patrocini: Comune di macerata, Accademia di Belle Arti di Macerata
Sponsor: La Casa del Parrucchiere di Guglielmo Compagnucci
Curatori: Veronica Vitali, Cecilia Ferraro
Artisti: Laura Della Valle, Giada D’Addazio, Edoardo Catalini, Cecilia Ferraro, Federico Borroni, Nicola Verità, Matteo Di Luzio.
Testo critico
horror vacui / veronica vitali
Mura con finestre e porte formano una casa.
Ma è il vuoto di essi che ne fa l’essenza.
Il nulla assoluto, la totale assenza, il silenzio, la solitudine.
Al giorno d’oggi si parla di vuoto in senso generalmente negativo, considerandolo come sinonimo di privazione, mancanza. Un concetto questo che, tuttavia, ha permeato l’essere umano sin dalle sue origini. I Greci parlavano di càos, per indicare l’abisso, la voragine vuota colma di nulla assoluto: un’immagine etimologica così potente da definire chiaramente il loro massimo terrore. In fisica ed in filosofia è stato Aristotele il primo a trattare la paura del vuoto, affermando che la natura rifugge il vuoto, riempiendolo costantemente di materia.
Questa teoria ha avuto un forte riscontro nell’età medievale, portando così alla formulazione del concetto, tutt’ora in uso, di “horror vacui”, secondo il quale la natura avrebbe orrore del vuoto ed ogni suo elemento tenderebbe continuamente a riempire e colmare tutto lo spazio. Ed ecco come in arte tale paura si trasforma nell’ossessione di riempire con figure o segni volontari la superficie dell’opera, non concependo dunque il vuoto come spazio possibile di relazione tra le immagini, tra un segno e l’altro, ma piuttosto come assenze da colmare.
L’uso della locuzione latina “horror vacui” nell'arte si deve al critico italiano Mario Praz, che lo ha introdotto per descrivere l’atmosfera soffocante dell’arredo nell’Età Vittoriana. Molte altre rappresentazioni di questo concetto provengono da diverse correnti artistiche del passato come l’arte tingatinga o l’Art Brut con Jean Dubuffet.
Millenni di speculazioni culturali-filosofiche sul concetto di vuoto si sono così radicate nella cultura occidentale che ancor oggi lo confondiamo con il nulla, con l’assenza, la mancanza di qualcosa. Secondo il pensiero orientale, invece, il vuoto non equivale alla negazione dell’esistenza ma rappresenta il principio di
tutto, ciò che conserva in sé tutta la potenzialità dell’essere, comprende il tutto nel momento presente, è la fonte di ispirazione e allo stesso tempo il punto di arrivo.
Ed è proprio attraverso la sensibilità degli artisti e dei musicisti del Novecento, influenzati dalla filosofia e dall’arte orientale, che si è verificato quello slittamento di senso che vede il vuoto non più come semplice negazione ma come origine di infinite possibilità. In questo senso, il ruolo del vuoto diventa fondamentale
nella pittura e nella scultura contemporanee.
Tale riflessione è divenuta la base ideativa dell’evento artistico Horror Vacui, in cui il trionfo e la costante del bianco nelle tele e nelle installazioni conducono lo spettatore ad una visione del tutto differente del concetto
di vuoto, non più alienante e atterrente bensì dimensione altra alla quale avvicinarsi.
Nella percezione comune il vuoto è dato visivamente dal bianco ed a livello uditivo dal silenzio. Tuttavia, in arte e in fisica, il bianco contiene precisamente tutti i colori dello spettro elettromagnetico mentre il silenzio assoluto risulta un’utopia poiché l’atmosfera stessa o il corpo umano producono suoni inevitabili.
Horror vacui presenta opere di diversa fattezza, matericità, espressione e contenuto, tuttavia ognuna di loro scardina l’accezione comune del bianco, concepito semioticamente come vuoto.
Dunque una mostra paradosso, poiché l’ossessione di riempire un luogo o una tela con colori ed oggetti, appunto l’horror vacui, si placa “colmando” lo spazio espositivo con opere di colore bianco, simbolo del vuoto e del tutto, e con materia sonora, in linea con l’idea di apparente silenzio che John Cage ha evidenziato nella sua opera 4’33” sottolineandone il forte parallelismo con il vuoto.
Così Federico Borroni, Laura Della Valle, Giada D’Addazio, Edoardo Catalini, Nicola Verità, Cecilia Ferraro, Yesenia Trobbiani ?, rendono con maestria e maturità artistica la pienezza del vuoto, realizzando, tramite l’evanescenza del bianco, opere dal grande spessore formale e significato intrinseco. Il comportamento di “rifuggire il vuoto, riempiendolo con quanto a disposizione” non deve trarre in inganno, connotandosi di un’accezione negativa. Tale meccanismo è spesso molto fecondo, poichè costringe le persone a pensare, ad esplorare nuove alternative, attivando quel processo di generazione di nuove soluzioni che sta alla base del cambiamento.
È questo il motivo per cui si è scelto l’evento Horror Vacui per inaugurare Punto. Temporary Gallery, uno spazio indipendente dedicato alla cultura e all’arte contemporanea, attento alle nuove espressioni artistiche ed aperto ai giovani lavoratori dell’arte. Il nome ne racchiude l’essenza: punto di partenza, punto di incontro,
punto di arrivo.
La necessità di scambi culturali, di visibilità e di rivalutazione dell’identità artistica del territorio nazionale è il fulcro da cui nasce l’idea di un open space volto a stimolare l’interesse di un vasto pubblico per l’arte
contemporanea, nonché ad incoraggiare la creatività e la socialità attraverso la partecipazione motivata ed interessata dei cittadini.
Punto. Temporary Gallery sottolinea, inoltre, la natura temporanea e precaria dei luoghi deputati all’arte, condizione ormai costante della contemporaneità, ma anche la necessità di produrre sapere indipendente, di costruire percorsi alternativi, di creare relazioni. Ecco perché la sua sede vacante è un ex locale commerciale, luogo assolutamente non deputato all’arte.
Dunque è auspicabile che, portando l’attenzione sullo spazio come fenomeno attivo ed elemento flessibile, capace di generare attivamente azioni e quindi comportamento sociale, si possa superare questa chiusura verso i giovani artisti e l’arte contemporanea in generale, condizione costante soprattutto nelle realtà medio piccole.
La curatela, come la creazione artistica, può essere un fondamentale catalizzatore per il cambiamento culturale e sociale.
E il vuoto non esiste più! La paura è scomparsa! Resta solo il bianco, uno spazio fertile in cui la mente va in esplorazione di nuovi territori, oltre i confini delle proprie convinzioni.
01
febbraio 2014
Horror Vacui
Dal primo al 15 febbraio 2014
arte contemporanea
Location
PUNTO TEMPORARY GALLERY
Macerata, Via Tommaso Lauri, 5, (Macerata)
Macerata, Via Tommaso Lauri, 5, (Macerata)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica dalle 16.30 alle 20
Vernissage
1 Febbraio 2014, ore 18
Autore
Curatore