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Hsiao Chin – Colore, luce e superficie
La pittura di Hsiao Chin esalta materia e superficie. Per molti anni l’artista si è valso per realizzare le sue opere della carta di riso, dove i depositi cromatici vengono assorbiti nella particolare struttura costitutiva che il supporto fornisce.
Comunicato stampa
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Dagli anni Sessanta mi capita di incontrare in mostre, gallerie, collezioni le opere di Hsiao Chin e ogni volta mi sorprende l'inconfondibile riconoscibilità di un colore-segnale, liquido e continuo che dichiara un'evidenza luminosa clamorosa. Anche nei primi dipinti osservati, dove predominavano grandi segni neri e grigi quasi grafici, la densità trasparente e la brillantezza del colore colpivano per il senso di forza e di energia che riuscivano a trasmettere. Negli anni, l'organizzazione del campo del quadro nell'opera di Hsiao Chin è andata mutando in quanto ha assunto progressivamente articolazioni e scansioni geometriche dichiarate, ora dinamicamente fluide, ora geometricamente delimitate come articolate campiture. Anche qui però il colore, "cantato", è risultato insieme luce continua. Il valore comunicativo e simbolico dei colori della pittura tradizionale cinese, anche se non consapevolmente noto a chi guarda, agisce sempre nel senso di un forte impatto in cui percezione sensoriale, emozione e riflessiva individuazione dell'oggetto osservato si compenetrano rivelando i tracciati di una gestualità creativa capace di definirsi in una originale e induplicabile immagine conclusa.
La pittura di Hsiao Chin esalta materia e superficie. Per molti anni l'artista si è valso per realizzare le sue opere della carta di riso, dove i depositi cromatici vengono assorbiti nella particolare struttura costitutiva che il supporto fornisce. Nei dipinti più recenti colore, luce e superficie vengono sollecitati dentro una stessa armonica misura verso una generativa espansione: i grandi formati compongono veri e propri walls (muri), frontiere e insieme traguardi per una percezione eccitata e partecipe.
C'è un elemento nella pittura di Hsiao Chin che merita di essere indagato. È il profondo processo di specificazione che presiede alla realizzazione di ogni singola opera. La realizzazione di un quadro è l'esercizio di un atto meditativo, la ricerca di un nesso rivelatore di un possibile legame con la natura e l'universo, in accordo con il taoismo e la filosofia zen che l'artista ben conosce, e la derminazione concreta di un artefatto comunicante e "seduttivo". L’opera, in profonda concordanza con la poetica che la anima, mostra a chi guarda il suo divenire, l'armonica costituzione del suo farsi. Pittura, segno calligrafico e progressione ritmico-armonica della composizione si annodano dentro una stessa processualità creativa. Le concordanze con l'astrattismo di Klee, dichiarate spesso dall'artista e confermate dalla critica, hanno, a mio giudizio, una radice profonda che supera il dato dell'evidenza immediata. Di recente Pierre Boulez ha proposto, con ragione, di rintracciare nelle opere di Klee la chiave musicale costitutiva (sappiamo che Klee negli anni giovanili è stato anche musicista professionista e che per tutta la vita ha coltivato la musica). Il suono giallo in cui Kandinsky teorizzava una possibile equivalenza astratta tra musica e colore può essere ricordato anche a proposito del lavoro di Hsiao Chin, che nel suo essere pittore non ha certo dimenticato l'esperienza del padre compositore e musicologo, informato della cultura musicale europea.
Hsiao Chin riporta di continuo all'astrazione occidentale, razionalmente esplicitata, la composta processualità spirituale del fare artistico dell'Estremo Oriente. I grandi segnali che egli propone si danno in un'aura sospesa: chi guarda è obbligato ogni volta a recuperare in un istantaneo silenzio interiore, la distanza utile per una piena intelligenza e contemplazione. (…)
Vittorio Fagone
Dal catalogo della mostra Hsiao Chin – Opere 1958. 2001 Edizioni Gabriele Mazzotta Milano 2002
La pittura di Hsiao Chin esalta materia e superficie. Per molti anni l'artista si è valso per realizzare le sue opere della carta di riso, dove i depositi cromatici vengono assorbiti nella particolare struttura costitutiva che il supporto fornisce. Nei dipinti più recenti colore, luce e superficie vengono sollecitati dentro una stessa armonica misura verso una generativa espansione: i grandi formati compongono veri e propri walls (muri), frontiere e insieme traguardi per una percezione eccitata e partecipe.
C'è un elemento nella pittura di Hsiao Chin che merita di essere indagato. È il profondo processo di specificazione che presiede alla realizzazione di ogni singola opera. La realizzazione di un quadro è l'esercizio di un atto meditativo, la ricerca di un nesso rivelatore di un possibile legame con la natura e l'universo, in accordo con il taoismo e la filosofia zen che l'artista ben conosce, e la derminazione concreta di un artefatto comunicante e "seduttivo". L’opera, in profonda concordanza con la poetica che la anima, mostra a chi guarda il suo divenire, l'armonica costituzione del suo farsi. Pittura, segno calligrafico e progressione ritmico-armonica della composizione si annodano dentro una stessa processualità creativa. Le concordanze con l'astrattismo di Klee, dichiarate spesso dall'artista e confermate dalla critica, hanno, a mio giudizio, una radice profonda che supera il dato dell'evidenza immediata. Di recente Pierre Boulez ha proposto, con ragione, di rintracciare nelle opere di Klee la chiave musicale costitutiva (sappiamo che Klee negli anni giovanili è stato anche musicista professionista e che per tutta la vita ha coltivato la musica). Il suono giallo in cui Kandinsky teorizzava una possibile equivalenza astratta tra musica e colore può essere ricordato anche a proposito del lavoro di Hsiao Chin, che nel suo essere pittore non ha certo dimenticato l'esperienza del padre compositore e musicologo, informato della cultura musicale europea.
Hsiao Chin riporta di continuo all'astrazione occidentale, razionalmente esplicitata, la composta processualità spirituale del fare artistico dell'Estremo Oriente. I grandi segnali che egli propone si danno in un'aura sospesa: chi guarda è obbligato ogni volta a recuperare in un istantaneo silenzio interiore, la distanza utile per una piena intelligenza e contemplazione. (…)
Vittorio Fagone
Dal catalogo della mostra Hsiao Chin – Opere 1958. 2001 Edizioni Gabriele Mazzotta Milano 2002
20
novembre 2004
Hsiao Chin – Colore, luce e superficie
Dal 20 novembre al 04 dicembre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE SANGIORGIO
San Giorgio A Cremano, Via Cavalli Di Bronzo, 95, (Napoli)
San Giorgio A Cremano, Via Cavalli Di Bronzo, 95, (Napoli)
Orario di apertura
dal mercoledì al sabato dalle ore 17,30 alle 20,30
esclusi giorni festivi o per appuntamento
Vernissage
20 Novembre 2004, ore 18,30