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Hugo Markl – Shrug
personale
Comunicato stampa
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L’ apparenza delle cose può essere ingannevole, l’arte e la sua storia è costellata da opere che tentano di sviare la nostra percezione affinché il contenuto che in esse risiede si possa svelare per gradi filtrato dalla nostra personale sensibilità interpretativa. L’ artefice di questo inganno è l’artista che attraverso il processo creativo e l’opera tenta, su due livelli differenti, una comunicazione: in uno il visibile può informarci su materiale e forma, mentre nell’altro, un secondo livello invisibile, tenta di aprire la nostra visione a interpretazioni aperte o chiuse sull’oggetto da noi percepito. Queste sono il prodotto della traduzione delle esperienze di vita che l’artista applica alle opere come veicoli di comunicazione che possono aprire, al nostro sguardo, delle inaspettate visioni in cui addirittura la forma assume un’ ulteriore e più recondita dimensione. Hugo Markl applica e traduce le sue esperienze in opere in un modo che potrebbe sembrare ortodosso, ma che invece possiede una logica che tende ad aprire la strada a nuove interpretazioni. In ciò c’è un gioco sottile di mostrare e celare nell’oggetto due momenti percettivi e interpretativi differenti e a volte contrastanti perché le verità che in essi si vogliono affermare non possiedano un univoca dimensione ma possano dirigersi democraticamente in diverse direzioni. Queste immagini che l’artista presenta sono il risultato di un processo in cui i collage o i disegni assumono una forma ambivalente di opera. La mano che li ha realizzati, nella nostra percezione, viene sottratta dalla visione dei manufatti in questione, in quanto questi sono tradotti in fotografie, ma celatamente presente nella realizzazione. L’aurea dell’opera viene deposta attraverso la meccanica della fotografia, mezzo di riproducibilità tecnica e quindi di molteplicità, ma negata dal fatto che le opere in questione sono realizzate come pezzi unici. La presenza dell’artista è nascosta dall’ impatto primario ma risiede indiscutibilmente dietro l’opera e il suo processo. Le immagini in esse contenute sono state collezionate dall’artista da diverse riviste e riproposte in una associazione che ne realizza una nuova visione, la fotografia le amplifica perché è lo stesso mezzo che ce li ripropone come frammenti (collage) del contemporaneo, o invece come nei disegni dove ne aumenta la portata intimista e di scrittura. Una duplice visione accompagna lo sguardo anche in una delle due sale della galleria dove, l’impatto visivo si arresta di fronte ad un muro che riproporziona lo spazio, reso simile nel volume all’altro spazio espositivo, e su cui sono esposte le foto dei collage e dei disegni. La percezione è sconcertante e dicotomica in bilico tra la costruzione della parete e le immagini astratte di una ipercomunicazione visuale; dietro, il volume di uno spazio negato alla visione. Immagini di una distruzione reale sono, invece, ciò che l’artista espone nella galleria A; cumuli di macerie che, ripetendosi ossessivamente in 24 scatti, documentano la demolizione di un palazzo a Vienna. “Vertikales Edarmloch” è il titolo di due sculture in bronzo esposte all’interno della mostra, esse ci appaiono come due piccole vette che s’innalzano dal pavimento, queste forme coniche realizzate dalla terra nascondono alla nostra visione il volume del braccio dell’artista che è stato affondato all’interno della terra e poi realizzato in scultura attraverso un calco. Di nuovo posizioni contrastanti: da un lato la verticalità rovesciata del braccio nella terra dall’ altro la visione della scultura che si innalza dal pavimento, da un lato l’oggetto che si presenta al nostro sguardo dall’altro ciò che è nascosto all’interno, queste coordinate riconfigurano la forma in una diversa percezione in cui il visibile non può manifestare l’invisibile concretezza dalla mano che lo ha realizzato.
13
aprile 2006
Hugo Markl – Shrug
Dal 13 aprile al 13 maggio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA RAUCCI/SANTAMARIA
Napoli, Corso Amedeo Di Savoia Duca D'aosta, 190, (Napoli)
Napoli, Corso Amedeo Di Savoia Duca D'aosta, 190, (Napoli)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 11,00 alle 13,30 e dalle 15,00 alle 18,30
Vernissage
13 Aprile 2006, ore 19,30-21,30
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