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Human Portraits
Collettiva di arte contemporanea con artisti storicizzati quali Aimone, Gribaudo, Spazzapan e Porzano, insieme ad artisti emergenti e ospiti quali Iorietti e Tallone.
Comunicato stampa
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La mostra di arte contemporanea dal titolo “Human Portraits” nasce nell’ambito dei progetti della Galleria Artgallery37 in collaborazione con l’Associazione Culturale Collettivo 37 di Torino. L’evento vede protagonisti pittori e scultori provenienti dal Piemonte e dal Veneto. L’esplorazione coinvolge una serie di opere che vanno dagli anni 50 (del 1953 il dipinto inedito di Gribaudo) ai giorni nostri, mantenendo nella pittura, nel disegno e nella scultura le fondamentali tecniche ispiratrici della mostra. Per la mostra sono state selezionate opere di autori storici quali Ezio Gribaudo,Luigi Spazzapan, Nino Aimone e Giacomo Porzano. Per gli artisti emergenti selezionati per questa esposizione, si tratta dunque di un importante riconoscimento della qualità del loro lavoro e di un’occasione unica per potersi confrontare con indiscussi maestri.
All’esposizione torinese partecipa con due importanti opere create per l’occasione il maestro Carlo Iorietti, diplomatosi alla scuola di pittura del Prof. G. Rizzi dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.Con “Human Portraits” la galleria torinese riafferma la necessità di creare un fronte transgenerazionale di espressioni artistiche che offrano al pubblico l’occasione di confrontarsi con la complessità dell’arte e con la sua capacità di evolversi traendo linfa vitale dalle sue radici vigorose. Una mostra ad ampio spettro, un variegato affresco dell’espressività artistica attuale, in grado di istituire un seppur parziale dialogo e confronto fra antico e moderno sul complesso ma sempre attuale tema del ritratto. Ad accomunare le opere in esposizione concorre certamente al di là di tecniche,stili e linguaggi diversi, la capacità di questi artisti di evocare l’intima sensibilità dei soggetti ritratti, talvolta di rappresentarne la loro parte più leggera oppure di svelarne i lati più oscuri. Il visibile, l’esteriore rimane fuori dal senso di questa esposizione. Come ben scrive il maestro Alessandro Merlo in un suo “sentito scritto” sul ritratto, l’immagine del corpo e del volto non è un semplice “strumento di
riconoscimento” ma anche e soprattutto un ”luogo di comunicazione o di espressione” del pensiero, dell’anima, dell’essere. L’uomo dunque protagonista della sua unicità, del suo egos a volte incontrollabile ma anche della sua umanità spesso celata nel profondo ma, catturata con emozione e cinismo dagli artisti. Ecco, questo è quanto questa esposizione cerca di comunicare al visitatore attraverso il linguaggio multiforme dell’arte. Il senso di quel linguaggio del volto e del corpo che nel disegno, nella pittura e nell’arte scultorea è in grado di tradursi contemporaneamente nel concetto del “Carpe diem” come insegna Orazio e nello stesso tempo nel rendere vivo ed eterno l’istante colto ed immortalato, ai posteri.
L’opera scultorea in legno dal titolo ”Uomo seduto” del maestro Michelangelo Tallone e quelle in travertino persiano rosso, in calcestruzzo e in marmo di Raffaele Russo, hanno il compito di Interagire con i dipinti creando un “rapporto dialogante” fra le varie discipline e i vari materiali utilizzati nell’ arte contemporanea. In “Human Portraits” ogni artista svela l’anima nascosta dei soggetti ritratti e a suo modo rivela la sua intimità.
Alessandro Berra propone una serie di acquerelli dove il volto è frutto di un sapiente gioco di campiture tonali differenziate ,scandite e definite dal segno della matita strumento importante nella ridefinizione delle architetture del volto. Un lavoro sapiente ed incisivo che gli consente un meritato ingresso nel mondo delle esposizioni d’arte, luoghi nei quali troverà il giusto apprezzamento.
I volti e i corpi di Anne Cecile Breuer sembrano sorgere dal nulla, ammantati da una luce senza tempo, sorretti da un romanticismo pittorico di impronta classica che la modernità del gesto riconduce però all’infinito. Le due opere realizzate per questa esposizione rivelano la sua profondità d’animo talvolta celata nell’ombra della timidezza, per l’occasione infranta nel realizzare questi due nuovi lavori di notevole spessore in cui c’è tutta se stessa. La bellezza della sua pittura sostenuta da solide basi accademiche (laurea all'Accademia Albertina con Sergio Saroni) ha già ottenuto importanti riconoscimenti ed il suo talento innegabile già è stato riconosciuto in più occasioni, ma la presenza in questa esposizione è ulteriore testimonianza della validità del suo lavoro e del valore aggiunto della sua presenza.
Marina Tabacco è una pittrice la cui formazione artistica spazia da atelier di artisti torinesi a corsi di approfondimento in Italia e all'estero (es. Alanus Akademie - Germania) e culmina con la frequenza del corso di laurea in Decorazione all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ultimamente è stata protagonista di una importante esposizione personale alla Fondazione Amendola di Torino, successivamente ad una grande mostra su Luigi Spazzapan. All’esposizione torinese presenta alcune opere in acrilico su carta di piccole dimensioni ma di grande impatto visivo ed emozionale. Le tre figure dei possenti lottatori senegalesi si stagliano nella loro fierezza su uno sfondo nero che evidenzia la profondità dei loro sguardi rafforzando l’energia quasi scultorea con la quale la pittrice torinese dimostra ancora una volta la sua capacità di rifuggire il banale per addentrarsi nel profondo dell’espressione artistica. Mariangela Mazzeo ha conseguito la laurea in scenografia teatrale e cinematografica all’Accademia di Brera. Dopo importanti esperienze nel mondo della pubblicità e della comunicazione, attualmente collabora in progetti legati all’opera lirica e ai grandi show in Italia e all’estero. All’esposizione torinese si presenta con “Il poeta”un’opera dalle tonalità fredde che scalda il cuore. Il poeta di strada, casualmente incontrato e fotografato lungo le vie di Milano si traduce in un’opera d’arte dal sapore vagamente iperrealista, dove il concetto del cogliere l’attimo e quello del renderne pulsante e vitale all’infinito l’esistenza, sembrano coincidere perfettamente. Ancora una prova della bellezza del lavoro di quest’artista novarese che accogliamo sempre nelle nostre esposizioni con grande interesse e soddisfazione.
Giulia Gellini nasce ad Udine ma vive e lavora a Treviso. Reduce da una importante personale allo Spazio BeHab di Milano dal titolo “L’arsenale delle vicissitudini”, l’artista si presenta al pubblico torinese con due opere pittoriche di grande vigore e raffinatezza. Protagoniste, Audrey Hepburn e Marilyn Monroe. L’artista scrive: “Ciò che seduce esiste, rimane. Non c’è un tempo. C’è sempre”. Quell’essere oltre ogni cosa, quel ritrovarsi complici nell’infinito proprio delle icone, lo ritroviamo nel fascino atemporale di queste sue opere nelle quali intarsi di vissuto come specchi infranti filtrano i volti e forse l’essenza stessa dell’artista, che traspare. Un “modus operandi”il suo, intessuto di vibrazioni sensoriali in grado di tradurre in arte l’essenza nella complessità del vivere. Alcuni pregevoli disegni di Giulia Gellini raffiguranti Paolo Conte e Picasso saranno visibili durante l’esposizione. Un ulteriore valore aggiunto alla mostra che ci darà il senso dell’importanza del di-segno nell’espressione figurativa. La storica dell’arte e critica Cinzia Tesio cosi commenta la pittura del maestro Carlo Iorietti: “mano sicura quella di Iorietti, leggera, stemperata, delicata, che non aggredisce ma che trasmette valore e significato al volume di un corpo o di un paesaggio che vive in noi e per noi. Essi si mostrano attraverso l’artista ai nostri occhi; si tendono e ci invitano a toccarli, tanto paiono veri nella loro tridimensionalità. Il colore, la materia con cui il lavoro viene realizzato in Iorietti, non è solo oggetto di studio accademico, è anche attrice ed interprete.
Le sculture di Raffaele Russo, recente vincitore del “Premio Arcidiocesi di Vercelli” a Paratissima, renderanno l’esposizione artistica ancora più completa e ricca di interesse. Come ben commenta nelle note critiche del suo catalogo la collega Emanuela Fortuna, Raffaele Russo esplora “i percorsi della tridimensionalità della scultura conferendo forma a pensieri, sentimenti e visioni grazie ad un linguaggio che rievoca il mondo arcaico, sempre alla ricerca dell’essenza della forma". “Le sue sculture sembrano giocare con la luce, con il vento con il suono e con l’eco delle nostre parole”.
All’esposizione torinese partecipa con due importanti opere create per l’occasione il maestro Carlo Iorietti, diplomatosi alla scuola di pittura del Prof. G. Rizzi dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.Con “Human Portraits” la galleria torinese riafferma la necessità di creare un fronte transgenerazionale di espressioni artistiche che offrano al pubblico l’occasione di confrontarsi con la complessità dell’arte e con la sua capacità di evolversi traendo linfa vitale dalle sue radici vigorose. Una mostra ad ampio spettro, un variegato affresco dell’espressività artistica attuale, in grado di istituire un seppur parziale dialogo e confronto fra antico e moderno sul complesso ma sempre attuale tema del ritratto. Ad accomunare le opere in esposizione concorre certamente al di là di tecniche,stili e linguaggi diversi, la capacità di questi artisti di evocare l’intima sensibilità dei soggetti ritratti, talvolta di rappresentarne la loro parte più leggera oppure di svelarne i lati più oscuri. Il visibile, l’esteriore rimane fuori dal senso di questa esposizione. Come ben scrive il maestro Alessandro Merlo in un suo “sentito scritto” sul ritratto, l’immagine del corpo e del volto non è un semplice “strumento di
riconoscimento” ma anche e soprattutto un ”luogo di comunicazione o di espressione” del pensiero, dell’anima, dell’essere. L’uomo dunque protagonista della sua unicità, del suo egos a volte incontrollabile ma anche della sua umanità spesso celata nel profondo ma, catturata con emozione e cinismo dagli artisti. Ecco, questo è quanto questa esposizione cerca di comunicare al visitatore attraverso il linguaggio multiforme dell’arte. Il senso di quel linguaggio del volto e del corpo che nel disegno, nella pittura e nell’arte scultorea è in grado di tradursi contemporaneamente nel concetto del “Carpe diem” come insegna Orazio e nello stesso tempo nel rendere vivo ed eterno l’istante colto ed immortalato, ai posteri.
L’opera scultorea in legno dal titolo ”Uomo seduto” del maestro Michelangelo Tallone e quelle in travertino persiano rosso, in calcestruzzo e in marmo di Raffaele Russo, hanno il compito di Interagire con i dipinti creando un “rapporto dialogante” fra le varie discipline e i vari materiali utilizzati nell’ arte contemporanea. In “Human Portraits” ogni artista svela l’anima nascosta dei soggetti ritratti e a suo modo rivela la sua intimità.
Alessandro Berra propone una serie di acquerelli dove il volto è frutto di un sapiente gioco di campiture tonali differenziate ,scandite e definite dal segno della matita strumento importante nella ridefinizione delle architetture del volto. Un lavoro sapiente ed incisivo che gli consente un meritato ingresso nel mondo delle esposizioni d’arte, luoghi nei quali troverà il giusto apprezzamento.
I volti e i corpi di Anne Cecile Breuer sembrano sorgere dal nulla, ammantati da una luce senza tempo, sorretti da un romanticismo pittorico di impronta classica che la modernità del gesto riconduce però all’infinito. Le due opere realizzate per questa esposizione rivelano la sua profondità d’animo talvolta celata nell’ombra della timidezza, per l’occasione infranta nel realizzare questi due nuovi lavori di notevole spessore in cui c’è tutta se stessa. La bellezza della sua pittura sostenuta da solide basi accademiche (laurea all'Accademia Albertina con Sergio Saroni) ha già ottenuto importanti riconoscimenti ed il suo talento innegabile già è stato riconosciuto in più occasioni, ma la presenza in questa esposizione è ulteriore testimonianza della validità del suo lavoro e del valore aggiunto della sua presenza.
Marina Tabacco è una pittrice la cui formazione artistica spazia da atelier di artisti torinesi a corsi di approfondimento in Italia e all'estero (es. Alanus Akademie - Germania) e culmina con la frequenza del corso di laurea in Decorazione all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ultimamente è stata protagonista di una importante esposizione personale alla Fondazione Amendola di Torino, successivamente ad una grande mostra su Luigi Spazzapan. All’esposizione torinese presenta alcune opere in acrilico su carta di piccole dimensioni ma di grande impatto visivo ed emozionale. Le tre figure dei possenti lottatori senegalesi si stagliano nella loro fierezza su uno sfondo nero che evidenzia la profondità dei loro sguardi rafforzando l’energia quasi scultorea con la quale la pittrice torinese dimostra ancora una volta la sua capacità di rifuggire il banale per addentrarsi nel profondo dell’espressione artistica. Mariangela Mazzeo ha conseguito la laurea in scenografia teatrale e cinematografica all’Accademia di Brera. Dopo importanti esperienze nel mondo della pubblicità e della comunicazione, attualmente collabora in progetti legati all’opera lirica e ai grandi show in Italia e all’estero. All’esposizione torinese si presenta con “Il poeta”un’opera dalle tonalità fredde che scalda il cuore. Il poeta di strada, casualmente incontrato e fotografato lungo le vie di Milano si traduce in un’opera d’arte dal sapore vagamente iperrealista, dove il concetto del cogliere l’attimo e quello del renderne pulsante e vitale all’infinito l’esistenza, sembrano coincidere perfettamente. Ancora una prova della bellezza del lavoro di quest’artista novarese che accogliamo sempre nelle nostre esposizioni con grande interesse e soddisfazione.
Giulia Gellini nasce ad Udine ma vive e lavora a Treviso. Reduce da una importante personale allo Spazio BeHab di Milano dal titolo “L’arsenale delle vicissitudini”, l’artista si presenta al pubblico torinese con due opere pittoriche di grande vigore e raffinatezza. Protagoniste, Audrey Hepburn e Marilyn Monroe. L’artista scrive: “Ciò che seduce esiste, rimane. Non c’è un tempo. C’è sempre”. Quell’essere oltre ogni cosa, quel ritrovarsi complici nell’infinito proprio delle icone, lo ritroviamo nel fascino atemporale di queste sue opere nelle quali intarsi di vissuto come specchi infranti filtrano i volti e forse l’essenza stessa dell’artista, che traspare. Un “modus operandi”il suo, intessuto di vibrazioni sensoriali in grado di tradurre in arte l’essenza nella complessità del vivere. Alcuni pregevoli disegni di Giulia Gellini raffiguranti Paolo Conte e Picasso saranno visibili durante l’esposizione. Un ulteriore valore aggiunto alla mostra che ci darà il senso dell’importanza del di-segno nell’espressione figurativa. La storica dell’arte e critica Cinzia Tesio cosi commenta la pittura del maestro Carlo Iorietti: “mano sicura quella di Iorietti, leggera, stemperata, delicata, che non aggredisce ma che trasmette valore e significato al volume di un corpo o di un paesaggio che vive in noi e per noi. Essi si mostrano attraverso l’artista ai nostri occhi; si tendono e ci invitano a toccarli, tanto paiono veri nella loro tridimensionalità. Il colore, la materia con cui il lavoro viene realizzato in Iorietti, non è solo oggetto di studio accademico, è anche attrice ed interprete.
Le sculture di Raffaele Russo, recente vincitore del “Premio Arcidiocesi di Vercelli” a Paratissima, renderanno l’esposizione artistica ancora più completa e ricca di interesse. Come ben commenta nelle note critiche del suo catalogo la collega Emanuela Fortuna, Raffaele Russo esplora “i percorsi della tridimensionalità della scultura conferendo forma a pensieri, sentimenti e visioni grazie ad un linguaggio che rievoca il mondo arcaico, sempre alla ricerca dell’essenza della forma". “Le sue sculture sembrano giocare con la luce, con il vento con il suono e con l’eco delle nostre parole”.
07
aprile 2018
Human Portraits
Dal 07 aprile al 12 maggio 2018
arte moderna e contemporanea
Location
ART GALLERY 37
Torino, Via Michele Buniva, 9/ter/f, (Torino)
Torino, Via Michele Buniva, 9/ter/f, (Torino)
Orario di apertura
16-19
Vernissage
7 Aprile 2018, ore 19
Autore
Curatore