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Hypersurface FX
Una mostra collettiva di artisti provenienti da diverse nazioni e accomunati da una significativa permanenza a Londra, soprattutto nel periodo del corso di studi. Michael Stubbs, uno degli artisti in mostra della quale è anche curatore, ha messo insieme il lavoro di questi artisti che, pur con risultati espressivi molto diversi, guardano nella stessa direzione.
Comunicato stampa
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Margini è lieta di presentare HYPERSURFACE FX una mostra collettiva di artisti provenienti da diverse nazioni e accomunati da una significativa permanenza a Londra, soprattutto nel periodo del corso di studi. Michael Stubbs, uno degli artisti in mostra della quale è anche curatore, ha messo insieme il lavoro di questi artisti che, pur con risultati espressivi molto diversi, guardano nella stessa direzione.
In questa mostra gli artisti presentano la loro interpretazione delle possibilità di espressione pittorica nel 21° secolo, impegnandosi nello spazio visuale (appiattito) del mezzo digitale che è diventato sempre più parte dell'esperienza quotidiana.
Gli artisti in Hypersurface FX forzano il linguaggio tradizionale dei dipinti (o oggetti dipinti), affermando la loro relazione con i mezzi virtuali e digitali. Il “ non-spazio” del video, del computer e del terminale virtuale crea una relazione complessa fra il fare dell'artista e l'oggetto fatto in uno spazio fisico.
Le superfici di tutte le opere sono costruite attraverso una serie di strati; alcuni fra questi artisti fanno del digitale la base di partenza e il punto d’arrivo delle loro opere (Monroe, Stubbs), altri riconfigurano le immagini memorizzate della storia dell'arte e della cultura popolare (Kjaergaard, Muenster, Roberts). Ad ogni modo, tutti attraversano semplicemente e ripetutamente queste classificazioni, operando attraverso una o entrambe contemporaneamente.
Per questi artisti, fare dipinti che si relazionano con l'immediatezza della comunicazione non-fisica (virtuale), significa che una tavolozza ricca di riferimenti culturali diventa disponibile; ogni espressione utile dalla storia dell'arte e dalla cultura popolare può essere quindi recuperata o rimescolata come sembra necessario.
Mie Olise Kjaegaard (DK, 1974) fa dipinti robustamente sicuri di sé che assomigliano a edifici costruiti precariamente su trampoli. Il suo tocco ha uno stile intelligente che potrebbe essere definito, in un gioco di definizione pittorica, come una sfacciata parodia dell’espressionismo. Allo stesso tempo, le sue relazioni figura/suolo fondono lo spazio architettonico e prospettico con la superficie, provocando una rottura nella distinzione tra figurazione e astrazione.
a figurazione e astrazione.
Nell'opera di Ian Monroe (USA, 1972) la superficie e i materiali sono enfatizzati. Lo spazio architettonico è portato in primo piano usando ritagli in vinile di forme e testi che studiano i valori tonali usando prospettive e composizioni portate all’estremo. Monroe sfida l'aspettativa dell’osservatore di vedere spazi bidimensionali, offrendo una superficie impenetrabile che fa immaginare una profondità inesistente.
I dipinti di Jost Muenster (D, 1968) sperimentano il raggio d’azione della rappresentazione con il colore e la superficie pittorica. Usa forme e sagome derivate dalla combinazione di architettura e pittura, è influenzato dai sobborghi urbani spogliati del dettaglio pittorico, appiattisce e copre le sue tele con forme astratte che ricordano mosaici di colori e sfondi come si trattasse di un campionario.
Gli ultimi dipinti di Perry Roberts (GB, 1954) combinano il colore con forme astratte/matematiche. Le colorazioni accese e l’uso frequente di grandi dimensioni sono le caratteristiche della pittura astratta nel nuovo millennio... Sovrapponendo meticolosamente aree di colori piatti e distinti coperti di nastro adesivo colorato, crea superfici dinamiche e complesse che ingannano l'aspettativa dell'osservatore di vedere uno spazio visivo sulla tela.
Le risorse tecniche nei dipinti di Michael Stubbs (GB, 1961) sono al servizio di una chiarezza nitida e (paradossalmente) di una liquidità viscosa, entrambe tenute insieme in un atto di equilibrio precario. Stubbs gioca con le scale producendo motivi grafici (tipo “segno”) che agiscono come interruzioni latenti nel flusso di tinte e vernici trasparenti versate. Quello che emerge fra gli strati sono gli strani echi e i riferimenti alla quasi-technology e all’artigianato.
In questa mostra gli artisti presentano la loro interpretazione delle possibilità di espressione pittorica nel 21° secolo, impegnandosi nello spazio visuale (appiattito) del mezzo digitale che è diventato sempre più parte dell'esperienza quotidiana.
Gli artisti in Hypersurface FX forzano il linguaggio tradizionale dei dipinti (o oggetti dipinti), affermando la loro relazione con i mezzi virtuali e digitali. Il “ non-spazio” del video, del computer e del terminale virtuale crea una relazione complessa fra il fare dell'artista e l'oggetto fatto in uno spazio fisico.
Le superfici di tutte le opere sono costruite attraverso una serie di strati; alcuni fra questi artisti fanno del digitale la base di partenza e il punto d’arrivo delle loro opere (Monroe, Stubbs), altri riconfigurano le immagini memorizzate della storia dell'arte e della cultura popolare (Kjaergaard, Muenster, Roberts). Ad ogni modo, tutti attraversano semplicemente e ripetutamente queste classificazioni, operando attraverso una o entrambe contemporaneamente.
Per questi artisti, fare dipinti che si relazionano con l'immediatezza della comunicazione non-fisica (virtuale), significa che una tavolozza ricca di riferimenti culturali diventa disponibile; ogni espressione utile dalla storia dell'arte e dalla cultura popolare può essere quindi recuperata o rimescolata come sembra necessario.
Mie Olise Kjaegaard (DK, 1974) fa dipinti robustamente sicuri di sé che assomigliano a edifici costruiti precariamente su trampoli. Il suo tocco ha uno stile intelligente che potrebbe essere definito, in un gioco di definizione pittorica, come una sfacciata parodia dell’espressionismo. Allo stesso tempo, le sue relazioni figura/suolo fondono lo spazio architettonico e prospettico con la superficie, provocando una rottura nella distinzione tra figurazione e astrazione.
a figurazione e astrazione.
Nell'opera di Ian Monroe (USA, 1972) la superficie e i materiali sono enfatizzati. Lo spazio architettonico è portato in primo piano usando ritagli in vinile di forme e testi che studiano i valori tonali usando prospettive e composizioni portate all’estremo. Monroe sfida l'aspettativa dell’osservatore di vedere spazi bidimensionali, offrendo una superficie impenetrabile che fa immaginare una profondità inesistente.
I dipinti di Jost Muenster (D, 1968) sperimentano il raggio d’azione della rappresentazione con il colore e la superficie pittorica. Usa forme e sagome derivate dalla combinazione di architettura e pittura, è influenzato dai sobborghi urbani spogliati del dettaglio pittorico, appiattisce e copre le sue tele con forme astratte che ricordano mosaici di colori e sfondi come si trattasse di un campionario.
Gli ultimi dipinti di Perry Roberts (GB, 1954) combinano il colore con forme astratte/matematiche. Le colorazioni accese e l’uso frequente di grandi dimensioni sono le caratteristiche della pittura astratta nel nuovo millennio... Sovrapponendo meticolosamente aree di colori piatti e distinti coperti di nastro adesivo colorato, crea superfici dinamiche e complesse che ingannano l'aspettativa dell'osservatore di vedere uno spazio visivo sulla tela.
Le risorse tecniche nei dipinti di Michael Stubbs (GB, 1961) sono al servizio di una chiarezza nitida e (paradossalmente) di una liquidità viscosa, entrambe tenute insieme in un atto di equilibrio precario. Stubbs gioca con le scale producendo motivi grafici (tipo “segno”) che agiscono come interruzioni latenti nel flusso di tinte e vernici trasparenti versate. Quello che emerge fra gli strati sono gli strani echi e i riferimenti alla quasi-technology e all’artigianato.
16
gennaio 2009
Hypersurface FX
Dal 16 gennaio al 28 febbraio 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA MARGINI
Massa, Via Dei Margini, 11, (Massa-carrara)
Massa, Via Dei Margini, 11, (Massa-carrara)
Orario di apertura
dal giovedì al sabato dalle 16:00 alle 20:00
Autore
Curatore