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I AM THE BODY
I AM THE BODY nasce come progetto di indagine su cosa sia il corpo oggi.
Da un’idea di Federicapaola Capecchi, curatrice di fotografia ed anche coreografa, che ha fatto dell’investigazione
del ruolo del corpo fulcro della sua ricerca.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
I AM THE BODY nasce come progetto di indagine su cosa sia il corpo oggi.
Da un'idea di Federicapaola Capecchi, curatrice di fotografia ed anche coreografa, che ha fatto
dell'investigazione del ruolo del corpo fulcro della sua ricerca. Che idea si ha oggi del corpo.
È sacro? È una nuova religione? Il corpo è politico? È poetico? Che ruolo ha la fotografia nella
percezione del corpo? A che corpo siamo oggi? Quale l'approccio personale e fotografico al
corpo? Quale la visione e la relazione con esso?
Prima fase di questo progetto è la mostra fotografica collettiva che inaugura a Forte Marghera a Venezia.
I fotografi sono stati selezionati tramite Bando: 50 le candidature arrivate (progetti e foto singole) 26 i selezionati,
tutti progetti. In mostra: Fadwa Rouhana, Betlemme; Christine Lentzou Selzer, Atene; Helias
Doulis, Atene; Francesco Tadini, Milano; Alessandro Cossu, Cagliari; Franco Mammana,
Bergamo; Marco Ragana, Padova; Orietta Masala, Gorizia; Sara Pavan, Gallarate; La Sullivan
Sara Peccianti, Milano; Patrizio Cipollini, Roma & Simona Innocenti, Alessandria (Duo); Simona
Muzzeddu, Gallarate; Roberto Bramati, Roma; Roberto Vigasio, Brescia; Rosy Carletti, Thalwil;
Paola Musumeci, Acireale; Nadia Frasson, Treviso; Francesca Romana Semerano, Roma; Anna
Celani, Roma; Barbara Cecchini, Rimini; Nella Tarantino, Napoli; Walter Ciceri, Milano; Giuseppe
Pitino, Modica; Flavio Savio, Legnano; Mirko Torresani, Milano; Alessandro Zaffonato, Vicenza.
Novanta fotografie a creare un percorso che accompagna il visitatore tanto a provare a dare
una risposta agli interrogativi del progetto quanto a formularne di nuovi. C'è più di una strada
da transitare muovendosi tra un autore e l'altro, tra un progetto e l'altro. L'insieme di ognuno
a scrivere un'unica narrazione nella quale l'intento è, tra gli altri, di invogliare una
rivalutazione della potenza del corpo, della sua importanza e la consapevolezza di come sia
oggi, forse, l'unica rivoluzione possibile. Ripartire dal corpo, che può darsi solo “dal vivo” e
conoscerne e alimentarne ogni sua potenzialità e potenza.
Il corpo umano è un tema complesso che affascina e interroga. Il corpo è sempre stato un
oggetto politico, su cui si riversano ideologie, teorie e pratiche di controllo. Oggi il corpo è al
centro di dibattiti e discussioni, diventando terreno di scontro tra visioni molto diverse.
Chi lo vede come proprietà privata, da modellare a proprio piacimento, chi lo concepisce come
il nucleo della persona, la sede dell'identità, che va rispettato e curato.
Inoltre, il corpo è anche lo spazio su cui si esercita il controllo politico e sociale. Le norme di
genere, le regole di presentazione e abbigliamento, i canoni di bellezza sono tutti modi per
disciplinare i corpi. Anche le nuove tecnologie, come i social media, influenzano la percezione
del corpo, enfatizzando una rappresentazione stereotipata e irrealistica.
Infine, il corpo è un campo di battaglia, dove si combattono le lotte per i diritti civili, come il
diritto all'aborto, il matrimonio tra persone dello stesso sesso o il diritto di cambiare
legalmente il proprio genere. La libertà di disporre del proprio corpo è una delle libertà
fondamentali da rivendicare.
In sintesi, il corpo è al centro di tensioni politiche, sociali e culturali. È oggetto di controllo e
allo stesso tempo di rivendicazione. È espressione dell'identità individuale, ma anche terreno
di scontro per i diritti collettivi. Il corpo, in tutte le sue dimensioni, è profondamente politico.
Ogni fotografo in mostra ha indagato il corpo come contenitore di un potenziale poetico
enorme. Le sue forme, le sue posture, i suoi movimenti sono portatori di significati e metafore.
Ogni progetto, anche quelli dove è il volto il focus del corpo, ha cercato di cogliere questa
dimensione poetica, svelarla e interpretarla. Ha esplorato le possibilità espressive del corpo,
la sua capacità di comunicare idee.
Ogni autore presenta un corpo che è veicolo di contenuti e di temi; ha fotografato il corpo come soggetto poetico andando oltre l’apparenza a cogliere ciò che il corpo comunica attraverso i suoi segni, le sue posture, i suoi gesti. In mostra ci si muove
tra un corpo poetico che parla di temi universali come la bellezza, il dolore, il piacere, la
spiritualità; un corpo che rappresenta l'identità, la società, la politica e la natura, il potere o la
creazione, la conoscenza o l'anima o un nuovo inizio. Ci troviamo di fronte a una pluralità di
corpi e di percezioni del corpo, come è nel nostro oggi. Non esiste più un modello dominante,
ma una molteplicità di corpi reali che si affiancano a rappresentazioni e immagini di corpi
ideali diffuse dai media. I fotografi in mostra parlano di una riscoperta del corpo come luogo di
piacere e connessione con sé e con gli altri. Di una riscoperta del corpo come casa, come
territorio da esplorare, abitare, curare; ma anche come mezzo di comunicazione e di relazione.
Un corpo plurale, ibrido, costruito e vissuto, un intreccio di nature, culture. La casa più intima
che ci è data, il luogo della nostra presenza al mondo. Quale corpo siamo allora oggi? Forse
tutti questi corpi. Sicuramente, si evince da questa mostra, siamo un corpo vissuto, sentito,
ascoltato; un corpo poeta. Essere un corpo! Ecco la cosa più importante che circola in questa
mostra. Essere un corpo, non averlo. E questo è un atto tanto politico quanto creativo. E la
fotografia ha un importante compito di mediazione.
Da un'idea di Federicapaola Capecchi, curatrice di fotografia ed anche coreografa, che ha fatto
dell'investigazione del ruolo del corpo fulcro della sua ricerca. Che idea si ha oggi del corpo.
È sacro? È una nuova religione? Il corpo è politico? È poetico? Che ruolo ha la fotografia nella
percezione del corpo? A che corpo siamo oggi? Quale l'approccio personale e fotografico al
corpo? Quale la visione e la relazione con esso?
Prima fase di questo progetto è la mostra fotografica collettiva che inaugura a Forte Marghera a Venezia.
I fotografi sono stati selezionati tramite Bando: 50 le candidature arrivate (progetti e foto singole) 26 i selezionati,
tutti progetti. In mostra: Fadwa Rouhana, Betlemme; Christine Lentzou Selzer, Atene; Helias
Doulis, Atene; Francesco Tadini, Milano; Alessandro Cossu, Cagliari; Franco Mammana,
Bergamo; Marco Ragana, Padova; Orietta Masala, Gorizia; Sara Pavan, Gallarate; La Sullivan
Sara Peccianti, Milano; Patrizio Cipollini, Roma & Simona Innocenti, Alessandria (Duo); Simona
Muzzeddu, Gallarate; Roberto Bramati, Roma; Roberto Vigasio, Brescia; Rosy Carletti, Thalwil;
Paola Musumeci, Acireale; Nadia Frasson, Treviso; Francesca Romana Semerano, Roma; Anna
Celani, Roma; Barbara Cecchini, Rimini; Nella Tarantino, Napoli; Walter Ciceri, Milano; Giuseppe
Pitino, Modica; Flavio Savio, Legnano; Mirko Torresani, Milano; Alessandro Zaffonato, Vicenza.
Novanta fotografie a creare un percorso che accompagna il visitatore tanto a provare a dare
una risposta agli interrogativi del progetto quanto a formularne di nuovi. C'è più di una strada
da transitare muovendosi tra un autore e l'altro, tra un progetto e l'altro. L'insieme di ognuno
a scrivere un'unica narrazione nella quale l'intento è, tra gli altri, di invogliare una
rivalutazione della potenza del corpo, della sua importanza e la consapevolezza di come sia
oggi, forse, l'unica rivoluzione possibile. Ripartire dal corpo, che può darsi solo “dal vivo” e
conoscerne e alimentarne ogni sua potenzialità e potenza.
Il corpo umano è un tema complesso che affascina e interroga. Il corpo è sempre stato un
oggetto politico, su cui si riversano ideologie, teorie e pratiche di controllo. Oggi il corpo è al
centro di dibattiti e discussioni, diventando terreno di scontro tra visioni molto diverse.
Chi lo vede come proprietà privata, da modellare a proprio piacimento, chi lo concepisce come
il nucleo della persona, la sede dell'identità, che va rispettato e curato.
Inoltre, il corpo è anche lo spazio su cui si esercita il controllo politico e sociale. Le norme di
genere, le regole di presentazione e abbigliamento, i canoni di bellezza sono tutti modi per
disciplinare i corpi. Anche le nuove tecnologie, come i social media, influenzano la percezione
del corpo, enfatizzando una rappresentazione stereotipata e irrealistica.
Infine, il corpo è un campo di battaglia, dove si combattono le lotte per i diritti civili, come il
diritto all'aborto, il matrimonio tra persone dello stesso sesso o il diritto di cambiare
legalmente il proprio genere. La libertà di disporre del proprio corpo è una delle libertà
fondamentali da rivendicare.
In sintesi, il corpo è al centro di tensioni politiche, sociali e culturali. È oggetto di controllo e
allo stesso tempo di rivendicazione. È espressione dell'identità individuale, ma anche terreno
di scontro per i diritti collettivi. Il corpo, in tutte le sue dimensioni, è profondamente politico.
Ogni fotografo in mostra ha indagato il corpo come contenitore di un potenziale poetico
enorme. Le sue forme, le sue posture, i suoi movimenti sono portatori di significati e metafore.
Ogni progetto, anche quelli dove è il volto il focus del corpo, ha cercato di cogliere questa
dimensione poetica, svelarla e interpretarla. Ha esplorato le possibilità espressive del corpo,
la sua capacità di comunicare idee.
Ogni autore presenta un corpo che è veicolo di contenuti e di temi; ha fotografato il corpo come soggetto poetico andando oltre l’apparenza a cogliere ciò che il corpo comunica attraverso i suoi segni, le sue posture, i suoi gesti. In mostra ci si muove
tra un corpo poetico che parla di temi universali come la bellezza, il dolore, il piacere, la
spiritualità; un corpo che rappresenta l'identità, la società, la politica e la natura, il potere o la
creazione, la conoscenza o l'anima o un nuovo inizio. Ci troviamo di fronte a una pluralità di
corpi e di percezioni del corpo, come è nel nostro oggi. Non esiste più un modello dominante,
ma una molteplicità di corpi reali che si affiancano a rappresentazioni e immagini di corpi
ideali diffuse dai media. I fotografi in mostra parlano di una riscoperta del corpo come luogo di
piacere e connessione con sé e con gli altri. Di una riscoperta del corpo come casa, come
territorio da esplorare, abitare, curare; ma anche come mezzo di comunicazione e di relazione.
Un corpo plurale, ibrido, costruito e vissuto, un intreccio di nature, culture. La casa più intima
che ci è data, il luogo della nostra presenza al mondo. Quale corpo siamo allora oggi? Forse
tutti questi corpi. Sicuramente, si evince da questa mostra, siamo un corpo vissuto, sentito,
ascoltato; un corpo poeta. Essere un corpo! Ecco la cosa più importante che circola in questa
mostra. Essere un corpo, non averlo. E questo è un atto tanto politico quanto creativo. E la
fotografia ha un importante compito di mediazione.
29
giugno 2023
I AM THE BODY
Dal 29 giugno al 14 luglio 2023
fotografia
Location
Officine Forte Marghera – Padiglione Palmanova
Venezia, Via Forte Marghera, 30, (VE)
Venezia, Via Forte Marghera, 30, (VE)
Orario di apertura
da martedì a domenica dalle 18 alle 22
Vernissage
29 Giugno 2023, 19
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Curatore
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