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I Bianchi e Gli Azzurri
Eterogenea per linguaggi, tecniche e pratiche, l’esposizione ha un denominatore comune: l’attenzione rivolta all’ambiente inteso come contesto naturale, storico e intreccio di rapporti umani
Comunicato stampa
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Domenica 21 agosto alle ore 21,00, a Cagnano Varano, nei locali della Scuola Media, avrà luogo, la rassegna d'arte “I Bianchi e Gli Azzurri” a cura di Nando Granito e Katia Ricci, voluta da Palma De Simone, assessore comunale alla cultura e preside della scuola, che ha chiesto agli artisti un contributo di idee per la valorizzazione del luogo. La mostra, che continuerà anche durante l’anno scolastico, è l’inizio di una collaborazione tra artisti e ente locale per lo sviluppo urbanistico e la qualità estetica del paese.
Eterogenea per linguaggi, tecniche e pratiche, l’esposizione ha un denominatore comune: l’attenzione rivolta all’ambiente inteso come contesto naturale, storico e intreccio di rapporti umani. Il recupero e la valorizzazione di materiali diversi che rimandano all’arte povera e alla cultura materiale, ma anche alle moderne tecnologie, fino all’uso del computer, caratterizzano le opere di artisti provenienti da varie regioni italiane : CALOGERO BARBA, LILLO GIULIANA, GIUSEPPINA RIGGI, FRANCO SPENA, AGOSTINO TULUMELLO (CALTANISSETTA), KATIA BERLANTINI, ROSALBA CASMIRO, TEO DE PALMA , SEVERINA DI PALMA , ROSARIA DI RIENZO, ANTONELLA RUTIGLIANO,GRAZIELLA FRASCHINI, NANDO GRANITO, ANTONIA GUERRA, SALVATORE LOVAGLIO, NELLI MAFFIA, BARBARA TROMBETTA (FOGGIA), MICHELE DI PINTO (BARI), CARMELA CORSITTO (AGRIGENTO), FILLY CUSENZA (PALERMO), VALERIA TROJA (CATANIA), GIANCARLO LEPORE , ROCCO NATALE (URBINO), CICCIO LOZUPONE (ROMA), MASSIMO PALUMBO (LATINA), RUGGIERO MAGGI (MILANO), FABRIZIO MARTINELLI (LECCO).
Il critico Katia Ricci, nella presentazione degli artisti, scrive che (....) Nel ‘900, con l’esplosione del nuovo modello economico capitalistico, l’arte ha affrontato, come nodo fondamentale, proprio il rapporto con l’ambiente, al centro sia dei temi che delle tecniche. Ancor prima che questo argomento fosse messo a tema e studiato dagli ecologisti, gli artisti delle avanguardie hanno avvertito l’importanza del problema ambientale e dei rifiuti, e ne hanno fatto materia dell’opera d’arte. Il prodotto finito, l’oggetto artistico ha mano mano perso importanza a favore della capacità dell’artista di esercitare il proprio sguardo per cogliere segni estetici e bellezza, laddove sembrava che ci fossero solo rifiuti e scarti. Oggetti trovati, resti negletti e abbandonati vengono nobilitati dall’occhio degli artisti e diventano installazioni che modificano spazi e luoghi non riservati all’arte, come a Cagnano: una scuola è stata trasformata in uno spazio creativo, suggerendo altri modi di vivere la scuola, rendendola un ambiente libero da burocrazie e regole che non siano quelle della ricerca della bellezza, dell’espressione di sé e dell’incontro tra persone per una trasformazione e una crescita comune, che sono proprio le semplici regole e gli essenziali obiettivi che la scuola dovrebbe darsi. L’arte indica e rende manifesto l’essenziale, sfrondandolo di ciò che non solo è superfluo, ma addirittura dannoso, vale a dire le pastoie burocratiche.
L’arte suggerisce vie d’uscita e soluzioni a quelli che possono apparire vicoli ciechi, come accade in questi tempi: a violenza si risponde con violenza, al rifiuto di confrontarsi con l’altro, si risponde con la chiusura in sé, perpetrando le antinomie che sono caratteristiche della cultura del potere e della sopraffazione.
L’arte parla un altro linguaggio, ha altro filo da tessere, altri percorsi, altra storia da mostrare. Nella città antica, la polis, la fruizione pubblica e collettiva delle opere creava un prezioso e insostituibile equilibrio con l’ambiente naturale, in modo che la città stessa diventava strumento di educazione estetica e civica, additando che cosa era possibile realizzare con la partecipazione e la cura dei cittadini e il dialogo tra pubblico e privato per il bene comune.
I nostri paesi custodiscono ancora segni e suggerimenti utili e possono ancora parlare a chi si interroga sulla funzione e la ragione di quegli slarghi e camini, di quelle tegole e mensole, di quelle strade non sempre e solo dritte e di quei selciati scomodi solo per inadeguate e improbabili scarpe, che la moda impone. Non si tratta di fare l’elogio di tempi antichi, tutt’altro che migliori di quelli attuali, ma di imparare a leggere i segni intorno a noi per liberare la bellezza (.....)
La mostra rimarrà aperta sino al 15 settembre 2005 e in via di stampa il catalogo della mostra che metterà insieme tutte le iniziative del tema sopra citato.
I giorni ed orari di apertura della mostra: tutti i giorni di mattina dalle 9,00 alle 12,00. Chiuso la domenica.
Eterogenea per linguaggi, tecniche e pratiche, l’esposizione ha un denominatore comune: l’attenzione rivolta all’ambiente inteso come contesto naturale, storico e intreccio di rapporti umani. Il recupero e la valorizzazione di materiali diversi che rimandano all’arte povera e alla cultura materiale, ma anche alle moderne tecnologie, fino all’uso del computer, caratterizzano le opere di artisti provenienti da varie regioni italiane : CALOGERO BARBA, LILLO GIULIANA, GIUSEPPINA RIGGI, FRANCO SPENA, AGOSTINO TULUMELLO (CALTANISSETTA), KATIA BERLANTINI, ROSALBA CASMIRO, TEO DE PALMA , SEVERINA DI PALMA , ROSARIA DI RIENZO, ANTONELLA RUTIGLIANO,GRAZIELLA FRASCHINI, NANDO GRANITO, ANTONIA GUERRA, SALVATORE LOVAGLIO, NELLI MAFFIA, BARBARA TROMBETTA (FOGGIA), MICHELE DI PINTO (BARI), CARMELA CORSITTO (AGRIGENTO), FILLY CUSENZA (PALERMO), VALERIA TROJA (CATANIA), GIANCARLO LEPORE , ROCCO NATALE (URBINO), CICCIO LOZUPONE (ROMA), MASSIMO PALUMBO (LATINA), RUGGIERO MAGGI (MILANO), FABRIZIO MARTINELLI (LECCO).
Il critico Katia Ricci, nella presentazione degli artisti, scrive che (....) Nel ‘900, con l’esplosione del nuovo modello economico capitalistico, l’arte ha affrontato, come nodo fondamentale, proprio il rapporto con l’ambiente, al centro sia dei temi che delle tecniche. Ancor prima che questo argomento fosse messo a tema e studiato dagli ecologisti, gli artisti delle avanguardie hanno avvertito l’importanza del problema ambientale e dei rifiuti, e ne hanno fatto materia dell’opera d’arte. Il prodotto finito, l’oggetto artistico ha mano mano perso importanza a favore della capacità dell’artista di esercitare il proprio sguardo per cogliere segni estetici e bellezza, laddove sembrava che ci fossero solo rifiuti e scarti. Oggetti trovati, resti negletti e abbandonati vengono nobilitati dall’occhio degli artisti e diventano installazioni che modificano spazi e luoghi non riservati all’arte, come a Cagnano: una scuola è stata trasformata in uno spazio creativo, suggerendo altri modi di vivere la scuola, rendendola un ambiente libero da burocrazie e regole che non siano quelle della ricerca della bellezza, dell’espressione di sé e dell’incontro tra persone per una trasformazione e una crescita comune, che sono proprio le semplici regole e gli essenziali obiettivi che la scuola dovrebbe darsi. L’arte indica e rende manifesto l’essenziale, sfrondandolo di ciò che non solo è superfluo, ma addirittura dannoso, vale a dire le pastoie burocratiche.
L’arte suggerisce vie d’uscita e soluzioni a quelli che possono apparire vicoli ciechi, come accade in questi tempi: a violenza si risponde con violenza, al rifiuto di confrontarsi con l’altro, si risponde con la chiusura in sé, perpetrando le antinomie che sono caratteristiche della cultura del potere e della sopraffazione.
L’arte parla un altro linguaggio, ha altro filo da tessere, altri percorsi, altra storia da mostrare. Nella città antica, la polis, la fruizione pubblica e collettiva delle opere creava un prezioso e insostituibile equilibrio con l’ambiente naturale, in modo che la città stessa diventava strumento di educazione estetica e civica, additando che cosa era possibile realizzare con la partecipazione e la cura dei cittadini e il dialogo tra pubblico e privato per il bene comune.
I nostri paesi custodiscono ancora segni e suggerimenti utili e possono ancora parlare a chi si interroga sulla funzione e la ragione di quegli slarghi e camini, di quelle tegole e mensole, di quelle strade non sempre e solo dritte e di quei selciati scomodi solo per inadeguate e improbabili scarpe, che la moda impone. Non si tratta di fare l’elogio di tempi antichi, tutt’altro che migliori di quelli attuali, ma di imparare a leggere i segni intorno a noi per liberare la bellezza (.....)
La mostra rimarrà aperta sino al 15 settembre 2005 e in via di stampa il catalogo della mostra che metterà insieme tutte le iniziative del tema sopra citato.
I giorni ed orari di apertura della mostra: tutti i giorni di mattina dalle 9,00 alle 12,00. Chiuso la domenica.
21
agosto 2005
I Bianchi e Gli Azzurri
Dal 21 agosto al 15 settembre 2005
arte contemporanea
Location
SCUOLA MEDIA
Cagnano Varano, Via Dante Alighieri, 33, (Foggia)
Cagnano Varano, Via Dante Alighieri, 33, (Foggia)
Orario di apertura
tutti i giorni 9-12. Chiuso la domenica
Vernissage
21 Agosto 2005, ore 21
Autore
Curatore