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I Colori del Mediterraneo
Mostra collettiva
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’otto giugno 2013 alle ore 18:00 si inaugurerà , presso la casa Del turista di Brindisi, la mostra d’arte dal titolo “I Colori del Mediterraneo”. La mostra è organizzata dall’associzione Movimento per la Cooperazione Creativa Onlus con il patrocinio del Comune di Brindisi e la collaborazione del rotary Club appia antica di Brindisi.
“L’Infinito è la mia casa…la voce sommessa del mare m’invoca e m’invita a vivere senza catene”.
Queste sono le parole con le quali l’Arcipirata Margarito da Brindisi si presenta nel romanzo scritto da Dario Stomati.
Queste parole offrono una nitida impronta della cultura che abita le anime sulle coste del Mediterraneo, una popolazione presente negli stati bagnati dalle sue acque pari a circa 450 milioni di persone.
Mediterraneus, parola latina dal significato: in mezzo alle terre. La storia dell'umanità ha conosciuto il Mediterraneo con diversi nomi. Gli antichi Romani lo chiamavano, ad esempio, "Mare Nostrum", ossia il nostro mare (e in effetti la conquista romana toccò tutte le regioni affacciate sul Mediterraneo).
L'arabo: البحر الأبيض المتوسط, al-Baḥr al-Abyaḍ al-Mutawassiṭ, ossia "Mar Bianco di Mezzo", ha evidentemente ispirato la dizione turca di Akdeniz, "Mare Bianco". Nelle altre lingue del mondo, solitamente si ha vuoi un prestito dal latino o da lingue neolatine (es. inglese Mediterranean Sea), vuoi, più spesso, un calco dal senso di "mare medio, in mezzo (alle terre)" (es. tedesco Mittelmeer, ebraico Hayam Hatikhon (הַיָּם הַתִּיכוֹן), "il mare di mezzo", berbero ilel Agrakal, "mare tra-terre", giapponese Chichūkai (地中海), "mare in mezzo alle terre", albanese deti mesdhe, Il mare in mezzo alle terre). Da qui la più ampia chiave interpretativa della mostra dal titolo I colori del Mediterraneo, che diventa “I colori in mezzo alle terre” i colori tra le culture, le storie e gli intrecci di un Mediterraneo molto più complesso di quel che si possa immaginare e di un'Europa molto più mediterranea di quel che si possa pensare.
La città di Brindisi bene esprime l’intreccio culturale rappresentato da tali complessità avendo “ospitato” le diverse dominazioni politiche e religiose che hanno interessato il Mediterraneo, Il Mare Bianco o se preferite il Hayam Hatikhon.
“Nessuno di noi può escludere dal suo ceppo ancestrale anche il fenicio, il greco, il berbero, il normanno, l’ispanico, lo slavo” (Erri De Luca). Il Mediterraneo è un divenire, una speranza non solo una radice.
In tale prospettiva fatta di radici, intrecci, contaminazioni, scambi, speranze, unioni, culture, integrazioni, si affacciano le opere degli artisti che hanno collaborato con la propria creatività e preziosa disponibilità alla realizzazione dell’evento artistico;
Anna Maria Artegiani:
Paolo Cervino
Guido Martini
Antonio Pilato
Maria Teresa Stasi
Annamaria Veccia
Lucia Ida Viganò
Paolo Zongolo
“L’Infinito è la mia casa…la voce sommessa del mare m’invoca e m’invita a vivere senza catene”.
Queste sono le parole con le quali l’Arcipirata Margarito da Brindisi si presenta nel romanzo scritto da Dario Stomati.
Queste parole offrono una nitida impronta della cultura che abita le anime sulle coste del Mediterraneo, una popolazione presente negli stati bagnati dalle sue acque pari a circa 450 milioni di persone.
Mediterraneus, parola latina dal significato: in mezzo alle terre. La storia dell'umanità ha conosciuto il Mediterraneo con diversi nomi. Gli antichi Romani lo chiamavano, ad esempio, "Mare Nostrum", ossia il nostro mare (e in effetti la conquista romana toccò tutte le regioni affacciate sul Mediterraneo).
L'arabo: البحر الأبيض المتوسط, al-Baḥr al-Abyaḍ al-Mutawassiṭ, ossia "Mar Bianco di Mezzo", ha evidentemente ispirato la dizione turca di Akdeniz, "Mare Bianco". Nelle altre lingue del mondo, solitamente si ha vuoi un prestito dal latino o da lingue neolatine (es. inglese Mediterranean Sea), vuoi, più spesso, un calco dal senso di "mare medio, in mezzo (alle terre)" (es. tedesco Mittelmeer, ebraico Hayam Hatikhon (הַיָּם הַתִּיכוֹן), "il mare di mezzo", berbero ilel Agrakal, "mare tra-terre", giapponese Chichūkai (地中海), "mare in mezzo alle terre", albanese deti mesdhe, Il mare in mezzo alle terre). Da qui la più ampia chiave interpretativa della mostra dal titolo I colori del Mediterraneo, che diventa “I colori in mezzo alle terre” i colori tra le culture, le storie e gli intrecci di un Mediterraneo molto più complesso di quel che si possa immaginare e di un'Europa molto più mediterranea di quel che si possa pensare.
La città di Brindisi bene esprime l’intreccio culturale rappresentato da tali complessità avendo “ospitato” le diverse dominazioni politiche e religiose che hanno interessato il Mediterraneo, Il Mare Bianco o se preferite il Hayam Hatikhon.
“Nessuno di noi può escludere dal suo ceppo ancestrale anche il fenicio, il greco, il berbero, il normanno, l’ispanico, lo slavo” (Erri De Luca). Il Mediterraneo è un divenire, una speranza non solo una radice.
In tale prospettiva fatta di radici, intrecci, contaminazioni, scambi, speranze, unioni, culture, integrazioni, si affacciano le opere degli artisti che hanno collaborato con la propria creatività e preziosa disponibilità alla realizzazione dell’evento artistico;
Anna Maria Artegiani:
Paolo Cervino
Guido Martini
Antonio Pilato
Maria Teresa Stasi
Annamaria Veccia
Lucia Ida Viganò
Paolo Zongolo
08
giugno 2013
I Colori del Mediterraneo
Dall'otto al 18 giugno 2013
arte contemporanea
Location
CASA DEL TURISTA
Brindisi, Via Lungomare Calati, (Brindisi)
Brindisi, Via Lungomare Calati, (Brindisi)
Vernissage
8 Giugno 2013, ore 18
Autore
Se un tema nasce da una emozione immediata, il processo creativo dovrà derivare da questa emozione primaria e determinante. E se il colore ne è il principale medium espressivo, la composizione deve avere inizio da macchie di colore e solo in un secondo momento si potrà passare alle linee.
Chi traccia rima il disegno e poi aggiunge il colore , non potrà mai ottenere un effetto cromatico sicuro e deciso.
I colori hanno proprie dimensioni e luminosità, e naturalmente danno alle superfici, valori del tutto diversi da quelli lineari.
Chi vuole essere maestro del colore deve sentire , vivere, e vedere ogni singolo colore e le sue infinite combinazioni con tutti gli altri colori. Pag . 6
Ciò che si apprende ai libri o dai. propri maestri è un veicolo , dice un passo dei Veda ,che così prosegue : un veicolo che serve però solo a percorrere le strade battute; chi arriva al termine di quella strada ,deve abbandonarlo e proseguire a piedi.
Gli antichi pittori di vetrate usavano- colori per per creare nell’interno delle chiese un’atmosfera mistica e soprannaturale, e per elevare per i fedeli su un piano di alta spiritualità.
Nel campo dei colori vigono leggi e principi rigorosi?
Questa domanda mi è stata posta assai spesso dagli allievi , e sempre ho risposto : se lei di intuito riesce a creare dei capolavori, si può procedere ignorando le leggi cromatiche, ma se ignorandole non crea dei capolavori,
deve impegnarsi nello studio. Pag .