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I colori di Eva: Giuseppina Bonsangue
Nelle sue sculture si coglie una costante tensione che dal finito si spinge fino al non-oggetto e viene delineato un processo dove la Bonsangue maneggia il vuoto, senza designare una assenza, lo considera come presenza fisica e tangibile. L’intento ultimo del suo lavoro, come lei stessa sostiene, si scorge in una decostruzione consapevole dell’oggetto: lo spazio da contesto dove si colloca l’opera ne diventa un elemento compositivo, consentendoci di visualizzare il vuoto come una azione invisibile che si materializza nelle cose, sulle sculture
Comunicato stampa
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La rassegna “i Colori di Eva” prosegue con la terza mostra in programma. Il campo di indagine dell’artista napoletana Giuseppina Bonsangue si focalizzata sul linguaggio scultoreo, sull’articolazione della forma astratta nello spazio. Protagonista della ricerca artistica contemporanea, riceve premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali, è attiva anche nel campo dell’insegnamento diventando docente ordinaria negli “Istituti di Istruzione Artistica” (lavora attualmente presso il Liceo Artistico di Napoli).
Nelle sue sculture si coglie una costante tensione che dal finito si spinge fino al non-oggetto e viene delineato un processo dove la Bonsangue maneggia il vuoto, senza designare una assenza, lo considera come presenza fisica e tangibile. L’intento ultimo del suo lavoro, come lei stessa sostiene, si scorge in una decostruzione consapevole dell’oggetto: lo spazio da contesto dove si colloca l’opera ne diventa un elemento compositivo, consentendoci di visualizzare il vuoto come una azione invisibile che si materializza nelle cose, sulle sculture.
La coppia antinomica vuoto – pieno struttura la riflessione dell’artista, che riesce a comunicare idee di una estrema complessità concettuale attraverso forme divertenti che potrebbero invitare la fantasia di un bambino a rintracciarvi un aspetto ludico. Dietro un approccio disimpegnato, che può sembrare quasi giocoso, la Bonsangue ci parla del relativismo in cui l’uomo si trova a vivere, di una storia frammentata in molteplici punti di vista, di una condizione dove l’indeterminazione e la leggerezza del vuoto diventano più pesanti di qualsiasi pieno.
Nelle sue sculture si coglie una costante tensione che dal finito si spinge fino al non-oggetto e viene delineato un processo dove la Bonsangue maneggia il vuoto, senza designare una assenza, lo considera come presenza fisica e tangibile. L’intento ultimo del suo lavoro, come lei stessa sostiene, si scorge in una decostruzione consapevole dell’oggetto: lo spazio da contesto dove si colloca l’opera ne diventa un elemento compositivo, consentendoci di visualizzare il vuoto come una azione invisibile che si materializza nelle cose, sulle sculture.
La coppia antinomica vuoto – pieno struttura la riflessione dell’artista, che riesce a comunicare idee di una estrema complessità concettuale attraverso forme divertenti che potrebbero invitare la fantasia di un bambino a rintracciarvi un aspetto ludico. Dietro un approccio disimpegnato, che può sembrare quasi giocoso, la Bonsangue ci parla del relativismo in cui l’uomo si trova a vivere, di una storia frammentata in molteplici punti di vista, di una condizione dove l’indeterminazione e la leggerezza del vuoto diventano più pesanti di qualsiasi pieno.
06
aprile 2008
I colori di Eva: Giuseppina Bonsangue
Dal 06 al 30 aprile 2008
arte contemporanea
Location
CASINA GIUSTINIANI – L.I.ART
Roma, Viale David Lubin, 4, (Roma)
Roma, Viale David Lubin, 4, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 16.00-19.30
Vernissage
6 Aprile 2008, ore 11-14
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