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I Decalage. I tre ieri. Figli e nipoti d’arte oggi
Pitture e sculture (oltre 120 opere)
Comunicato stampa
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Ritornando con Luigi Castagna a riflettere sui “Decalage”, a due anni di distanza dalla mostra dedicata al gruppo, presso la Torre della Rivera di Almese, crediamo che continui ad avere senso conservarne quell’impostazione, che articolava il percorso di analisi critica di quel ‘movimento’ in tre momenti culturali, tuttavia da non intendersi strettamente come cronologicamente successivi, che allora avevamo rispettivamente intitolato: Sensismo critico, Per un neoromanticismo del XX secolo, Variazioni sul tema dei capricci. Quei titoli, per altro, derivavano congiuntamente dall’osservazione delle opere e dalle suggestioni provenienti dalle estese e pluridecennali meditazioni, che la critica d’arte era andata elaborando intorno ai “Decalage”, fin dalle loro prime apparizioni in pubblico. Nelle opere si vedevano e si vedono, infatti, puntualmente riflessi, anche se, per parte loro, con lucida distanza critica, i tratti comuni distintivi delle trasformazioni intrinseche al clima culturale piemontese e italiano, dalle prime acute contese artistiche del dopoguerra tra “astratti” e “figurativi”, al successivo consolidamento – per una parte consistente della ricerca artistica - del ritorno alla figurazione, fino all’appropriazione di moduli creativi “capricciosi”, a proposito dei quali Marziano Bernardi aveva parlato nel 1970 di “surrealismo senza brividi d’inquietudine”. All’iniziale sodalizio Aloisi – de’ Cavero si aggiunge presto Nardo Girardi e a questo punto prende vita una comunità artistica, fondata sulla condivisione di intenti e di progettualità e destinata, come sappiamo, ad una lunga durata. Dal loro primo atelier in piazza Cavour a Torino e al momento del loro trasferimento in via Cernaia, all’angolo con piazza Solferino, i “Decalage” sono pienamente consapevoli di avere dato vita ad una compiuta ed innovativa identità operativa. Infatti, anche grazie all’utilizzo di un prodotto di loro brevetto, il Rilevial, messo a punto avvalendosi della consulenza di un chimico della ditta “Duco” di Avigliana, la loro tradizionale attività di bottega in breve acquisisce l’aspetto di un moderno laboratorio artistico, cui collaborano artigiani ed architetti e in cui si adottano materiali e tecniche nuove, come quelle che prevedono applicazioni a rilievo su supporti in legno preliminarmente trattati.
Tuttavia, quelle peculiarità inventive non ci devono stupire eccessivamente, se le poniamo a confronto con il clima entusiasticamente creativo dell’immediato secondo dopoguerra, che era condiviso da numerosi atelier artistico-artigiani cittadini. Le novità apportate dalla tecnologia e dalla chimica postbelliche sembravano finalmente venire incontro, nelle botteghe artistiche, alla domanda di qualità e di garanzia di permanenza nel tempo dei loro prodotti, cui esse, in realtà, ambivano già da lungo tempo. Il binomio, o meglio ancora il connubio arte-artigianato è vivo in Piemonte da lunga data: Torino ha infatti conosciuto, dal 1884 al 1911, le sollecitazioni al più ampio confronto tra produttori provenienti dalle “Esposizioni Universali”; dal 1923 al 1930 alla Villa Reale di Monza si erano avvicendate quattro “Mostre internazionali delle arti decorative”, con rappresentative presenze di operatori torinesi. Oltre al mecenatismo di prestigio, il mondo artistico torinese intrattiene in quei decenni stabili relazioni con la realtà produttiva dell’imprenditoria privata. Un esempio e una testimonianza per tutte, che purtroppo temiamo definitivamente scomparsa nel 2009, con l’abbattimento dell’edificio, riguarda proprio i “Decalage”, che cinquant’anni prima avevano contribuito al programma decorativo dell’allora avveniristico cinema Fiamma, in corso Trapani a Torino.
A Villa Casalegno, accanto alle opere pittoriche realizzate dai “Decalage”, proponiamo in mostra alcuni rari “pezzi” di mobilio, eseguiti dall’atelier di via Cernaia e messi a disposizione da collezionisti privati, cui va, insieme a quello che indirizziamo a tutti gli altri prestatori, il nostro vivo ringraziamento; inoltre, abbiamo voluto dare spazio ad un piccolo, ma sicuramente interessante gruppo di dipinti, eseguiti a sole “quattro mani”, cioè soltanto da Aloisi e de’ Cavero.
Ad essi segue, nell’ordine, una sezione espositiva destinata a proporre una contenuta selezione di opere, che si devono alla creatività individuale di Attilio Aloisi e Nardo Girardi. In questa sezione, isolata al centro della sala, abbiamo pensato che dovesse avere un posto d’onore l’opera Maria Bricca e soa gent, che Attilio Aloisi volle realizzare e donare al Comune di Pianezza nel 1996. Tutti i dipinti qui esposti valgono come documenti della continuità di una loro parallela ricerca artistica più solitaria, che se è apportatrice di autonomi risultati di prestigio per i due artisti, attraverso un seguito di mostre personali di successo, era intanto destinata a rafforzare la parallela notorietà del gruppo. Il loro complementare contributo artistico soggettivo, inoltre, non poteva che indurre conseguenze favorevoli per la crescita e la maturazione delle trasformazioni stilistiche ed estetiche, che si susseguono nei decenni di vita del movimento “Decalage”, come appare evidente fin da un primo sguardo d’insieme e da un immediato confronto tra dipinti coevi. Tra le tante opere realizzate, singolarmente e in gruppo, comprese quelle ad oggi naturalmente distribuite e disperse nei mille rivoli del collezionismo – e comunque da recuperare alla conoscenza, volendo ricomporne un catalogo complessivo – manca all’appello, ad esempio, il precoce ciclo pittorico con Storie di Noè, realizzato da Nardo Girardi all’interno ed all’esterno di un locale aperto al pubblico sulla piazza principale di Almese, suo luogo di nascita, più tardi ricoperto e che attende un paziente lavoro di riscoprimento.
Il nostro intento di approfondimento della ricerca sul gruppo ci ha spontaneamente sospinto a rivolgere lo sguardo anche oltre il tempo della prima generazione “Decalage”, con le sue diverse manifestazioni, così come le abbiamo fin qui delineate. Ne è scaturita una seconda parte di esposizione, che, in questo caso, si attiene a criteri differenti da quelli comunemente adottati nello studio di un movimento artistico, per cui si tende ad indagarne il percorso diacronico, che solitamente prende avvio dai suoi precedenti, per metterne in luce gli esordi, evidenziarne il clima propizio alla maturità, per poi proseguire con l’analisi delle sue eredità culturali, degli eventuali esiti epigonici e della successiva fortuna critica.
Qui, invece, ci è parso interessante mostrare, con il fermo proposito di offrire spunti di osservazione assolutamente sintetici, un forte seguito di eredità artistiche, ma strettamente legate alla sola dimensione della discendenza familiare. Come se volessimo comporre un rinnovato omaggio alla diffusa e plurisecolare tradizione di tante botteghe artistiche storiche, tramandate per generazioni.
Pertanto, nell’ultima sala e nelle sue adiacenze possiamo raccogliere qualche indizio dei percorsi seguiti dai figli e dai nipoti d’arte dei “Decalage”, che, se in parte si distanziano dalle loro consuetudini di lavoro in gruppo, tuttavia ne proseguono il rigore nella costruzione materiale e formale dell’opera, ne raccolgono l’insegnamento, rivisitandolo e reinterpretandolo con rinnovati e talvolta anche con profondamente diversi strumenti culturali ed espressivi, con ciò contribuendo all’attualizzazione di quella ‘lezione’ contemporanea, che per comodità di sintesi possiamo definire ‘neofiguratività’.
Così, incontriamo alcune tele, dedicate a interpretazioni paesaggistiche, di Laura Morra, figlia di Enrica e nipote di Attilio Aloisi; per i tre fratelli Girardi, figli di Nardo, compaiono un gruppo di opere recenti dell’artista almesino Gabriel, un curiosissimo campione costituito da due dipinti di uccelli esotici di Ramon, da lungo tempo residente in Australia, a Brisbane, un intenso trittico con Annunciazione, accompagnato da un relativo studio, di Leonardo, docente di Anatomia Artistica all’Accademia Albertina di Torino. I nipoti Girardi sono presenti con un gruppo di allestimenti scultorei di Ollantay, datati intorno alla fine degli anni ’90, precedenti alla sua attuale residenza di lavoro a Madrid e con grandi ritratti su tela della sorella Xochitl Soledad, entrambi figli di Edoardo Raoul Valderrama e di Eliana Girardi, figlia di Nardo. Al giovanissimo Riccardo Aloisi, ancora allievo della Scuola Internazionale di Comics e promettente vignettista, figlio di Cesare e nipote di Attilio, auguriamo di poterlo presto ospitare in una mostra.
Paolo Nesta
Per ulteriori informazioni: e-mail: info@artepervoi.it paolnest@tin.it
Sito web: www.artepervoi.it
Si allegano le fotografie delle opere seguenti:
* “Galeone in porto” – del Gruppo Decalage (1°periodo) - cm. 60x180 – Olio su tavola (vetrificato) – anno 1961
* “Mercato” – del Gruppo Decalage (Periodo romantico) - cm. 105x90 – Olio su tavola – anno 1979
* “Cavallina” – del Gruppo Decalage (Periodo surreale) - cm. 50x70 – Olio su tela – anno 1974
* “Stupore” – di Attilio Aloisi - cm. 30x40 – Olio su tavola – anno 1983
* “Il pozzo” – di Nardo Girardi - cm. 19x18 – Olio su tavola – anno 1976
* “Luminio” – di Gabriel Girardi - cm. 50x60 – Olio su tela – anno 2006
* “AN-NUN-CIO” – di Leonardo Girardi - cm. 240x80 – Trittico - Olio su tela – anno 2009
* “Cassowary” – di Ramon Girardi - cm. 30x40 – Pastelli ad olio su cartone
* “Volumi in espansione” – di Ollantay Valderrama Girardi - cm. 66x52x48 – Marmo bianco – anno 2000
* “Sara 2” – di Xochitl Valderrama Girardi - cm. 100x180 – Acrilico su tela – anno 2005
* “Veduta infinita” – di Laura Morra - cm. 73x53 – Acrilico su tela – anno 2000
Nota: L’immagine dell’opera “Cavallina” è stata scelta come simbolo della mostra ed è stata riportata su inviti e locandine.
Tuttavia, quelle peculiarità inventive non ci devono stupire eccessivamente, se le poniamo a confronto con il clima entusiasticamente creativo dell’immediato secondo dopoguerra, che era condiviso da numerosi atelier artistico-artigiani cittadini. Le novità apportate dalla tecnologia e dalla chimica postbelliche sembravano finalmente venire incontro, nelle botteghe artistiche, alla domanda di qualità e di garanzia di permanenza nel tempo dei loro prodotti, cui esse, in realtà, ambivano già da lungo tempo. Il binomio, o meglio ancora il connubio arte-artigianato è vivo in Piemonte da lunga data: Torino ha infatti conosciuto, dal 1884 al 1911, le sollecitazioni al più ampio confronto tra produttori provenienti dalle “Esposizioni Universali”; dal 1923 al 1930 alla Villa Reale di Monza si erano avvicendate quattro “Mostre internazionali delle arti decorative”, con rappresentative presenze di operatori torinesi. Oltre al mecenatismo di prestigio, il mondo artistico torinese intrattiene in quei decenni stabili relazioni con la realtà produttiva dell’imprenditoria privata. Un esempio e una testimonianza per tutte, che purtroppo temiamo definitivamente scomparsa nel 2009, con l’abbattimento dell’edificio, riguarda proprio i “Decalage”, che cinquant’anni prima avevano contribuito al programma decorativo dell’allora avveniristico cinema Fiamma, in corso Trapani a Torino.
A Villa Casalegno, accanto alle opere pittoriche realizzate dai “Decalage”, proponiamo in mostra alcuni rari “pezzi” di mobilio, eseguiti dall’atelier di via Cernaia e messi a disposizione da collezionisti privati, cui va, insieme a quello che indirizziamo a tutti gli altri prestatori, il nostro vivo ringraziamento; inoltre, abbiamo voluto dare spazio ad un piccolo, ma sicuramente interessante gruppo di dipinti, eseguiti a sole “quattro mani”, cioè soltanto da Aloisi e de’ Cavero.
Ad essi segue, nell’ordine, una sezione espositiva destinata a proporre una contenuta selezione di opere, che si devono alla creatività individuale di Attilio Aloisi e Nardo Girardi. In questa sezione, isolata al centro della sala, abbiamo pensato che dovesse avere un posto d’onore l’opera Maria Bricca e soa gent, che Attilio Aloisi volle realizzare e donare al Comune di Pianezza nel 1996. Tutti i dipinti qui esposti valgono come documenti della continuità di una loro parallela ricerca artistica più solitaria, che se è apportatrice di autonomi risultati di prestigio per i due artisti, attraverso un seguito di mostre personali di successo, era intanto destinata a rafforzare la parallela notorietà del gruppo. Il loro complementare contributo artistico soggettivo, inoltre, non poteva che indurre conseguenze favorevoli per la crescita e la maturazione delle trasformazioni stilistiche ed estetiche, che si susseguono nei decenni di vita del movimento “Decalage”, come appare evidente fin da un primo sguardo d’insieme e da un immediato confronto tra dipinti coevi. Tra le tante opere realizzate, singolarmente e in gruppo, comprese quelle ad oggi naturalmente distribuite e disperse nei mille rivoli del collezionismo – e comunque da recuperare alla conoscenza, volendo ricomporne un catalogo complessivo – manca all’appello, ad esempio, il precoce ciclo pittorico con Storie di Noè, realizzato da Nardo Girardi all’interno ed all’esterno di un locale aperto al pubblico sulla piazza principale di Almese, suo luogo di nascita, più tardi ricoperto e che attende un paziente lavoro di riscoprimento.
Il nostro intento di approfondimento della ricerca sul gruppo ci ha spontaneamente sospinto a rivolgere lo sguardo anche oltre il tempo della prima generazione “Decalage”, con le sue diverse manifestazioni, così come le abbiamo fin qui delineate. Ne è scaturita una seconda parte di esposizione, che, in questo caso, si attiene a criteri differenti da quelli comunemente adottati nello studio di un movimento artistico, per cui si tende ad indagarne il percorso diacronico, che solitamente prende avvio dai suoi precedenti, per metterne in luce gli esordi, evidenziarne il clima propizio alla maturità, per poi proseguire con l’analisi delle sue eredità culturali, degli eventuali esiti epigonici e della successiva fortuna critica.
Qui, invece, ci è parso interessante mostrare, con il fermo proposito di offrire spunti di osservazione assolutamente sintetici, un forte seguito di eredità artistiche, ma strettamente legate alla sola dimensione della discendenza familiare. Come se volessimo comporre un rinnovato omaggio alla diffusa e plurisecolare tradizione di tante botteghe artistiche storiche, tramandate per generazioni.
Pertanto, nell’ultima sala e nelle sue adiacenze possiamo raccogliere qualche indizio dei percorsi seguiti dai figli e dai nipoti d’arte dei “Decalage”, che, se in parte si distanziano dalle loro consuetudini di lavoro in gruppo, tuttavia ne proseguono il rigore nella costruzione materiale e formale dell’opera, ne raccolgono l’insegnamento, rivisitandolo e reinterpretandolo con rinnovati e talvolta anche con profondamente diversi strumenti culturali ed espressivi, con ciò contribuendo all’attualizzazione di quella ‘lezione’ contemporanea, che per comodità di sintesi possiamo definire ‘neofiguratività’.
Così, incontriamo alcune tele, dedicate a interpretazioni paesaggistiche, di Laura Morra, figlia di Enrica e nipote di Attilio Aloisi; per i tre fratelli Girardi, figli di Nardo, compaiono un gruppo di opere recenti dell’artista almesino Gabriel, un curiosissimo campione costituito da due dipinti di uccelli esotici di Ramon, da lungo tempo residente in Australia, a Brisbane, un intenso trittico con Annunciazione, accompagnato da un relativo studio, di Leonardo, docente di Anatomia Artistica all’Accademia Albertina di Torino. I nipoti Girardi sono presenti con un gruppo di allestimenti scultorei di Ollantay, datati intorno alla fine degli anni ’90, precedenti alla sua attuale residenza di lavoro a Madrid e con grandi ritratti su tela della sorella Xochitl Soledad, entrambi figli di Edoardo Raoul Valderrama e di Eliana Girardi, figlia di Nardo. Al giovanissimo Riccardo Aloisi, ancora allievo della Scuola Internazionale di Comics e promettente vignettista, figlio di Cesare e nipote di Attilio, auguriamo di poterlo presto ospitare in una mostra.
Paolo Nesta
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Si allegano le fotografie delle opere seguenti:
* “Galeone in porto” – del Gruppo Decalage (1°periodo) - cm. 60x180 – Olio su tavola (vetrificato) – anno 1961
* “Mercato” – del Gruppo Decalage (Periodo romantico) - cm. 105x90 – Olio su tavola – anno 1979
* “Cavallina” – del Gruppo Decalage (Periodo surreale) - cm. 50x70 – Olio su tela – anno 1974
* “Stupore” – di Attilio Aloisi - cm. 30x40 – Olio su tavola – anno 1983
* “Il pozzo” – di Nardo Girardi - cm. 19x18 – Olio su tavola – anno 1976
* “Luminio” – di Gabriel Girardi - cm. 50x60 – Olio su tela – anno 2006
* “AN-NUN-CIO” – di Leonardo Girardi - cm. 240x80 – Trittico - Olio su tela – anno 2009
* “Cassowary” – di Ramon Girardi - cm. 30x40 – Pastelli ad olio su cartone
* “Volumi in espansione” – di Ollantay Valderrama Girardi - cm. 66x52x48 – Marmo bianco – anno 2000
* “Sara 2” – di Xochitl Valderrama Girardi - cm. 100x180 – Acrilico su tela – anno 2005
* “Veduta infinita” – di Laura Morra - cm. 73x53 – Acrilico su tela – anno 2000
Nota: L’immagine dell’opera “Cavallina” è stata scelta come simbolo della mostra ed è stata riportata su inviti e locandine.
06
marzo 2010
I Decalage. I tre ieri. Figli e nipoti d’arte oggi
Dal 06 al 28 marzo 2010
arte contemporanea
Location
VILLA CASALEGNO
Pianezza, Via Al Borgo, 2, (Torino)
Pianezza, Via Al Borgo, 2, (Torino)
Orario di apertura
sabato dalle 16,00 alle 19,00 domenica – dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 16,00 alle 19,00 domenica – dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 16,00 alle 19,00
Vernissage
6 Marzo 2010, ore 16
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