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I desired what you were, I need what you are
I desired what you were, I need what you are e’ una mostra collettiva che riflette sulla rielaborazione ed interpretazione di elementi culturali residuali, rimasti dominanti nella cultura odierna del cinema, dell’arte e della musica
Comunicato stampa
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I desired what you were, I need what you are e' una mostra collettiva che riflette sulla rielaborazione ed interpretazione di elementi culturali residuali, rimasti dominanti nella cultura odierna del cinema, dell'arte e della musica. La mostra mette in luce i simboli che sono stati desiderati, usati ed interpretati da una generazione che ha vissuto l'assenza di ideologie, ma che ne ha avuto un'intuizione attraverso un'esperienza indiretta.
I desired what you were, I need what you are concretizza e approfondisce il discorso su come la generazione nata negli anni Settanta e Ottanta, disillusa e privata della possibilità di credere nel presente, sia stata costretta a soffocare il proprio slancio rivoluzionario e creativo sotto il peso dell'omologazione e del consumismo, senza alcuna possibilità di pensiero utopistico. La mostra focalizza la propria attenzione sugli 'atteggiamenti' di un periodo storico che non lascia lo spazio per essere eroici.
Attraverso le opere in mostra, I desired what you were, I need what you are, si concentra sulla mancanza di ideali assoluti nell'epoca attuale, a partire dal ri-uso di ideologie culturali e materiale iconico del passato; influenze ereditate e sopravvissute, perche' adottate e fatte proprie dalle generazioni successive. La mostra si posiziona nello spazio del divario tra cio' 'che e' stato' e 'cio' che e'',
I desired what you were, I need what you are non mira all'esplorazione del sistema complessivo dell'arte, del cinema e della musica; piuttosto si propone l'analisi di alcuni aspetti particolari legittimati da una presenza continuativa e persistente, che assumono la forma di "residuo", inteso, secondo l'accezione del sociologo Raymond Williams, come qualcosa che: "in realtà e' stato creato nel passato, ma che e' ancora attivo nel processo culturale, non solo e spesso non del tutto come un elemento del passato, ma come un concreto elemento del presente". Il mito sembra rappresentare cio' in cui il residuale si e' trasformato.
Patrizio Di Massimo, Cyprien Gaillard, Mario Garcia Torres rievocano le pratiche artistiche degli anni Sessanta e Settanta, da molti artisti considerate l'ultima fase nella storia dei movimenti culturali che ha portato in prima linea le nozioni di idea, criticità, provocazione, sperimentazione e coraggio. Gruppi musicali, movimenti ed eventi leggendari del passato, cosi' lontani ma ancora cosi' vicini, conservano un forte significato, divenendo spazi di memoria emotiva, che continuano a giocare un ruolo chiave nella società, come evidenziato da Iain Forsyth & Jane Pollard, Jamie Shovlin e Matt Stokes.
Marcelline Delbecq, Ryan Gander, Jamie Shovlin, Olivia Plender, riflettono sul mito concreto e profondo del cinema, che non risiede nei suoi protagonisti o nelle sue pellicole, bensi' principalmente nella sua capacità rivoluzionaria di 'illusione', nella sovrapposizione di realtà e invenzione.
I desired what you were, I need what you are si focalizza sugli espedienti che l'arte contemporanea costruisce per soddisfare desideri segreti: un modo per far diventare realtà mitologie, problematiche e leggende, per avvicinarsi maggiormente al desiderio dell'autentico. La mostra si posiziona esattamente laddove sembra collocarsi la rivoluzione del nostro tempo: soddisfare un sogno di autenticità, là, dove il 'residuo' diventa 'emergente'.
In occasione della mostra sarà presentato un catalogo in edizione limitata a cura di Ilaria Gianni con contributi di Stephanie Bertrand, Cecilia Canziani, Isobel Harbison, Luca Lo PInto, Francesco Pedraglio, Caterina Riva, Filipa Ramos, Cally Spooner e Ilaria Gianni.
I desired what you were, I need what you are, e' un progetto elaborato nell'ambito del MFA Curating, Goldsmiths College University of London.
I desired what you were, I need what you are concretizza e approfondisce il discorso su come la generazione nata negli anni Settanta e Ottanta, disillusa e privata della possibilità di credere nel presente, sia stata costretta a soffocare il proprio slancio rivoluzionario e creativo sotto il peso dell'omologazione e del consumismo, senza alcuna possibilità di pensiero utopistico. La mostra focalizza la propria attenzione sugli 'atteggiamenti' di un periodo storico che non lascia lo spazio per essere eroici.
Attraverso le opere in mostra, I desired what you were, I need what you are, si concentra sulla mancanza di ideali assoluti nell'epoca attuale, a partire dal ri-uso di ideologie culturali e materiale iconico del passato; influenze ereditate e sopravvissute, perche' adottate e fatte proprie dalle generazioni successive. La mostra si posiziona nello spazio del divario tra cio' 'che e' stato' e 'cio' che e'',
I desired what you were, I need what you are non mira all'esplorazione del sistema complessivo dell'arte, del cinema e della musica; piuttosto si propone l'analisi di alcuni aspetti particolari legittimati da una presenza continuativa e persistente, che assumono la forma di "residuo", inteso, secondo l'accezione del sociologo Raymond Williams, come qualcosa che: "in realtà e' stato creato nel passato, ma che e' ancora attivo nel processo culturale, non solo e spesso non del tutto come un elemento del passato, ma come un concreto elemento del presente". Il mito sembra rappresentare cio' in cui il residuale si e' trasformato.
Patrizio Di Massimo, Cyprien Gaillard, Mario Garcia Torres rievocano le pratiche artistiche degli anni Sessanta e Settanta, da molti artisti considerate l'ultima fase nella storia dei movimenti culturali che ha portato in prima linea le nozioni di idea, criticità, provocazione, sperimentazione e coraggio. Gruppi musicali, movimenti ed eventi leggendari del passato, cosi' lontani ma ancora cosi' vicini, conservano un forte significato, divenendo spazi di memoria emotiva, che continuano a giocare un ruolo chiave nella società, come evidenziato da Iain Forsyth & Jane Pollard, Jamie Shovlin e Matt Stokes.
Marcelline Delbecq, Ryan Gander, Jamie Shovlin, Olivia Plender, riflettono sul mito concreto e profondo del cinema, che non risiede nei suoi protagonisti o nelle sue pellicole, bensi' principalmente nella sua capacità rivoluzionaria di 'illusione', nella sovrapposizione di realtà e invenzione.
I desired what you were, I need what you are si focalizza sugli espedienti che l'arte contemporanea costruisce per soddisfare desideri segreti: un modo per far diventare realtà mitologie, problematiche e leggende, per avvicinarsi maggiormente al desiderio dell'autentico. La mostra si posiziona esattamente laddove sembra collocarsi la rivoluzione del nostro tempo: soddisfare un sogno di autenticità, là, dove il 'residuo' diventa 'emergente'.
In occasione della mostra sarà presentato un catalogo in edizione limitata a cura di Ilaria Gianni con contributi di Stephanie Bertrand, Cecilia Canziani, Isobel Harbison, Luca Lo PInto, Francesco Pedraglio, Caterina Riva, Filipa Ramos, Cally Spooner e Ilaria Gianni.
I desired what you were, I need what you are, e' un progetto elaborato nell'ambito del MFA Curating, Goldsmiths College University of London.
23
aprile 2008
I desired what you were, I need what you are
Dal 23 aprile al 15 giugno 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA MAZE
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 40, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 40, (Torino)
Orario di apertura
mar - sab 15.30-19.30, festivi chiuso
Vernissage
23 Aprile 2008, ore 18
Autore
Curatore