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I dipinti del Salone del Risorgimento di Luigi Pizzardi
Per il salone, di amplissime dimensioni, si progettarono i dipinti seguendo il filo della celebrazione della gloria italica: dagli uomini illustri del passato, che avevano contribuito alla cultura, alla scienza e alla politica, sino agli artefici “istituzionali” della recentissima unificazione.
Comunicato stampa
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La mostra verrà inaugurata venerdì 7 gennaio 2011, alle ore 17.30, presso la Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio, e resterà aperta fino a domenica 23 gennaio, la mostra I dipinti del Salone del Risorgimento di Luigi Pizzardi, a cura dell’Istituzione Musei Civici del Comune di Bologna e del Museo civico del Risorgimento.
In seguito alle sconfitte subite ad opera delle truppe franco-piemontesi a Palestro e Magenta, come è noto la notte del 12 giugno 1859 gli Austriaci, che con alcune migliaia di soldati sostenevano il traballante governo pontificio, dovettero sgomberare anche Bologna. Ne seguì un clima di positiva novità ed ansia di progresso che portò la città ad eleggere, come «primo sindaco di Bologna libera», il marchese Luigi Pizzardi, eccellente esempio di quella moderna nobile borghesia nata da una costola dell'aristocrazia locale più progressista. Pizzardi ricoprì la carica di primo cittadino dal 1860 fin sul finire dell'anno successivo, quando rassegnò le proprie dimissioni, ufficialmente per ragioni di salute.
In questo frangente fece realizzare per il suo sontuoso palazzo (situato nell’attuale via D’Azeglio 38, oggi sede giudiziaria di Bologna) un Salone del Risorgimento che celebrasse degnamente il passaggio alla nuova autorità statale e la gloria del nuovo Regno.
Per il salone, di amplissime dimensioni, si progettarono i dipinti seguendo il filo della celebrazione della gloria italica: dagli uomini illustri del passato, che avevano contribuito alla cultura, alla scienza e alla politica, sino agli artefici “istituzionali” della recentissima unificazione. Nel decennio 1861-1871 vennero così commissionati e realizzati i ritratti di Galileo Galilei, Pier Capponi (risultato disperso nel 1959), Dante, Michelangelo Buonarroti e Cristoforo Colombo da una parte, e dall'altra Vittorio Emanuele II, Vittorio Emanuele II e le annessioni (anch’esso risultato disperso nel 1959), Napoleone III, Carlo Alberto ad Oporto e, unici contemporanei non di stirpe regale, Cavour e Minghetti.
Luigi Pizzardi scelse pittori noti anche a livello nazionale, ma di area bolognese: Carlo Arienti, Alessandro Guardassoni, Giulio Cesare Ferrari, Andrea Besteghi, Gaetano Belvederi, Luigi Busi, Antonio Muzzi e il toscano Antonio Puccinelli.
Alla morte di Luigi, avvenuta nel 1871, la quadreria passò agli eredi e, alla vendita del Palazzo, intervenuta di lì a poco, venne trasferita a Palazzo Ratta in via Castiglione.
Nel 1920 l'ultimo proprietario, Carlo Alberto Pizzardi (figlio di Luigi) effettuò una donazione parziale della quadreria al Comune di Bologna, da destinarsi al Museo del Risorgimento; alla morte del marchese Carlo Alberto, avvenuta nel 1922, il Comune ereditò la seconda parte.
Da decenni i dipinti, che a seguito di diverse vicissitudini sono stati separati fra il Museo del Risorgimento e le Collezioni storiche dell’Istituzione Galleria d’Arte Moderna di Bologna, non sono visibili al pubblico, anche per ragioni legate al loro stato di conservazione.
La loro esposizione oggi, dopo un accurato restauro reso possibile dal contributo congiunto di Fondazione CittàItalia e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, è dunque tanto più significativa perché i dipinti tornano ad essere visibili insieme in coincidenza con il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
In seguito alle sconfitte subite ad opera delle truppe franco-piemontesi a Palestro e Magenta, come è noto la notte del 12 giugno 1859 gli Austriaci, che con alcune migliaia di soldati sostenevano il traballante governo pontificio, dovettero sgomberare anche Bologna. Ne seguì un clima di positiva novità ed ansia di progresso che portò la città ad eleggere, come «primo sindaco di Bologna libera», il marchese Luigi Pizzardi, eccellente esempio di quella moderna nobile borghesia nata da una costola dell'aristocrazia locale più progressista. Pizzardi ricoprì la carica di primo cittadino dal 1860 fin sul finire dell'anno successivo, quando rassegnò le proprie dimissioni, ufficialmente per ragioni di salute.
In questo frangente fece realizzare per il suo sontuoso palazzo (situato nell’attuale via D’Azeglio 38, oggi sede giudiziaria di Bologna) un Salone del Risorgimento che celebrasse degnamente il passaggio alla nuova autorità statale e la gloria del nuovo Regno.
Per il salone, di amplissime dimensioni, si progettarono i dipinti seguendo il filo della celebrazione della gloria italica: dagli uomini illustri del passato, che avevano contribuito alla cultura, alla scienza e alla politica, sino agli artefici “istituzionali” della recentissima unificazione. Nel decennio 1861-1871 vennero così commissionati e realizzati i ritratti di Galileo Galilei, Pier Capponi (risultato disperso nel 1959), Dante, Michelangelo Buonarroti e Cristoforo Colombo da una parte, e dall'altra Vittorio Emanuele II, Vittorio Emanuele II e le annessioni (anch’esso risultato disperso nel 1959), Napoleone III, Carlo Alberto ad Oporto e, unici contemporanei non di stirpe regale, Cavour e Minghetti.
Luigi Pizzardi scelse pittori noti anche a livello nazionale, ma di area bolognese: Carlo Arienti, Alessandro Guardassoni, Giulio Cesare Ferrari, Andrea Besteghi, Gaetano Belvederi, Luigi Busi, Antonio Muzzi e il toscano Antonio Puccinelli.
Alla morte di Luigi, avvenuta nel 1871, la quadreria passò agli eredi e, alla vendita del Palazzo, intervenuta di lì a poco, venne trasferita a Palazzo Ratta in via Castiglione.
Nel 1920 l'ultimo proprietario, Carlo Alberto Pizzardi (figlio di Luigi) effettuò una donazione parziale della quadreria al Comune di Bologna, da destinarsi al Museo del Risorgimento; alla morte del marchese Carlo Alberto, avvenuta nel 1922, il Comune ereditò la seconda parte.
Da decenni i dipinti, che a seguito di diverse vicissitudini sono stati separati fra il Museo del Risorgimento e le Collezioni storiche dell’Istituzione Galleria d’Arte Moderna di Bologna, non sono visibili al pubblico, anche per ragioni legate al loro stato di conservazione.
La loro esposizione oggi, dopo un accurato restauro reso possibile dal contributo congiunto di Fondazione CittàItalia e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, è dunque tanto più significativa perché i dipinti tornano ad essere visibili insieme in coincidenza con il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
07
gennaio 2011
I dipinti del Salone del Risorgimento di Luigi Pizzardi
Dal 07 al 23 gennaio 2011
arte moderna
Location
PALAZZO D’ACCURSIO
Bologna, Piazza Maggiore, 6, (Bologna)
Bologna, Piazza Maggiore, 6, (Bologna)
Orario di apertura
lun-sab ore 10.00 - 18.00;
Vernissage
7 Gennaio 2011, ore 17.30
Autore