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I fantasmi di Guido Peyron. Ritratti come nature morte
Personalità artistica tuttora da indagare in maniera approfondita, Guido Peyron, nato a Firenze nel 1898 (e morto nel 1960), rappresenta una figura di grande rilievo negli ambienti culturali della Firenze degli anni Venti.
Frequentatore delle avanguardie, Peyron fu amico di molti artisti e intellettuali, come testimoniano i ritratti di rara eleganza espressiva di Eugenio Montale, Massimo Bontempelli, Aldo Palazzeschi, Arturo Loria, e l’importante, quanto poco fortunato dipinto Gli amici nell’atelier (1928), ambientato nello studio dell’artista e conservato presso la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti di Firenze.
Particolarmente significativa l’amicizia con Eugenio Montale che volle dedicare all’amico artista e ottimo cuoco la poesia Il gallo cedrone.
La profonda passione per l’arte culinaria lo portò a pubblicare nel 1956 il libro “Note sulla cucina e altre cose”, edito da Vallecchi.
Figura di grande rilievo negli ambienti culturali della Firenze degli anni Venti, Peyron era amico di molti artisti e intellettuali come testimoniano i ritratti di rara eleganza espressiva di Eugenio Montale, Massimo Bontempelli, Aldo Palazzeschi, Arturo Loria, e l’importante, quanto poco fortunato dipinto Gli amici nell’atelier (1928), ambientato nello studio dell’artista, conservato presso la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti di Firenze.
La personalità vibrante e l’indiscusso talento artistico ne fanno un personaggio amatissimo da critici, letterati ed artisti come Sebastiano Timpanaro, Alessandro Bonsanti, Matteo Marangoni, Orio Vergani, Manlio Cancogni, Giovanni Colacicchi, Baccio Maria Bacci, Michelangelo Masciotta, Alessandro Parronchi, ma soprattutto Eugenio Montale che volle dedicare all’amico artista e ottimo cuoco, la poesia Il gallo cedrone.
L’amicizia con il poeta lo vede partecipe della famosa “tavolata” del 1931, quando Montale ricevette il Premio Antico Fattore per La casa dei doganieri, pubblicato da Vallecchi. La Biblioteca del Gabinetto Vieusseux ne conserva tuttora l'esemplare con le firme autografe degli artisti presenti tra cui, oltre a Peyron e Montale: Libero Andreotti, Gianni Vagnetti, Francesco Chiappelli, Arturo Loria, Alberto Magnelli.
Le sessanta opere selezionate per la mostra rispondono ad un percorso non solo cronologico, ma anche tematico e storico-critico: i ritratti e le nature morte trovano, fin dagli anni Venti, una loro sequenza logica e visiva non solo nel dipanarsi degli anni e delle stagioni stilistiche, ma anche nel rigoglio di una immaginazione lirica che partorisce con foga inesauribile creature prive di una tangibile corporeità e al contempo fiori di una vitalità quasi carnivora.
I fantasmi di Guido Peyron. Ritratti come nature morte
Fiesole, Via Portigiani Zanobi, 24, (Firenze)