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I giardini delle regine
Il mito di Firenze nell’ambiente preraffaellita e nella cultura americana fra Ottocento e Novecento. Firenze meta dei viaggiatori dell’Ottocento e fonte di ispirazione artistica in mostra dal 6 Aprile 2004 alla Galleria degli Uffizi.
Comunicato stampa
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L’esposizione è promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino con il determinante contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Dipinti, fotografie d’epoca, oggetti decorativi e di uso quotidiano evocano il profondo legame che tanti colti stranieri, in particolare inglesi e americani, avevano intessuto con Firenze, divenuta loro patria d’elezione.
Da un lato, la città come era tra l’Ottocento e il Novecento, attraverso vecchie foto, stampe, documenti cartografici e vedute, dall’altra, i “protagonisti”, gli artisti sedotti dalla struggente atmosfera della Firenze Tre – Quattrocentesca, che così bene esprimevano nelle loro opere.
Alla ricca documentazione pittorica si affianca, lungo tutto il percorso della mostra, l’esposizione di alcuni dei documenti – libri, disegni, oggetti - che hanno contribuito a suscitare nell’immaginario collettivo il mito di Firenze. Paesaggi e panorami, ma anche interni ed arredi; scenari ricostruiti per rivivere quelle atmosfere scomparse e cancellare la distanza fra il mondo reale e quello immaginario. Da questo scenario emergono le opere di grandi figure letterarie come Elizabeth Barrett Browning e Robert Browning, George Eliot, John Ruskin, Vernon Lee, e dei pittori che, nella seconda metà dell’Ottocento, dettero vita al movimento preraffaellita. I canoni etici ed estetici che informarono questa nuova tendenza artistica ebbero come modello la storia, la società, la cultura fiorentina del Tre e Quattrocento e in particolare l’arte di Sandro Botticelli, specie dopo che gli studi di John Ruskin ne avevano messo in risalto tutta l’inquietante poesia.
E’ a quella stagione di riscoperta che fecero poi riferimento gli studiosi ed i mercanti d’arte che, dagli ultimi decenni dell’Ottocento, presero a diffondere presso i collezionisti e i mecenati dell’emergente società americana, la necessità di acquisire per se stessi e per i musei opere dei grandi maestri del Rinascimento fiorentino. E’ a quella stessa nuova sensibilità estetica e di gusto che si ispirarono i due scrittori – Henry James ed Edith Wharton – che, più di altri, influenzarono la cultura americana nei confronti del mito di Firenze.
Troveremo quindi esposte preziose opere dei protagonisti del movimento preraffaellita che furono attivi a Firenze, o comunque ispirati dal mito della città, nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento: John Ruskin, Edward Burne-Jones, Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt, William Morris, John Rodham Spencer-Stanhope, John Melhuis Strudwick.
In mostra, per la prima volta a Firenze, anche opere di artiste di primissimo piano, seppure meno note, che proprio da Firenze trassero la loro ispirazione: Jane Benham Hay, Evelyn Pickering De Morgan, Annie Louise Swynnerton, Marie Spartali Stillmann. Di Jane Benham Hay un’opera celebre che torna a Firenze dopo oltre un secolo: A Florentine Procession, ragguardevole anche per le insolite dimensioni (5 metri di larghezza) e di forte impatto visivo. Nel 1867 il quadro fu esposto nello studio di Francesco Saverio Altamura e dette vita ad una forte polemica innescata da Telemaco Signorini che ne criticava il carattere di rievocazione storica opposto ai principi dell’estetica macchiaiola. Nello stesso anno, il quadro fu portato in Inghilterra e dal 1902 è proprietà dell’Homerton College, che oggi lo ha generosamente prestato.
Una rivelazione, questa pittura femminile, che attraverso la visione e la ricostruzione di un mondo immaginario ormai scomparso mette in luce le inquietudini proprie delle donne dell’epoca vittoriana. Quasi che queste artiste con la loro “passione del sud” riuscissero a infrangerne i limiti e le costrizioni. Firenze domina su ogni altra cosa; nelle pagine scritte, così come nei quadri, traspare il desiderio di cogliere l’essenza del paesaggio, della città, in una atmosfera sospesa di cui si vuole preservare l’incantesimo. La personale rielaborazione di miti, leggende, atmosfere, che queste “pellegrine appassionate” - per usare una definizione à la Henry James - compiono, costituisce un campo di straordinario coinvolgimento e interesse.
Tra i prestatori sono numerosi i musei stranieri e le collezioni private. Moltissimi anche i prestiti italiani. Totalmente inedita la presenza di Charles Fairfax Murray, uno degli anelli di congiunzione fra Firenze e l’Inghilterra, qui finalmente testimoniato in tutta la sua importanza di artista, di collezionista di opere preraffaellite e di ispiratore di gusti.
Una particolare attenzione, che giustifica la singolarità del titolo, di matrice ruskiniana, è stata dedicata al culto della casa e degli oggetti e al potere maieutico femminile che determinò una costante di questa stagione artistica: si tratta di una affascinante rassegna di oggetti d’ arte decorativa che, proprio in quello stesso periodo, e per via della committenza “forestiera” che indugiava nelle sue dimore in riva d’Arno, ritrovò ispirate energie e segnò in maniera determinante la storia del gusto e dell’arte del vivere.
Da un lato, la città come era tra l’Ottocento e il Novecento, attraverso vecchie foto, stampe, documenti cartografici e vedute, dall’altra, i “protagonisti”, gli artisti sedotti dalla struggente atmosfera della Firenze Tre – Quattrocentesca, che così bene esprimevano nelle loro opere.
Alla ricca documentazione pittorica si affianca, lungo tutto il percorso della mostra, l’esposizione di alcuni dei documenti – libri, disegni, oggetti - che hanno contribuito a suscitare nell’immaginario collettivo il mito di Firenze. Paesaggi e panorami, ma anche interni ed arredi; scenari ricostruiti per rivivere quelle atmosfere scomparse e cancellare la distanza fra il mondo reale e quello immaginario. Da questo scenario emergono le opere di grandi figure letterarie come Elizabeth Barrett Browning e Robert Browning, George Eliot, John Ruskin, Vernon Lee, e dei pittori che, nella seconda metà dell’Ottocento, dettero vita al movimento preraffaellita. I canoni etici ed estetici che informarono questa nuova tendenza artistica ebbero come modello la storia, la società, la cultura fiorentina del Tre e Quattrocento e in particolare l’arte di Sandro Botticelli, specie dopo che gli studi di John Ruskin ne avevano messo in risalto tutta l’inquietante poesia.
E’ a quella stagione di riscoperta che fecero poi riferimento gli studiosi ed i mercanti d’arte che, dagli ultimi decenni dell’Ottocento, presero a diffondere presso i collezionisti e i mecenati dell’emergente società americana, la necessità di acquisire per se stessi e per i musei opere dei grandi maestri del Rinascimento fiorentino. E’ a quella stessa nuova sensibilità estetica e di gusto che si ispirarono i due scrittori – Henry James ed Edith Wharton – che, più di altri, influenzarono la cultura americana nei confronti del mito di Firenze.
Troveremo quindi esposte preziose opere dei protagonisti del movimento preraffaellita che furono attivi a Firenze, o comunque ispirati dal mito della città, nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento: John Ruskin, Edward Burne-Jones, Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt, William Morris, John Rodham Spencer-Stanhope, John Melhuis Strudwick.
In mostra, per la prima volta a Firenze, anche opere di artiste di primissimo piano, seppure meno note, che proprio da Firenze trassero la loro ispirazione: Jane Benham Hay, Evelyn Pickering De Morgan, Annie Louise Swynnerton, Marie Spartali Stillmann. Di Jane Benham Hay un’opera celebre che torna a Firenze dopo oltre un secolo: A Florentine Procession, ragguardevole anche per le insolite dimensioni (5 metri di larghezza) e di forte impatto visivo. Nel 1867 il quadro fu esposto nello studio di Francesco Saverio Altamura e dette vita ad una forte polemica innescata da Telemaco Signorini che ne criticava il carattere di rievocazione storica opposto ai principi dell’estetica macchiaiola. Nello stesso anno, il quadro fu portato in Inghilterra e dal 1902 è proprietà dell’Homerton College, che oggi lo ha generosamente prestato.
Una rivelazione, questa pittura femminile, che attraverso la visione e la ricostruzione di un mondo immaginario ormai scomparso mette in luce le inquietudini proprie delle donne dell’epoca vittoriana. Quasi che queste artiste con la loro “passione del sud” riuscissero a infrangerne i limiti e le costrizioni. Firenze domina su ogni altra cosa; nelle pagine scritte, così come nei quadri, traspare il desiderio di cogliere l’essenza del paesaggio, della città, in una atmosfera sospesa di cui si vuole preservare l’incantesimo. La personale rielaborazione di miti, leggende, atmosfere, che queste “pellegrine appassionate” - per usare una definizione à la Henry James - compiono, costituisce un campo di straordinario coinvolgimento e interesse.
Tra i prestatori sono numerosi i musei stranieri e le collezioni private. Moltissimi anche i prestiti italiani. Totalmente inedita la presenza di Charles Fairfax Murray, uno degli anelli di congiunzione fra Firenze e l’Inghilterra, qui finalmente testimoniato in tutta la sua importanza di artista, di collezionista di opere preraffaellite e di ispiratore di gusti.
Una particolare attenzione, che giustifica la singolarità del titolo, di matrice ruskiniana, è stata dedicata al culto della casa e degli oggetti e al potere maieutico femminile che determinò una costante di questa stagione artistica: si tratta di una affascinante rassegna di oggetti d’ arte decorativa che, proprio in quello stesso periodo, e per via della committenza “forestiera” che indugiava nelle sue dimore in riva d’Arno, ritrovò ispirate energie e segnò in maniera determinante la storia del gusto e dell’arte del vivere.
05
aprile 2004
I giardini delle regine
Dal 05 aprile al 31 agosto 2004
arte antica
Location
GALLERIE DEGLI UFFIZI
Firenze, Piazzale Degli Uffizi, 1, (Firenze)
Firenze, Piazzale Degli Uffizi, 1, (Firenze)
Biglietti
Intero €. 9,50 (comprensivo dell’ingresso al museo)
Ridotto €. 3,50 per i cittadini della Comunità Europea tra i 18 e i 25 anni.
Gratuito per i cittadini della Comunità Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni
Orario di apertura
Martedì – Domenica, ore 8.15 - 18.50
La biglietteria chiude alle 18.05.
Chiuso il lunedì e il 1° maggio
Vernissage
5 Aprile 2004, ore 17.30