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I have longed to move away. Lawrence Carroll, Opere/Works 1985-2017
La mostra, a cura di Gianna A. Mina, direttrice del Museo, è la prima monografica dedicata da un museo svizzero all’artista e presenta una sessantina di opere di Carroll dagli esordi ai nostri giorni. Costruita sull’arco di quattro anni, l’esposizione propone numerosi lavori inediti, molti dei quali realizzati per questa occasione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Domenica 14 maggio alle ore 11.00 al Museo Vincenzo Vela si inaugura l’esposizione “I have longed to
move away. Lawrence Carroll, Opere/Works 1985-2017” (14 maggio - 15 ottobre 2017). La mostra, a cura
di Gianna A. Mina, direttrice del Museo, è la prima monografica dedicata da un museo svizzero all’artista
e presenta una sessantina di opere di Carroll dagli esordi ai nostri giorni. Costruita sull’arco di quattro anni,
l’esposizione propone numerosi lavori inediti, molti dei quali realizzati per questa occasione.
All’inaugurazione, alla presenza dell’artista, interverranno la curatrice e Lara Conte, storica dell’arte e
autrice di uno dei saggi in catalogo, e vi saranno intermezzi musicali eseguiti dal sassofonista Alan Rusconi.
I have longed to move away. Lawrence Carroll, Opere/Works 1985-2017, allestita dal Museo Vincenzo Vela,
è la prima esposizione monografica dedicata da un museo svizzero al noto artista americano di origini
australiane Lawrence Carroll (*1954). Essa è costruita nei minimi dettagli come una sorta di autobiografia
predisposta nelle sale della casa-museo ottocentesca, e presenta opere selezionate dagli esordi fino ai nostri
giorni. Attraverso l’allestimento essenziale e mirato, vengono evidenziate le sottili tematiche ricorrenti nel
lavoro di Carroll, come pure gli snodi dai quali hanno preso avvio nuove ricerche all’interno di un corpus
coerente nel complesso, ma costantemente modulato con minute e raffinate variazioni tematiche e di tenore
espressivo. Ne risulta un percorso, che chiede di essere fruito con attenzione e tranquillità dal visitatore,
accompagnato in questo processo di avvicinamento a una poetica molto personale dalle parole dell’artista
stesso, raccolte in una agile guida alle sale.
La mostra è stata costruita sull’arco quattro anni, in stretta relazione con lo spazio del museo – che l’artista
ha più volte vissuto in residence –, e in rapporto con l’opera monumentale dello scultore Vincenzo Vela,
nonché attraverso un dialogo serrato con la direttrice del Museo e gli autori dei saggi in catalogo. Ne è nato
un progetto indirizzato dall’artista attraverso una selezionare mirata di opere, la quale consente di liberare
all’occhio e ai sensi dello spettatore le trame centrali e gli echi presenti nella sua poetica.
A lavori di grandezza monumentale si accostano dipinti minuti, dall’energia concentrata, nonché un nucleo
di disegni, che rappresentano un arco di tempo dalla metà degli anni ’80 ai nostri giorni. Tra le opere esposte
– di cui molte inedite – la maggioranza sono di recente produzione e provengono dall’attuale eremo creativo
di Carroll, gli atelier di Bolsena e Grotte di Castro. Al tenore errabondo della sua vita e della sua ricerca
introspettiva, scandita da numerose tappe e altrettanto numerosi spazi creativi, fa riferimento il titolo della
mostra, I have longed to move away, che cita il titolo di una poesia di Dylan Thomas e che allude alla
predilezione dell’artista per l’arte poetica.
Particolarmente affascinante e stimolante per l’osservatore attento risulta essere il sotteso colloquio tra i
dipinti-sculture di Lawrence Carroll, i gessi preparatori di Vincenzo Vela (1820-1891) e altre opere in
collezione Questo dialogo non risulta né palese né pedissequo. Esso invece scaturisce da numerose affinità:
la comune porosità dei materiali, solo in apparenza frangibili (le grandi massicce tele tagliate e ricucite di
Carroll, i monumentali gessi di Vela); il respiro connaturale alle opere di entrambi (la palpabilità delle tele
ricoperte di polveri e cera dell’americano e la superficie permeabile delle sculture del ticinese); la “pittura
scultorea” del primo che risuona nella “scultura dalle forti qualità pittoriche” del secondo). Insomma, uno
stare bene insieme, seppur separati cronologicamente e dal contesto; uniti dalla profonda consapevolezza,
dichiarata dall’uno quanto dall’altro, di appartenere a un flusso imprescindibile e necessario, quello narrato
dalla “storia dell’arte”, e di sentire altrettanto indispensabile al proprio fare un forte e ponderato
coinvolgimento personale.
Accompagna la mostra un catalogo riccamente illustrato, che racchiude testi dei critici David Carrier, Barbara
Catoir, Lara Conte, Petra Giloy-Hirtz oltre alla presentazione di Gianna A. Mina, Edizione 5 Continents
Editions.
2
Come tradizione del Museo, ad accompagnare l’esposizione vi sarà Rel-azioni. Incontri di altro tipo che offre
un ricco programma di appuntamenti collaterali, che declinano con originalità e in modo multidisciplinare il
tema della mostra in corso (vedi programma allegato).
È possibile scaricare la cartella stampa, corredata di varie immagini delle opere in mostra, al link:
http://www.bundesmuseen.ch/museo_vela/00281/01025/index.html?lang=it
Vi ringraziamo per divulgare queste informazioni attraverso i vostri media; siamo a disposizione per ulteriori
informazioni e, nel ringraziarvi per la vostra preziosa collaborazione, vi salutiamo con molta cordialità.
Tiziana Conte
Responsabile comunicazione, Media, PR
Informazioni:
Inaugurazione 14 maggio 2017 - ore 11.00
Chiusura 15 ottobre 2017
“I have longed to move away. Lawrence Carroll, Opere/Works 1985-2017”
Interverranno Gianna A. Mina, Direttrice del Museo Vincenzo Vela; Lara Conte, Strica dell’arte.
Con intermezzi musicali di Alan Rusconi, sassofonista e docente presso la Scuola di Musica del Conservatorio
della Svizzera Italiana e presso diverse scuole del Cantone.
Cenni dalla biografia artistica
Nato a Melbourne nel 1954, Carroll nel 1958 si trasferisce in California, per poi stabilirsi a New York nel 1984,
dove porta avanti la propria ricerca artistica al di là delle mode del momento, con una profonda coerenza e
dedizione al linguaggio e alla pratica della pittura. Quest’ultima interpretata come gesto che si attua al confine
tra le varie espressioni formali dell’arte: una pittura che è lenta stratificazione di colore, di materiali e oggetti,
in cui la superficie del quadro si apre all’ambiente rendendo labili i confini stessi tra i linguaggi di pittura,
scultura e installazione.
Nei suoi diversi spostamenti, Carroll ha sempre ricercato la quiete dello studio e una dimensione intima di
lavoro. Esplora la durata come fragilità di tempi e di spazi, dove la memoria è al centro della sua poetica.
Antichi ricordi affiorano sulla superficie, si sedimentano strato su strato come sovrapposizione di luce, polvere
e materia in campiture di colore chiaro – un pigmento inteso il più simile possibile al supporto della tela. Nella
flagrante porosità della superficie emergono tracce e grafemi, si appoggiano oggetti. Ne consegue un
universo poetico di rarefatte rispondenze, di narrazioni in divenire e allo stesso tempo avvolte in
un’atmosfera sospesa e metafisica, da intendersi come “metafisica del quotidiano”.
Brevi biografie autori dei testi in catalogo
David Carrier, filosofo, critico e storico dell’arte. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo i volumi dedicati a Sean
Scully, agli scritti critici di Baudelaire, ai musei e alla storia dell’arte mondiale.
Barbara Catoir, giornalista e scrittrice freelance di Colonia, è stata direttrice della sezione Arte e Teatro alla
Deutsche Welle e per molti anni critica d’arte della Frankfurter Allgemeine.
Lara Conte, storica dell’arte, insegna storia dell’arte contemporanea all’Università dell’Insubria, Como.
Collabora con molteplici istituzioni museali e culturali.
Petra Giloy-Hirtz, autrice di numerose pubblicazioni sull’arte contemporanea e curatrice di mostre.
Attualmente sta preparando una retrospettiva su Kiki Smith.
Gianna A. Mina, direttrice del Museo Vincenzo Vela a Ligornetto e presidente dell’Associazione dei musei
svizzeri.
move away. Lawrence Carroll, Opere/Works 1985-2017” (14 maggio - 15 ottobre 2017). La mostra, a cura
di Gianna A. Mina, direttrice del Museo, è la prima monografica dedicata da un museo svizzero all’artista
e presenta una sessantina di opere di Carroll dagli esordi ai nostri giorni. Costruita sull’arco di quattro anni,
l’esposizione propone numerosi lavori inediti, molti dei quali realizzati per questa occasione.
All’inaugurazione, alla presenza dell’artista, interverranno la curatrice e Lara Conte, storica dell’arte e
autrice di uno dei saggi in catalogo, e vi saranno intermezzi musicali eseguiti dal sassofonista Alan Rusconi.
I have longed to move away. Lawrence Carroll, Opere/Works 1985-2017, allestita dal Museo Vincenzo Vela,
è la prima esposizione monografica dedicata da un museo svizzero al noto artista americano di origini
australiane Lawrence Carroll (*1954). Essa è costruita nei minimi dettagli come una sorta di autobiografia
predisposta nelle sale della casa-museo ottocentesca, e presenta opere selezionate dagli esordi fino ai nostri
giorni. Attraverso l’allestimento essenziale e mirato, vengono evidenziate le sottili tematiche ricorrenti nel
lavoro di Carroll, come pure gli snodi dai quali hanno preso avvio nuove ricerche all’interno di un corpus
coerente nel complesso, ma costantemente modulato con minute e raffinate variazioni tematiche e di tenore
espressivo. Ne risulta un percorso, che chiede di essere fruito con attenzione e tranquillità dal visitatore,
accompagnato in questo processo di avvicinamento a una poetica molto personale dalle parole dell’artista
stesso, raccolte in una agile guida alle sale.
La mostra è stata costruita sull’arco quattro anni, in stretta relazione con lo spazio del museo – che l’artista
ha più volte vissuto in residence –, e in rapporto con l’opera monumentale dello scultore Vincenzo Vela,
nonché attraverso un dialogo serrato con la direttrice del Museo e gli autori dei saggi in catalogo. Ne è nato
un progetto indirizzato dall’artista attraverso una selezionare mirata di opere, la quale consente di liberare
all’occhio e ai sensi dello spettatore le trame centrali e gli echi presenti nella sua poetica.
A lavori di grandezza monumentale si accostano dipinti minuti, dall’energia concentrata, nonché un nucleo
di disegni, che rappresentano un arco di tempo dalla metà degli anni ’80 ai nostri giorni. Tra le opere esposte
– di cui molte inedite – la maggioranza sono di recente produzione e provengono dall’attuale eremo creativo
di Carroll, gli atelier di Bolsena e Grotte di Castro. Al tenore errabondo della sua vita e della sua ricerca
introspettiva, scandita da numerose tappe e altrettanto numerosi spazi creativi, fa riferimento il titolo della
mostra, I have longed to move away, che cita il titolo di una poesia di Dylan Thomas e che allude alla
predilezione dell’artista per l’arte poetica.
Particolarmente affascinante e stimolante per l’osservatore attento risulta essere il sotteso colloquio tra i
dipinti-sculture di Lawrence Carroll, i gessi preparatori di Vincenzo Vela (1820-1891) e altre opere in
collezione Questo dialogo non risulta né palese né pedissequo. Esso invece scaturisce da numerose affinità:
la comune porosità dei materiali, solo in apparenza frangibili (le grandi massicce tele tagliate e ricucite di
Carroll, i monumentali gessi di Vela); il respiro connaturale alle opere di entrambi (la palpabilità delle tele
ricoperte di polveri e cera dell’americano e la superficie permeabile delle sculture del ticinese); la “pittura
scultorea” del primo che risuona nella “scultura dalle forti qualità pittoriche” del secondo). Insomma, uno
stare bene insieme, seppur separati cronologicamente e dal contesto; uniti dalla profonda consapevolezza,
dichiarata dall’uno quanto dall’altro, di appartenere a un flusso imprescindibile e necessario, quello narrato
dalla “storia dell’arte”, e di sentire altrettanto indispensabile al proprio fare un forte e ponderato
coinvolgimento personale.
Accompagna la mostra un catalogo riccamente illustrato, che racchiude testi dei critici David Carrier, Barbara
Catoir, Lara Conte, Petra Giloy-Hirtz oltre alla presentazione di Gianna A. Mina, Edizione 5 Continents
Editions.
2
Come tradizione del Museo, ad accompagnare l’esposizione vi sarà Rel-azioni. Incontri di altro tipo che offre
un ricco programma di appuntamenti collaterali, che declinano con originalità e in modo multidisciplinare il
tema della mostra in corso (vedi programma allegato).
È possibile scaricare la cartella stampa, corredata di varie immagini delle opere in mostra, al link:
http://www.bundesmuseen.ch/museo_vela/00281/01025/index.html?lang=it
Vi ringraziamo per divulgare queste informazioni attraverso i vostri media; siamo a disposizione per ulteriori
informazioni e, nel ringraziarvi per la vostra preziosa collaborazione, vi salutiamo con molta cordialità.
Tiziana Conte
Responsabile comunicazione, Media, PR
Informazioni:
Inaugurazione 14 maggio 2017 - ore 11.00
Chiusura 15 ottobre 2017
“I have longed to move away. Lawrence Carroll, Opere/Works 1985-2017”
Interverranno Gianna A. Mina, Direttrice del Museo Vincenzo Vela; Lara Conte, Strica dell’arte.
Con intermezzi musicali di Alan Rusconi, sassofonista e docente presso la Scuola di Musica del Conservatorio
della Svizzera Italiana e presso diverse scuole del Cantone.
Cenni dalla biografia artistica
Nato a Melbourne nel 1954, Carroll nel 1958 si trasferisce in California, per poi stabilirsi a New York nel 1984,
dove porta avanti la propria ricerca artistica al di là delle mode del momento, con una profonda coerenza e
dedizione al linguaggio e alla pratica della pittura. Quest’ultima interpretata come gesto che si attua al confine
tra le varie espressioni formali dell’arte: una pittura che è lenta stratificazione di colore, di materiali e oggetti,
in cui la superficie del quadro si apre all’ambiente rendendo labili i confini stessi tra i linguaggi di pittura,
scultura e installazione.
Nei suoi diversi spostamenti, Carroll ha sempre ricercato la quiete dello studio e una dimensione intima di
lavoro. Esplora la durata come fragilità di tempi e di spazi, dove la memoria è al centro della sua poetica.
Antichi ricordi affiorano sulla superficie, si sedimentano strato su strato come sovrapposizione di luce, polvere
e materia in campiture di colore chiaro – un pigmento inteso il più simile possibile al supporto della tela. Nella
flagrante porosità della superficie emergono tracce e grafemi, si appoggiano oggetti. Ne consegue un
universo poetico di rarefatte rispondenze, di narrazioni in divenire e allo stesso tempo avvolte in
un’atmosfera sospesa e metafisica, da intendersi come “metafisica del quotidiano”.
Brevi biografie autori dei testi in catalogo
David Carrier, filosofo, critico e storico dell’arte. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo i volumi dedicati a Sean
Scully, agli scritti critici di Baudelaire, ai musei e alla storia dell’arte mondiale.
Barbara Catoir, giornalista e scrittrice freelance di Colonia, è stata direttrice della sezione Arte e Teatro alla
Deutsche Welle e per molti anni critica d’arte della Frankfurter Allgemeine.
Lara Conte, storica dell’arte, insegna storia dell’arte contemporanea all’Università dell’Insubria, Como.
Collabora con molteplici istituzioni museali e culturali.
Petra Giloy-Hirtz, autrice di numerose pubblicazioni sull’arte contemporanea e curatrice di mostre.
Attualmente sta preparando una retrospettiva su Kiki Smith.
Gianna A. Mina, direttrice del Museo Vincenzo Vela a Ligornetto e presidente dell’Associazione dei musei
svizzeri.
14
maggio 2017
I have longed to move away. Lawrence Carroll, Opere/Works 1985-2017
Dal 14 maggio al 15 ottobre 2017
arte contemporanea
Location
MUSEO VELA
Ligornetto, Largo Vincenzo Vela, (Mendrisio)
Ligornetto, Largo Vincenzo Vela, (Mendrisio)
Vernissage
14 Maggio 2017, ore 11
Autore
Curatore