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I manifesti del Prestito della Ricostruzione (1946) nelle raccolte dell’Istituto Mazziniano
Una sezione ancora poco conosciuta dell’Istituto Mazziniano è costituita dalla raccolta dei Manifesti
Comunicato stampa
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Una sezione ancora poco conosciuta dell’Istituto Mazziniano è costituita dalla raccolta dei Manifesti. Si tratta di circa 8000 unità che comprendono editti, bandi, manifesti e fogli volanti dalla fine del XVIII a metà del XX secolo. La raccolta è particolarmente esaustiva per la parte risorgimentale con particolare riguardo a Genova e da essa sono stati tratti alcuni documenti che figurano nel percorso della Mostra.
Le oltre mille unità relative al XX secolo sono meno note, anche per la periodizzazione limitata al 1870 data al percorso museale. Molti sono illustrati e riguardano alcuni momenti particolari della storia del 900: la prima e la seconda guerra Mondiale, le fasi postbelliche, il fascismo, la Resistenza e le prime elezioni politiche sino al 1953.
La presenza di documentazione post-risorgimentale, non solo nel fondo manifesti, ma anche nelle raccolte dei disegni, delle stampe, e nell’archivio dei manoscritti e soprattutto in biblioteca, è dovuta al fatto che l’Istituto Mazziniano, fondato nel 1934, doveva essere integrato dal Museo delle guerre e della storia contemporanea. L’esiguità degli spazi e soprattutto i nuovi indirizzi storiografici e museologici che distinguevano l’età risorgimentale intesa come compimento dell’unità nazionale dalla fase successiva (la storia dell’Italia unita) fece sì che il progetto si arenò, ma lasciò in eredità una gran messe di documentazione.
Nella sua nuova ristrutturazione l’Istituto ha volute predisporre alcune sale per accogliere Mostre temporanee; ciò permette di valorizzare il patrimonio storico che non trova spazio nel percorso museale.
In occasione della Festa della Repubblica (2 giugno 2006), l’Istituto Mazziniano espone una serie di manifesti di grande formato stampati nel maggio del 1946 per pubblicizzare il “Prestito della Ricostruzione” emesso nel febbraio 1946 e ripreso nel novembre dello stesso anno.Questa iniziativa rientrava nel quadro dei provvedimenti presi dal Governo a sostegno della ripresa economica e sociale di un’Italia, che era uscita in condizioni disastrose dalla seconda guerra mondiale.
A firmare i manifesti furono alcuni tra i più importanti cartellonisti del periodo: Arturo Dazzi, Giulio Cisari, Michele Dudovich, Luciano Mauzan, la cui esperienza si riconduceva ai manifesti pubblicitari . Permane la ricerca di tecniche rappresentative e suggestive, ma il segno grafico e i temi ch’essi diedero a questa serie di opere è originale: il disegno doveva illustrare il dramma della guerra, che, nella sua tragicità, dava linfa e trovava sbocco nella volontà di rinascita del popolo. Arte e storia si intrecciano in questi elaborati: ciascuna opera è ispirata ad una frase emblematica di esponenti della cultura e dei partiti di allora, tra cui Nenni, De Gasperi e Togliatti e quindi rappresenta di per sé un “incunabolo” dei manifesti politici contemporanei.
Le oltre mille unità relative al XX secolo sono meno note, anche per la periodizzazione limitata al 1870 data al percorso museale. Molti sono illustrati e riguardano alcuni momenti particolari della storia del 900: la prima e la seconda guerra Mondiale, le fasi postbelliche, il fascismo, la Resistenza e le prime elezioni politiche sino al 1953.
La presenza di documentazione post-risorgimentale, non solo nel fondo manifesti, ma anche nelle raccolte dei disegni, delle stampe, e nell’archivio dei manoscritti e soprattutto in biblioteca, è dovuta al fatto che l’Istituto Mazziniano, fondato nel 1934, doveva essere integrato dal Museo delle guerre e della storia contemporanea. L’esiguità degli spazi e soprattutto i nuovi indirizzi storiografici e museologici che distinguevano l’età risorgimentale intesa come compimento dell’unità nazionale dalla fase successiva (la storia dell’Italia unita) fece sì che il progetto si arenò, ma lasciò in eredità una gran messe di documentazione.
Nella sua nuova ristrutturazione l’Istituto ha volute predisporre alcune sale per accogliere Mostre temporanee; ciò permette di valorizzare il patrimonio storico che non trova spazio nel percorso museale.
In occasione della Festa della Repubblica (2 giugno 2006), l’Istituto Mazziniano espone una serie di manifesti di grande formato stampati nel maggio del 1946 per pubblicizzare il “Prestito della Ricostruzione” emesso nel febbraio 1946 e ripreso nel novembre dello stesso anno.Questa iniziativa rientrava nel quadro dei provvedimenti presi dal Governo a sostegno della ripresa economica e sociale di un’Italia, che era uscita in condizioni disastrose dalla seconda guerra mondiale.
A firmare i manifesti furono alcuni tra i più importanti cartellonisti del periodo: Arturo Dazzi, Giulio Cisari, Michele Dudovich, Luciano Mauzan, la cui esperienza si riconduceva ai manifesti pubblicitari . Permane la ricerca di tecniche rappresentative e suggestive, ma il segno grafico e i temi ch’essi diedero a questa serie di opere è originale: il disegno doveva illustrare il dramma della guerra, che, nella sua tragicità, dava linfa e trovava sbocco nella volontà di rinascita del popolo. Arte e storia si intrecciano in questi elaborati: ciascuna opera è ispirata ad una frase emblematica di esponenti della cultura e dei partiti di allora, tra cui Nenni, De Gasperi e Togliatti e quindi rappresenta di per sé un “incunabolo” dei manifesti politici contemporanei.
02
giugno 2006
I manifesti del Prestito della Ricostruzione (1946) nelle raccolte dell’Istituto Mazziniano
Dal 02 giugno al 05 agosto 2006
disegno e grafica
Location
MUSEO DEL RISORGIMENTO – ISTITUTO MAZZINIANO
Genova, Via Lomellini, 11, (Genova)
Genova, Via Lomellini, 11, (Genova)
Vernissage
2 Giugno 2006, ore 10-22.30