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I Musici di Caravaggio a Palazzo Abatellis
Due tele, I Musici di Caravaggio e Orfeo di
Pietro D’Asaro, un Piatto da Parata di Giuseppe
De Filippo raffigurante ancora Orfeo, costituiscono
l’oggetto di questa straordinaria esposizione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Due tele, I Musici di Caravaggio e Orfeo di
Pietro D’Asaro, un Piatto da Parata di Giuseppe
De Filippo raffigurante ancora Orfeo, costituiscono
l’oggetto di questa straordinaria esposizione.
Tre opere individualmente definibili e
definite i cui nessi, le cui “rispondenze segrete” si
intuiscono in realtà ad un solo sguardo: la musica
come momento di rievocazione storica, in cui
rivive la cultura e il mecenatismo delle corti tardo
rinascimentali, la musica come momento lirico di
riattualizzazione del mito, e infine la pluralità delle
forme e delle culture artistiche espressioni allo stesso modo capaci, sia pur con differenti mezzi, di
innescare a più livelli le emozioni di chi guarda.
I Musici di Caravaggio, oggi nelle collezioni del Metropolitan Museum di New York, si
identifica con una delle opere realizzate dall’artista tra il 1594 e il 1595, durante il soggiorno
romano presso il Cardinale Francesco Maria Del Monte, probabile committente dell’opera alla cui
qualità di mecenate e protettore di musici e cantori, nonché di patrono del coro della Cappella
Sistina, doveva sicuramente riferirsi il soggetto dell’opera stessa.
All’interno di uno spazio costipato tre giovani sono colti nei preparativi di un concerto, in
quello che appare un gioco scenico di prospettive e rimandi speculari: al centro della
composizione un ragazzo rivolto verso gli spettatori suona il liuto, di fronte a lui con le spalle verso
chi guarda un altro sta leggendo una partitura musicale mentre, su di un piano leggermente
arretrato, un terzo visibile in scorcio si appresta a suonare il corno. Un violino e uno spartito aperto
posti in primo piano si pongono forse quale meditazione sul tema della natura morta, o forse
semplicemente quale emblema dell’arte della musica.
Colpisce la concentrazione massima delle linee, delle forme e dei colori, che accentua il
senso di presa diretta della composizione: l’intento realistico tuttavia si stempera raggiungendo
l’ideale nella figura mitica di Cupido che appare di profilo sullo sfondo, in un atteggiamento
languido e malinconico. Si rivela qui dunque l’essenza più intima della pittura di Caravaggio:
l’immersione nella realtà più viva e perspicua solo all’interno della quale e senza trascendere da
essa, l’ideale e il divino si rivelano nell’ essenza più intima e pura.
Pietro D’Asaro, un Piatto da Parata di Giuseppe
De Filippo raffigurante ancora Orfeo, costituiscono
l’oggetto di questa straordinaria esposizione.
Tre opere individualmente definibili e
definite i cui nessi, le cui “rispondenze segrete” si
intuiscono in realtà ad un solo sguardo: la musica
come momento di rievocazione storica, in cui
rivive la cultura e il mecenatismo delle corti tardo
rinascimentali, la musica come momento lirico di
riattualizzazione del mito, e infine la pluralità delle
forme e delle culture artistiche espressioni allo stesso modo capaci, sia pur con differenti mezzi, di
innescare a più livelli le emozioni di chi guarda.
I Musici di Caravaggio, oggi nelle collezioni del Metropolitan Museum di New York, si
identifica con una delle opere realizzate dall’artista tra il 1594 e il 1595, durante il soggiorno
romano presso il Cardinale Francesco Maria Del Monte, probabile committente dell’opera alla cui
qualità di mecenate e protettore di musici e cantori, nonché di patrono del coro della Cappella
Sistina, doveva sicuramente riferirsi il soggetto dell’opera stessa.
All’interno di uno spazio costipato tre giovani sono colti nei preparativi di un concerto, in
quello che appare un gioco scenico di prospettive e rimandi speculari: al centro della
composizione un ragazzo rivolto verso gli spettatori suona il liuto, di fronte a lui con le spalle verso
chi guarda un altro sta leggendo una partitura musicale mentre, su di un piano leggermente
arretrato, un terzo visibile in scorcio si appresta a suonare il corno. Un violino e uno spartito aperto
posti in primo piano si pongono forse quale meditazione sul tema della natura morta, o forse
semplicemente quale emblema dell’arte della musica.
Colpisce la concentrazione massima delle linee, delle forme e dei colori, che accentua il
senso di presa diretta della composizione: l’intento realistico tuttavia si stempera raggiungendo
l’ideale nella figura mitica di Cupido che appare di profilo sullo sfondo, in un atteggiamento
languido e malinconico. Si rivela qui dunque l’essenza più intima della pittura di Caravaggio:
l’immersione nella realtà più viva e perspicua solo all’interno della quale e senza trascendere da
essa, l’ideale e il divino si rivelano nell’ essenza più intima e pura.
29
giugno 2010
I Musici di Caravaggio a Palazzo Abatellis
Dal 29 giugno al 29 agosto 2010
arte antica
Location
PALAZZO ABATELLIS
Palermo, Via Alloro, 4, (Palermo)
Palermo, Via Alloro, 4, (Palermo)
Orario di apertura
ore 10-19
Vernissage
29 Giugno 2010, ore 11
Sito web
www.regione.sicilia.it/beniculturali
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