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I Padri Fondatori
una grande mostra che vuole ripercorrere la costruzione dello stato unitario attraverso i suoi protagonisti, uomini che cercarono di realizzare i loro convincimenti ideali.
Comunicato stampa
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dal 7 giugno al 1° agosto 2010 le splendide sale di Palazzo Madama ospitano una grande mostra che vuole ripercorrere la costruzione dello stato unitario attraverso i suoi protagonisti, uomini che cercarono di realizzare i loro convincimenti ideali. L’attività dei “Padri Fondatori” si esplicò in vari modi: attraverso le azioni – partecipando a tentativi insurrezionali, combattendo durante le guerra d’indipendenza o all’interno dell’impegno politico – o mediante la scrittura e la diffusione degli ideali di patriottismo e di libertà. Ecco dunque in mostra un centinaio di opere tra documenti, libri, lettere, manoscritti, cimeli, fotografie, dipinti a olio, che documentano i ritratti di questi protagonisti mettendo in luce anche altre figure che si mossero all’interno di idealità comuni pur mostrando singole fisionomie: da Cesare Beccaria a Ugo Foscolo e Alessandro Manzoni; da Carlo Cattaneo a, tra gli altri, Vincenzo Gioberti, Giuseppe Mazzini, Massimo D’Azeglio, Giuseppe Garibaldi, fino ad arrivare a Camillo Cavour.
Promossa dal Senato e dall’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, la mostra è a cura del Prof. Giuseppe Talamo, presidente dell’Istituto.
Il prof. Talamo, scomparso il 25 maggio 2010, ha curato questa mostra che può essere considerata l’ultima sua produzione scientifica. Ed è emblematico che le celebrazioni del 2011, 150° anniversario dell’Unità d’Italia si aprano con una mostra curata da uno dei protagonisti delle celebrazioni del 1961.
La mostra
“Forse si può ipotizzare che proprio quella Nazione culturale di cui si è detto (dando all’aggettivo il senso più ampio e moderno del termine) ricca, diversa, plurisecolare, ben presente nei vari strati sociali della Penisola abbia costituito la condizione per la nascita di nuovi vincoli politici di varia consistenza, a volte solidi a volte deboli e incerti, ma non per questo inesistenti o casuali, come si ripete, a volte, credendo di essere innovatori ed iconoclasti ed essendo soltanto prigionieri dei laceramenti e dei contrasti della società in cui operiamo. Non si tratta di una ipotesi consolatoria, ma di un tentativo di spiegare il succedersi di debolezze gravi e di inaspettate riprese in un percorso a volte drammaticamente contraddittorio. Questo travaglio è la nostra lunga storia, che ci portiamo dentro, ci piaccia o meno, come una delle caratteristiche del nostro Paese: ricordare i nostri 150 anni può essere un’occasione preziosa per una riflessione e un giudizio sul suo significato.” (G. Talamo).
Durante il XVIII secolo, nasce anche sulla spinta della cultura filosofica e letteraria dell’Illuminismo prima e del Romanticismo poi, un nuovo modo di intendere l’uomo e la vita collettiva. Nasce il concetto moderno di “nazione” intesa come un insieme di individui uniti da un patrimonio di lingua e cultura comune. Nello stesso tempo Rousseau considera la prima spinta alla costruzione di una nazione la volontà dei singoli individui che trovano nella vita collettiva, socialmente organizzata, il modo di salvaguardare la propria identità. Nasce il senso di “appartenenza” nazionale.
In Italia queste idee prendono a circolare grazie all’attività di riviste letterarie – come Il Caffè – che divulgano le nuove idee di libertà. Nasce da questi presupposti la volontà di considerare come un valore inviolabile la vita umana: un concetto che troverà la sua sistematizzazione organica nel volume Dei Delitti e delle Pene di Cesare Beccaria.
Queste idee ben presto andarono ad informare anche la produzione artistica e letteraria per diventare il retroterra culturale ed ideologico del nostro Risorgimento.
Il percorso espositivo della mostra su “I Padri Fondatori” parte quindi da alcuni precursori ideali per poi passare agli attivi protagonisti delle vicende risorgimentali: una serie di ritratti di figure che unirono, in maniera diversa, istanze teoriche e attività politica.
Il fatto stesso di passare in rassegna le idee e le azioni di un gruppo di persone che spese la propria vita nel tentativo di veder realizzato un ideale, che coincideva spesso con l’idea stessa di nazione, consente di leggere la storia del nostro Risorgimento, ma anche di tutto l’Ottocento, come un periodo carico di forti passioni, di appassionata ricerca, che impresse dei segni profondi nella vita pubblica e privata dei singoli protagonisti.
Oggi noi possiamo ripercorrere questo dibattito di ideali attraverso i documenti personali – lettere, diari, memorie – e gli scritti ufficiali che proprio durante in il XIX secolo assunsero le forme più svariate: dalla nascita di periodici illustri a minuti opuscoli; dalle opere di teoria politica a manifesti, bandi avvisi e fogli volanti.
E’ la circolazione del pensiero quello che caratterizza il nostro Risorgimento e le figure de “I Padri Fondatori” sono emblematiche nella loro pervicace ricerca di unione tra l’idealità politica e il suo tradursi in azione politica.
Le sezioni della mostra
Ogni singola sezione è illustrata da un ritratto del protagonista, da una selezione di citazioni e da una serie di cimeli originali quali manoscritti e documenti volti ad illustrare la vita della figura. La presenza di piante e mappe originali dell’Italia tra XVIII e XIX secolo consente di contestualizzare la vita di questi singoli protagonisti .
I preziosi materiali esposti provengono prevalentemente dalla Biblioteca del Senato e dal Museo Centrale del Risorgimento e cercano di far affiorare lo stretto legame che si venne a creare, durante l’Ottocento, tra l’attività teorica e la prassi politica. La generazione risorgimentale utilizzò infatti la diffusione della stampa, e in modo particolare, la stampa periodica, per far circolare i nuovi ideali di libertà e di nazione.
La mostra si articola in varie sezioni: Storie d’Italia; Verso la Costituzione; I Precursori; I Padri fondatori; Il Pantheon Ideale.
Dalla metà del secolo XVIII, l'impetuosa spinta del pensiero illuminista produsse un forte movimento riformatore anche da parte dei governi monarchici assolutisti del tempo. L'attività riformatrice in Italia, dunque, si configurò come parte del più generale moto di rinnovamento politico, giuridico, amministrativo e culturale di cui l'"assolutismo illuminato" si fece promotore in Europa. In particolare, nella Lombardia austriaca, l'attività riformatrice viene proposta da Maria Teresa e Giuseppe II, con il concorso di intellettuali progressisti come il conte Pietro Verri e il marchese Cesare Beccaria, incarnando una saldatura tra politica dei sovrani e iniziative di rinnovamento culturale. Tra I Precursori: Cesare Beccaria, Pietro e Alessandro Verri; Ugo Foscolo; Alessandro Manzoni.
A partire dal 1860 iniziarono a circolare una serie di immagini legate agli avvenimenti contemporanei. Dalla raffigurazione delle battaglie del 1859 ai fatti occorsi durante la spedizione dei Mille; dalle mappe con le annotazioni dei luoghi degli avvenimenti bellici alle fotografie con i ritratti dei singoli protagonisti. Ma allo stesso tempo presero a circolare delle tavole litografate con ritratti di “gruppo”. Attraverso le moderne tecniche di riproduzione meccanica si riusciva infatti a realizzare quello che con la pittura e con la fotografia non si riusciva a creare: una sorta di ritratto collettivo dei “protagonisti” delle vicende risorgimentali. In questo modo, sulle tavole litografate, potevano trovar posto Garibaldi e Ricasoli accanto a Cavour e Napoleone III o Vittorio Emanuele II, cercando di produrre opere che, mediante l’inclusione o l’esclusione di questo o di quel personaggio potessero avere la più ampia condivisione e diffusione. Ogni ritratto di gruppo rispondeva perciò ad una esigenza politica e culturale, spesso legata anche alla committenza. Si creava così un Pantheon Ideale, in cui le figure dei Padri della Patria, si mostravano ai patrioti risorgimentali. Ma allo stesso tempo questa necessità di trovare dei Padri Fondatori, consentiva di recuperare suggestioni culturali molto più lontane.
Ecco quindi I Padri Fondatori: un “Pantheon” ideale: Carlo Cattaneo; Vincenzo Gioberti; Giuseppe Mazzini; Massimo d’Azeglio; Daniele Manin; Nicolò Tommaseo; Silvio Spaventa; Giuseppe Garibaldi; Carlo Pisacane; Camillo Cavour.
Promossa dal Senato e dall’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, la mostra è a cura del Prof. Giuseppe Talamo, presidente dell’Istituto.
Il prof. Talamo, scomparso il 25 maggio 2010, ha curato questa mostra che può essere considerata l’ultima sua produzione scientifica. Ed è emblematico che le celebrazioni del 2011, 150° anniversario dell’Unità d’Italia si aprano con una mostra curata da uno dei protagonisti delle celebrazioni del 1961.
La mostra
“Forse si può ipotizzare che proprio quella Nazione culturale di cui si è detto (dando all’aggettivo il senso più ampio e moderno del termine) ricca, diversa, plurisecolare, ben presente nei vari strati sociali della Penisola abbia costituito la condizione per la nascita di nuovi vincoli politici di varia consistenza, a volte solidi a volte deboli e incerti, ma non per questo inesistenti o casuali, come si ripete, a volte, credendo di essere innovatori ed iconoclasti ed essendo soltanto prigionieri dei laceramenti e dei contrasti della società in cui operiamo. Non si tratta di una ipotesi consolatoria, ma di un tentativo di spiegare il succedersi di debolezze gravi e di inaspettate riprese in un percorso a volte drammaticamente contraddittorio. Questo travaglio è la nostra lunga storia, che ci portiamo dentro, ci piaccia o meno, come una delle caratteristiche del nostro Paese: ricordare i nostri 150 anni può essere un’occasione preziosa per una riflessione e un giudizio sul suo significato.” (G. Talamo).
Durante il XVIII secolo, nasce anche sulla spinta della cultura filosofica e letteraria dell’Illuminismo prima e del Romanticismo poi, un nuovo modo di intendere l’uomo e la vita collettiva. Nasce il concetto moderno di “nazione” intesa come un insieme di individui uniti da un patrimonio di lingua e cultura comune. Nello stesso tempo Rousseau considera la prima spinta alla costruzione di una nazione la volontà dei singoli individui che trovano nella vita collettiva, socialmente organizzata, il modo di salvaguardare la propria identità. Nasce il senso di “appartenenza” nazionale.
In Italia queste idee prendono a circolare grazie all’attività di riviste letterarie – come Il Caffè – che divulgano le nuove idee di libertà. Nasce da questi presupposti la volontà di considerare come un valore inviolabile la vita umana: un concetto che troverà la sua sistematizzazione organica nel volume Dei Delitti e delle Pene di Cesare Beccaria.
Queste idee ben presto andarono ad informare anche la produzione artistica e letteraria per diventare il retroterra culturale ed ideologico del nostro Risorgimento.
Il percorso espositivo della mostra su “I Padri Fondatori” parte quindi da alcuni precursori ideali per poi passare agli attivi protagonisti delle vicende risorgimentali: una serie di ritratti di figure che unirono, in maniera diversa, istanze teoriche e attività politica.
Il fatto stesso di passare in rassegna le idee e le azioni di un gruppo di persone che spese la propria vita nel tentativo di veder realizzato un ideale, che coincideva spesso con l’idea stessa di nazione, consente di leggere la storia del nostro Risorgimento, ma anche di tutto l’Ottocento, come un periodo carico di forti passioni, di appassionata ricerca, che impresse dei segni profondi nella vita pubblica e privata dei singoli protagonisti.
Oggi noi possiamo ripercorrere questo dibattito di ideali attraverso i documenti personali – lettere, diari, memorie – e gli scritti ufficiali che proprio durante in il XIX secolo assunsero le forme più svariate: dalla nascita di periodici illustri a minuti opuscoli; dalle opere di teoria politica a manifesti, bandi avvisi e fogli volanti.
E’ la circolazione del pensiero quello che caratterizza il nostro Risorgimento e le figure de “I Padri Fondatori” sono emblematiche nella loro pervicace ricerca di unione tra l’idealità politica e il suo tradursi in azione politica.
Le sezioni della mostra
Ogni singola sezione è illustrata da un ritratto del protagonista, da una selezione di citazioni e da una serie di cimeli originali quali manoscritti e documenti volti ad illustrare la vita della figura. La presenza di piante e mappe originali dell’Italia tra XVIII e XIX secolo consente di contestualizzare la vita di questi singoli protagonisti .
I preziosi materiali esposti provengono prevalentemente dalla Biblioteca del Senato e dal Museo Centrale del Risorgimento e cercano di far affiorare lo stretto legame che si venne a creare, durante l’Ottocento, tra l’attività teorica e la prassi politica. La generazione risorgimentale utilizzò infatti la diffusione della stampa, e in modo particolare, la stampa periodica, per far circolare i nuovi ideali di libertà e di nazione.
La mostra si articola in varie sezioni: Storie d’Italia; Verso la Costituzione; I Precursori; I Padri fondatori; Il Pantheon Ideale.
Dalla metà del secolo XVIII, l'impetuosa spinta del pensiero illuminista produsse un forte movimento riformatore anche da parte dei governi monarchici assolutisti del tempo. L'attività riformatrice in Italia, dunque, si configurò come parte del più generale moto di rinnovamento politico, giuridico, amministrativo e culturale di cui l'"assolutismo illuminato" si fece promotore in Europa. In particolare, nella Lombardia austriaca, l'attività riformatrice viene proposta da Maria Teresa e Giuseppe II, con il concorso di intellettuali progressisti come il conte Pietro Verri e il marchese Cesare Beccaria, incarnando una saldatura tra politica dei sovrani e iniziative di rinnovamento culturale. Tra I Precursori: Cesare Beccaria, Pietro e Alessandro Verri; Ugo Foscolo; Alessandro Manzoni.
A partire dal 1860 iniziarono a circolare una serie di immagini legate agli avvenimenti contemporanei. Dalla raffigurazione delle battaglie del 1859 ai fatti occorsi durante la spedizione dei Mille; dalle mappe con le annotazioni dei luoghi degli avvenimenti bellici alle fotografie con i ritratti dei singoli protagonisti. Ma allo stesso tempo presero a circolare delle tavole litografate con ritratti di “gruppo”. Attraverso le moderne tecniche di riproduzione meccanica si riusciva infatti a realizzare quello che con la pittura e con la fotografia non si riusciva a creare: una sorta di ritratto collettivo dei “protagonisti” delle vicende risorgimentali. In questo modo, sulle tavole litografate, potevano trovar posto Garibaldi e Ricasoli accanto a Cavour e Napoleone III o Vittorio Emanuele II, cercando di produrre opere che, mediante l’inclusione o l’esclusione di questo o di quel personaggio potessero avere la più ampia condivisione e diffusione. Ogni ritratto di gruppo rispondeva perciò ad una esigenza politica e culturale, spesso legata anche alla committenza. Si creava così un Pantheon Ideale, in cui le figure dei Padri della Patria, si mostravano ai patrioti risorgimentali. Ma allo stesso tempo questa necessità di trovare dei Padri Fondatori, consentiva di recuperare suggestioni culturali molto più lontane.
Ecco quindi I Padri Fondatori: un “Pantheon” ideale: Carlo Cattaneo; Vincenzo Gioberti; Giuseppe Mazzini; Massimo d’Azeglio; Daniele Manin; Nicolò Tommaseo; Silvio Spaventa; Giuseppe Garibaldi; Carlo Pisacane; Camillo Cavour.
07
giugno 2010
I Padri Fondatori
Dal 07 giugno al primo agosto 2010
fotografia
disegno e grafica
arte moderna
disegno e grafica
arte moderna
Location
SENATO DELLA REPUBBLICA – PALAZZO MADAMA
Roma, Piazza Madama, 2, (Roma)
Roma, Piazza Madama, 2, (Roma)
Orario di apertura
Venerdì 15.00 - 20.00
Sabato 10.00 - 13.00 / 15.00 - 20.00
Domenica 10.00 - 13.00 / 14.00 - 18.00
Lunedì 10.00 - 13.00
Curatore