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I segni-luce di Bruno Gorgone
Il flusso caotico del suo disegno organico va strutturandosi in equilibrate composizioni nelle quali si evidenzia sempre più il legame tra l’intima poetica ispirativa e l’esito formale della texture compositiva
Comunicato stampa
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Bruno Gorgone, artista esponente della Astrazione Italiana Contemporanea, presenta alla Galleria Fidia di Roma dal 10 al 23 ottobre 2008 una selezione di opere recenti che ben evidenziano l’evoluzione della sua ricerca, attualmente orientata verso una personale sintesi tra segno luce e colore. Il flusso caotico del suo disegno organico va strutturandosi in equilibrate composizioni nelle quali si evidenzia sempre più il legame tra l’intima poetica ispirativa e l’esito formale della texture compositiva.
Ha scritto al riguardo Vittorio Sgarbi nel saggio critico “Gorgone, la storia come pattern” (Marco Sabatelli Editore,2007): “Gorgone è architetto di formazione, il suo approccio all’arte è fortemente condizionato dalla progettualità, ovvero dalla possibilità di adottare e applicare un metodo compositivo che possa essere applicato a più riprese, modificando gli esiti formali conseguibili attraverso il ricorso a varianti. In ciò consiste, primariamente, l’arte di Gorgone, in questa sua dimensione non strettamente concettuale, ma legata comunque alla supremazia dell’idea, dell’elaborazione mentale, e in secondo luogo alla predisposizione del meccanismo pratico che permette di concretizzarla in un fatto artistico pienamente compiuto, rendendola dal punto di vista formale un universo autonomo e del tutto autosufficiente, senza nulla che possa alludere a qualcosa che si sembri intentato o non sviluppato. (…) La messa in pratica è per Gorgone esperienza di fondamentale importanza, vitale e vitalistica, come se le sue forme e i suoi colori, accostati in texture infinite, fossero delle concrétions naturelles, parafrasando una nota espressione di Arp, diretta emanazione dello spirito della natura che deve passare necessariamente per la mente dell’artista, ma anche attraverso la sua mano, e le sensazioni che questo passaggio determina. L’atto pittorico è per Gorgone ancora emozione, contatto con la materia, intimo piacere creativo che si alimenta da sé stesso, mutevole come la mutevolezza delle varianti espressive sperimentate .(…)
La sintesi dei segni-luce di Bruno Gorgone è inoltre evidenziata nel volume “La luce-colore di Bruno Gorgone” di Costanzo Costantini (Marco Sabatelli Editore,2008), in cui l’Autore, tra l’altro, scrive: “La pittura di Bruno Gorgone - l’artista nato nel 1958 a Cuneo, laureatosi in Architettura all’Università di Genova, pittore, designer, decoratore, orafo, computer artist, autore del video “Il colore nel nuovo destino dell’immagine” nonché delle incisioni su lamine d’oro a caldo in vetro di Murano – è un prodigio di luce-colore, questa coppia biunivoca che è alla base della pittura moderna, se non della pittura di tutti i tempi. Una sorta di abbagliamento, sin dal primo colpo d’occhio. Colui che guarda ne resta colpito senza o prima che abbia letto le dotte esegesi dei critici che, da Pierre Restany a Vittorio Sgarbi, da Gabriele Simongini a Tommaso Trini, ne hanno inserito sapientemente l’opera nel panorama dell’arte moderna. (…) La luce dei suoi quadri non ha nulla di naturale, o è una luce più artificiale che naturale, una luce astratta, irreale, metafisica, la luce che è propria dell’arte, della portentosa metamorfosi che la realtà subisce tramite l’arte, che per Leonardo era sì “nipote della natura”, ma anche “parente d’Iddio”, ossia una espressione che ha del divino. (…) Anche attraverso i titoli dei suoi quadri Gorgone svela allusivamente la sua visione del mondo, il suo universo interiore o inconscio, la sua nostalgia dell’Eden, il suo Io recondito, in altre parole la sua concezione del cosmo quale labirinto, mistero, caos, quel caos su cui esercita il suo potere creativo traducendolo in geometrie cromatiche seducenti, fantastiche e enigmatiche. (…)
Ha scritto al riguardo Vittorio Sgarbi nel saggio critico “Gorgone, la storia come pattern” (Marco Sabatelli Editore,2007): “Gorgone è architetto di formazione, il suo approccio all’arte è fortemente condizionato dalla progettualità, ovvero dalla possibilità di adottare e applicare un metodo compositivo che possa essere applicato a più riprese, modificando gli esiti formali conseguibili attraverso il ricorso a varianti. In ciò consiste, primariamente, l’arte di Gorgone, in questa sua dimensione non strettamente concettuale, ma legata comunque alla supremazia dell’idea, dell’elaborazione mentale, e in secondo luogo alla predisposizione del meccanismo pratico che permette di concretizzarla in un fatto artistico pienamente compiuto, rendendola dal punto di vista formale un universo autonomo e del tutto autosufficiente, senza nulla che possa alludere a qualcosa che si sembri intentato o non sviluppato. (…) La messa in pratica è per Gorgone esperienza di fondamentale importanza, vitale e vitalistica, come se le sue forme e i suoi colori, accostati in texture infinite, fossero delle concrétions naturelles, parafrasando una nota espressione di Arp, diretta emanazione dello spirito della natura che deve passare necessariamente per la mente dell’artista, ma anche attraverso la sua mano, e le sensazioni che questo passaggio determina. L’atto pittorico è per Gorgone ancora emozione, contatto con la materia, intimo piacere creativo che si alimenta da sé stesso, mutevole come la mutevolezza delle varianti espressive sperimentate .(…)
La sintesi dei segni-luce di Bruno Gorgone è inoltre evidenziata nel volume “La luce-colore di Bruno Gorgone” di Costanzo Costantini (Marco Sabatelli Editore,2008), in cui l’Autore, tra l’altro, scrive: “La pittura di Bruno Gorgone - l’artista nato nel 1958 a Cuneo, laureatosi in Architettura all’Università di Genova, pittore, designer, decoratore, orafo, computer artist, autore del video “Il colore nel nuovo destino dell’immagine” nonché delle incisioni su lamine d’oro a caldo in vetro di Murano – è un prodigio di luce-colore, questa coppia biunivoca che è alla base della pittura moderna, se non della pittura di tutti i tempi. Una sorta di abbagliamento, sin dal primo colpo d’occhio. Colui che guarda ne resta colpito senza o prima che abbia letto le dotte esegesi dei critici che, da Pierre Restany a Vittorio Sgarbi, da Gabriele Simongini a Tommaso Trini, ne hanno inserito sapientemente l’opera nel panorama dell’arte moderna. (…) La luce dei suoi quadri non ha nulla di naturale, o è una luce più artificiale che naturale, una luce astratta, irreale, metafisica, la luce che è propria dell’arte, della portentosa metamorfosi che la realtà subisce tramite l’arte, che per Leonardo era sì “nipote della natura”, ma anche “parente d’Iddio”, ossia una espressione che ha del divino. (…) Anche attraverso i titoli dei suoi quadri Gorgone svela allusivamente la sua visione del mondo, il suo universo interiore o inconscio, la sua nostalgia dell’Eden, il suo Io recondito, in altre parole la sua concezione del cosmo quale labirinto, mistero, caos, quel caos su cui esercita il suo potere creativo traducendolo in geometrie cromatiche seducenti, fantastiche e enigmatiche. (…)
10
ottobre 2008
I segni-luce di Bruno Gorgone
Dal 10 al 23 ottobre 2008
arte contemporanea
Location
SPAZIO VIA BRUNETTI 49
Roma, Via Angelo Brunetti, 49, (Roma)
Roma, Via Angelo Brunetti, 49, (Roma)
Vernissage
10 Ottobre 2008, ore 18
Autore