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I solisti e la banda – Presentazione dei progetti
Saranno presentate le tappe finali del workshop I solisti e la banda. Per una critica delle pratiche artistiche condivise, Primo Seminario di Ricerca e Formazione realizzato dalla Fondazione Baruchello, a cura di Carla Subrizi e tenuto da Emilio Fantin e Cesare Pietroiusti.
Comunicato stampa
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Emilio Fantin - Cesare Pietroiusti
Paolo Angelosanto, Daniele Balit, Maria Chiara Calvani, Giulia Coccia, Barbara D’Ambrosio, Giulia Ferracci, Valentina Grillo, Silvano Manganaro, Iris Marano, Alessandra Milella, Federica Peggio, Antonio Petrone, Alessandro Piangiamore, Lilian Pizzi, Silvia Sbordoni, Aria Spinelli, Carlotta Sylos Calò, Stefania Rossi, Francesco Ventrella
I solisti e la banda
Per una critica delle pratiche artistiche condivise
Il 24 aprile 2004 dalle ore 16.00 presso la Fondazione BARUCHELLO saranno presentate le tappe finali del workshop I solisti e la banda. Per una critica delle pratiche artistiche condivise, Primo Seminario di Ricerca e Formazione realizzato dalla Fondazione Baruchello, a cura di Carla Subrizi e tenuto da Emilio Fantin e Cesare Pietroiusti.
Nell’ambito delle attività della Fondazione Baruchello, il Seminario di Ricerca e Formazione è l’area di approfondimento, scambio, costruzione di nuove ipotesi critiche sulle pratiche artistiche attuali. Questa edizione dal titolo I solisti e la banda. Per una critica delle pratiche artistiche condivise si è concentrata su un tema divenuto di grande attualità: la pratica artistica intesa come processo creativo ricondotto non soltanto a un singolo autore ma a una pluralità di soggetti. Emilio Fantin e Cesare Pietroiusti hanno lavorato con due gruppi distinti di giovani artisti e studiosi di arte, architettura, psicologia e filosofia. Premessa del Seminario è stata quella di sperimentare come un processo artistico si trasforma quando, nelle sue varie fasi di articolazione, dalla concezione alla realizzazione di un’opera, intervengono più identità. In questo senso, il coinvolgimento di coloro che solitamente hanno il ruolo di semplici osservatori, è stato uno degli elementi centrali dell’intero progetto, ovvero: come il pubblico può inserirsi durante le fasi di elaborazione del processo artistico divenendo di esso parte attiva. Proseguendo su una linea di ricerca che nelle prime avanguardie storiche e poi soprattutto nei decenni ’60 e ’70 del XX secolo si è aperta alla partecipazione del pubblico, gli ultimi decenni dello scorso secolo hanno visto il pubblico assumere una nuova funzione, all’interno di una trasformazione che ha investito l’intero statuto dell’opera d’arte.
Il progetto guidato da Emilio Fantin si è concentrato sul tema della casa. L’obiettivo del workshop è quello di creare un’opera collettiva composta dai singoli lavori autonomi di ciascuno dei partecipanti. Il punto focale è nella dinamica del processo creativo: all’interno del gruppo, il confronto e la relazione devono generare un immaginario collettivo a cui i singoli partecipanti si riferiscono per elaborare i loro progetti individuali. Questi variano anche in rapporto allo sviluppo di tutti gli altri lavori. La convergenza di diversi apporti da parte dei partecipanti al progetto è stata pensata come piattaforma di uno scambio, nella quale le molteplici direzioni di intervento arrivano ad “accordarsi” come in una band musicale. Si è così andato definendo un lavoro che, tenendo conto delle singole identità, si è configurato come intreccio di relazioni e punto di partenza di diverse forme di identità complesse.
Cesare Pietroiusti è invece partito dal concetto di gruppo come unità nella quale proiettare tensioni individuali e collettive orientate verso il tentativo di costruire nuove forme di soggettività e di dare vita ad un progetto artistico in grado di esprimerle. L’interazione tra diversi individui ha generato una situazione complessa nella quale l’errore, l’effetto collaterale, il pensiero “non funzionale” sono diventati voci, punti di deviazione ma al contempo di partenza. Alcuni temi, fra cui l’attesa, la paura, la scaramanzia, hanno costituito per i partecipanti del gruppo una mappa di brevi esperienze dalle quali si è avviato un percorso che, attraverso appuntamenti in diversi luoghi, narrazioni e comunicazioni e-mail, tenta di coinvolgere un pubblico eterogeneo.
Per la documentazione della riflessione e dei risultati che hanno affiancato e accompagnato le articolazione del progetto è prevista una pubblicazione di prossima uscita.
Paolo Angelosanto, Daniele Balit, Maria Chiara Calvani, Giulia Coccia, Barbara D’Ambrosio, Giulia Ferracci, Valentina Grillo, Silvano Manganaro, Iris Marano, Alessandra Milella, Federica Peggio, Antonio Petrone, Alessandro Piangiamore, Lilian Pizzi, Silvia Sbordoni, Aria Spinelli, Carlotta Sylos Calò, Stefania Rossi, Francesco Ventrella
I solisti e la banda
Per una critica delle pratiche artistiche condivise
Il 24 aprile 2004 dalle ore 16.00 presso la Fondazione BARUCHELLO saranno presentate le tappe finali del workshop I solisti e la banda. Per una critica delle pratiche artistiche condivise, Primo Seminario di Ricerca e Formazione realizzato dalla Fondazione Baruchello, a cura di Carla Subrizi e tenuto da Emilio Fantin e Cesare Pietroiusti.
Nell’ambito delle attività della Fondazione Baruchello, il Seminario di Ricerca e Formazione è l’area di approfondimento, scambio, costruzione di nuove ipotesi critiche sulle pratiche artistiche attuali. Questa edizione dal titolo I solisti e la banda. Per una critica delle pratiche artistiche condivise si è concentrata su un tema divenuto di grande attualità: la pratica artistica intesa come processo creativo ricondotto non soltanto a un singolo autore ma a una pluralità di soggetti. Emilio Fantin e Cesare Pietroiusti hanno lavorato con due gruppi distinti di giovani artisti e studiosi di arte, architettura, psicologia e filosofia. Premessa del Seminario è stata quella di sperimentare come un processo artistico si trasforma quando, nelle sue varie fasi di articolazione, dalla concezione alla realizzazione di un’opera, intervengono più identità. In questo senso, il coinvolgimento di coloro che solitamente hanno il ruolo di semplici osservatori, è stato uno degli elementi centrali dell’intero progetto, ovvero: come il pubblico può inserirsi durante le fasi di elaborazione del processo artistico divenendo di esso parte attiva. Proseguendo su una linea di ricerca che nelle prime avanguardie storiche e poi soprattutto nei decenni ’60 e ’70 del XX secolo si è aperta alla partecipazione del pubblico, gli ultimi decenni dello scorso secolo hanno visto il pubblico assumere una nuova funzione, all’interno di una trasformazione che ha investito l’intero statuto dell’opera d’arte.
Il progetto guidato da Emilio Fantin si è concentrato sul tema della casa. L’obiettivo del workshop è quello di creare un’opera collettiva composta dai singoli lavori autonomi di ciascuno dei partecipanti. Il punto focale è nella dinamica del processo creativo: all’interno del gruppo, il confronto e la relazione devono generare un immaginario collettivo a cui i singoli partecipanti si riferiscono per elaborare i loro progetti individuali. Questi variano anche in rapporto allo sviluppo di tutti gli altri lavori. La convergenza di diversi apporti da parte dei partecipanti al progetto è stata pensata come piattaforma di uno scambio, nella quale le molteplici direzioni di intervento arrivano ad “accordarsi” come in una band musicale. Si è così andato definendo un lavoro che, tenendo conto delle singole identità, si è configurato come intreccio di relazioni e punto di partenza di diverse forme di identità complesse.
Cesare Pietroiusti è invece partito dal concetto di gruppo come unità nella quale proiettare tensioni individuali e collettive orientate verso il tentativo di costruire nuove forme di soggettività e di dare vita ad un progetto artistico in grado di esprimerle. L’interazione tra diversi individui ha generato una situazione complessa nella quale l’errore, l’effetto collaterale, il pensiero “non funzionale” sono diventati voci, punti di deviazione ma al contempo di partenza. Alcuni temi, fra cui l’attesa, la paura, la scaramanzia, hanno costituito per i partecipanti del gruppo una mappa di brevi esperienze dalle quali si è avviato un percorso che, attraverso appuntamenti in diversi luoghi, narrazioni e comunicazioni e-mail, tenta di coinvolgere un pubblico eterogeneo.
Per la documentazione della riflessione e dei risultati che hanno affiancato e accompagnato le articolazione del progetto è prevista una pubblicazione di prossima uscita.
24
aprile 2004
I solisti e la banda – Presentazione dei progetti
24 aprile 2004
incontro - conferenza
Location
FONDAZIONE BARUCHELLO
Roma, Via Di Santa Cornelia, 695, (Roma)
Roma, Via Di Santa Cornelia, 695, (Roma)
Vernissage
24 Aprile 2004, ore 16.00