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I Tommasi. Pittori in Toscana dopo la “macchia”
Il percorso espositivo, composto da circa 70 dipinti per lo più provenienti da collezioni private e
dunque solitamente inaccessibili al grande pubblico, prende le mosse da uno dei momenti più noti nell’agiografia della vicenda macchiaiola: il Cenacolo di Bellariva
Comunicato stampa
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I TOMMASI
Pittori in Toscana dopo la “macchia”
Nell’estate 2011 il Comune di Rosignano Marittimo, attraverso il Centro per l’arte Diego Martelli, intende
promuovere un appuntamento espositivo dedicato alla dinastia -livornese di nascita- dei Tommasi, di cultura
macchiaiola, ma legata particolarmente alla figura artistica di Silvestro Lega di cui Angiolo e Ludovico
furono allievi.
.
Negli ultimi dieci anni il Centro per l’arte Diego Martelli di Castiglioncello, supportato dalla Galleria d’Arte
Moderna di Palazzo Pitti e dai maggiori musei italiani e francesi, ha promosso importanti mostre dedicate
ai Macchiaioli e più in generale all’evoluzione della pittura figurativa a cavallo tra il XIX e XX secolo. Si
ricordano in particolare le esposizioni: “I Macchiaioli” (2002), “Da Courbet a Fattori. I principi del vero” in
collaborazione con il Musée Courbet di Ornans (2005), “Boldini, Helleu, Sem, protagonisti e miti della Belle
Epoque” (2006) in collaborazione con la fondazione “Les Amis de Paul-César Helleu”, per finire con “Nino
Costa e il paesaggio dell’anima” realizzata nell’estate 2009 in collaborazione con la Galleria Nazionale
d’Arte Moderna di Roma.
Dal 23 luglio al 2 ottobre 2011, presso le sale del Castello Pasquini, a Castiglioncello, verrà proposta la
mostra I Tommasi. Pittori in Toscana dopo la “macchia”, a cura di Francesca Dini.
La mostra, che offrirà al visitatore un lungo excursus temporale sulla pittura toscana, prenderà le mosse dalla
personalità tardo-macchiaiola di Adolfo Tommasi (Livorno 1851 - Firenze 1933), che fu tra i frequentatori
della Villa Martelli a Castiglioncello, proseguirà attraverso le esperienze di Angiolo (Livorno 1859 - Torre
del Lago 1923), pittore naturalista che fu tra i protagonisti della scuola di Torre del Lago -legata alla figura
di Giacomo Puccini-, e approderà infine alla vicenda post-macchiaiola e dunque novecentesca di Ludovico
(Livorno 1866 - Firenze 1941).
Il percorso espositivo, composto da circa 70 dipinti per lo più provenienti da collezioni private e
dunque solitamente inaccessibili al grande pubblico, prende le mosse da uno dei momenti più noti
nell’agiografia della vicenda macchiaiola: il Cenacolo di Bellariva.
Nel 1881 la famiglia di Luigi Tommasi, benestante livornese, si trasferisce a Firenze andando ad abitare
Villa “La Casaccia” a Bellariva (già oggetto delle incursioni pittoriche di Abbati e Signorini, nel decennio
aureo della “Macchia”); e ciò per favorire le inclinazioni artistiche di due dei cinque figli, Angiolo che si
iscrive all’Accademia di Belle Arti e Lodovico che entra in Conservatorio, per diplomarsi in violino. Sin
dal 1877, Adolfo Tommasi (cugino di Angiolo e Lodovico) ha introdotto in famiglia Silvestro Lega che ha
irrorato dei propri consigli la formazione dei tre artisti livornesi, incentivando la decisione della famiglia
di trasferirsi a Firenze. Il Cenacolo di Bellariva, frequentato tra gli altri da Giosuè Carducci, da Enrico
Panzacchi, dalla scrittrice Anna Franchi e dai pittori Adriano Cecioni, Francesco e Luigi Gioli, Vittorio
Corcos, Eugenio Cecconi, Giovanni Fattori e Telemaco Signorini; sarà soprattutto ricordato per aver ospitato
la rinascita spirituale e artistica del non più giovane Lega. Sono quelli gli anni delle divergenze tra Lega e
Fattori poiché quest’ultimo è molto critico nei confronti dell’indirizzo liberamente “impressionista” assunto
dall’arte toscana. I Tommasi sono naturalmente con Lega, come dimostrano i dipinti di Angiolo “In
giardino” e “Lavandaie sull’Affrico” e il quadro “Pescatorelli” di Lodovico.
La mostra si sviluppa da questo antefatto, e partendo dalle innegabili comuni origini culturali
macchiaiole dei tre pittori, ne evidenzia i singoli percorsi attraverso i quali essi pervennero a linguaggi
pittorici autonomi e caratterizzati, articolandosi in tre sezioni, vale a dire in tre retrospettive parallele.
La prima è intitolata “Adolfo Tommasi, epopea del Vero” e raccoglie straordinari dipinti quali “La
diligenza di Castiglioncello”, “Grano maturo”, “Le ore calde”, “Il fischio del vapore”, “Petriolo presso
Firenze”, “Via di Paese”, “Il canto della sfoglia”, “Malerba”, rappresentativi della declinazione epica della
narrazione della vita campestre tipica dell’artista che fu operoso soprattutto nella campagna livornese e nei
dintorni di Castiglioncello.
La seconda sezione è intitolata “Angiolo Tommasi, dal Cenacolo di Bellariva al Club della Bohème”.
Essa ripercorre l’evoluzione dell’artista dai primi esiti leghiani alle opere caratterizzate da una fattura
veloce e dalla luce abbagliante, in sintonia con il vitalismo di inizio secolo, eseguite presso il Lago
di Massaciuccoli, in seno al gruppo di artisti che si radunava attorno alla figura di Giacomo Puccini
(“L’attesa”, “Le fascinaie presso il Lago di Massaciuccoli”). Frammezzo, gli esiti pittorici -inediti- del lungo
soggiorno in America del Sud, alla scoperta della Patagonia e della Terra del Fuoco, soggiorno condiviso con
l’insigne anarchico rosignanese Pietro Gori.
La terza sezione della mostra è dedicata al più giovane dei tre artisti, forse il più audace per la costante
sperimentazione che caratterizza il suo percorso, “Lodovico Tommasi, tra Naturalismo e Avanguardia”.
Splendidi dipinti quali “Guardianella di oche” (1892), “Riposo nei campi” (1898), “Lavandaie presso Luco”
rivelano una certa sensibilità nei confronti del divisionismo e collocano Lodovico in seno al gruppo dei
Post-Macchiaioli. Costante fu in lui il tentativo di stabilire il nesso tra le istanze ideali della “macchia” e il
Novecento.
Raccogliere le opere di tre artisti dal temperamento diversissimo, in virtù dei soli vincoli di parentela,
potrebbe sembrare banale e pretestuoso. Ma i dipinti di Adolfo, Angiolo e Lodovico Tommasi, che questa
esposizione presenta per la prima volta riuniti in un percorso di alto profilo scientifico, si offrono al pubblico
degli appassionati e agli studiosi di pittura del secondo Ottocento e del primo Novecento italiano come una
vera prelibatezza e una rara opportunità di verifica e di conoscenza. Verifica innanzi tutto della coerenza
poetica di ciascuno dei tre; conoscenza infine del corpus pittorico tanto considerevole quanto frammentato
nei mille rivoli del collezionismo privato che si è sempre dimostrato sensibile all’arte dei Tommasi, e ciò a
prescindere dalle opportune rivalutazioni che la critica ufficiale ha tardato inspiegabilmente a promuovere
nei loro confronti.
Il catalogo, edito da Skira, contiene saggi di Silvestra Bietoletti, Rossella Campana, Francesca Dini, Eugenia
Querci.
Ufficio Stampa:
Cristina Pariset
Tel. 02 4812584 – 348 5109589 fax 02 4812486
cristina.pariset@libero.it
Skira Editore: Lucia Crespi
Tel 02 89415532 - 89401645 fax 02 89410051
Cell 338 8090545 lucia@luciacrespi.it
Informazioni:
Ufficio Cultura
Comune di Rosignano M.mo
Tel. 0586 724.395/.496 fax 0586 724.286
c.bellucci@comune.rosignano.livorno.it
c.fantoni@comune.rosignano.livorno.it
Pittori in Toscana dopo la “macchia”
Nell’estate 2011 il Comune di Rosignano Marittimo, attraverso il Centro per l’arte Diego Martelli, intende
promuovere un appuntamento espositivo dedicato alla dinastia -livornese di nascita- dei Tommasi, di cultura
macchiaiola, ma legata particolarmente alla figura artistica di Silvestro Lega di cui Angiolo e Ludovico
furono allievi.
.
Negli ultimi dieci anni il Centro per l’arte Diego Martelli di Castiglioncello, supportato dalla Galleria d’Arte
Moderna di Palazzo Pitti e dai maggiori musei italiani e francesi, ha promosso importanti mostre dedicate
ai Macchiaioli e più in generale all’evoluzione della pittura figurativa a cavallo tra il XIX e XX secolo. Si
ricordano in particolare le esposizioni: “I Macchiaioli” (2002), “Da Courbet a Fattori. I principi del vero” in
collaborazione con il Musée Courbet di Ornans (2005), “Boldini, Helleu, Sem, protagonisti e miti della Belle
Epoque” (2006) in collaborazione con la fondazione “Les Amis de Paul-César Helleu”, per finire con “Nino
Costa e il paesaggio dell’anima” realizzata nell’estate 2009 in collaborazione con la Galleria Nazionale
d’Arte Moderna di Roma.
Dal 23 luglio al 2 ottobre 2011, presso le sale del Castello Pasquini, a Castiglioncello, verrà proposta la
mostra I Tommasi. Pittori in Toscana dopo la “macchia”, a cura di Francesca Dini.
La mostra, che offrirà al visitatore un lungo excursus temporale sulla pittura toscana, prenderà le mosse dalla
personalità tardo-macchiaiola di Adolfo Tommasi (Livorno 1851 - Firenze 1933), che fu tra i frequentatori
della Villa Martelli a Castiglioncello, proseguirà attraverso le esperienze di Angiolo (Livorno 1859 - Torre
del Lago 1923), pittore naturalista che fu tra i protagonisti della scuola di Torre del Lago -legata alla figura
di Giacomo Puccini-, e approderà infine alla vicenda post-macchiaiola e dunque novecentesca di Ludovico
(Livorno 1866 - Firenze 1941).
Il percorso espositivo, composto da circa 70 dipinti per lo più provenienti da collezioni private e
dunque solitamente inaccessibili al grande pubblico, prende le mosse da uno dei momenti più noti
nell’agiografia della vicenda macchiaiola: il Cenacolo di Bellariva.
Nel 1881 la famiglia di Luigi Tommasi, benestante livornese, si trasferisce a Firenze andando ad abitare
Villa “La Casaccia” a Bellariva (già oggetto delle incursioni pittoriche di Abbati e Signorini, nel decennio
aureo della “Macchia”); e ciò per favorire le inclinazioni artistiche di due dei cinque figli, Angiolo che si
iscrive all’Accademia di Belle Arti e Lodovico che entra in Conservatorio, per diplomarsi in violino. Sin
dal 1877, Adolfo Tommasi (cugino di Angiolo e Lodovico) ha introdotto in famiglia Silvestro Lega che ha
irrorato dei propri consigli la formazione dei tre artisti livornesi, incentivando la decisione della famiglia
di trasferirsi a Firenze. Il Cenacolo di Bellariva, frequentato tra gli altri da Giosuè Carducci, da Enrico
Panzacchi, dalla scrittrice Anna Franchi e dai pittori Adriano Cecioni, Francesco e Luigi Gioli, Vittorio
Corcos, Eugenio Cecconi, Giovanni Fattori e Telemaco Signorini; sarà soprattutto ricordato per aver ospitato
la rinascita spirituale e artistica del non più giovane Lega. Sono quelli gli anni delle divergenze tra Lega e
Fattori poiché quest’ultimo è molto critico nei confronti dell’indirizzo liberamente “impressionista” assunto
dall’arte toscana. I Tommasi sono naturalmente con Lega, come dimostrano i dipinti di Angiolo “In
giardino” e “Lavandaie sull’Affrico” e il quadro “Pescatorelli” di Lodovico.
La mostra si sviluppa da questo antefatto, e partendo dalle innegabili comuni origini culturali
macchiaiole dei tre pittori, ne evidenzia i singoli percorsi attraverso i quali essi pervennero a linguaggi
pittorici autonomi e caratterizzati, articolandosi in tre sezioni, vale a dire in tre retrospettive parallele.
La prima è intitolata “Adolfo Tommasi, epopea del Vero” e raccoglie straordinari dipinti quali “La
diligenza di Castiglioncello”, “Grano maturo”, “Le ore calde”, “Il fischio del vapore”, “Petriolo presso
Firenze”, “Via di Paese”, “Il canto della sfoglia”, “Malerba”, rappresentativi della declinazione epica della
narrazione della vita campestre tipica dell’artista che fu operoso soprattutto nella campagna livornese e nei
dintorni di Castiglioncello.
La seconda sezione è intitolata “Angiolo Tommasi, dal Cenacolo di Bellariva al Club della Bohème”.
Essa ripercorre l’evoluzione dell’artista dai primi esiti leghiani alle opere caratterizzate da una fattura
veloce e dalla luce abbagliante, in sintonia con il vitalismo di inizio secolo, eseguite presso il Lago
di Massaciuccoli, in seno al gruppo di artisti che si radunava attorno alla figura di Giacomo Puccini
(“L’attesa”, “Le fascinaie presso il Lago di Massaciuccoli”). Frammezzo, gli esiti pittorici -inediti- del lungo
soggiorno in America del Sud, alla scoperta della Patagonia e della Terra del Fuoco, soggiorno condiviso con
l’insigne anarchico rosignanese Pietro Gori.
La terza sezione della mostra è dedicata al più giovane dei tre artisti, forse il più audace per la costante
sperimentazione che caratterizza il suo percorso, “Lodovico Tommasi, tra Naturalismo e Avanguardia”.
Splendidi dipinti quali “Guardianella di oche” (1892), “Riposo nei campi” (1898), “Lavandaie presso Luco”
rivelano una certa sensibilità nei confronti del divisionismo e collocano Lodovico in seno al gruppo dei
Post-Macchiaioli. Costante fu in lui il tentativo di stabilire il nesso tra le istanze ideali della “macchia” e il
Novecento.
Raccogliere le opere di tre artisti dal temperamento diversissimo, in virtù dei soli vincoli di parentela,
potrebbe sembrare banale e pretestuoso. Ma i dipinti di Adolfo, Angiolo e Lodovico Tommasi, che questa
esposizione presenta per la prima volta riuniti in un percorso di alto profilo scientifico, si offrono al pubblico
degli appassionati e agli studiosi di pittura del secondo Ottocento e del primo Novecento italiano come una
vera prelibatezza e una rara opportunità di verifica e di conoscenza. Verifica innanzi tutto della coerenza
poetica di ciascuno dei tre; conoscenza infine del corpus pittorico tanto considerevole quanto frammentato
nei mille rivoli del collezionismo privato che si è sempre dimostrato sensibile all’arte dei Tommasi, e ciò a
prescindere dalle opportune rivalutazioni che la critica ufficiale ha tardato inspiegabilmente a promuovere
nei loro confronti.
Il catalogo, edito da Skira, contiene saggi di Silvestra Bietoletti, Rossella Campana, Francesca Dini, Eugenia
Querci.
Ufficio Stampa:
Cristina Pariset
Tel. 02 4812584 – 348 5109589 fax 02 4812486
cristina.pariset@libero.it
Skira Editore: Lucia Crespi
Tel 02 89415532 - 89401645 fax 02 89410051
Cell 338 8090545 lucia@luciacrespi.it
Informazioni:
Ufficio Cultura
Comune di Rosignano M.mo
Tel. 0586 724.395/.496 fax 0586 724.286
c.bellucci@comune.rosignano.livorno.it
c.fantoni@comune.rosignano.livorno.it
23
luglio 2011
I Tommasi. Pittori in Toscana dopo la “macchia”
Dal 23 luglio al 02 ottobre 2011
arte moderna e contemporanea
Location
CASTELLO PASQUINI
Castiglioncello, Piazza Vittoria, 1, (Livorno)
Castiglioncello, Piazza Vittoria, 1, (Livorno)
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
CRISTINA PARISET
Autore
Curatore