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I Tre. Ciocca, Pasquero, Pirotti
Evento che vede il ritorno di un “libero” gruppo torinese, che calcò le scene artistiche degli anni ’70, in una sorta di amarcord teso a sottolineare l’evoluzione della pittura di stampo subalpino nel secondo ‘900
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Bene Vagienna (CN) – dal 15 ottobre al 13 novembre 2011
“I TRE”. CIOCCA, PASQUERO, PIROTTI
PALAZZO LUCERNA DI RORA’ – SEDE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO
Via Roma – 12041
info: Ufficio Cultura Città di Bene Vagienna
Tel: 0172.654152 - 654948
ufficiocultura@benevagienna.it
Associazione Culturale Giuseppe Morino – Savigliano
tel 0172.715888 – 3356195282
e-mail: g.barberis@yahoo.it
Evento che vede il ritorno di un “libero” gruppo torinese, che calcò le scene artistiche degli anni '70,
in una sorta di amarcord teso a sottolineare l'evoluzione della pittura di stampo subalpino nel
secondo '900.
ente promotore: Città di Bene Vagienna
in collaborazione con: Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Associazione Culturale Giuseppe
Morino, Savigliano (CN)
inaugurazione: sabato 15 ottobre ore 17,00
orari: sabato e prefestivi 13/19; domenica e festivi ore 10/13 – 13,00/19,00
biglietteria: free admittance
mostra e catalogo a cura di : Giorgio Barberis
coordinamento artistico : Giorgio Barberis, Fulvio Berardo
catalogo: in sede
autori: Giorgio Barberis
genere: arte contemporanea
visite Museo : ARCHEA
Il '900 è, per l'arte peninsulare, un secolo in cui avvengono grandi cambiamenti. L'Italia si trova ad
occupare una significativa posizione nel panorama europeo, grazie alle novità del Futurismo, ma
anche grazie all'apporto del tutto originale offerto dagli artisti italiani al riscoperta di quella "misura
classica" che percorre tutta l'Europa negli anni che seguono la sperimentazione delle prime
avanguardie storiche. La ricerca artistica italiana di quegli anni si pone così tra l'anti-tradizione
futurista, da un lato, e il nuovo corso del classico dall'altro, pur mantenedo il concetto
di “modernità” intesa come cambiamento che si apre ai suoi nuovi miti. Marinetti e i giovani
futuristi affideranno il compito di ridare all'Italia un ruolo di rilievo nel dibattito internazionale e di
superare nel giro di pochi anni ogni legame con la tradizione pittorica della fine '800. La pittura
metafisica di de Chirico rivelerà i valori nascosti delle cose ed il giovane Giorgio Morandi
interpreterà in maniera del tutto originale i nuovi dettami esecutivi. Dalla metafisica al realismo
magico tuttavia il passo è breve, perchè la melanconia tragica della metafisica dechirichiana molto
si stempera nelle atmosfere incantate del realismo magico di Felice Casorati, di Antonio Donghi e
Severini o di Cagnaccio di San Pietro. Poi Carrà annuncia la riscoperta dei valori antichi della
pittura primitiva italiana, di Giotto e Paolo Uccello innazitutto, preceduto dalla lezione di Severini e
seguito dalla riscoperta dell'arcaismo dell'antica etruria di Massimo Campigli. Altri invece, come
Novecento, saranno autenticamente interessati alla rifondazione di una misura classica nell'alveo di
un sentire ampiamente diffuso in tutta Europa. Pochi pittori, grazie alla grandezza della loro arte,
scamperanno al pericolo della damnatio memoriae e, tra loro, dobbiamo ricordare Mario Sironi e
Arturo Martini. Artisti liberi come quelli che, a livelli regionali, si contraddistingueranno con
etichette quali “I Sei di Torino”, i “Chiaristi”, la “Scuola Romana”, “Corrente” e molti scultori
novecentisti. Un prolungamento dello sguardo sull'arte dagli anni cinquanta in poi, e che annuncia
una nuova grande stagione creativa italiana, può essere affidato ad alcuni testimoni d'eccezione tra
cui Lucio Fontana, Alberto Burri , Piero Manzoni, Mario Schifano, gli appartenenti al Gruppo
Forma ed a quello della Transavanguardia di Achille Bonito Oliva nonché ad Ugo Nespolo ed
Antonio Nunziante. Ma in tutto questo bailamme che i sacri testi di Storia dell'Arte riportano con
grande enfasi e dovizia di particolari molte altre ricerche e nuovi movimenti si affacciano nel
panorama italiano per far sentire la propria voce o, semplicemente, perchè i componenti vogliono
confrontarsi nel loro incedere e lasciare una traccia indelebile del personale cantare in mezzo a
tanto strepito e divergenti ricerche. Ed uno di questi movimenti, inizialmente legato alla Torino
degli anni Settanta, ma destinato a diffondersi regionalmente e, fino al 1980, anche
internazionalmente, è proprio quello de “I TRE” che si presenta in questa storica rassegna. Di loro il
grande Vittorio Bottino, probabile divulgatore della definizione del gruppo creato da Dino
Pasquero, e voce riassuntiva di tutti coloro che, come Graglia, Rossi, Mistrangelo, Menzio, Oberti,
Conti Tacchini ebbero ad interessarsi de I TRE,scrisse: “I TRE. Non una formula d'avanguardia e
neppure un'etichetta artistica, una semplice somma di pittori che hanno deciso di presentarsi
insieme, di tanto in tanto, ovunque vi sia un'area accogliente e percettiva. Alfredo Ciocca, Dino
Pasquero e Carlo Pirotti hanno collaudato le loro opere attraverso un lungo colloquio con il
pubblico in un discorso che ha per tema la natura e l'umanità, nei risvolti accessibili alla poesia ed
all'occhio. Pur nella componente figurativa (che ricorda la Scuola del Pittara) Ciocca, Pasquero e
Pirotti hanno assunto ognuno una precisa connotazione artistica con una svettante progressione
dalle origini, ed oggi – affinati dalle continue ricerche cromatiche ed impaginative – sono in grado
di recitare un ruolo omportante nella pittura piemontese per una vasta platea di collezionisti.
L'unione teorica di tre “rivelazioni”, l'inizio di un momento o l'aggancio ad un tempo preciso, non
intende snaturare gli altri ma bensì entrare nel mercato in collaborazione pratica ed intimistica.
Lontana da Ciocca, Pasquero e Pirotti l'idea di una qualsiasi rivoluzione oggettiva, la loro pittura è
chiara e leggibile, non è filtrata né dal contorsionismo e neppure dal consumismo, vuole essere un
mezzo plurimo per entrare nelle case della gente a portare uno spicchio di mondo intatto, quale
simbolo della vita. I tre, per un contatto ed una nuova amicizia, tra di loro e con tutti”. Un'amicizia
ancora salda oggi; un sodalizio che, dopo aver proposto rassegne per quasi sette anni a
Borgomanero, Torino,Bardonecchia, Verrès, Lugano, in Valtournanche e nel Principato di Andora,
torna, in una sorta di amarcord, nelle sale di Palazzo Lucerna di Rorà quale testimonianza storica
dell'evoluzione della nostra arte trascorsa e della capacità dei singoli di essere sempre pronti a
rinnovarsi ma anche , ed ancora, a confrontarsi ed offrirsi agli occhi di estimatori ed amici.
Giorgio Barberis
Note biografiche
Alfredo Ciocca nasce a Casale Monferrato il 25 aprile 1945. A cinque anni si trasferisce a Torino. Nel 1960 inizia
a dipingere come autodidatta e, in seguito, si diploma "cartellonista pubblicitario". Nel marzo del 1968 inizia a
frequentare lo studio del maestro Dario Treves; sotto la sua guida disegna e dipinge per nove anni. Nello studio del
maestro , per anni, attraverso il disegno e la pittura, scopre un nuovo modo di vedere e sentire l'arte posta in una giusta
dimensione. La sua sar�una dedizione lunga e costante costruita sulla sincerit�assoluta verso gli altri e, in particolare
modo, verso se stesso. Nel giugno del 1975 realizza la prima personale nel cuore della vecchia Torino e da allora fa
della sua pittura una professione. A seguire inizia a partecipare a collettive e concorsi ottenendo lusinghieri successi
e, nel cuore della citt�della Mole, trova un ambiente amico e pi che favorevole. Capisce cos che la pittura non lo
tradisce e si aggrappa ad essa con pi forza per cui procede nel suo cammino che lo porter�a scoprire un mondo tutto
da vivere, osservare e dipingere. Nel 1992 espone a Pretoria e Johannesburg (Sudafrica) e, nel 1994, apre una scuola
di pittura e disegno nel Borgo Vecchio di Avigliana e dipinge, per la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore
di Avigliana, il "Battesimo di Cristo" ed i ritratti del "Cottolengo" e di "Don Bosco". Nel maggio del 2002, per
l'associazione "Amici di Avigliana", dipinge "San Giovanni Battista" per un pilone ad Avigliana. Nella chiesa di San
Giovanni Battista a Cesana Torinese figura una tela 84x107 di "Santa Cecilia"; un'icona della "Consolata" �esposta
nell'atrio dell'ospedale Koellicher di Torino. Oltre alle tante collettive e concorsi ha al suo attivo pi�di cento personali
in Italia ed all'estero recensite dai pi iportanti studiosi di settore. Vive e lavora ad Avigliana (TO)
Dino Pasquero è nato nel 1939 a Guarene, dove risiede, ed è stato il fondatore del gruppo “I 3”. Fin da giovane è
affascinato dal plein air così inizia a percorrere le contrade del Piemonte, dalle Langhe al Monferrato, dalla Valsusa
alla Valle d'Aosta, per cercare i segreti della luce e dei momenti atmosferici. Il suo primo contatto col pubblico avviene
nella natia Guarene, nel 1972; a seguire si inanelleranno personali a Canale, Alpignano, Asti, Moncalieri, Stupinigi
ed altre zone ancora. A Torino espone alla Bottega San Giors e da Quaglino. Parecchie le importanti collettive a cui
partecipa mentre si assommano i premi nei maggiori concorsi regionali e nazionali sottolineati dal favore del pubblico e
della critica. Intanto la sua pittura subisce una lenta ma sicura evoluzione in una progressione positiva che gli consente
una nuova personalizzazione sino ad affrontare gli impegnativi temi della neve e del sole estivo pervenendo così a
raggiungere, con grande serenità espressiva, un' autentica emozione interiore. L’artista, che oggi opera tra Guarene,
Torino e la Svizzera, nella sua lunga carriera, ha poi esposto in numerose città d’Europa e le sue opere sono conservate
in spazi pubblici e collezioni private di altissimo livello. Sarebbe lunghissimo citare tutte le vernici delle quali è stato
protagonista. Per tutte le personali a Koblenza (D), al Teatro Regio di Torino, alla Coin Art di Genova e alla Galleria
29 di Basilea (CH). Hanno scritto di lui: Antonio Oberti, Adalberto Rossi, Lella Durando, Armando Capri, Vittorio
Bottino, Mario Robiglio, Arnaldo Graglia, Aldo Spinardi, Gian Giorgio Massara, Giorgio Borio, Massimo Centini,
Luigi Spessa e Angelo Mistrangelo, Giorgio Barberis.
Carlo Pirotti è torinese di nascita ma cuneese di adozione in quanto vive e lavora a Madonna Dell'Olmo. Partito come
apprendista litografo, nel 1950, Pirotti incontra il famoso Enrico Tovagliari col quale approfondisce il disegno e la
tecnica litografica ottenendo il diploma in quest'ultima disciplina. Decide quindi di dedicarsi al disegno, alla pittura ed
all' incisione e, dagli anni Sessanta, inizia un lungo iter espositivo che lo conduce ad allestire personali e collettive in
tutta Italia. Pur potendolo definire un pittore ambientale per la ricerca del soggetto che si rifà alla tradizione subalpinala,
è certo che egli rifiuta la retorica. Particolari gli angoli nascosti della sua terra, i mercatini rionali, i vicoli di un paese,
dove la presenza dell'uomo è certa o solamente intuita e dove l'autore dialoga con sicurezza e poetica invenzione. Già
dalla prima personale a Torino, allestita alla Bottega San Giors, il favore del pubblico lo accompagna; poi vengono
altre personali (in Piemonte, Lombardia, Liguria, Soagna, Germania, per citarne alcune), la rassegna del paesaggio
nella galleria Quaglino ed i concorsi ricchi di premi e riconoscimenti. Nel suo lungo incedere Carlo rivela sempre di
più un gusto moderno nell'impaginazione di temi arcaici sino a scovare nei propri soggetti particolari e tagli ad altri
sconosciuti ed a raggiungere un fascino personalissimo. Forte ormai di una fama consolidata decide quindi di ritirarsi a
Madonna dell' Olmo dove, grazie ad elevate doti artistiche che si traducono in paesaggi, vedute marine, nature morte e
tagli di montagna sempre più legati alla lezione subalpina e veristicamente personali trova il " modus vivendi " a lungo
ricercato. Numerose sue opere figurano in diverse gallerie e collezioni private in Italia ed all' estero.Tra le ultime mostre
principali si annoverano : Castello di Roddi ( Cuneo); Palazzo della Provincia (Cuneo); Senesi Arte di Savigliano;
Saluzzo Arte, Fondazione A. Bertoni-Saluzzo; Palazzo Salmatoris - Cherasco ( Cuneo).
“I TRE”. CIOCCA, PASQUERO, PIROTTI
PALAZZO LUCERNA DI RORA’ – SEDE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO
Via Roma – 12041
info: Ufficio Cultura Città di Bene Vagienna
Tel: 0172.654152 - 654948
ufficiocultura@benevagienna.it
Associazione Culturale Giuseppe Morino – Savigliano
tel 0172.715888 – 3356195282
e-mail: g.barberis@yahoo.it
Evento che vede il ritorno di un “libero” gruppo torinese, che calcò le scene artistiche degli anni '70,
in una sorta di amarcord teso a sottolineare l'evoluzione della pittura di stampo subalpino nel
secondo '900.
ente promotore: Città di Bene Vagienna
in collaborazione con: Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Associazione Culturale Giuseppe
Morino, Savigliano (CN)
inaugurazione: sabato 15 ottobre ore 17,00
orari: sabato e prefestivi 13/19; domenica e festivi ore 10/13 – 13,00/19,00
biglietteria: free admittance
mostra e catalogo a cura di : Giorgio Barberis
coordinamento artistico : Giorgio Barberis, Fulvio Berardo
catalogo: in sede
autori: Giorgio Barberis
genere: arte contemporanea
visite Museo : ARCHEA
Il '900 è, per l'arte peninsulare, un secolo in cui avvengono grandi cambiamenti. L'Italia si trova ad
occupare una significativa posizione nel panorama europeo, grazie alle novità del Futurismo, ma
anche grazie all'apporto del tutto originale offerto dagli artisti italiani al riscoperta di quella "misura
classica" che percorre tutta l'Europa negli anni che seguono la sperimentazione delle prime
avanguardie storiche. La ricerca artistica italiana di quegli anni si pone così tra l'anti-tradizione
futurista, da un lato, e il nuovo corso del classico dall'altro, pur mantenedo il concetto
di “modernità” intesa come cambiamento che si apre ai suoi nuovi miti. Marinetti e i giovani
futuristi affideranno il compito di ridare all'Italia un ruolo di rilievo nel dibattito internazionale e di
superare nel giro di pochi anni ogni legame con la tradizione pittorica della fine '800. La pittura
metafisica di de Chirico rivelerà i valori nascosti delle cose ed il giovane Giorgio Morandi
interpreterà in maniera del tutto originale i nuovi dettami esecutivi. Dalla metafisica al realismo
magico tuttavia il passo è breve, perchè la melanconia tragica della metafisica dechirichiana molto
si stempera nelle atmosfere incantate del realismo magico di Felice Casorati, di Antonio Donghi e
Severini o di Cagnaccio di San Pietro. Poi Carrà annuncia la riscoperta dei valori antichi della
pittura primitiva italiana, di Giotto e Paolo Uccello innazitutto, preceduto dalla lezione di Severini e
seguito dalla riscoperta dell'arcaismo dell'antica etruria di Massimo Campigli. Altri invece, come
Novecento, saranno autenticamente interessati alla rifondazione di una misura classica nell'alveo di
un sentire ampiamente diffuso in tutta Europa. Pochi pittori, grazie alla grandezza della loro arte,
scamperanno al pericolo della damnatio memoriae e, tra loro, dobbiamo ricordare Mario Sironi e
Arturo Martini. Artisti liberi come quelli che, a livelli regionali, si contraddistingueranno con
etichette quali “I Sei di Torino”, i “Chiaristi”, la “Scuola Romana”, “Corrente” e molti scultori
novecentisti. Un prolungamento dello sguardo sull'arte dagli anni cinquanta in poi, e che annuncia
una nuova grande stagione creativa italiana, può essere affidato ad alcuni testimoni d'eccezione tra
cui Lucio Fontana, Alberto Burri , Piero Manzoni, Mario Schifano, gli appartenenti al Gruppo
Forma ed a quello della Transavanguardia di Achille Bonito Oliva nonché ad Ugo Nespolo ed
Antonio Nunziante. Ma in tutto questo bailamme che i sacri testi di Storia dell'Arte riportano con
grande enfasi e dovizia di particolari molte altre ricerche e nuovi movimenti si affacciano nel
panorama italiano per far sentire la propria voce o, semplicemente, perchè i componenti vogliono
confrontarsi nel loro incedere e lasciare una traccia indelebile del personale cantare in mezzo a
tanto strepito e divergenti ricerche. Ed uno di questi movimenti, inizialmente legato alla Torino
degli anni Settanta, ma destinato a diffondersi regionalmente e, fino al 1980, anche
internazionalmente, è proprio quello de “I TRE” che si presenta in questa storica rassegna. Di loro il
grande Vittorio Bottino, probabile divulgatore della definizione del gruppo creato da Dino
Pasquero, e voce riassuntiva di tutti coloro che, come Graglia, Rossi, Mistrangelo, Menzio, Oberti,
Conti Tacchini ebbero ad interessarsi de I TRE,scrisse: “I TRE. Non una formula d'avanguardia e
neppure un'etichetta artistica, una semplice somma di pittori che hanno deciso di presentarsi
insieme, di tanto in tanto, ovunque vi sia un'area accogliente e percettiva. Alfredo Ciocca, Dino
Pasquero e Carlo Pirotti hanno collaudato le loro opere attraverso un lungo colloquio con il
pubblico in un discorso che ha per tema la natura e l'umanità, nei risvolti accessibili alla poesia ed
all'occhio. Pur nella componente figurativa (che ricorda la Scuola del Pittara) Ciocca, Pasquero e
Pirotti hanno assunto ognuno una precisa connotazione artistica con una svettante progressione
dalle origini, ed oggi – affinati dalle continue ricerche cromatiche ed impaginative – sono in grado
di recitare un ruolo omportante nella pittura piemontese per una vasta platea di collezionisti.
L'unione teorica di tre “rivelazioni”, l'inizio di un momento o l'aggancio ad un tempo preciso, non
intende snaturare gli altri ma bensì entrare nel mercato in collaborazione pratica ed intimistica.
Lontana da Ciocca, Pasquero e Pirotti l'idea di una qualsiasi rivoluzione oggettiva, la loro pittura è
chiara e leggibile, non è filtrata né dal contorsionismo e neppure dal consumismo, vuole essere un
mezzo plurimo per entrare nelle case della gente a portare uno spicchio di mondo intatto, quale
simbolo della vita. I tre, per un contatto ed una nuova amicizia, tra di loro e con tutti”. Un'amicizia
ancora salda oggi; un sodalizio che, dopo aver proposto rassegne per quasi sette anni a
Borgomanero, Torino,Bardonecchia, Verrès, Lugano, in Valtournanche e nel Principato di Andora,
torna, in una sorta di amarcord, nelle sale di Palazzo Lucerna di Rorà quale testimonianza storica
dell'evoluzione della nostra arte trascorsa e della capacità dei singoli di essere sempre pronti a
rinnovarsi ma anche , ed ancora, a confrontarsi ed offrirsi agli occhi di estimatori ed amici.
Giorgio Barberis
Note biografiche
Alfredo Ciocca nasce a Casale Monferrato il 25 aprile 1945. A cinque anni si trasferisce a Torino. Nel 1960 inizia
a dipingere come autodidatta e, in seguito, si diploma "cartellonista pubblicitario". Nel marzo del 1968 inizia a
frequentare lo studio del maestro Dario Treves; sotto la sua guida disegna e dipinge per nove anni. Nello studio del
maestro , per anni, attraverso il disegno e la pittura, scopre un nuovo modo di vedere e sentire l'arte posta in una giusta
dimensione. La sua sar�una dedizione lunga e costante costruita sulla sincerit�assoluta verso gli altri e, in particolare
modo, verso se stesso. Nel giugno del 1975 realizza la prima personale nel cuore della vecchia Torino e da allora fa
della sua pittura una professione. A seguire inizia a partecipare a collettive e concorsi ottenendo lusinghieri successi
e, nel cuore della citt�della Mole, trova un ambiente amico e pi che favorevole. Capisce cos che la pittura non lo
tradisce e si aggrappa ad essa con pi forza per cui procede nel suo cammino che lo porter�a scoprire un mondo tutto
da vivere, osservare e dipingere. Nel 1992 espone a Pretoria e Johannesburg (Sudafrica) e, nel 1994, apre una scuola
di pittura e disegno nel Borgo Vecchio di Avigliana e dipinge, per la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore
di Avigliana, il "Battesimo di Cristo" ed i ritratti del "Cottolengo" e di "Don Bosco". Nel maggio del 2002, per
l'associazione "Amici di Avigliana", dipinge "San Giovanni Battista" per un pilone ad Avigliana. Nella chiesa di San
Giovanni Battista a Cesana Torinese figura una tela 84x107 di "Santa Cecilia"; un'icona della "Consolata" �esposta
nell'atrio dell'ospedale Koellicher di Torino. Oltre alle tante collettive e concorsi ha al suo attivo pi�di cento personali
in Italia ed all'estero recensite dai pi iportanti studiosi di settore. Vive e lavora ad Avigliana (TO)
Dino Pasquero è nato nel 1939 a Guarene, dove risiede, ed è stato il fondatore del gruppo “I 3”. Fin da giovane è
affascinato dal plein air così inizia a percorrere le contrade del Piemonte, dalle Langhe al Monferrato, dalla Valsusa
alla Valle d'Aosta, per cercare i segreti della luce e dei momenti atmosferici. Il suo primo contatto col pubblico avviene
nella natia Guarene, nel 1972; a seguire si inanelleranno personali a Canale, Alpignano, Asti, Moncalieri, Stupinigi
ed altre zone ancora. A Torino espone alla Bottega San Giors e da Quaglino. Parecchie le importanti collettive a cui
partecipa mentre si assommano i premi nei maggiori concorsi regionali e nazionali sottolineati dal favore del pubblico e
della critica. Intanto la sua pittura subisce una lenta ma sicura evoluzione in una progressione positiva che gli consente
una nuova personalizzazione sino ad affrontare gli impegnativi temi della neve e del sole estivo pervenendo così a
raggiungere, con grande serenità espressiva, un' autentica emozione interiore. L’artista, che oggi opera tra Guarene,
Torino e la Svizzera, nella sua lunga carriera, ha poi esposto in numerose città d’Europa e le sue opere sono conservate
in spazi pubblici e collezioni private di altissimo livello. Sarebbe lunghissimo citare tutte le vernici delle quali è stato
protagonista. Per tutte le personali a Koblenza (D), al Teatro Regio di Torino, alla Coin Art di Genova e alla Galleria
29 di Basilea (CH). Hanno scritto di lui: Antonio Oberti, Adalberto Rossi, Lella Durando, Armando Capri, Vittorio
Bottino, Mario Robiglio, Arnaldo Graglia, Aldo Spinardi, Gian Giorgio Massara, Giorgio Borio, Massimo Centini,
Luigi Spessa e Angelo Mistrangelo, Giorgio Barberis.
Carlo Pirotti è torinese di nascita ma cuneese di adozione in quanto vive e lavora a Madonna Dell'Olmo. Partito come
apprendista litografo, nel 1950, Pirotti incontra il famoso Enrico Tovagliari col quale approfondisce il disegno e la
tecnica litografica ottenendo il diploma in quest'ultima disciplina. Decide quindi di dedicarsi al disegno, alla pittura ed
all' incisione e, dagli anni Sessanta, inizia un lungo iter espositivo che lo conduce ad allestire personali e collettive in
tutta Italia. Pur potendolo definire un pittore ambientale per la ricerca del soggetto che si rifà alla tradizione subalpinala,
è certo che egli rifiuta la retorica. Particolari gli angoli nascosti della sua terra, i mercatini rionali, i vicoli di un paese,
dove la presenza dell'uomo è certa o solamente intuita e dove l'autore dialoga con sicurezza e poetica invenzione. Già
dalla prima personale a Torino, allestita alla Bottega San Giors, il favore del pubblico lo accompagna; poi vengono
altre personali (in Piemonte, Lombardia, Liguria, Soagna, Germania, per citarne alcune), la rassegna del paesaggio
nella galleria Quaglino ed i concorsi ricchi di premi e riconoscimenti. Nel suo lungo incedere Carlo rivela sempre di
più un gusto moderno nell'impaginazione di temi arcaici sino a scovare nei propri soggetti particolari e tagli ad altri
sconosciuti ed a raggiungere un fascino personalissimo. Forte ormai di una fama consolidata decide quindi di ritirarsi a
Madonna dell' Olmo dove, grazie ad elevate doti artistiche che si traducono in paesaggi, vedute marine, nature morte e
tagli di montagna sempre più legati alla lezione subalpina e veristicamente personali trova il " modus vivendi " a lungo
ricercato. Numerose sue opere figurano in diverse gallerie e collezioni private in Italia ed all' estero.Tra le ultime mostre
principali si annoverano : Castello di Roddi ( Cuneo); Palazzo della Provincia (Cuneo); Senesi Arte di Savigliano;
Saluzzo Arte, Fondazione A. Bertoni-Saluzzo; Palazzo Salmatoris - Cherasco ( Cuneo).
15
ottobre 2011
I Tre. Ciocca, Pasquero, Pirotti
Dal 15 ottobre al 13 novembre 2011
arte contemporanea
Location
PALAZZO LUCERNA DI RORA’
Bene Vagienna, Via Roma, 125, (Cuneo)
Bene Vagienna, Via Roma, 125, (Cuneo)
Orario di apertura
sabato e prefestivi 13/19; domenica e festivi ore 10/13 – 13,00/19
Vernissage
15 Ottobre 2011, h 17
Autore
Curatore