Si intitola ³Mon corps mis à nu² il programma della stagione espositiva 2003/4 del Teatro Puccini di Firenze, la seconda di Art-Off. Un cartellone orientato ancor più verso le deiezioni, gli umori, i liquidi, insomma la linfa, del corpo stesso dell¹arte, del suo essere carne viva e scoperta, laddove tutto diventa asettica epidermide levigata da esposizione per tubo catodico. L¹attività espositiva prevede per la prima volta trasferte prestigiose quali il Museo della Specola di Firenze e il Teatro Anatomico dell¹Ospedale del Ceppo di Pistoia. Proprio in queste sedi si inaugurerà infatti, in una sorta di ³prefatio², la stagione Art-Off con CORPORIS NOMINI, viaggio nelle viscere della mistica e della santità con nocchiero Iacopo Cassigoli. Il progetto, spiega l¹artista «nasce dalla necessità di esporre all¹interno del Teatro Anatomico dell¹ospedale del Ceppo di Pistoia i quadri anatomici che da tale luogo (una chicca pressoché sconosciuta-n.d.c) sono stati ispirati. ³Tavole² dai colori zuccherini che espongono pezzi di corpo canditi e confettati, cuori come formati di cotognata nei divoti stampini e preparati anatomici di pasta reale alla maniera della frutta martorana per la festa dei morti, tautologizzati dalla metaforica presenza di ex-voto. Referti di una grazia ricevuta e campionari anatomici della santità, idealmente intonati ai colori del minuscolo teatro di marzapane dalle algide tonalità di rosa, azzurrino e verdolino, che evocano dolciastri odori (e perché no? anche sapori) cadaverici. L¹operazione trova al Museo de La Specola di Firenze il suo naturale approdo, tra le cere illuministe di Clemente Susini alcune delle quali hanno esattamente costituito l¹imprescindibile riferimento iconografico per i quadri anatomici. Feti anche di tre mesi, intestini sezionati, cuori, e molto altro ancora, una vera e propria anatomia mistica che allude al rapporto speculare tra devozione e lucida fede nella Scienza, un cortocircuito che fa perno sul corpo in quanto luogo di molteplici transiti sensoriali, e sul suo appassionante mistero. Che le cere stesse obliquamente testimoniano come fossero il calco della chiara e razionale rimozione di quei sostrati mistici comunque ineliminabili».