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Iacopo Pasqui – Der Engel
Presentazione
mercoledì 20 novembre, ore 19
Iacopo Pasqui, Der Engel, pubblicato da Witty Books
Comunicato stampa
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Der Engel è un lavoro fotografico realizzato in occasione di una residenza artistica in Polonia tra il 2018 ed il 2021. Su invito del Fotofestiwal a lavorare sulla città di Lodz, situata al centro della Polonia, l’autore, attingendo alle percezioni, sensazioni e passioni personali in relazione alla sua esperienza e contatto con la città ha deciso di realizzare un lavoro ispirato al film di Wim Wenders “Il cielo sopra Berlino”, immaginando quindi di essere un angelo che, contrariamente al film, sorvegliava e vagava per il lato est della Berlino divisa. La città di Lodz, difatti, conservando connotati tipici di un’architettura sovietica ed una architettura anteriore al primo conflitto mondiale, gli ha ricordato la parte orientale della capitale tedesca fin dal primo soggiorno in città. Altresì, la presenza in città di una delle più antiche e prestigiose scuole di cinema d’Europa (Lodz Film School), ha favorito il concepimento di un lavoro che sviluppasse un contatto tra cinema e fotografia. La serie si compone di una parte pubblicata nel libro e di un video che sarà proiettato durante la presentazione.
“Gli angeli de “Il cielo sopra Berlino”, nei voli giornalieri, annotano su un taccuino tutto ciò che ha catturato la loro attenzione. Io non sono un angelo anche se a volte mi piacerebbe esserlo, per poter fotografare ogni cosa senza essere visto, senza dover chiedere il permesso, ma anche e soprattutto, per ascoltare i pensieri della gente, per conoscerla realmente questa umanità, finalmente. Non conosceremo mai fino in fondo una persona, un luogo, una storia ma se fossi un angelo, allora si, potrei ascoltare tutti, potrei conoscervi, finalmente, potrei comprendervi tutti, e comprendere tutto. Forse è proprio nel mistero dell’incomprensione e della non conoscenza che sta la grandezza della vita. Quell’incomprensione che rende il mondo e l’uomo imprevedibile, illogico, pieno di energie vitali talvolta dirompenti. Forse non serve conoscere la vera intenzione e natura di un bel gesto quando questo è bello e basta. Anzi, spesso sarebbe meglio non cercare risposte o spiegazioni perchè la vita è cosi, talvolta autentica, talvolta falsa, piena e misera, densa e vuota. Gli angeli di Wenders queste cose le sapevano bene, talmente bene a tal punto da decidere di diventare umani. Volevano toccare la vita con mano, per assaporarne ogni minima sfaccettatura che prima, invece, era solo il prodotto di una visione reale ma asettica, come la loro visione in bianco e nero. La prima volta che arrivai a Lodz mi sembrava di essere a Berlino Est, e, al pari degli angeli, in quasi quattro anni di viaggi, brevi ma intensi, ho raccolto le tracce di ciò che mi ha colpito. Cercavo fotografie che fossero parole, leggere, sparse, evanescenti, evocative. Scatti che raccontassero non solo il mio presente polacco, ma il presente – e in un certo senso anche il passato – di un luogo che mi ha fatto sentire un angelo, un luogo che mi ha fatto sentire a casa. Il componimento poetico “Invocazione del mondo”, dello scrittore Peter Handke, nel film rappresenta quasi una forma di comandamento per gli angeli. Per me è alla base di questa personale interpretazione e ricerca su Lodz e che, accompagnandomi per tutto il lavoro, ha delineato – inconsciamente – quei punti fondamentali sui quali articolare tutta la costruzione del lavoro. Questa serie è pertanto un inno alla vita, a quella vita che troppo spesso tendiamo a caricare di concetti inutili e di sovrastrutture estenuanti, macigni, questi, che l’uomo non può più reggere. Una vita che, per il suo spessore e brevità, dovrebbe essere così: leggera e fluttuante, vissuta con poche parole, semplici e profonde, come certe fotografie.” – Iacopo Pasqui
“Gli angeli de “Il cielo sopra Berlino”, nei voli giornalieri, annotano su un taccuino tutto ciò che ha catturato la loro attenzione. Io non sono un angelo anche se a volte mi piacerebbe esserlo, per poter fotografare ogni cosa senza essere visto, senza dover chiedere il permesso, ma anche e soprattutto, per ascoltare i pensieri della gente, per conoscerla realmente questa umanità, finalmente. Non conosceremo mai fino in fondo una persona, un luogo, una storia ma se fossi un angelo, allora si, potrei ascoltare tutti, potrei conoscervi, finalmente, potrei comprendervi tutti, e comprendere tutto. Forse è proprio nel mistero dell’incomprensione e della non conoscenza che sta la grandezza della vita. Quell’incomprensione che rende il mondo e l’uomo imprevedibile, illogico, pieno di energie vitali talvolta dirompenti. Forse non serve conoscere la vera intenzione e natura di un bel gesto quando questo è bello e basta. Anzi, spesso sarebbe meglio non cercare risposte o spiegazioni perchè la vita è cosi, talvolta autentica, talvolta falsa, piena e misera, densa e vuota. Gli angeli di Wenders queste cose le sapevano bene, talmente bene a tal punto da decidere di diventare umani. Volevano toccare la vita con mano, per assaporarne ogni minima sfaccettatura che prima, invece, era solo il prodotto di una visione reale ma asettica, come la loro visione in bianco e nero. La prima volta che arrivai a Lodz mi sembrava di essere a Berlino Est, e, al pari degli angeli, in quasi quattro anni di viaggi, brevi ma intensi, ho raccolto le tracce di ciò che mi ha colpito. Cercavo fotografie che fossero parole, leggere, sparse, evanescenti, evocative. Scatti che raccontassero non solo il mio presente polacco, ma il presente – e in un certo senso anche il passato – di un luogo che mi ha fatto sentire un angelo, un luogo che mi ha fatto sentire a casa. Il componimento poetico “Invocazione del mondo”, dello scrittore Peter Handke, nel film rappresenta quasi una forma di comandamento per gli angeli. Per me è alla base di questa personale interpretazione e ricerca su Lodz e che, accompagnandomi per tutto il lavoro, ha delineato – inconsciamente – quei punti fondamentali sui quali articolare tutta la costruzione del lavoro. Questa serie è pertanto un inno alla vita, a quella vita che troppo spesso tendiamo a caricare di concetti inutili e di sovrastrutture estenuanti, macigni, questi, che l’uomo non può più reggere. Una vita che, per il suo spessore e brevità, dovrebbe essere così: leggera e fluttuante, vissuta con poche parole, semplici e profonde, come certe fotografie.” – Iacopo Pasqui
20
novembre 2024
Iacopo Pasqui – Der Engel
20 novembre 2024
fotografia
incontri e conferenze
libri ed editoria
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libri ed editoria
Location
LEPORELLO
Roma, via del Pigneto, 162/e, (Roma)
Roma, via del Pigneto, 162/e, (Roma)
Orario di apertura
mercoledì 20 novembre, ore 19
Sito web
Autore
Produzione organizzazione