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Ibrahim Kodra
La mostra Ibrahim Kodra presso la galleria Gare82 di Brescia presenta 42 opere dell’artista che raccontano l’arco temporale compreso tra il 1972 e il 1977. Ibrahim Kodra è l’artista che ha fatto suo il costruttivismo geometrico e l’ha reso poetico e magico. Dolce.
Comunicato stampa
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Descritto come un uomo dalla presenza importante, con passo deciso e massiccio, occhi vivi, irrequieti e pieni di luce, albanese d’origine, milanese d’adozione, di Ibrahim Kodra hanno scritto molti personaggi della scena artistico-culturale italiana e internazionale.
Concentrato inizialmente su disegni che esprimono la drammaticità del secondo conflitto mondiale contemporaneo a quel periodo, è negli anni Sessanta che avviene la svolta cruciale per la sua arte: rivolgendo l’attenzione verso la ricerca di forme ed effetti cromatici nuovi, in cui le variazioni della luce si integrano alle geometrie delle forme, riesce a realizzare opere di forte emotività e dimensione magica, i cui elementi strutturali gli conferiscono un’unica e propria personalità artistica, al di fuori di “scuole” o tendenze. L’approfondita esplorazione di immagini informali sfocia in una geometria pura, in cui le forme si trasformano in simboli che rimandano a un’origine totemica, graffitica, nuovi segni di un linguaggio universale che rimandano alla purezza dei segni antichi. Non a sproposito, Paul Eluard lo definì, nel 1947 “il primitivo di una nuova civiltà” facendo riferimento proprio al superamento evolutivo del linguaggio pittorico europeo.
Marco Valsecchi scrive di lui nel 1957: “Si direbbe che Kodra tra le tante sfaccettature del tardo cubismo del primo dopoguerra, abbia rintracciato le scaglie luminose dei vecchi mosaici bizantini, i bagliori delle antiche moschee e la favolosità dei pastori che bivaccavano sulle pendici dell’Olimpo”.
L’Oriente entra senza schemi in una fusione magica tra una geometria delle forme - che si distribuisce creando un’architettura naturale con richiami futuristi - e una suggestione cromatica delle tonalità dell’azzurro sparse in modo graduale, riuscendo a coniugare in modo morbido il suo vissuto milanese e le sue radici culturali albanesi. Spazialità e geometrizzazione delle figure si aggiungono a un universo surreale, ingenuo e favoloso.
Ibrahim Kodra è l’artista che ha fatto suo il costruttivismo geometrico e l’ha reso poetico e magico. Dolce. Ne ha fatto la chiave per esprimersi e celebrare, a modo suo, la vita.
La mostra Ibrahim Kodra presso la galleria Gare82 di Brescia presenta 42 opere dell’artista che raccontano l’arco temporale compreso tra il 1972 e il 1977, provenienti dalla collezione privata dei fratelli Ferdinando e Mario Spalinger che con Kodra hanno sempre avuto un rapporto di profonda stima e di cui sono stati mecenati nel corso degli anni Settanta.
Federica Picco
Concentrato inizialmente su disegni che esprimono la drammaticità del secondo conflitto mondiale contemporaneo a quel periodo, è negli anni Sessanta che avviene la svolta cruciale per la sua arte: rivolgendo l’attenzione verso la ricerca di forme ed effetti cromatici nuovi, in cui le variazioni della luce si integrano alle geometrie delle forme, riesce a realizzare opere di forte emotività e dimensione magica, i cui elementi strutturali gli conferiscono un’unica e propria personalità artistica, al di fuori di “scuole” o tendenze. L’approfondita esplorazione di immagini informali sfocia in una geometria pura, in cui le forme si trasformano in simboli che rimandano a un’origine totemica, graffitica, nuovi segni di un linguaggio universale che rimandano alla purezza dei segni antichi. Non a sproposito, Paul Eluard lo definì, nel 1947 “il primitivo di una nuova civiltà” facendo riferimento proprio al superamento evolutivo del linguaggio pittorico europeo.
Marco Valsecchi scrive di lui nel 1957: “Si direbbe che Kodra tra le tante sfaccettature del tardo cubismo del primo dopoguerra, abbia rintracciato le scaglie luminose dei vecchi mosaici bizantini, i bagliori delle antiche moschee e la favolosità dei pastori che bivaccavano sulle pendici dell’Olimpo”.
L’Oriente entra senza schemi in una fusione magica tra una geometria delle forme - che si distribuisce creando un’architettura naturale con richiami futuristi - e una suggestione cromatica delle tonalità dell’azzurro sparse in modo graduale, riuscendo a coniugare in modo morbido il suo vissuto milanese e le sue radici culturali albanesi. Spazialità e geometrizzazione delle figure si aggiungono a un universo surreale, ingenuo e favoloso.
Ibrahim Kodra è l’artista che ha fatto suo il costruttivismo geometrico e l’ha reso poetico e magico. Dolce. Ne ha fatto la chiave per esprimersi e celebrare, a modo suo, la vita.
La mostra Ibrahim Kodra presso la galleria Gare82 di Brescia presenta 42 opere dell’artista che raccontano l’arco temporale compreso tra il 1972 e il 1977, provenienti dalla collezione privata dei fratelli Ferdinando e Mario Spalinger che con Kodra hanno sempre avuto un rapporto di profonda stima e di cui sono stati mecenati nel corso degli anni Settanta.
Federica Picco
13
ottobre 2018
Ibrahim Kodra
Dal 13 ottobre al 10 novembre 2018
arte moderna e contemporanea
arte moderna
arte moderna
Location
GARE 82
Brescia, Via Villa Glori, 5, (Brescia)
Brescia, Via Villa Glori, 5, (Brescia)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 15-19
Vernissage
13 Ottobre 2018, Ore 18:00
Autore