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Icone. Dal Neo-pop al digitale
Sei artisti dai linguaggi diversi si confrontano esplorando molti miti della cultura pop(olare)
contemporanea che da cinquant’anni mescola l’alto con il basso senza soluzioni di continuità
apparenti.
Lo stesso pubblico che oggi affolla biennali e vernissage d’arte, cinema nei multisala…………..
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sei artisti dai linguaggi diversi si confrontano esplorando molti miti della cultura pop(olare)
contemporanea che da cinquant’anni mescola l’alto con il basso senza soluzioni di continuità
apparenti.
Lo stesso pubblico che oggi affolla biennali e vernissage d’arte, cinema nei multisala, concerti
rock, partite di calcio, non si perde una puntata del programma televisivo preferito.
Un cortocircuito seducente e pericoloso che utilizza palcoscenici mediatici in cui si celebrano i
“quindici minuti di celebrità per tutti” profeticamente annunciati da Andy Wharol.
Ecco dunque convivere nell’immaginario collettivo contemporaneo icone del tutto disomogenee
che veicolano messaggi, contenuti, ideali: l’eterna Marylin con Ghandhi, Micheal Jackson con
Pasolini, Umberto Eco con Shrek, Madonna con Padre Pio, Goldrake con Elvis Presley, ossimori
attraverso i quali passa la cultura odierna che abbandonata una certa autoreferenzialità diventa
di massa, accessibile e allo stesso tempo ironica e leggera.
Un’infinita esplosione di nuovi miti e, come acutamente osservato da Gillo Dorfles, nuovi riti
collettivi e quotidiani.
Un viaggio tra le contraddizioni e contaminazioni culturali contemporanee che si possono anche
non condividere ma di certo non si possono ignorare.
Nel progetto saranno esposte opere di: Bruno Di Bello artista concettuale già autore di lavori che
negli anni sessanta e settanta hanno indagato le icone del Novecento, dagli anni duemila lavora
con il digitale ed esplora le infinite possibilità combinatorie delle immagini; Marco Lodola da
sempre interessato alla mescolanza delle arti, avendo collaborato con numerosi musicisti e scrittori,
ri-legge i miti della cultura popolare contemporanea attraverso scatole luminose molto simili ad
insegne commerciali al neon; Carlo Pasini utilizza, in base alle misure, dalle 15 alle 30 mila puntine
da disegno colorate, ri-vede le icone della storia dell'arte: accanto a Marilyn o ai ritratti di Mao
ispirati a Warhol, non mancano le Ninfee con espliciti riferimenti a Claude Monet o Henri Matisse, le
puntine che compongono le immagini sono “maschere” di pirandelliana memoria che tutti
indossano; Omar Ronda storico membro e fondatore del gruppo cracking art imprigiona nei suoi
frozen immagini di icone contemporanee, probabilmente moderni fossili da tramandare ai posteri;
Giorgio Sorti fotografo influenzato dal fumetto e dall’animazione giapponese Manga esplora
immagini che appartengono alla nostra memoria indagandone la forza evocativa, sospese dalla
realtà e dal tempo diventano segno, scrittura, testimonianza; Gian Paolo Tomasi manipolatore ed
inventore di immagini virtuali proietta icone popolari contemporanee in dipinti senza tempo che
appartengono alla storia universale dell’arte, un corto-circuito spazio-temporale che invita a
riflettere su tutto cio’ che è effimero e cio’ che è eterno.
contemporanea che da cinquant’anni mescola l’alto con il basso senza soluzioni di continuità
apparenti.
Lo stesso pubblico che oggi affolla biennali e vernissage d’arte, cinema nei multisala, concerti
rock, partite di calcio, non si perde una puntata del programma televisivo preferito.
Un cortocircuito seducente e pericoloso che utilizza palcoscenici mediatici in cui si celebrano i
“quindici minuti di celebrità per tutti” profeticamente annunciati da Andy Wharol.
Ecco dunque convivere nell’immaginario collettivo contemporaneo icone del tutto disomogenee
che veicolano messaggi, contenuti, ideali: l’eterna Marylin con Ghandhi, Micheal Jackson con
Pasolini, Umberto Eco con Shrek, Madonna con Padre Pio, Goldrake con Elvis Presley, ossimori
attraverso i quali passa la cultura odierna che abbandonata una certa autoreferenzialità diventa
di massa, accessibile e allo stesso tempo ironica e leggera.
Un’infinita esplosione di nuovi miti e, come acutamente osservato da Gillo Dorfles, nuovi riti
collettivi e quotidiani.
Un viaggio tra le contraddizioni e contaminazioni culturali contemporanee che si possono anche
non condividere ma di certo non si possono ignorare.
Nel progetto saranno esposte opere di: Bruno Di Bello artista concettuale già autore di lavori che
negli anni sessanta e settanta hanno indagato le icone del Novecento, dagli anni duemila lavora
con il digitale ed esplora le infinite possibilità combinatorie delle immagini; Marco Lodola da
sempre interessato alla mescolanza delle arti, avendo collaborato con numerosi musicisti e scrittori,
ri-legge i miti della cultura popolare contemporanea attraverso scatole luminose molto simili ad
insegne commerciali al neon; Carlo Pasini utilizza, in base alle misure, dalle 15 alle 30 mila puntine
da disegno colorate, ri-vede le icone della storia dell'arte: accanto a Marilyn o ai ritratti di Mao
ispirati a Warhol, non mancano le Ninfee con espliciti riferimenti a Claude Monet o Henri Matisse, le
puntine che compongono le immagini sono “maschere” di pirandelliana memoria che tutti
indossano; Omar Ronda storico membro e fondatore del gruppo cracking art imprigiona nei suoi
frozen immagini di icone contemporanee, probabilmente moderni fossili da tramandare ai posteri;
Giorgio Sorti fotografo influenzato dal fumetto e dall’animazione giapponese Manga esplora
immagini che appartengono alla nostra memoria indagandone la forza evocativa, sospese dalla
realtà e dal tempo diventano segno, scrittura, testimonianza; Gian Paolo Tomasi manipolatore ed
inventore di immagini virtuali proietta icone popolari contemporanee in dipinti senza tempo che
appartengono alla storia universale dell’arte, un corto-circuito spazio-temporale che invita a
riflettere su tutto cio’ che è effimero e cio’ che è eterno.
01
dicembre 2012
Icone. Dal Neo-pop al digitale
Dal primo dicembre 2012 al 05 gennaio 2013
arte contemporanea
Location
ELLENI GALLERIA D’ARTE
Bergamo, Via Broseta, 41, (Bergamo)
Bergamo, Via Broseta, 41, (Bergamo)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13; 15-20
Vernissage
1 Dicembre 2012, ore 19
Autore
Curatore