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Icone d’Invenzione – nulla è lasciato al caso
Doppia personale di due artisti che vivono il rapporto conflittuale tra l’uomo e la tecnologia, con una visione personale del mondo.
Comunicato stampa
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FRANCESCO IACENTE
Francesco Iacente è nato a Napoli nel 1975. Di se stesso racconta: “ho più volte partecipato a mostre fotografiche dedicate al mondo del digitale; da anni coltivo il mio interesse per il design e la grafica artistica. Con vivo interesse seguo lo sviluppo di nuove tecnologie, ritengo il progredire dei sistemi informativi quanto di più stimolante ci sia per lo sviluppo di linguaggi originali e nuove forme di espressione. Sin da piccolo sono sempre stato attratto dal disegno e di conseguenza, crescendo, tale interesse si è trasformato nella mia più grande passione: la pittura. Per la realizzazione delle mie opere uso materiali e tecniche diverse: smalti, tempera, pastelli a cera, olio. Prediligo l’uso di programmi di grafica con i quali realizzo immagini dal forte impatto cromatico. Sono anche interessato alla fotografia.”
RENATO IACENTE
Da via Imbriani a via Giacinto Gigante,tra i quartieri Arenella e Avvocata, si trova via Confalone, intitolata alla famiglia omonima, appartenente al patriziato di Ravello, che in questa zona possedeva case e terreni. In questa via abita Renato Iacente, artista napoletano contemporaneo, che si è distinto per il suo modo diverso di fare arte, in rapporto diretto con la tecnologia e con i suoi materiali, generalmente dimessi, che egli raccoglie ed inserisce nelle sue opere, fissando a testimonianza perenne di un mondo moderno, in continuo progresso vincitore, ma anche vinto dalle continue irrefrenabili innovazioni.
Renato Iacente ha alle spalle anni di attività come insegnante di materie artistiche; ha conseguito il diploma di Magistero in Decorazione Pittura all’Istituto Statale d’Arte di Napoli e nella stessa città ha anche un corso di nudo all’Accademia di Belle Arti tenuto da Domenico Spinosa.
Possiede una perfetta conoscenza dell’arte classica, ma nel suo lavoro egli la ignora, preferendo accostarsi in maniera nuova, non schematica, a nuove sperimentazioni. I soggetti delle sue opere sono astratte, ma al tempo stesso reali, perché nascono dall’assemblaggio di oggetti, rottami, ferraglia ed altro materiale destinato altrimenti ad essere distrutto.
Le sue “pitto- sculture” nascono proprio dall’unione armoniosa di elementi metallici, pezzi di motore, parti di automobili, ruote, dischi e telai di ferro. Su di esse l’autore stende una patina di colore, che con i toni dell’oro o del grigio lava, rende insieme uniforme ma astratto, e toglie alle parti dell’opera la loro connotazione originaria.
Dall’estro di Renato Iacente non viene fuori il solito collage di riutilizzo, dove le varie parti restano distinte tra loro e conservano la propria identità, bensì un quadro armonico, dove plasticità e colore si fondono indissolubilmente e danno nuova vita ad oggetti altrimenti inutili e senz’anima.
La sua arte non è fine a se stessa, ma porta il messaggio che vuole insegnare a comprendere e valutare con il giusto metro le moderne tecnologie, di cui spesso si diventa schiavi senza accorgersene. Giacente mette in evidenza proprio la dipendenza da quelli che in realtà sono nient’alto che freddi oggetti senza anima, e che terminata la loro funzione, ritornano ad essere indistintamente plastica, ferro e metallo, ma non sono mai inutili e che quando sono rotti o inservibili, possono ancora avere un ruolo nell’arte che li fa suoi, rappresentando con la loro essenza brani della nostra vita quotidiana. Saranno così un giorno lo specchio della generazione che li ha usati e che ha vissuti a contatto con essi.
La produzione di Renato Iacente non si limita alle pitto-sculture, ma comprende anche collage di carta, quella carta che una volta era un bene prezioso e che in vece la turbinosa società moderna produce e spreca in gran quantità, diffondendola con giornali, riviste e pubblicità, e subito dopo distruggendola con facilità. Egli sceglie i pezzi più colorati, significativi intensi, li taglia li sagoma eli sovrappone e spesso li ricolora. In poche parole toglie loro gran parete della connotazione originaria, ma ne coglie l’essenza di ogni singola parte e, riunendo il tutto, dà vita a un confronto dinamico e senza fine.
Per oltre quarant’anni Iacente ha vissuto a stretto contatto con le più diverse forme d’arte, ha sperimentato i più significativi modernisti, attraverso il neoespressionismo, l’informale e la pop-art, ed a vissuto e respirato l’atmosfera artistica napoletana spesso ancora molto legata ai classici cromatismi e alla plasticità ottocentesca e, per questo, poco aperta al dialogo con le nuove forme espressive.
Tra tutti questi stimoli l’artista ha cercato un proprio equilibrio, si è offerto al giudizio critico con numerose mostre, personali e collettive, ed ha trovato non poche difficoltà a far comprendere il vero significato della sua opera creativa.
Con anni di impegno, convinto del proprio lavoro ha illustrato in maniera decisa e vigorosa la propria visione del mondo e soprattutto la più delicata ed interiore tra le tematiche contemporanee, il rapporto, conflittuale ed appassionato a tempo stesso, tra l’uomo e la tecnologia.
Francesco Iacente è nato a Napoli nel 1975. Di se stesso racconta: “ho più volte partecipato a mostre fotografiche dedicate al mondo del digitale; da anni coltivo il mio interesse per il design e la grafica artistica. Con vivo interesse seguo lo sviluppo di nuove tecnologie, ritengo il progredire dei sistemi informativi quanto di più stimolante ci sia per lo sviluppo di linguaggi originali e nuove forme di espressione. Sin da piccolo sono sempre stato attratto dal disegno e di conseguenza, crescendo, tale interesse si è trasformato nella mia più grande passione: la pittura. Per la realizzazione delle mie opere uso materiali e tecniche diverse: smalti, tempera, pastelli a cera, olio. Prediligo l’uso di programmi di grafica con i quali realizzo immagini dal forte impatto cromatico. Sono anche interessato alla fotografia.”
RENATO IACENTE
Da via Imbriani a via Giacinto Gigante,tra i quartieri Arenella e Avvocata, si trova via Confalone, intitolata alla famiglia omonima, appartenente al patriziato di Ravello, che in questa zona possedeva case e terreni. In questa via abita Renato Iacente, artista napoletano contemporaneo, che si è distinto per il suo modo diverso di fare arte, in rapporto diretto con la tecnologia e con i suoi materiali, generalmente dimessi, che egli raccoglie ed inserisce nelle sue opere, fissando a testimonianza perenne di un mondo moderno, in continuo progresso vincitore, ma anche vinto dalle continue irrefrenabili innovazioni.
Renato Iacente ha alle spalle anni di attività come insegnante di materie artistiche; ha conseguito il diploma di Magistero in Decorazione Pittura all’Istituto Statale d’Arte di Napoli e nella stessa città ha anche un corso di nudo all’Accademia di Belle Arti tenuto da Domenico Spinosa.
Possiede una perfetta conoscenza dell’arte classica, ma nel suo lavoro egli la ignora, preferendo accostarsi in maniera nuova, non schematica, a nuove sperimentazioni. I soggetti delle sue opere sono astratte, ma al tempo stesso reali, perché nascono dall’assemblaggio di oggetti, rottami, ferraglia ed altro materiale destinato altrimenti ad essere distrutto.
Le sue “pitto- sculture” nascono proprio dall’unione armoniosa di elementi metallici, pezzi di motore, parti di automobili, ruote, dischi e telai di ferro. Su di esse l’autore stende una patina di colore, che con i toni dell’oro o del grigio lava, rende insieme uniforme ma astratto, e toglie alle parti dell’opera la loro connotazione originaria.
Dall’estro di Renato Iacente non viene fuori il solito collage di riutilizzo, dove le varie parti restano distinte tra loro e conservano la propria identità, bensì un quadro armonico, dove plasticità e colore si fondono indissolubilmente e danno nuova vita ad oggetti altrimenti inutili e senz’anima.
La sua arte non è fine a se stessa, ma porta il messaggio che vuole insegnare a comprendere e valutare con il giusto metro le moderne tecnologie, di cui spesso si diventa schiavi senza accorgersene. Giacente mette in evidenza proprio la dipendenza da quelli che in realtà sono nient’alto che freddi oggetti senza anima, e che terminata la loro funzione, ritornano ad essere indistintamente plastica, ferro e metallo, ma non sono mai inutili e che quando sono rotti o inservibili, possono ancora avere un ruolo nell’arte che li fa suoi, rappresentando con la loro essenza brani della nostra vita quotidiana. Saranno così un giorno lo specchio della generazione che li ha usati e che ha vissuti a contatto con essi.
La produzione di Renato Iacente non si limita alle pitto-sculture, ma comprende anche collage di carta, quella carta che una volta era un bene prezioso e che in vece la turbinosa società moderna produce e spreca in gran quantità, diffondendola con giornali, riviste e pubblicità, e subito dopo distruggendola con facilità. Egli sceglie i pezzi più colorati, significativi intensi, li taglia li sagoma eli sovrappone e spesso li ricolora. In poche parole toglie loro gran parete della connotazione originaria, ma ne coglie l’essenza di ogni singola parte e, riunendo il tutto, dà vita a un confronto dinamico e senza fine.
Per oltre quarant’anni Iacente ha vissuto a stretto contatto con le più diverse forme d’arte, ha sperimentato i più significativi modernisti, attraverso il neoespressionismo, l’informale e la pop-art, ed a vissuto e respirato l’atmosfera artistica napoletana spesso ancora molto legata ai classici cromatismi e alla plasticità ottocentesca e, per questo, poco aperta al dialogo con le nuove forme espressive.
Tra tutti questi stimoli l’artista ha cercato un proprio equilibrio, si è offerto al giudizio critico con numerose mostre, personali e collettive, ed ha trovato non poche difficoltà a far comprendere il vero significato della sua opera creativa.
Con anni di impegno, convinto del proprio lavoro ha illustrato in maniera decisa e vigorosa la propria visione del mondo e soprattutto la più delicata ed interiore tra le tematiche contemporanee, il rapporto, conflittuale ed appassionato a tempo stesso, tra l’uomo e la tecnologia.
07
aprile 2013
Icone d’Invenzione – nulla è lasciato al caso
Dal 07 al 19 aprile 2013
arte contemporanea
Location
AISTETIKA’
Napoli, Via Domenico Cimarosa, 23, (Napoli)
Napoli, Via Domenico Cimarosa, 23, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 16 - 20
Vernissage
7 Aprile 2013, ore 10.30
Autore
Curatore