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Identity Card
La galleria Roberta Lietti Arte Contemporanea inaugura sabato 20 settembre la mostra collettiva dal titolo
“ Identity Card – Roberta Savelli, Antonella Padovese, Harding Meyer”, curata da Emma Gravagnuolo.
Saranno esposte una decina di opere di differenti formati e tecniche. Accanto agli olii su tela di Harding Meyer saranno in mostra i disegni su carta di Antonella Padovese e gli olii su garza di Roberta Savelli.
Il titolo “ Identity Card” si collega alle foto dei documenti d’identita’ in cui spesse volte il viso del personaggio e’ modificato dalla mediocre qualita’ o dalla meccanicita’ del filtro fotografico. Nello stesso tempo “ Identity Card” rimanda al tema della ricerca dell’identita’in arte ovvero al ritratto, cioe’ ad uno dei generi pittorici maggiormente seguiti ed anche maggiormente discussi.
Il ritratto, infatti, esprime, in arte, il tentativo di soluzione di uno dei nodi piu’ profondi e cruciali della filosofia dell’individuo: il rapporto esistente tra l’Io fisico, visibile, fatto di perfezione o di difetti carnali rappresentati attraverso l’uso della tecnica pittorica e l’Io interiore, spirituale che emerge inevitabilmente attraverso l’interpretazione psicologica del soggetto fatta dell’artista.
Roberta Savelli (Giussano, 1969) ritrae i bambini che eravamo. Sono piccole tele, olio su garza, in cui la leggerezza del supporto e della tecnica contrastano fortemente con quella che Roberta definisce “ la pesantezza dei soggetti … presenti ed invadenti con tutta l’anima”. E’ una pittura in cui l’uso di un colore dominante, l’errore o la pennellata sbagliata enfatizzano la ricerca psicologica, freudiana, dell’artista.
Antonella Padovese (Como, 1956) cerca l’essenza dei suoi soggetti attraverso la semplicita’ della tecnica e del supporto (matita su cartoncino Fabriano), limitandosi quindi al bianco e nero, ed attraverso una rappresentazione parziale del soggetto, una visione tagliata dei volti che evidenzia dettagli fisici, in particolare gli occhi, accentuandone l’aspetto psicologico.
Le tele del tedesco Harding Meyer (Porto Alegre-1964) hanno come soggetto personaggi mai conosciuti: Meyer s’ispira a foto di giornali, modelli della pubblicita’ o comparse o fotomodelle ritratti in modo che sia difficile identificarli. Nei suoi ritratti Meyer si limita alla descrizione dei volti, attraverso un uso rarefatto del colore ed eliminando dettagli, cattura le espressioni in particolare degli occhi, vero focus psicologico dei suoi lavori.
Identity Card
Como, Via Armando Diaz, 3, (Como)