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Ido Erani – Intravisioni
Superata la concezione della tela come semplice tabula de lineis et figuris, l’artista si concentra su una nuova idea di spazio e forma, in cui figure di un passato lontano si affiancano a scorci prospettici accidentali e brani di pittura informale, più vicini ad antichi lacerti che non a stesure gestuali
Comunicato stampa
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Formaquattro è lieta di presentare “INTRAVISIONI”, mostra personale del maestro Ido Erani, che per la prima volta espone sue opere nella città di Bari.
L’esposizione precede di qualche settimana “IL GRANO D’ITALIA”, un grande evento che si terrà nella sala espositiva del palazzo della regione Lombardia, nel quale il maestro espone una sua opera inedita dal titolo “LA DOLCEZZA DEL GRANO”, progetto nato da un’idea di Sauro Moretti e Lorenzo Zichichi, presentato da Vittorio Sgarbi per l’Expo universale di Milano.
FRAMMENTI ETEROGENEI DI UN’INTERPRETAZIONE SENSIBILE
La nostra è una contemporaneità volutamente elusiva, in cui ambiti differenti si combinano in una fitta trama di relazioni, determinando spostamenti laterali e continue ridefinizioni semantiche. “La contemporaneità – ha scritto il filosofo Giorgio Agamben – è una singolare relazione col proprio tempo, che aderisce a esso e, insieme, ne prende le distanze; più precisamente, essa è quella relazione col tempo che aderisce a esso attraverso una sfasatura e un anacronismo”.
Risponde a questa interpretazione antipodale l’elaborazione pittorica di Ido Erani che, superata la concezione della tela come semplice tabula de lineis et figuris, si concentra su una nuova idea di spazio e forma, in cui figure di un passato lontano si affiancano a scorci prospettici accidentali e brani di pittura informale, più vicini ad antichi lacerti che non a stesure gestuali.
La pittura di Erani, pur avendo conosciuto, com’è naturale, varie fasi, mantiene un elevato grado di coerenza e continuità. Impermeabile a molti fermenti artistici della sua epoca si è concentrato sulla propria visione del fare pittorico, traendo ispirazione da capolavori antichi e distinguendosi per uno stile caratteristico in cui il senso plastico delle forme e l’energica definizione del segno si blandiscono a vicenda, creando scenari inediti e di grande suggestione. Nel suo modus pingendi si può cogliere da un lato il bisogno di recuperare un glorioso passato, dall’altro la necessità di aderire al presente.
La realtà, sia essa tangibile o dipinta, è per Erani il punto di partenza che la libertà inventiva trasforma in qualcosa di diverso, in un sistema di segni e associazioni. Il pittore opera una poetica ricerca dei luoghi fisici e di quelli della memoria, in avvicendamenti e sovrapposizioni emotive che si stratificano in corso d’opera. Una pittura segmentata, in cui la tela diviene spazio scenografico per visioni simultanee, mescolando veridicità di rappresentazione e invenzione artistica e raggiungendo sempre un elevato grado di poeticità. Rappresentazioni frammentarie, che non vengono a patti con le ordinarie logiche narrative, imbastite da immagini fuori contesto che accrescono quella percezione di discontinuità tipica del flusso di pensiero.
L’artista staglia le figure su fondi magmatici, ne esalta la bellezza classica quale modello di insuperata armonia; ad esse associa architetture scorciate e parti indefinite, determinando visioni ambigue, scintillanti nell’esecuzione ma offuscate dall’insistita stratificazione. Lo spazio, infine, si sfalda in favore di un’interpretazione emozionale della realtà, trasformando la tela in un ambiente aperto, riformulabile all’infinito, su cui il pennello e l’invenzione dell’artista sono liberi di muoversi, scegliendo i mezzi e le forme più appropriate, riconoscibili o astratte.
Composizioni frammentarie e annebbiate, circonfuse da un alone trepidante come testimonianze di un altrove lontano nel tempo e nello spazio, sempre connotate da perizia grafica e da un’originale capacità manipolatoria. Limando i margini di architetture e di sagome antiche, l’artista scompagina la consequenzialità della narrazione, traslandola in un equilibrio di mera precarietà, in un indissolubile intreccio tra forma e carica emotiva, ethos apollineo e pathos dionisiaco. Spostamento tradotto in superficie grazie all’utilizzo di un disegno impeccabile, di stratificazioni formali e cromatiche e, nella produzione più recente, della resina che amplifica la bellezza e l’atemporalità delle scene in un sottile e polimorfico gioco di riflessi superficiali. Inserti scritturali indecifrabili si stagliano su fondi consunti, contraddicendo la tridimensionalità ed esaltando l’arcano di ogni visione. Una pittura ampia da cui sprigiona una forza quieta, fatta di rasserenanti enigmi che parlano più per contrasti che per descrizione formale.
Stratificazioni memoriali collettive, in cui ritagli di capolavori antichi o di paesaggi urbani si combinano ad una pittura informale, superando la registrazione sequenziale del tempo e facendo emergere un’energia sotterranea. Una ricerca eclettica, in cui l’astrazione dialoga con la tecnica antica dell’affresco e con la grazia di una bella forma, conservando chiari rapporti con la pittura classica, rivissuta in chiave esistenziale. Ecclettismo stilistico inteso come terreno elastico in cui il passato individuale si dilata in quello collettivo, il recupero memoriale si combina a lezioni magistrali e l’autobiografia alla storia dell’arte. Ma in fondo per il pittore non c’è differenza perché l’una confluisce sempre nell’altra.
Carmelo Cipriani
Scarica il testo critico
“INTRAVISIONI” di Ido Erani
a cura di Carmelo Cipriani
dal 28 marzo al 8 aprile 2015
Vernissage 28 marzo ore 19
Galleria Formaquattro
Tel. 0805612271 - 3466260299
Via Argiro 73 (1° Piano)
L’esposizione precede di qualche settimana “IL GRANO D’ITALIA”, un grande evento che si terrà nella sala espositiva del palazzo della regione Lombardia, nel quale il maestro espone una sua opera inedita dal titolo “LA DOLCEZZA DEL GRANO”, progetto nato da un’idea di Sauro Moretti e Lorenzo Zichichi, presentato da Vittorio Sgarbi per l’Expo universale di Milano.
FRAMMENTI ETEROGENEI DI UN’INTERPRETAZIONE SENSIBILE
La nostra è una contemporaneità volutamente elusiva, in cui ambiti differenti si combinano in una fitta trama di relazioni, determinando spostamenti laterali e continue ridefinizioni semantiche. “La contemporaneità – ha scritto il filosofo Giorgio Agamben – è una singolare relazione col proprio tempo, che aderisce a esso e, insieme, ne prende le distanze; più precisamente, essa è quella relazione col tempo che aderisce a esso attraverso una sfasatura e un anacronismo”.
Risponde a questa interpretazione antipodale l’elaborazione pittorica di Ido Erani che, superata la concezione della tela come semplice tabula de lineis et figuris, si concentra su una nuova idea di spazio e forma, in cui figure di un passato lontano si affiancano a scorci prospettici accidentali e brani di pittura informale, più vicini ad antichi lacerti che non a stesure gestuali.
La pittura di Erani, pur avendo conosciuto, com’è naturale, varie fasi, mantiene un elevato grado di coerenza e continuità. Impermeabile a molti fermenti artistici della sua epoca si è concentrato sulla propria visione del fare pittorico, traendo ispirazione da capolavori antichi e distinguendosi per uno stile caratteristico in cui il senso plastico delle forme e l’energica definizione del segno si blandiscono a vicenda, creando scenari inediti e di grande suggestione. Nel suo modus pingendi si può cogliere da un lato il bisogno di recuperare un glorioso passato, dall’altro la necessità di aderire al presente.
La realtà, sia essa tangibile o dipinta, è per Erani il punto di partenza che la libertà inventiva trasforma in qualcosa di diverso, in un sistema di segni e associazioni. Il pittore opera una poetica ricerca dei luoghi fisici e di quelli della memoria, in avvicendamenti e sovrapposizioni emotive che si stratificano in corso d’opera. Una pittura segmentata, in cui la tela diviene spazio scenografico per visioni simultanee, mescolando veridicità di rappresentazione e invenzione artistica e raggiungendo sempre un elevato grado di poeticità. Rappresentazioni frammentarie, che non vengono a patti con le ordinarie logiche narrative, imbastite da immagini fuori contesto che accrescono quella percezione di discontinuità tipica del flusso di pensiero.
L’artista staglia le figure su fondi magmatici, ne esalta la bellezza classica quale modello di insuperata armonia; ad esse associa architetture scorciate e parti indefinite, determinando visioni ambigue, scintillanti nell’esecuzione ma offuscate dall’insistita stratificazione. Lo spazio, infine, si sfalda in favore di un’interpretazione emozionale della realtà, trasformando la tela in un ambiente aperto, riformulabile all’infinito, su cui il pennello e l’invenzione dell’artista sono liberi di muoversi, scegliendo i mezzi e le forme più appropriate, riconoscibili o astratte.
Composizioni frammentarie e annebbiate, circonfuse da un alone trepidante come testimonianze di un altrove lontano nel tempo e nello spazio, sempre connotate da perizia grafica e da un’originale capacità manipolatoria. Limando i margini di architetture e di sagome antiche, l’artista scompagina la consequenzialità della narrazione, traslandola in un equilibrio di mera precarietà, in un indissolubile intreccio tra forma e carica emotiva, ethos apollineo e pathos dionisiaco. Spostamento tradotto in superficie grazie all’utilizzo di un disegno impeccabile, di stratificazioni formali e cromatiche e, nella produzione più recente, della resina che amplifica la bellezza e l’atemporalità delle scene in un sottile e polimorfico gioco di riflessi superficiali. Inserti scritturali indecifrabili si stagliano su fondi consunti, contraddicendo la tridimensionalità ed esaltando l’arcano di ogni visione. Una pittura ampia da cui sprigiona una forza quieta, fatta di rasserenanti enigmi che parlano più per contrasti che per descrizione formale.
Stratificazioni memoriali collettive, in cui ritagli di capolavori antichi o di paesaggi urbani si combinano ad una pittura informale, superando la registrazione sequenziale del tempo e facendo emergere un’energia sotterranea. Una ricerca eclettica, in cui l’astrazione dialoga con la tecnica antica dell’affresco e con la grazia di una bella forma, conservando chiari rapporti con la pittura classica, rivissuta in chiave esistenziale. Ecclettismo stilistico inteso come terreno elastico in cui il passato individuale si dilata in quello collettivo, il recupero memoriale si combina a lezioni magistrali e l’autobiografia alla storia dell’arte. Ma in fondo per il pittore non c’è differenza perché l’una confluisce sempre nell’altra.
Carmelo Cipriani
Scarica il testo critico
“INTRAVISIONI” di Ido Erani
a cura di Carmelo Cipriani
dal 28 marzo al 8 aprile 2015
Vernissage 28 marzo ore 19
Galleria Formaquattro
Tel. 0805612271 - 3466260299
Via Argiro 73 (1° Piano)
28
marzo 2015
Ido Erani – Intravisioni
Dal 28 marzo all'otto aprile 2015
arte contemporanea
Location
FORMAQUATTRO
Bari, Via Argiro, 73, (Bari)
Bari, Via Argiro, 73, (Bari)
Vernissage
28 Marzo 2015, ore 19
Autore
Curatore